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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL MARCHIO DELLA DANNAZIONE DELL'ANIMA
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Drammatico, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: ari91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2007 18:44:06 (ultimo inserimento: 20/01/08)

ecco il seguito della fic "Tutto iniziò quel giorno" tornano le avventure di Hope alle prese cn un nuovo e pimpante personaggio,nuovi nemici e.....
 
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-CAPITOLO 1°-
- Capitolo 1° -

Salve gente…
Eccovi l’atteso seguito!!!!
Vi avviso solo che sarà più cruda della prima…anche perché i personaggi sono cresciuti!!
Ce ne saranno alcuni nuovi che più o meno tutti avranno un ruolo importante per lo sviluppo della storia!!!
Spero di migliorare sempre più…
Aspetto commenti e critiche…Sempre gradite lo sapete ormai…
Sappiate solo che a questi personaggi sono molto affezionata!!
Se qualcuno vuole la scaletta di tutti i nomi dei protagonisti me lo dica e io farò in modo di dargliela il prima possibile!!
Ora vi lascio al primo capitolo…
Baci spero di sentirvi presto
Nicole

“La speranza è l’ultima a morire”




I tuoni spaccavano il cielo nero privo di stelle.
La pioggia cadeva impetuosa,picchiava sulle alte vetrate di un castello nero.
Antico.
Leggendario.
Chi l’avrebbe mai detto che il secolare e antico Cornelius Lankenders un demone di stirpe.
Un antico e potente demone che in quel preciso momento rischiava una crisi isterica.
Rinchiuso nel suo studio privato per cercare ,inutilmente, un po’ di pace.
Tra le dita lunghe e sottili teneva un bicchiere contenente un liquido ambrato dall’odore molto forte.
Era ormai un rito bere fra quelle mura.
Si sentì un tremolio,i vetri vibrarono visibilmente.
Era il decimo in cinque minuti.
Si passò una mano fra i lunghi capelli biondo lucente,morbidi e lisci come seta.
Gli occhi bicolori socchiusi.
Occhi che vedono passato,presente e futuro.
L’occhio destro ambrato,prevedeva il presente e in quel caso un presente pieno di sangue nero.
Sangue mannaro, un mannaro che sarebbe finito perla sua gioia sul tavolo,servito come pasto se non la finiva di sfagliargli la casa.
L’occhio sinistro azzurro,molto chiaro quasi bianco.
Esso prevedeva il passato e il futuro.
Una dote molto rara per un demone di stirpe,quasi insolito fra i loro simili.
Un altro tremolio gli fece venire un tic nervoso al sopracciglio destro.
La goccia che fece traboccare il vaso e anche la sua già suscettibile pazienza fu, quando la porta si spalancò.
Entrò correndo un maialino tutto rosa e cicciotello.
A ruota un ragazzo che ancora non sapeva di essere sul menù della cena.
Come ciliegina sulla torta non poteva mancare lei.
Hermony McClood, la pimpante cuginetta del ghiacciolo Eros.
Nonostante il suo aspetto ventenne,la bella signorina aveva già 156 anni.
Ben mantenuti su questo non si metteva la mano sul fuoco.
Data la sua età, il suscettibile padrone di casa si aspettava un comportamento un po’ più contenuto.
Le sue speranze erano andate completamente in fumo.
La demone dai capelli corvini lunghi fino al fondoschiena impugnava un mestolo di legno.
Portava degli occhiali da vista dalla montatura violacea,dietro a quelle lenti trasparenti due iridi blu cobalto.
-Ed!!Prendilo svegliati- ululò dando un colpo con il mestolo sulla povera testa del mannaro.
-Se tu continui a colpirmi, mi spieghi come cazzo faccio a prenderlo?- ruggì fra i denti.
Il maiale dal canto suo continuava a girare come una trottola in tutta la stanza.
Passò sotto le gambe da gazzella della demone,Edward senza tanti complimenti le passò sotto facendola cadere e seguendo il maiale uscì dallo studio, doveva assolutamente prenderlo visto che in teoria era la loro cena.
Nella stanza calò il silenzio che fu spezzato dalle imprecazioni poco fini della donna.
Si alzò sbattendosi le mani sulla minigonna nera a pieghette che arrivava a metà coscia.
