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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: ANGEL OF DEATH
Genere: Introspettivo
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, Yaoi
Autore: shirahime88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2007 09:46:43

E' una rivisitazione dell'episodio 25 dell'anime, per cui attenzione agli spoiler! Si basa sul rapporto conflittuale che lega Light e L.
 
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ANGEL OF DEATH
- Capitolo 1° -

Attenzione:"Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni, e i fatti e i personaggi sono del tutto fittizi."



Angel Of Death





Dischiuse gli occhi.
La coscienza riemerse dal remoto oblio dove era stata momentaneamente confinata. Aveva sognato, ma non ricordava esattamente cosa. Non sognava più da così tanti anni che quella sensazione gli risultò estranea, suscitandogli perfino una lieve nostalgia.
Anche la semplice sensazione di giacere su un letto a riposare non era contemplata fra le cose a lui familiari, ma era così tranquillizzante, così ristoratrice. Ma non poteva permettersi di perdere tempo. Avevano fermato il terzo Kira e anche se adesso avevano Rem, la Shinigami, da cui potevano trarre qualche informazione, il vero, unico Kira era ancora in libertà, a prendersi gioco di loro.
Aprì completamente gli occhi, che rimasero feriti dalla luce che filtrava prepotentemente tra gli spiragli della tenda.
- Buongiorno, Ryuzaki. -
La voce lo fece sussultare, ma non diede a vedere la sua sorpresa, limitadosi invece a voltarsi verso l'intruso con una lentezza esasperante.
- Buongiorno, Light-kun. Che ci fai nella mia stanza? - chiese, composto come sempre.
Il ragazzo castano sorrise. Era uno dei migliori falsi sorrisi che avesse mai fatto, perchè questa volta si era sforzato di simulare vera allegria, ma gli occhi lo tradivano. Come sempre, dopotutto. Nonostante il calore irradiato dal volto, gli occhi restavano sempre freddi come ghiaccio.
- Il resto della squadra ti sta aspettando. Dobbiamo decidere cosa fare del Death Note. -
Ryuzaki mugugnò qualcosa in risposta, poi si alzò a sedere. Si grattò la testa, scompigliando ulteriormente la nera marea di capelli.
- Arrivo subito. -
Light sorrise ancora, dopodichè si allontanò uscendo dalla stanza.
L lo osservò mentre si allontanava. Accadeva sempre così, prima si avvicinava e poi gli sfuggiva come acqua fra le mani. Ormai ne era certo, lui era Kira. Ma sarebbe mai riuscito a smascherarlo?
Scese dal letto con un sospiro di frustrazione. Quel caso stava mettendo alla prova tutta la sua abilità di detective.
Sbuffò. Ormai erano mesi che si rincorrevano a vicenda, quella battaglia stava durando troppo e lui, L, la stava perdendo. Sì, la sentiva chiaramente la sensazione di essere soverchiato da una minaccia sempre maggiore, e lui non poteva farci nulla. Light Yagami si era reso intoccabile dal punto di vista legale, ormai la sua unica possibilità di vittoria consisteva nel fare in modo che si tradisse.
Ignorando il messaggio di Light, salì ai piani alti. Non gli importava se il resto della squadra investigativa lo stava aspettando. Tanto era depresso, non sarebbe stato d'aiuto lo stesso.
Aprì la porta che dava all'esterno, e vide la pioggia scendere, ordinata e composta. Gli era sempre piaciuta la pioggia. In fondo erano come anime affini, entrambi si disperdevano nel cielo, in dolci mondi immaginari, per poi schiantarsi violentemente contro la realtà. Ed entrambe le loro cadute erano silenzione, composte. Un taciuto dolore straziante.
Senza rendersene conto si era inoltrato sotto il manto d'acqua e adesso era zuppo. Pazienza. Ormai era tardi per andarsi a riparare, tanto valeva restare lì ad ascoltare il lieve e costante ticchettio della pioggia, il suo triste canto, la sua dolce ed effimera musica.
