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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TILL THE END FLAP OF ITS WINGS
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: claire86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/06/2007 21:11:02

All'insegna dell'amore,dell'avventura e strane scoperte e grandi misteri,viaggiate "fino alla fine del battito d'ali.."
 
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JULIETTE
- Capitolo 1° -

Tic,tac,
tic,tac,
tic..
Bang!

Il rumore di un colpo di pistola ruppe il delicato silenzio che regnava nel parco deserto a quell’ora della notte.
Un piccolo foro circolare ora adornava il grande pendolo posto al centro del parco.
-Almeno ora smetterai di farmi venire il mal di testa-disse una ragazza,con ancora la pistola dritta e calda davanti a se.
-Ma che cazzo è successo?-disse arrivando di corsa,con un sacchetto bianco in mano un ragazzo.
-Finalmente ho distrutto quell’ammasso di ferro inutile-rispose la ragazza,rimettendo nella custodia la pistola e gettandosi sulla prima panchina vicino a lei.
-Ma cosa cazzo ti dice il cervello Juliette?-le urlò contro il ragazzo
-Non chiamarmi con quel nome-gli rispose lei,mentre prendeva dalla tasca della sua giacca di pelle nera il suo immancabile pacco di Malboro Light.
L’altro sospirò.-E’ il tuo nome,che tu lo voglia o no-
-Lo odio-
-Prenditela con chi ti ha chiamata così,non con me-rispose il ragazzo,pentendosene subito dopo e guardando il viso della ragazza.
-Potessi farlo lo farei,Lothar-rispose lei fredda,mentre avvicinava l’accendino alla sigaretta che teneva tra le labbra rosee.
-Scusa,non avevo intenzione di ferirti-disse lui mesto,mentre si sedeva accanto a lei.
Juliette di rimando,fece il primo tiro.
-Ti ho preso il solito,spero ti vada bene-continuò Lothar,tirando fuori dal sacchetto un hamburger.
-Mh-mugugnò la ragazza.
-La prossima volta però,e meglio se la pistola la usi soltanto per fare il tuo dovere,e non per le cazzate.O perlomeno usa il silenziatore-le disse il ragazzo,mentre le porgeva la cena.
-Non è una cazzata.Quell’orologio stava sulle palle a tutti.E poi nei dintorni non c’è nessuno,chi vuoi che senta?-disse lei,aprendo l’hamburger per togliere la fetta di insalata che puntualmente mettevano in mezzo.
E che lei odiava.
-Dai qua-disse Lothar,prendendo dalle sue mani la suddetta insalata,mettendola nel suo panino.
-Puoi andare,non devi rimanere con me anche quando mangi-gli disse Juliette.
-Non ho nessuno che mi aspetta,posso rimanere quanto voglio-rispose il ragazzo,tirando il primo morso al suo hamburger a tre strati.
-Come ti pare-
-Ma perché devi essere sempre così asociale?-chiese all’improvviso lui
Juliette alzò un sopracciglio.-Scusa?-
-Ma si!Ci conosciamo ormai da anni,eppure mi tratti sempre come se fossimo due sconosciuti-continuò lui,guardandola in viso.
Lei scoppiò in una risata senza gioia.-Non ho bisogno di amici.Ti ricordo che noi ci conosciamo solo per via del lavoro-
-Ma andiamo Juliette..-
-Ho detto di non chiamarmi in quel modo.-lo interruppe lei.-Adesso sono Margot-
-Ma per me rimarrai sempre Juliette-
-Non iniziare a fare il sentimentale adesso-disse lei roteando gli occhi
Lui sorrise.-Lo sono sempre-
-Ma sentitelo.Un killer che fa il sentimentale-disse lei sogghignando-Sembra quasi blasfemo,lo sai?-
-Me ne rendo conto..-sussurrò lui guardandola intensamente.
-E adesso perché mi fissi?-chiese allerta lei,notando quello sguardo
-Non posso fissarti?-domandò prontamente Lothar
-Non ne vedo il motivo..-disse sincera lei,distogliendo lo sguardo dai suoi occhi grigio tempesta.
Lui si avvicinò cauto al suo orecchio.-Alla luce della luna sei ancora più bella Juliette-le disse in un sussurro.
Lei arrossì impercettibilmente,allontanandosi da lui.
-Devo andare-disse composta-Grazie per la cena-
Lothar non provò neanche a fermarla,ma rimase in silenzio contemplando su quello che le aveva appena detto.
Appena Juliette si girò,un sorriso increspò le sue labbra.Sorriso di stupore e,inaspettata tenerezza.
Da tempo ormai non provava più quel sentimento.Ma dopotutto,nel suo lavoro sentimenti come quello non erano contemplati.
Ormai era una killer professionista da anni.Quando aveva solo sedici anni,un organizzazione segreta,aveva ucciso suo padre durante una missione in Alaska.
Suo padre era un ricercatore molto famoso,e in quel periodo si trovava li per via di alcune ricerche che il suo laboratorio aveva intrapreso.
Credendolo una spia nemica,avevano ucciso lui e tutta la sua troupe,senza risparmiare nessuno.
Dopo quella vicenda,Juliette da ragazza allegra e spensierata,si era trasformata in una ragazza fredda,distaccata e riservata.
Non aveva più senso vivere per lei..
Sua madre era morta dandola alla luce,e con la scomparsa di suo padre non gli restava nessun altro.
Visse con sua zia,cugina di sua madre fino alla sua maggiore età,distaccandosi sempre di più dal mondo che la circondava.
Fu Louis a riavvicinarla a quel mondo.
Compiuti diciotto anni,si trasferì in un condominio in periferia,mantenendo l’affitto con i soldi che aveva ereditato e lavorando part-time come cameriera in una pizzeria li vicino.
E li che lo conobbe.
Era solo quella sera,e continuava a fissare il tavolo di legno al quale era seduto,rigirandosi una rossa doppio malto tra le mani.
Quando alzò il capo per chiedere il conto però,i suoi occhi non si staccarono più da lei.
Continuò a fissare Juliette,fino a quando il locale non si svuotò,e lui la invitò a sedersi un attimo con lui..
Da quel giorno non si separarono più per ben tre anni.Ma cose si sa,tutte le cose hanno un inizio ed una fine..
Specie le cose immateriali come i sentimenti.
Lo scoprì a letto con un’altra proprio il giorno di Natale,mentre lui la credeva da sua zia a 500 km di distanza,a conoscere la sua nuova cugina.
Da quel giorno si chiuse ancora di più in se stessa,emarginandosi dal resto del mondo.
Ma un pomeriggio,passando davanti ad un negozio di armi da fuoco la vide:una Beretta 92FS 96.
Era per collezionisti,dorata,con il manico finemente intagliato.
Se ne innamorò,inaspettatamente.
La comprò subito,nonostante costasse quanto un mese di affitto,e non se ne separò più.
Iniziò ad esercitarsi da sola,in campagna.Fu subito evidente la sua predisposizione per quel genere di cosa.
Ma la ruota del destino girò nuovamente…
Mentre si stava allenando,un giorno vide avvicinarsi un uomo.
Fisico atletico,occhiali da sole scuri in volto,e capelli brizzolati.
Ricordava alla perfezione quel giorno,nonostante fossero passati sei lunghi anni.