Alzò lo sguardo -Hei Corny- cinguettò con un sorrisetto nervoso.
-Hermony saresti così gentile da spiegarmi perché tu e il mannaro mi state sfasciando la casa per colpa della mia cena?- le disse con finta dolcezza, posando il bicchiere sullo scrittoio di legno lucido e battuto.
-Oh…Bhè…Mi…Miranda se le fatto scappare- si strinse la canottiera nera con fare nervoso e agitato.
-E per un maiale mi smontate la casa?- tubò al culmine dell’irritazione.
Lei si strinse nelle spalle facendosi piccola,piccola.
-Bhè…Vado…- come un fulmine uscì sbattendo la porta.
Il demone sospirò piazzandosi davanti alla finestra scrutando il cielo.
Avvertì due presenze al cancello,abbassò lo sguardo e vide due figure coperte da un manto nero.
Stavano salendo le scale che conducevano all’ingresso.
-Ecco ci mancavano solo loro-


Alla caccia il maiale,come l’aveva soprannominata Alex che se ne stava comodamente svaccato sul divano guardando la televisione con una sigaretta tra le labbra, si era unita anche Miranda la governante della casa.
Una donna umana, sui 50 anni in carne, indossava un abito lungo bordò con sopra un grembiule bianco.
I capelli castani schiariti,legati in una cipolla e contenuti da una retina nera.
Occhi color cioccolato infuocati di rabbia.
Edward inciampò nel tappeto finendo addosso alla povera donna che finì per schiacciare Hermony.
L’animale corse diretto all’ingresso.
-Maledetto lupacchiotto- ruggì la donna.
Ed non l’ascoltò,si alzò correndo all’ingresso ma si bloccò di colpo.
Il maialino era tenuto da una ragazza alta,avvolta in un manto nero.
Lunghi capelli biondi le cadevano come una cascata sulle spalle le arrivavano poco sopra il fondo schiena.
Sotto il mantello, un lungo abito nero a spalline fini, si avvicinò al lupo con passo lento e aggraziato –Si da la caccia il maiale adesso?-
Un sorriso li dipinse le labbra –Quando non ci sei tu non so come ingannare il tempo-
Lei abbozzò un leggero sorriso e li pose l’animale.
-Ben tornata Hope-
-E’ sempre un onore rivederti Ed- lo guardò con i suoi occhi bianchi e limpidi.
Un demone puro, lo era diventato ci era riuscita.
Ormai da due anni non assumeva più il suo aspetto di mezzodemone.
Davanti a lui non c’era più la mocciosa quindicenne di cinque anni fa, ora al suo posto una ventenne da togliere il fiato.
Una donna matura, forte e dannatamente orgogliosa che ti fa impazzire con un solo sguardo.
-Mannaro ti svegli?- fece con tono seccante Eros che era dietro la demone.
-Ah ci sei anche tu Iceberg- sbuffò prendendo tra le braccia il cosino rosa che continuava ad agitarsi.
-Ed,Miranda sta sfollando se non le porti quel fottutissimo maiale- strillò Hermony arrivando all’ingresso,nel vedere Hope s’illuminò –Finalmente!!-
-Ciao Herm- le due si abbracciarono.
-Edward svegliati o a cena si mangia pane e acqua- fece una faccia schifata riportando subito il maiale dalla governante che dopo averlo pestato prese la creatura rinchiudendosi in cucina.
Hope entrò in sala togliendosi il mantello,si lasciò andare sul divano in parte ad Alex accendendosi una sigaretta passandone una anche ai due mannari.
-Allora Hope come è andato il tuo allenamento?- le domandò Alex dando un tiro alla sigaretta.
-Bene,a parte che ho rischiato l’osso del collo per scalare una montagna,un troll mi ha scambiato per la sua colazione e dei vampiri puntavano molto insistenti il mio candido collo,per il resto una passeggiata- finì alzando le spalle.
-Hai dimenticato la demone che si è follemente innamorata di te- s’intromise Eros con un ghigno sadico stampato in faccia.
I due lupi scoppiarono a ridere piegandosi in due sul divano.
Herm fu più contenuta limitandosi a una smorfia divertita.