Sarebbe morto. Ne era certo.
Quella sfida mortale poteva terminare solo in due modi, e Light era troppo motivato, troppo acceso dal suo folle ideale di giustizia, mentre lui era stanco. Mortalmente stanco. Ad uscirne sconfitto sarebbe stato lui, era innegabile.
Era pronto a morire?
Non sapeva rispondersi. Non sapeva nemmeno cosa significasse la vita per lui.
Allungò la mano, raccogliendo alcune gocce sul palmo. Lui era come la pioggia. Non c'era significato al suo vagare nel cielo, come non c'era significato nel suo morire a terra.
Sì, probabilmente sarebbe morto senza provare nè odio nè rancore. Se la vita non ha senso, non ha senso nemmeno dispiacersi per la morte. L'unico suo rimorso era quello di lasciare Kira a piede libero, senza nessuno a contrastarlo. Si sarebbe sentito in colpa solo per le vite che avrebbe ingiustamente portato via.
Avvertì un cambiamento nell'aria, come una specie di brivido. Si voltò.
Light era in piedi, appena dietro la porta, che lo guardava con aria interrogativa. Il ragazzo provò a dirgli qualcosa, ma a causa della lontananza e dello scrosciare dell'acqua non sentì nulla. Rassegnato, anche Light lo raggiunse sotto la pioggia. L lo guardò avvicinarsi. Gli sembrava così simile alla sua idea di morte, mentre avanzava sicuro verso di lui. Determinato, freddo ed impietoso. Bellissimo come un dio.
Un perfetto angelo della morte.
- Ryuzaki, cosa stai facendo? - gli chiese Light, con il solito tono garbato.
Sinceramente, non sapeva cosa rispondergli. Nemmeno lui comprendeva appieno cosa l'aveva spinto lassù, sotto la pioggia scrosciante, a porsi stupide domande esistenziali.
- Nulla. Ascoltavo la pioggia. -
Vide chiaramente il volto di Light illuminarsi dallo sbigottimento, ma non ci fece caso più di tanto. Non era il primo a considerarlo pazzo.
- Non scendi? - gli chiese ancora il piccolo aspirante Dio.
- No - gli rispose l'altro, annoiato come al solito - Non ho voglia. -
Il viso di Light venne attraversato da un finto moto di stizza: - Ma Ryuzaki, non puoi lasciare le indagini così, solo perchè sei depresso... -
L alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Non gli piaceva quando recitava in modo così evidente. Almeno non quel giorno.
Non gli rispose, superandolo per tornare al coperto, ma non si preoccupò di nascondere il suo fastidio. Iniziava ad essere stanco di quel gioco. La morte si avvicinava sempre più, e minore era la distanza, più lui si sentiva mancare le forze. Era paura, forse? Lui, L, aveva paura di morire?
Bhe, dopotutto anche lui era umano.

Light rimase interdetto dal comportamento di L, ma sul momento non riuscì a fare nulla se non osservarlo mentre si allontava. Non lo aveva mai visto comportarsi in quel modo, e per la prima volta non sapeva cosa fare.
Quando si riscosse, capì di essere rimasto anche lui fermo sotto la pioggia come un deficiente, così si avviò all'interno con l'intento di raggiungere Ryuzaki. Non sapeva che gli stava succedendo, ma doveva fare qualcosa. Lui era Kira, e come tale doveva tutelarsi.
Però, sotto quel ragionamento, sentì una flebile voce protestare. Lo fai davvero solo per tutelarti in quanto Kira?
Si immobilizzò nel mezzo del corridoio, fissando il pavimento ad occhi sbarrati.
Stai correndo da lui solo per questo?
Sì, lui era Kira, doveva pensare prima di tutto a sè stesso, che altri interessi poteva avere?