Flashback

-Bella pistola.-
Juliette non rispose,voltandosi a guardarlo.
-Tu devi essere Juliette-disse l’uomo avvicinandosi a lei con le mani infilate nelle tasche dei costosi jeans che indossava.
-Lei chi è?-domando lei,abbassando l’arma su un fianco ma rimanendo in allerta.
L’uomo sorrise. -Un amico-
Juliette alzò un suo sopracciglio biondo. -Amico?Io non ho amici-
-Non ancora-specificò l’uomo,trasformando il suo sorriso in un ghigno divertito.
Juliette iniziò ad agitarsi-Cosa vuole da me?-
-Calmati-le disse tranquillo-non c’è bisogno di agitarti Juliette. Ti conosco da quando sei nata-
Juliette allargò gli occhi. -Questo non è possibile..-
-Invece si. Ero un amico intimo di Mal,tuo padre. -rispose lui deciso
-Come ti chiami?-chiese Juliette,curiosa
Quell’uomo le incuteva una certa agitazione.
L’uomo sorrise nuovamente,forse ricordando una vecchia battuta che lei non poteva capire. -Ho tanti nomi.. ma tu puoi chiamarmi Caesar-
-Questo nome non mi dice niente.. -disse Juliette,inclinando la sua testa di lato. -Sei sicuro di volere me?-
-Sicurissimo-
-E allora cosa cerchi?-domandò lei,stufa di quella conversazione.
-Ho una proposta da farti. -disse Caesar,alzando le spalle.