-Era una demonietta di 10 anni- soffiò infastidita –A proposito di demonietti dov’è Denny?-
-A fare il topo di biblioteca come sempre, quel moccioso mi preoccupa ha solo 11 anni e sa più cose di me- boffonchiò Alex.
-No che ci voglia tanto- ridacchiò il fratello.
-Credo che sia una faccenda di sangue- li rinfacciò ironicamente Hope alzandosi e stiracchiandosi –Gente ci vediamo a cena io vado dal mio gentilissimo nonno e poi un bel bagno caldo-
-Ti devo lavare la schiena tesoro?- cinguettò con gli occhi da cucciolo Alex.
-No grazie amore- uscì dalla scala salendo le scale a chiocciola che portavano allo studio del padrone di casa.
S’inoltrò nel corridoio dove incontrò il piccolo Denny che non appena la vide buttò i libri sul pavimento,le corse incontro abbracciandola di slancio.
Chi l’avrebbe mai detto che quel piccolo bambino che aveva incontrato nel parco sarebbe diventato parte della sua vita?-
Quel bambino che le aveva detto che era speciale,diversa.
Era da tre anni che abitava con loro,un giorno di pioggia si era presentato davanti ai cancelli di Lankenders Faith Manor e dal quel giorno era entrato nella vita di tutti gli abitanti di quell’immenso castello.
Li scompigliò i capelli corvini tutti già spettinati.
-Vai a prepararti tra poco si cena-
Il bambino annuì –Hope stai bene?-
-Si certo, perché?-
Lui si strinse nelle spalle –Sei più pallida del solito-
Il viso della ragazza si addolcì.
Ah, quel bambino era davvero un angelo che quella volta quando aveva combattuto contro Serlamics l’aveva riportata alla luce,e questo Hope ancora non se lo spiegava.
Nessuno, nemmeno suo nonno riusciva a capire cosa fosse.
“Non ha odore”
Le uniche parole di suo nonno non appena l’aveva visto.
La demone ne era sicura,Denny poteva essere di tutto tranne una creatura malvagia.
Era puro, limpido come acqua.
Puro nel cuore.
Puro nell’animo.
Lo baciò sulla guancia –Ci vediamo dopo-
Lui annuì,raccolse i suoi libri e se ne andò.
La donna riprese il suo cammino, arrivò davanti alla porta di legno finemente elaborato, ricoperto da dei simboli elfici colorati in oro.
Bussò per poi entrare, non aspettando il consenso.
Suo nonno era alla finestra e le dava le spalle, senza fiatare li arrivò a fianco.
La guardò di sott’occhi –Sei più pallida del solito-
La demone fece una smorfia –Non ho niente-
-Eros ha l’intenzione di fermarsi a cena?-
-Non ne ho idea. Comunque la mamma si è fatta vedere in questi giorni?-
Hope lo vide irrigidirsi anche se solo per poco.
-No, lo sai che se non ci sei tu quella non mette neanche il dito del piede fra queste mura-
-No che tu facci qualcosa al riguardo- lo sfidò con lo sguardo.
-Nemmeno lei si scomoda- sibilò con aria seccata.
Lei sospirò rassegnata.
Inutile parlare con lui,era testardo e duro come un muro.
Certo sua madre non si era scomodata di dirgli che era viva e stava bene.
Non li aveva nemmeno detto che avesse una nipote.
Però comunque sia lui doveva per lo meno accettare.
Aveva avuto un collasso seguito da una crisi isterica quando si erano presentata con Alex e Edward.
Però alla fine l’aveva accettata a differenza di sua madre.
E poi non li andava giù il fatto che amasse un essere umano.
JJ,non l’aveva più visto da quella volta,5 anni fa.
Suo nonno glielo aveva vietato,avrebbe distratto il suo obbiettivo.
Ma dopo un po’ si era dichiarata fuori dai battibecchi fra padre e figlia.
-E’ inutile che parli con te di questo argomento, vado a farmi un bagno- andò alla porta –Scenderai per la cena?- voltò appena il capo.
-Si, devo discutere alcune cose con Eros-
Sospirando uscì dallo studio chiudendo la porta.
Andò diritta in camera sua,si spogliò avvolgendosi in un asciugamano bianco.
Aprì la porta che dava al bagno,ricoperto di mattonelle nere lucide e lisci come specchi.