Agitò la testa come per scacciare un brutto pensiero, poi riprese a camminare. No, lui stava solo facendo finta di essergli amico, non lo era sul serio. Se anche Light fosse potuto diventare amico di Ryuzaki, Kira no, sarebbe sempre stato il suo nemico mortale, era un innegabile dato di fatto. L doveva morire, era un ostacolo troppo pericoloso. E comunque, anche se avesse avuto dei ripensamenti, ormai era troppo tardi. Il suo piano si era spinto troppo avanti, le pedine del domino avevano iniziato a crollare, ed era troppo tardi per femarle.
Sì, lui stava andando da L solo per evitare che gli giocasse qualche brutto scherzo. Tutto lì.
Immaginò che si fosse diretto nella sua stanza per cambiarsi gli abiti fradici, così lo raggiunse lì. A dir la verità anche lui necessitava di un cambio, ma era meglio sistemare la questione il prima possibile, ovvero prima che L elaborasse le idee che gli frullavano in mente e gli sfuggisse.
Raggiunse la sua stanza e bussò alla porta. Ovviamente dall'interno non giunse risposta.
- Ryuzaki. - chiamò - Ci sei? -
Ancora nessuna risposta, al che Light iniziò ad alterarsi.
- Ryuzaki, so che sei lì dentro! -
La stanza rimase permeata dal silenzio, allora Light, spazientito, girò la maniglia, nel puerile tentativo di scuoterla e fare rumore per convincere L ad aprire. Invece, con sua grande sopresa, la porta si spalancò e lui cadde riverso a terra. L, seduto sul letto di camera sua, si voltò ad osservarlo con sguardo inespressivo.
- Mmh... forse avrei fatto meglio a chiudela. - commentò.
Light rimase ancora un secondo a terra, stupito, poi ancora più arrabbiato di prima si alzò in piedi.
- Si può sapere che stai facendo?! - gli sibilò in preda alla rabbia.
L rispose con il solito sguardo inespressivo: - Mi sto asciugando. Tu hai intenzione di andare alla base gocciolante? -
Light rimase interdetto dalle frasi semplici e disarmanti con cui riusciva sempre a prendere il controllo della situazione. Scosse il capo, stizzito: - Senti, lasciamo pedere... Passando a cose più importanti, si può sapere che ti sta succedendo? -
La sua domanda ottenne come risposta solo uno sguardo vuoto e distante, ma una breve scintilla nella profondità dei suoi occhi neri gli fece intendere di aver colto nel segno.
- Allora? - incalzò.
L abbassò lo sguardo sul pavimento: - Nulla che ti interessi. -
Invece sì che gli interessava, dannazione!
- Senti, Ryuzaki - disse avvicinandoglisi, dissimulando un tono premuroso - Tutte le indagini dipendono da te! Non puoi mollare tutto! -
- Io non sto mollando. - replicò L, guardandolo fissamente con occhi vuoti - Mi sto solo prendendo una pausa, ecco tutto. -
Light si tranquillizzò, e raggiunse il ragazzo sedendosi accanto a lui sul letto. Dato che era fradicio normalmente non si sarebbe seduto, ma dato che lo stesso L non era messo meglio di lui decise di ignorare la cosa.
- Cos'hai Ryuzaki? Non è da te questo comportamento. Io sono tuo amico, a me puoi dirlo. -
L continuò a fissarlo, inespressivo. Suo amico, eh? Avrebbe preferito un serpente a sonagli come amico, almeno quello non si sarebbe premurato di nascondere il suo intento omicida.
- Amico, eh? - disse facendo eco ai suoi pensieri. - Senti Kira, è inutile stare qui a parlare... Torna pure di sopra a dire al resto della squadra che non vengo. -
Light lo fissò sbigottito, e L si rese conto troppo tardi di quel che aveva fatto.
- Scusa, un lapsus... - tentò di giustificarsi, ma la sua voce lo tradì e risultò poco credibile perfino a sè stesso.
