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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Sailor moon(presa sl spunto,tot diversa)
Titolo Fanfic: IL CRISTALLO DEL CUORE
Genere: Sentimentale, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: ladydragon galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2007 14:38:24

Vincerà l'amicizia e l'amore o la malvagità di Saturno?Signore della morte e della rinascita!4 ragazzi sn 4 discendenti guerrieri...Commentare ^///^
 
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1 CAPITOLO
- Capitolo 1° -

CAPITOLO 1

[Stringeva qualcosa tra le mani: un’arma, sembrava una falce… Guardò una giovane donna. Dalla lama uscì una mano di luce che penetrò nel petto di lei e da cui estrasse un gioiello. La persona che in mano aveva la falce inghiottì quel gioiello. Poi un altro guerriero tentò di uccidere il possessore della falce ma ne rimase lui stesso ucciso. In quel momento un’altra donna colpì con una freccia infuocata il guerriero uccidendolo e infine cadde anch’essa a terra senza vita…]

“Ehi, Ale, svegliati, che hai da agitarti tanto?” Aprii gli occhi. Giorgio, il mio fidanzato, mi stava guardando con aria preoccupata. Ma quando vide che mi svegliai i suoi due occhi castani si illuminarono e sorrise. Gli accarezzai i capelli neri, corti, sempre alzati e gli dissi:
“Va tutto bene, stavo solo sognando!”
“Sì, beh, un sogno molto agitato, devo dire!”
“Strano…!” Mi alzai e andai in bagno. Erano le 7.15 a.m. Io e Gio vivevamo con i nostri due amici, Jessica e Andrea, in una casa da soli. Avevamo deciso di prendere le nostre vie, almeno per quanto riguardava me e Jessica, le più giovani in casa.
Avevo compiuto da soli quattro giorni i 18 anni. Mi stavo spazzolando i capelli biondi davanti allo specchio e quasi ridevo con me stessa dei miei due occhi verdi, che spesso mi sembravano grandi come quelli dei cartoni animati giapponesi. Poi, mi rattristai, pensando ad una cosa: avere 18 anni era come averne 17, voleva dire essere uguali a prima, di un anno più vecchi.
Ripensai al sogno… non riuscivo a spiegarmi perché mi fossi presa così male per una stupidaggine. Mi diedi della stupida in un modo decisamente volgare.
“Ohi, che ti prende?” La mia amica Jessy era comparsa sulla porta. Aveva i capelli bagnati. Le sue mesh rosse tra il castano bagnato si notavano molto di più.
“Nulla, tutto ok!” Si sistemò gli occhiali sui due occhietti castani e sorrise:
“Hai tirato giù un porcone che non so come Dio ti abbia risparmiato!”
“Mi sono… emh, strappata i capelli pettinandomi, nulla di più!” Non disse più nulla e sorrise. Sapevo che ad Andrea lei piaceva molto, ma qualcosa mi diceva che, in fondo, anche lei provava qualcosa per lui…
Sia io che Jessica avevamo una dote: lei sapeva capire la gente solo guardandola negli occhi, mentre io, ero in grado d’interpretare i sogni, ecco perché, forse, quel sogno mi aveva fato prendere male… perché non aveva significato. Notai Je che guardava dalla finestra il sole cocente. Mi avvicinai:
“Che cosa c’è?” Rispose:
“Chissà Andrea… dev’essere orribile lavorare sotto un sole così!”
“Beh, in fondo chi lavora deve fare questa vita…!” Pensai a Gio che era partito da poco: lavorava in una ditta di produzione di accessori nautici, il che voleva dire saldare e stare nel caldo. Andrea invece faceva il muratore, il che significava, sotto pioggia e sole, indifferentemente.
“Chissà che cosa sta facendo?” Si chiese Jessica.
Era un ragazzo piuttosto alto, con i capelli castani, un po’ lunghi e gli occhi castani. Stava lavorando al cantiere. Alzò gli occhi al cielo e rimase ad osservarlo per alcuni istanti…
“Jessy…!” Mormorò. Poi si accasciò al suolo e sentì il respiro farsi affannoso. Uno dei suoi colleghi lo vide e gli si avvicinò:
“Andrea, tutto bene? Che ti prende?” Il padre del ragazzo lo stava cercando d’ovunque senza riuscire a trovarlo. Domandò a due dei lavoratori:
“Ehi, avete visto Andrea?” I due risposero no. Si udì poi, in tutto il cantiere un urlo. Il padre del ragazzo e i due collaboratori si diressero da dove l’urlo era venuto.
“Ehi, che ti succede, svegliati, amico, mi senti? Riprenditi!”
“Andrea, cosa gli è successo?”
“Non lo so, l’ho trovato qui, a terra, senza vita… Presto papà chiama un ambulanza, sbrigati!” Mentre stavano facendo i mestieri, Je, sobbalzò con un gemito. La guardai:
“Ohi, cosa c’è?” Non mi rispose e restò con volto perso. Chiuse gli occhi e abbassò la testa. Disse:
“Non so… ho avuto una sensazione strana, un brivido, qualcosa di strano, che non so spiegare!” Di solito, quando Jessica avvertiva dei presentimenti, non erano sbagliati, anche se in quel momento, non capivo cosa potesse far avere cattivi pensieri, era una giornata così tranquilla…
Uscimmo dal grande edificio vicino al lago e andammo a fare alcune spese in centro.
“Cerchiamo di fare in fretta… è già tardi!” Esclamò Jessy guardando l’orologio.
“Sì, poi arriva a casa quel micione là affamato!” Risposi pensando a Gio.
“Già… è solo l’altro che se ne sta a Milano fino alle 7 p.m. di stasera!”
“Di’ la verità… Andrea ti piace, ammettilo!” Je mi guardò e dopo aver fatto un sorrisino ripose:
“Non ti deve interessare!”
“Stronzetta!” Terminai. Dopo aver finito le commissioni tornammo a casa. Gio arrivò verso le 12.15pm e non appena entrò in casa disse:
“Non avete sentito le notizie dell’ultima ora?”
“No, amore- risposi- perché?”
“Beh, è successo un fatto strano giù al cantiere di Andrea!”
“Oh Dio- sbottò Jessy- non gli sarà accaduto qualcosa!”
“No, vediamo se fan vedere qualcosa in tv!” Guardai Jessy con un sorrisino malizioso e lei sospirò. “Che genere di fatto strano?” Domandai.
“Ora vedi… eh, ecco qua…!”
“… Non sono ancora chiari i motivi del presunto coma dell’uomo, dalle dichiarazioni è stato trovato nello stato attuale. I dottori non sanno spiegarsi lo strano coma:
“Le funzioni celebrali eppure funzionano ancora benissimo!” Afferma il primario del reparto di rianimazione dell’ospedale. In caso di ulteriori informazioni vi riferiremo al prossimo notiziario!”
Dopo la notizia io e Je guardammo Gio:
“Beh, perché tutto sto caos per un coma?” Esclamai.
“Infatti… me lo chiedo pure io, anche la tv fa tante storie per così poco?” Disse Je.
“Ma non avete capito? Non si sa nulla… non è un coma come gli altri!” Spiegò Gio.
“Vero, anche questo però!” Osservai.
“Forse Andrea sa qualcosa di più!” Mormorò Je.
“Stasera appena torna glielo chiediamo!”
“Sì, capo micione!”
“Bello, chiamami sempre capo micione!” Esclamò Gio.
Nonostante tutto… mi rimase impresso in testa tutta la giornata quel fatto. Chissà cosa era accaduto a quell’uomo? Anche Je mi fece notare quanto fosse rimasta impressionata dal fatto accaduto, continuando a ripetere che era una cosa assurda .
“Certo che se non t’importasse non continueresti a ripetere che è assurdo!” Osservai.
“Sì, infatti, è assurdo, e senza senso e non me ne importa!”
“Certo- dissi- grr non riesco a fare i manga, sono fuori allenamento!”
“Come pretendi di riuscire a disegnare sulla scrivania occupata dal computer?”
“Già, hai ragione… uff, mi è passata la voglia!”
Alle 19.30pm tornò Andrea, che appariva con un’aria stravolta. Fu un continuo interrogatorio da quando il ragazzo mise piede in casa: “cosa è successo? Ne sai qualcosa? Come è accaduto? È assurdo? Roba da non crederci ecc..”
Ma Jessy notò nel giovane qualcosa di diverso: pareva assai nervoso e infatti con un tono molto duro rispose:
“Sentite, non continuate a rompere, non lo so, e nessuno sa niente, ok? Quindi basta!” Je, lo pensò dentro di sé: non era lo stesso, c’era qualcosa che non andava. Giorgio, poi, quando tutto fu calmo disse:
“Per la buona produzione svolta la ditta ha regalato a tutti un viaggio per 4 persone in Grecia, a Corfù, che ne dite raga? Ci andiamo?”
“E lo chiedi anche?- risposi- certo che andiamo!” Da allora passarono due mesi…

 
Continua nel capitolo:


 
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