La vasca era scavata nel pavimento ed era molto grande,era già piena d’acqua e schiuma.
Era illuminato solo dalla tenue luce di tante candele sparse per tutta la stanza.
Sorrise,la vasca era già occupata.
-Era ora- sussurrò l’individuo nella vasca.
-Sai che mi piace farmi aspettare Edward- si levò l’asciugamano immergendosi nell’acqua calda che le diede un senso di tepore e tranquillità.
Il ragazzo sorrise malizioso –Mi sei mancata lo sai?-
La prese per le spalle attirandola contro il suo petto.
Socchiudendo gli occhi la donna si lasciò cullare dall’acqua e dal dolce profumo di rose che emanava la schiuma solleticandole il viso.
-Sai che mi fa irritare il solo pensare che te la fai con Eros?-
Sbuffando Hope alzò il viso –E tu che te la spassi con quella troia della sorella di Summer-
Il mannaro scocchiò la lingua con disappunto –Stasera vengono a cena-
-Fantastico,ma Summer non può venire da solo?-
-Per mio piacere no- le accarezzò i capelli bagnati.
-Non sparare stronzate-
-Senti Hope che ne dici se stavolta saltiamo i preliminari?- fece galantemente.
Lei lo guardò negli occhi viola –Ma si per una volta ti posso accontentare-
Li cinse il collo con le braccia baciandolo,mise le gambe aperte intorno ai suoi fianchi.
Ormai per loro era un rito farlo nella vasca da bagno.
Ed sprofondò il viso nell’incavo del candido collo della ragazza che aveva il capo abbassato i lunghi capelli biondo appiccicati come una doppia pelle al viso.
Era bagnata sia d’acqua e sudore.
Entrambi al culmine del piacere,ansimavano sfiniti.
-Dio, quanto mi sei mancata-
Lei riuscì a tirare un mezzo sorriso, impiantò le unghie colorate di nero splendente, nella pelle del lupo che gemette.
Un dolore.
Un dolore piacevolissimo per lui.
-Sarà meglio…Andare- ansimò Edward baciandola e succhiandole il labbro inferiore.
Scendendo dalle sue gambe, Hope si appoggiò alle mattonelle della vasca,sentendo distintamente un fresco, ormai non sentiva molto se qualcosa era calda o freddo.
Si mise un asciugamano sul volto coprendolo.
Ed glielo levò,fissò i suoi occhi bianchi.
Quanto gli piaceva fissarli, incantarsi a guardarle.
Le diede un bacio a fior di labbra,uscì avvolgendosi i fianchi con un asciugamano.
Lei lo imitò e insieme uscirono dal bagno.
Edward con un gesto di bacchetta fece smaterializzare i vestiti preparandosi al volo, al contrario di Hope che ancora avvolta nell’asciugamano stava impalata davanti all’armadio spalancato.
-Uno è morto ad aspettare-
-Non scassare- sbuffò innervosita.
Il mannaro si avvicinò a lei,rovistò nell’armadio –Visto che non devi andare al ricevimento della regina…Jeans e maglioncino-
Tirò fuori dei jeans a vita bassa e un maglioncino a collo V nero.
-Semplice e efficace!!-
Lei alzò un sopraciglio –Efficace?-
Un sorriso malizioso dipinse il volto del mannaro che le cinse i fianchi –Si efficace…Mi fai venire voglia anche così-
-Ma smettila- li diede una pacca sulla spalla, si vestì asciugandosi i capelli con la magia –Pronta-
Lui alzò mani e occhi al cielo –Era ora-
-Dai rompi palle andiamo- lo prese per mano e scesero in sala, dove vi erano Eros,Summer, la sua simpatica sorellina Aquarion, Alex e Hermony.
Quest’ultima riceveva aria dal libro che li sventolava il lupo,nella mano destra una canna.
Poche persone riuscivano a farla irritare, una di queste poche persone era proprio,la cara Aquarion che non appena vide Ed se lo appiccicò a lei come una cozza attaccata allo scoglio.
Hope dal canto suo fece una smorfia piena di disgusto,attaccandosi al bicchiere contenente un liquido ambrato.
-Che puttana- sussurrò al culmine dello sdegno e disgusto.
-Puttana e stronza- aggiunse Hermony, facendo ghignare Alex che smise di farle aria quando entrò Cornelius.