- Quindi tu credi ancora che io sia Kira?! - urlò Light scattando in piedi, indignato - Cosa devo provarti ancora per dimostrarti che ti sbagli?! -
L fu tentato di rispondergli che lui non si sbagliava mai, ma per non peggiorare ulteriormente la situazione decise di glissare l'accaduto: - Non era un'accusa, Light, ma solo un delirio del mio cervello sovraffaticato. Cerca di capire, oggi non sono molto lucido. -
L'altro però parve non sentirlo e proseguì: - Che devo fare, eh?! -
L sbuffò: - Non devi fare nulla, Light. Hai già fatto anche troppo. -
Light lo guardava ancora indignato, ma dietro l'apparenza il suo cervello aveva iniziato a lavorare per elaborare una contromossa. Sapeva che L lo considerava, a ragione, Kira, però doveva trovare assolutamente un modo per allontanare i suoi sospetti. Quel giorno era strano, e chissà cos'avrebbe potuto combinare... Doveva prevenirlo, fare in modo di cancellare i suoi sospetti, doveva farselo amico. Non sarebbe stato affatto facile, ma doveva provare. Era l'unico modo rimastogli per annullare ogni possibile minaccia proveniente da quell'uomo.
Il suo punto debole. Se trovava il punto debole di Ryuzaki, aveva vinto.
Ma come fare? Lo aveva sempre nascosto magistralmente, il suo punto debole. Ora che ci pensava, in realtà nessuno conosceva L. Lui stesso poteva dire di conoscere più approfonditamente l'armadio della sua stanza, rispetto all'investigatore numero uno. Bhe, ma era ovvio. Per uno come lui farsi conoscere significava farsi sconfiggere. Non era uno sprovveduto, e far conoscere il proprio carattere per lui era una minaccia esattamente come mostrare il volto o il nome. E allora cosa doveva fare?!
Inaspettamente, gli giunse l'idea.
Se non poteva scoprirlo, poteva dedurlo. In fondo la sua abilità era allo stesso livello di quella di L, ci avrebbe messo un po', ma prima o poi ci sarebbe arrivato. Pensò un attimo a quella che era la vita dell'investigatore. Non ne sapeva molto, ma da quel che vedeva era incentrata solo sulle indagini. L'unica persona al suo fianco era Watari, con il quale aveva una specie di relazione padre-figlio. Una vita triste, dal punto di vista delle relazioni interpersonali. Ecco su cosa avrebbe dovuto fare leva.
Fece finta di calmarsi, e tornò a sedersi accanto ad L, a capo chino.
- Ryuzaki.... -
L si voltò verso di lui, con aria annoiata: - Dimmi. -
Con uno scatto repentino si protese verso i lui, sfiorandogli le labbra con le sue in un breve ma intenso contatto. Ryuzaki strabuzzò gli occhi e si allontanò di qualche centimetro.
L era solo, ed è nell'istinto umano cercare una società in cui integrarsi. Le persone emarginate desiderano solo una cosa, la stessa che desiderava L.
L voleva solo essere amato.
Amato non come investigatore, ma come persona, come essere umano. Ecco, il suo punto debole.
- Light, ma che diavolo... - iniziò a sillabare L, ancora visibilmente scosso. Siceramente, si era aspettato di tutto, ma quello proprio no.
Light si ritrasse un poco, poi si coprì metà viso con una mano, come se neanche lui sapesse quel che gli era preso.
- Scusami, io non so cosa... -
Invece lo sapeva benissimo che gli stava succedendo. Quella era l'unica occasione che aveva per battere L, non poteva fallire. Doveva giocarsela bene. Il tutto però stava nella reazione che avrebbe avuto lui.
Ryuzaki per l'appunto si alzò in piedi, andando ad affacciarsi alla finestra. Fuori pioveva ancora, e le gocce avevano intriso il vetro di scie argentee. Rimase lì in piedi, anche lui avvinto da un dilemma interiore.
Sapeva che Light stava fingendo, ma non riusciva a riscuotersi da quello strano brivido che lo pervadeva. Durante quel breve contatto si era smosso qualcosa dentro di lui, un sentimento che non sapeva ancora definire, ma che gli stava accelerando il battito del cuore.
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, e rabbrividì. Quasi contemporaneamente il respiro caldo di Light gli accarezzò il collo, facendolo fremere ancora di più.