E da quel giorno cominciò una nuova vita.
Si trasferì nel cottage di Caesar,che scoprì essere molto ricco.Li,Caesar la istruì sul suo nuovo lavoro,insegnandole tutti i trucchi e le abilità.La faceva allenare duramente mattina e sera,soprattutto sull’agilità fisica,fattore di estrema importanza.
Ma Juliette non aveva accettato la sua proposta senza un motivo.
La sera del loro primo incontro,Caesar la portò in centro per mangiare qualcosa,raccontandogli tutto quello che lei non aveva mai saputo.
Le rivelò molte cose quella notte.
Cose che lasciarono Juliette spaesata e impietrita.
Le raccontò che in realtà suo padre non era un semplice ricercatore.Bensì era a capo di un’organizzazione segreta che si occupava di ben altro.
Ricercare tesori antichi.
Una cosa che può sembrare banale,ma che aveva alle spalle molto più di quanto si pensi.
Giri di somme di denaro notevolmente alte,organizzazioni,concorrenza spietata...
Si trovava in Alaska proprio per quel motivo.Ma purtroppo,l’organizzazione nemica,pronta a tutto pur di batterlo,li aveva trovati e uccisi.
Dapprima Juliette non aveva creduto Caesar.
Ma poi,grazie alle numerose prove fornite da quest’ultimo,non potè non arrendersi all’evidenza.
Caesar quindi,iniziò ad istruirla,per poter vendicare suo padre,nonché suo migliore amico.
Per ben due anni visse con lui,sottostando ai suoi faticosi allenamenti quotidiani,che la resero agilissima e soprattutto migliorarono la sua dote naturale di cecchino.
Caesar la immise nella sua organizzazione,formatasi dopo la morte di Mal.Juliette si integrò bene,assumendo anche la carica di vice,grazie alla sua parentela ma anche della sua innata bravura.
Iniziò ad accompagnare Caesar nei suoi viaggi,sia nelle spedizioni di recupero,sia in quelle di spionaggio.
Caesar era diventato come un suo secondo padre,e lei per lui era la figlia che non aveva mai avuto.
Ma purtroppo,per Juliette era vicino un nuovo periodi di crisi.
Durante una di quelle spedizioni di spionaggio,che l’avevano portati in India,vide Caesar parlare con un loro nemico.Pensò d’aver avuto un abbaglio,e quindi lasciò perdere.
Ma appena due giorni dopo,durante uno scontro a fuoco con il gruppo nemico,il suo “patrigno”esitò a sparare contro Jess,capo dell’altra organizzazione.
A scontro concluso,Juliette infuriata chiese spiegazioni.
Spiegazioni che Caesar si rifiutò di darle.
Parole forti vennero pronunciate quella notte.
Da entrambe le parti.
E fu proprio per quello che Juliette prese il primo aereo e tornò a casa.Fece le valige,portando con se lo stretto necessario,e si trasferì lontano da tutto quello.
Decise di tagliare tutti i ponti con la sua vecchia vita,cambiando nome,tingendo i suoi capelli biondi in uno scintillante nero..
Persino con Tom e Sophia,i suoi due migliori amici,decise di rompere tutto,nonostante il grande dolore che quella decisione le procurò.
Ma fu grazie al suo vecchio lavoro all’interno dell’organizzazione che riuscì a trovare il suo attuale lavoro.
Nei due anni trascorsi li,vide che c’erano un sacco di persone dispose a pagare profumatamente per far uccidere qualcun altro.
Di solito erano ricconi boriosi,con l’aria di superiorità,ma questo a Juliette non importava.
E durante una delle sue “commissioni” che conobbe Lothar.
Si trovò come testimone,ma il ragazzo,che mantenne il sangue freddo anche davanti alla sua Beretta puntata in mezzo agli occhi,le propose di unirsi a lei.
Cosa che,inaspettatamente Juliette accettò.
Lothar imparò in fretta,nonostante le iniziali comprensibili esitazioni.
Juliette gli rivelò parte della sua vita passata,per metterlo al corrente degli eventuali rischi che poteva correre.Era diventata abbastanza conosciuta nelle alte sfere delle organizzazioni segrete.Pian piano però,per Lothar qualcosa cambiò nei confronti di Juliette.
Qualcosa che nessuno dei due era ancora pronto a trasformare in concreto.
Ed è così che incominciò l’ultimo periodo della sua vita.Periodo ancora in corso ma che presto,sarebbe stato destinato a cambiare di nuovo.







Salve a tutti!
Questa storia è nata così,all’improvviso.
La mia vena ispiratrice a volte sa essere davvero imprevedibile.
Lo pubblico così,senza rileggerlo questo capitolo.
Se vi piace,sarei lieta di saperlo^^
Se non,lo stesso.;)
Ma soprattutto,sarei curiosa di sapere se vale la pena continuarla!

Un bacione!










 
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