Nella stanza calò l’assoluto silenzio,quasi ghiacciante.
-Chi è morto?- domandò impassibile.
-Una persona tra poco sicuramente- sibilò la demone dai capelli corvini.
Aquarion la fissò con gli occhi blu privi di pupilla,i capelli azzurri lasciati sciolti,avvolta in un abito blu dai ricami bianchi,corto e attillato.
-Non ti sei sbizzarrita molto nel sceglierti i vestiti- celiò la principessa del mare scrutando da capo a piedi Hope.
-Stai criticando i gusti del tuo amato Edward- frecciò con finta dolcezza.
Ed alzò gli occhi al cielo,Aquarion aveva l’aria scandalizzata e la bocca semi aperta.
Herm ghignò al culmine del divertimento,con lentezza si alzò facendo scivolare sulle cosce il suo abitino bianco neve,la gonnellina a pieghette tutta svolazzante,una collana di perle le avvolgeva il collo come un serpente –Colpita e affondata-
Summer se la rideva di gusto,i suoi occhi oro privi di pupilla era lucidi per colpa delle risate che si faceva nel vedere le espressioni di sua sorella.
Infatti, la portava solo perché sapeva come si comportavano Hope e Herm,e lui ci guadagnava qualche ghignata.
Certo, che era sadico e bastardo era risaputo.
La porta della cucina si spalancò, ne uscì la governante, a ruota il piccolo Denny.
-Bambina mia, fai ragionare questo testardo- sbottò la donna rivolta a Hope.
-Che ha fatto stavolta?- sospirò posando il suo bicchiere.
-Non si vuoi tagliare questi dannati capelli, o per lo meno sistemarli- li scompigliò con poca delicatezza i capelli corvini, come risposta ottenne un grugnito.
-Secondo me sta benissimo così- s’intromise Alex.
Quello che un mannaro deve fare è stare zitto di fronte alla sua governante, soprattutto se non è sulla sua lista delle persone a cui tiene.
-Tu zitto lupacchiotto 2- tubò puntandogli il dito contro.
Il ragazzo alzò le mani con fare difensivo,la sua governante ripose la sua attenzione sul giovane 11 enne –Deniel domani ti taglio i capelli-
Quel tono non ammetteva repliche,così il bambino non replicò.
Non che avesse paura, quando mai.
Deniel era un bambino che non aveva paura di niente, e questo era scientificamente provato.
Come quella volta che, praticamente si era trovato circondato da troll infernali e non aveva fatto altro che insultarli facendoli incazzare ulteriormente.
Risultato?
Avevano distrutto l’ala ovest del castello che tuttora era alle ultime riparazioni.
-Tutti seduti, adesso servo la cena!!-
Nessuno ebbe il coraggio di replicare e docile come cagnolini si sedettero intorno al lungo tavolo.
Denny mise il broncio –Vecchia rimbambita-
-Denny…- lo guardò con sguardo rimproverevole Hope.
-Ma è la verità- sbuffò sonorosamente –Cornelius perché non l’hai mangiata?-
-Gli uomini non li digerisco- fu la blanda risposta del demone che era seduto a capo tavola, prese una fulminata dalla nipote, ma non ci badò più di tanto.
Il piccolo ripose la sua speranza, di vedere la governante ridotta a brandelli, Edward e Alex.
-Io un pensierino lo farei- il maggiore prese una gomitata da Hermony.
-Io sono vegetariano-
Quella sparata gli fece ricadere gli occhi addosso –Scherzavo- aggiunse –Ma qui il senso dell’umorismo ve lo tenete attaccato al culo-
-Certe cazzate tienitele per te, per favore- ridacchiò Summer sorseggiando dal calice del buon vino rosso.
Poco minuti dopo ritornò Mirando per saziare gli stomaci dei demoni,anche se non ne avevano particolare bisogno esclusi,Denny, Edward e Alex.
-Mi auguro che il maiale l’hai cucinato- la fulminò Hermony.
-Si tesoro, l’ho cucinato-
-Anche perché per catturarlo mi avete sfasciato la casa- frecciò in direzione di Edward e Hermony, che non ebbero il coraggio di alzare gli occhi dal loro piatto.