- Ryuzaki... - sussurrò Light, rendendo ancora più sensuale la propria voce - Scusami non avrei dovuto, e solo che... -
Arrancò nel pronunciare l'ultima frase, come se un immenso peso gli stesse schiacciando la gola.
L continuò a fissare la pioggia che stillava sul vetro, e la memoria lo rimandò alle sue riflessioni di poco prima riguardo la propria vita. Era una vita vuota, spenta, che gravitava intorno al suo ruolo di detective e basta. Era sempre stata un'esistenza ripetitiva, fatta delle solite cose, finchè non era giunto un elemento di rottura, una novità. Era arrivato Kira, ovvero Light. Si era subito preannunciata una battaglia diversa dalle altre, una guerra più diffile rispetto a quelle affrontate in precedenza. L'adrenalina generata da quello scontro di intelletto l'aveva ravvivato, l'aveva fatto sentire utile, necessario. Se non ci fosse stato Light, L sarebbe rimasro a marcire nella sua quotidianeità, a morire poco a poco, ogni giorno di più. Invece era arrivato lui. Ecco perchè Light costituiva la ragione della sua vita, anche se L non lo avrebbe ammesso mai.
In fondo, lui aveva sempre saputo di amare Light, ma aveva sempre soffocato quel sentimento, forse perchè sapeva che era sbagliato amare Kira, un folle assassino privo di rimorso. Quel sentimento intralciava il suo compito, ovvero difendere l'umanità imponendo la giustizia, principio secondo cui Light doveva essere arrestato e giudicato. Ma purtroppo i principi della giustizia andavano contro i principi del suo cuore.
Alla fine, dopo attimi che per lui sembrarono un'eternità, giunse ad una conclusione. Ormai la sua vita era prossima alla fine, e sarebbe morto da sconfitto, fallendo nel suo ruolo di portatore di giustizia. Avrebbe quindi fallito come investigatore, ma non voleva fallire anche come uomo. No, quello assolutamente no. Sapeva che Light cercava solo un modo per farlo fuori, ma al momento non era importante per lui. Per una volta, avrebbe fatto quello che come uomo doveva fare. Per una volta, avrebbe seguito i suoi veri desideri, a prescindere dal giusto e dallo sbagliato.
Si voltò con decisione, fissando Light negli occhi. Il ragazzo rimase stupito dall'improvvisa decisione negli occhi dell'investigatore, ma non fece in tempo a muovere un muscolo che quest'ultimo gli si avvicinò, premendo con forza le labbra sulle sue. Dopo i primi attimi di smarrimento Light ricambiò, dando inizio ad un frenetico rincorrersi di lingue, mentre nella sua mente rimbombava un feroce urlo di gioia.
Aveva vinto.
Le mani di Light corsero ad accarezzargli la schiena, lentamente, cercando di carpire la sensazione della sua pelle attraverso la maglietta ancora bagnata. Il corpo di L fu percorso da un brivido, e anche lui sollevò le braccia per stringere a sè il corpo dell'altro. Il bacio fra loro si fece più intenso e anche la stretta dei loro corpi aumentò.
Le lunghe dita affusolate di Light gli si insinuarono sotto la maglietta, scivolando sulla pelle bagnata alla base della schiena e divertendosi a tracciare ampie spirali, come danzando. L rispose a quelle attenzioni iniziando anche lui ad accarezzargli lentamente il torace, assaporando ogni linea dei suoi muscoli.
Come guidati da una forza estranea iniziarono a sfilarsi le magliette, gettandole poi scompostamente a terra. La loro pelle nuda aderì come due guizzi di fiamma che si uniscono ad un fuoco più grande.
- Ryuzaki... - sussurrò piano Light, spingendo idietro L fino ad intrappolarlo contro il muro.
