? - Capitolo 1° -
Sono nato da questo ventre
Smettila, cresci, sii bello, sii impeccabile, sii perfetto, alza il mento, falle vedere come sono belli i tuoi occhi, sorridi, sii educato, sii gentile, mostrala, tutta la tua intelligenza, sii maturo, piantala di dire che vuoi andare sotto un ponte, studia e trovati un lavoro rispettabile. Vorresti girare il mondo e scrivere? E i soldi? E la casa? E l’indipendenza economica? E la banca? E la dichiarazione dei redditi? E il codice fiscale? E l’anagrafe? E l’indirizzo? E lo schedario medico? E il tasso zero? E la famiglia? Ti cerchi una ragazza seria, che voglio che ti sposi? La pianti di fare sesso come un… un ninfomane, un poco di buono, lo so cosa fai quando non sono in casa, lo so chi ci porti. Piantala di drogarti, che credi, che non ti vedo i mozziconi, le cartine, pacchettini di roba che preferisco non sapere?
Presunti mentori
È intelligente, molto, è una persona brillante, ma non s’impegna.
(Muori)
L'amore, l'amore, ma cosa devo pensare, io, dell'amore? Sono stanco di baci, di carezze, di cazzate, di strani esperimenti, di fallimenti giuridici di addii di valvole a pressione di
tenebre tenebre tenebre.
Non sono un cazzo romantico! Ahah
Voglio sesso, voglio morte, voglio stelle, voglio silenzio, voglio dolore, voglio vita, voglio notte, voglio veleno, voglio acqua, voglio vento, voglio onde, voglio morte, voglio morte, voglio morte.
Posso cantare sotto assenzio, il folletto verde che mi guarderà da quel suo unico occhio di vetro scintillerà sotto le luci colorate e lampeggianti della mia esistenza, le notti saranno colme di alcol e di bellezza, e da qualche parte, fra le mie parole, ci sarà anche quell'arcobaleno chiamato ispirazione (viene senza saperlo, viene e sparisce subito).
Sputo parole da una bocca di cotone, mi pulsa il naso quando sniffo cocaina, parole che rimangono sospese e che nessuno mai ascolta.
Mi manca, la mia principessa, gli addii sono così amari, sulla pelle, vero? Sono così amari. Sono così pungenti, fanno sanguinare, fanno piangere. Il mio giardino segreto, sospeso fra l'anima e l'ombra - l'oblio - hai paura del buio?
E TANTO PEGGIO PER CHI VIENE INGHIOTTITO E GHERMITO DAL MIO ABISSO
E' la solitudine di adesso che mi rende
così
fottutamente
cinico.
Oh, perdono, vi ho fatto soffrire. Ma la cosa per cui chiedo davvero perdono è che...
vi ho fatto soffrire, piangere, vi ho violentato corpo ed anima, e a me non me ne frega assolutamente un cazzo.
Molto meglio non innamorarsi di un tipaccio come me. Vi avevo avvertito. (E' che ho paura di amare) (Ho paura che succeda di nuovo)
(Egoista)
(Infantile)
(Carnale)
Come potrei concludere questa cazzata, questo sfogo, questo nonsocosa? Con una cosa poetica ed evocativa tipo
Nonostante questo, nonostante i terribili accoppiamenti...
Essi escono di notte. Col favore delle tenebre. Sono tanti. Non hanno aspetto. Col favore delle tenebre loro strisciano per le strade, negli abissi più profondi, e a tutte le orecchie sussurrano e gridano sempre la stessa cosa:
Il male non è privo di piacere.
Oppure con una cosa sarcastica e pungente tipo questa? >>
Ridicule Burlesque
Oui, je dètèste le français
(?)
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