-Comunque…- Eros che era in parte a Hope guardò Cornelius –Di cosa dovevi parlarci?-
-Già papà, perché mi hai fatta scomodare?- tutti si voltarono verso la porta –Buona sera signori- salutò lasciando il suo cappotto nero sul divano di pelle.
Un abito lungo color rosso scarlatto l’avvolgeva,bella e eterna come sempre.
Kaila Alexandra Lankenders si avvicinò alla tavolata con passo lento e graziato.
Baciò sulla fronte la figlia e scompigliò i capelli a Denny, si sedette a capo tavola di fronte al padrone di casa che si versò dell’altro vino nel calice di vetro.
-Riguarda Hope- rispose con la sua solita aria indifferente.
-Io?- arcurò le sopracciglia.
-Spiegati- lo incalzò la donna.
-Essendo diventata un demone puro bisogna presentarla a tutto il nostro casato-
Eros e Summer si strozzarono con il vino, Kaila divenne una statua di cera, non si riusciva a capire cosa stesse pensando.
-Sei impazzito?- tubò il ragazzo dai capelli blu –Ha solo 20 anni, per il nostro casato è appena nata…Senza offesa tesoro- la Summers agitò la mano incurante.
-No è pronta- scandì testardo.
-Questo lo decido io- lo guardò fredda la figlia.
-Scusate io non posso dire la mia?-
-NO!!- ruggirono i due in coro.
-Ok- acconsentì senza più fiatare.
-Kaila, io ho intenzione di presentarla al nostro casato e così farò-
-Tu non farai niente di niente!Sono stata chiara?!- lo gelò con lo sguardo, gli occhi ambrati freddi come il ghiaccio.
Lui ricambiò con gli interessi –Non fare la bambina per cortesia- sibilò impassibile.
-E tu la devi smettere di decidere tutto e comunicarmelo quando ormai la cosa è fatta!Stiamo parlando di mia figlia e non tua- ruggì rabbiosa alzandosi di scatto, sbattè le mani sul tavolo facendolo vibrare come vibravano i vetri delle ampie vetrate, Kaila a stento controllava la sua collera.
-E’ mia nipote, l’hai fatta piombare nella mia vita come se nulla fosse- tuonò con il tono leggermente irritato.
-Così facendo l’allontanerai come hai fatto con la mamma-
Il calice che l’uomo teneva in mano si ruppe in tanti piccoli frammenti, il liquido rosso sporcò la candida tovaglia, un tuono spaccò il cielo, nella sala era calata nel silenzio più gelante.
Si sentiva il ticchettio insistente della pioggia sulle vetrate.
-Dimmi papà…Secondo te perché la mamma se n’è andata?Secondo te perché è scappata?- la sua voce divenne un roco sussurro, quasi sepolcrale.
L’uomo si alzò.
Bastò una frazione di secondo.
Un battito di ciglio, con una velocità che solo un demone ne era capace, si piazzò davanti alla figlia, un suono sordo e secco rimbombò nella stanza.
La donna senza nemmeno accorgersene si ritrovò con il capo rivolto a destra.
Cornelius aveva ancora la mano di lato.
Un leggero rossore dipinse la guancia di Kaila,che con un gesto quasi svogliato abbassò il capo,i capelli biondi le coprivano il viso.
-Ti odio - alitò.
Due parole che si disparsero nell’aria come fumo.
Hope, come tutti del resto, aveva lo sguardo sgranato, incredulo.
Kaila rise, una risata isterica, priva di alcun divertimento.
Il demone serrò le mascelle –Ripetilo se hai coraggio-
-Ti odio, più di quanto ti odiava la mamma per averla rinchiusa in gabbia-
Si voltò a guardare la figlia, con la telecinesi fece levitare il suo cappotto fino a farlo arrivare tra le sue mani, e si smaterializzò lasciando dietro di se nient’altro che freddo e gelo.
Per un attimo, che sembrarono ore, nessuno fiatò.
-Chi vuole altro vino?- sparò di colpo Alex.
Si beccò occhiatacce da tutti, persino dal marmocchio –Ok bevo da solo-
Cornelius guardò sua nipote per poi andarsene, chiudendosi la porta alle spalle.
Come era il suo cuore.
Una porta chiusa.



La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza
(Pasolini)





 
Continua nel capitolo:


 
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