L smise un secondo di baciargli l'incavo fra il collo e l'orecchio per rispondere, con voce resa roca dal desiderio: - Dimmi. -
- Mi chiedevo solo.... - Light proseguì a baciare e succhiare gentilmente la sua pelle diafana, tracciando una linea di fuoco che andava dalla spalla al collo - Come mai hai un sapore così buono. -
L sorrise, interrompendo momentaneamente la sua attività: - Sarà merito dei dolci. - aggiunse noncurante, per poi tornare a dedicarsi al collo dell'oggetto del suo desiderio. Dischiuse le lebbra e fece scorrere la punta della lingua velocemente fino al mento, in un movimento breve, quasi timido, saggiando il sapore dell'altro mescolato con la purezza dell'acqua.
- Anche il tuo non è male. - aggiunse L, iniziando a mordicchiarlo.
Light fremette, gratificato da quella dolce tortura, e L sentì i suoi movimenti farsi più rapidi, più avidi. Lo stava sopraffacendo.
Si stava lasciando andare, abbandonandosi a quelle carezze sempre più insistenti, quando inaspettatamente Light ridacchiò.
- Che c'è di divertente? - chiese, alzando lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi.
Light ridacchiò una volta ancora, poi disse: - Pensavo alla faccia che farebbero gli altri se ci scoprissero. Misa soprattutto. -
L fece scorrere le mani sul suo corpo fino ad arrivare al basso ventre, dove iniziò ad armeggiare con la chiusura dei pantaloni: - Se ne faranno una ragione. -
Light sorrise, per poi riprendere a baciarlo sul volto: - Giusto. -
Light era a dir poco al settimo cielo. Talmente felice da abbandonarsi con gioia a quella nuova recita, con trasporto addirittura maggiore del solito. Senza contare che non era poi così male, in fondo.
Lasciò che Ryuzaki insinuasse le mani dentro i suoi pantaloni fino ad afferrare i glutei sodi. Sì, dopotuttutto era piacevole.
- Ryuzaki... - disse attirando la sua attenzione. Voleva azzardare una domanda, una sola.
- Cosa c'è ancora? - replicò l'altro, lievemente infastidito dalla sua loquacità, staccandosi dal capezzolo che gli stava mordicchiando.
Prima di rispondere Light gli sbottonò i pantaloni e vi introdusse le dita, accarezzando la virilità del detective e suscitando un gemito soffocato da parte di quest'ultimo.
- Tu... - riprese a parlare, continuando a stuzzicare Ryuzaki - .... credi ancora che io sia Kira? -
L spalancò gli occhi, poi nascose un sorriso fugace appoggiando la testa sulla spalla di Light. Quest'ultimo rimase in silenzio in attesa di una risposta, che non arrivò: infatti L lo spinse all'indietro con uno scatto repentino, mandandolo a cadere sul letto. Prima che Light potesse riprendersi da quel brusco cambiamento L gli salì sopra, sistemandosi a cavalcioni su di lui e bloccandolo sotto di lui.
- Non mi interessa - gli, disse osservandolo con sguardo indecifrabile - Per me non conta chi tu sia, come a te non deve importare chi sono io. Sto vivendo quest'esperienza con te come essere umano, non come L. Tale sono e tale voglio rimanere, fino alla fine. -
Si chinò sull'altro ragazzo, che se ne stava ancora disteso basito cercando di comprendere il significato delle sue parole. Iniziò a baciarlo dolcemente, e l'altro, seppure ancora un po' sorpreso, contraccambiò. Ben presto entrambi dimenticarono le sue parole, trascinati dalla passione che li univa l'un l'altro.

Fu il rumore di qualcuno che bussava alla porta a destarli entrambi. L alzò la testa, ancora assonnato, e chiese: - Chi è? -
- Ryuzaki! - la voce accorata di Matsuda suonava un po' meno squillante da dietro il pannello di legno - Ti stavamo cercando! -
- Scusa, ero venuto a riposarmi... - bhe, in effetti l'intenzione iniziale era stata quella. Light, disteso accanto a lui, alzò lo sguardo noncurante verso la porta - Arrivo subito. - concluse L.
- Oh, scusa, non pensavo tu fossi a letto, sai, di solito non dormi mai.... A proposito, hai visto Lught-kun per caso? Anche lui non riusciamo a trovarlo da un po' -
- Non saprei. Prima ha bussato, ma ho fatto finta di non sentire, chissà, forse è andato a cercarmi da qualche altra parte. -
- Capisco... - sospirò l'agente. - Se lo vedi potresti riferirgli che lo stiamo cercando, per favore? -
- Non mancherò. -
- Allora a tra poco, Ryuzaki. -
Detto questo udirono i passi di Matsuda allontanarsi lungo il corridoio, rapidi e contenuti allo stesso tempo. Rispecchiavano proprio la sua personalità.
L abbassò lo sguardo su Light, che lo stava guardando già da un po'.
- Ti cercano quelli della squadra. - gli disse.
Light rise, e si sistemò un po' meglio sul materasso: - Mi sa che li abbiamo fatti preoccupare. -
L fece spallucce: - Sopravvivranno. Comunque adesso direi che è il caso di andare. -
Scostò le coperte e si alzò in piedi, dirigendosi verso il bagno. Light lo osservò, studiando la pelle candida come se la vedesse per la prima volta
- Vado a farmi una doccia. - disse Ryuzaki senza voltarsi verso di lui, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Light non rispose, lasciandolo entrare in bagno nel più assoluto silenzio. Ancora non capiva se il suo piano avesse funzionato a meno. Ryuzaki era leggibile tanto quanto prima.
Restò in attesa, rimuginando sull'accaduto, isolandosi dal tempo e dallo spazio. Quando L uscì dal bagno già vestito ed asciugato gli sembrò che fossero passati solo pochi minuti, e se ne stupì sinceramente.
- Io torno di sopra a tranquillizzare gli altri. - disse Ryuzaki girando la maniglia della porta.
Light annuì, alzandosi a sedere sul letto.
- D'accordo, L, ci vediamo di sopra allora. -
- Ah, per favore, non chiamarmi in quel modo... - protestò lui, poco prima di chiudersi la porta alle spalle- Per oggi sono solo Ryuzaki. -
Light lo guardò senza capire, e L si chiuse la porta alle spalle.
Non sapeva spiegarsi perchè, ma si sentiva roso dal senso di colpa. Eppure avrebbe dovuto essere felice, dato che di lì a poco il suo nemico numero uno, il suo unico ostacolo, sarebbe morto. Eppure...
No! Non devi provare pietà! Tu sei Kira, e come tale devi vincere!
.... eppure fino a poco prima gli era parso di riuscire davvero ad amarlo. Quel ragazzo era l'unico che si potesse dire un'anima affine alla sua...
Lui non esiterebbe a condannarti a morte! Svegliati! Lui sta intralciando il tuo ideale di giustizia!
....Già. Il suo ideale. Il suo mondo perfetto. Quello in cui solo lui poteva riuscire, dato il suo intelletto superiore e le facoltà assunte con la proprietà del Death Note. Finalmente un mondo libero e giusto.
Un mondo di luce.
Dove la tenebra viene schiacciata dalla poderosa mano del Dio. Sì, un mondo del genere valeva qualche sacrificio, e l'investigatore era fra questi. Finalmente Light sorrise, sentendosi libero. No, non era colpa sua. Lui aveva un compito da portare a termine, non era malvagio. Non doveva sentirsi in colpa per Ryuzaki. Ognuno sceglieva la sua strada e quello era il suo destino.
Rimase sdraiato ancora qualche minuto, compiacendosi di sè stesso, lasciandosi divorare l'anima dall'ormai familiare demone nero che viveva all'interno del suo cuore, negli angoli più reconditi dove la luce si mescolava alla tenebra. L'ambizione.

Dopo aver chiuso la porta, quando fu al sicuro dietro alla superficie liscia del legno, L si permise di sorridere. Sì, almeno per quel giorno voleva essere chiamaro solo Ryuzaki, il suo nome da essere umano. Voleva che Light lo ricordasse in quel modo, una volta che fosse giunta la sua ora.
A quel pensiero il sorriso sul suo volto mutò, piegandosi in una smorfia di amarezza.
Lasciò la presa dalla maniglia e si avviò verso la base, verso il suo destino, consapevole che la persona che si trovava dall'altra parte della stanza non avrebbe versato nemmeno una lacrima per lui. Almeno, non vera. La sua sarebbe stata una fine triste, pianta da pochi e ignorata da molti. Si ritrovò a pensare a quel che aveva fatto fino a quel momento, cercando un motivo che potesse dare un senso alla sua inutile esistenza, ma non trovò nulla. Era vero, aveva catturato numerosi criminali, ma alla fine vinto dalla sua stessa debolezza non era riuscito a vincere il suo unico, vero nemico, lasciando il resto dell'umanità al suo destino.
Sentì un fastidio all'occhio e se lo stropicciò, per poi ritrarre immediatamente la mano, stupito. Lacrime.
Non si ricordava nemmeno quand'era stata l'ultima volta che aveva pianto.
Ridacchiò, poi si pulì il volto da quell'inspiegabile debolezza e proseguì il suo cammino. Già, lui non doveva piangere.
I morti devono solo pregare per i vivi.

*
*
*

Near gettò da una parte la bambola di pezza con cui stava giocando, facendola cadere per terra accanto alla panchina. Con una mano reggeva l'ombrello che lo riparava dalla pioggia, mentre con l'altra giocherellava con una ciocca dei suoi capelli. Nonostante fosse pieno pomeriggio il parco era deserto a causa della pioggia, e il ragazzo si beò per un secondo di quella straordinaria tranquillità, data dalla commistione fra il ritmo ripetitivo delle gocce e l'assenza di rumori estranei a quella precipitazione.
Erano passati quattro anni dalla morte di L, ma nonostante ciò non poteva fare a meno di ripensare a lui tutte le volte che pioveva. Anche Kira, ovvero Light Yagami, alla fine era stato debellato, anche se aveva trascinato con sè molti altri prima della fine.
Anche se non l'aveva dato a vedere, era rimasto ferito dalla morte di L. Non si aspettava che uno come lui potesse farsi sconfiggere, ma a quanto pare l'aveva sopravvalutato. Ma la sua lotta non era stata del tutto vana, in quanto era stato lui a metterli sulla giusta strada per ditruggere Kira una volta per tutte. Finalmente giustizia era stata fatta, e l'intera popolazione mondiale era libera dal terrore di essere continuamente sotto controllo, sotto giudizio. Si poteva dire una rinascita dell'umanità. Sì, come paragone poteva andare bene.
Smise di piovere, e Near decise che forse era il caso di tornare. Si allungò per raccogliere la bambola, e notò accanto c'era una piccola piantina, un giovane e tenero bocciolo che faceva capolino dal terriccio, ondeggiando lievemente trascinata dalla gentile brezza. Per uscire allo scoperto aveva tratto forza dalla pioggia che era filtrata al di sotto, un po' come l'umanità aveva tratto dall'esperienza con Kira la forza di essere un po' migliore, anche se non perfetta, rifiorendo come un germoglio.
Sorrise, ripensando ancora una volta a tutti gli avvenimenti di quegli ultimi anni.
Sì, perchè la morte della pioggia non era mai inutile.



















Ecco qua il mio esperimento, il primo tentativo di yaoi/introspettiva... Mi sa che non è venuta un granchè, però... (A proposito il finale non è spoiler, non so chi vive e chi muore alla fine... però mi piaceva farla finire così.) Comunque ringrazio tutti coloro che l'hanno letta!
Se poi volete lasciarmi qualche recensione con le vostre impressioni, sono ancora più contenta xD
See ya!


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
cami91 - Voto: 04/04/09 22:00
bellissima!!!!! ti prego, dimmi che farai un altro capitolo x spiegare tutti quegli anni che separano la morte di light e ryuzaki!
è veramente.......un contrasto....è dolce e aspra, ti prego continua!
:3
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