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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: DOLCE FOLLIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mukuro-san galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/02/2003 17:30:24 (ultimo inserimento: 21/03/03)

non so anticipazioni dare , dico solo... leggete per favore!!!!
 
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DAVID
- Capitolo 1° -


Una vita interrotta , stroncata dal rancore , i sensi di colpa , la mancanza dell’amore… lo stesso amore che ha dato la vita a quel bimbo , così piccolo , ha cui viene mostrato lo spettacolo dell’unica persona rimastagli al mondo , che si uccide , per quell’amore venuto a mancare pochi mesi prima. Lo sguardo terrorizzato di quel bambino , suoi grandi occhi verdi sbarrati , che , nonostante l’età , si chiedono il motivo di tutto questo e versano lacrime senza fermarsi , quasi a volerlo far soffrire di più. Non risponde più al suo nome anche se è chiamato a gran voce , non lo ricorda, non vuole ricordare , non vuole sapere.

- Chi è quel ragazzo , sergente? -
- Chi signorina? -
- Quello col cappotto di pelle e i capelli neri. -
- Senta , mi ascolti molto attentamente , non deve avvicinarsi a quell’uomo. Ha capito? -
- Sta piangendo! Cosa gli è successo? -
- Basta con queste domande! Non deve avvicinarsi a lui , chiaro? E’ pazzo! Non si sa che cosa
abbia , o cosa gli sia successo , ma quel ragazzo ha la mania di avvicinare le coppie di fidanzati , uccide la ragazza torturandola , non la violenta , non fa nulla del genere , ma le fa torture di ogni genere , mentre fa tutto questo il ragazzo è costretto ad assistere , può anche tenere gl’occhi chiusi , ma l’importante è che senta le urla di lei. Dopo questo uccide lui soffocandolo. L’abbiamo preso solo oggi e lo cercavamo da 6 mesi!

Il sergente Marsden era deciso a non farla avvicinare al ragazzo , non aveva torto , aveva circa 30 omicidi alle spalle , era davvero pericoloso , ma la cosa non interessava assolutamente alla signorina Warner , non voleva sentire scuse , voleva parlare con lui e in un modo o nell’altro ci sarebbe riuscita.

- Senta , a me non interessa ciò che faceva! Quel ragazzo piange , deve pur esserci un motivo! -
- Non s'immischi! -
- Mi ascolti bene , io sono una psicologa , capire e immischiarmi degli affari dei malati o di chi ha problemi di infermità mentale è il mio lavoro! Voglio assolutamente sapere cos’è successo a quel ragazzo. Mi assumo ogni responsabilità. -

Era assurdo , una ragazza di appena 24 anni , con 2 o 3 anni di esperienza al massimo in quel campo , si permetteva di urlare così , ma in fondo era stata chiamata per questo. Dall’aspetto non sembrava così sicura di sé , non era molto alta , sarà stata si e no un metro e sessanta , i capelli castano chiaro e gl’occhi neri che , nonostante il viso dolce , mostravano una determinazione e una sicurezza innate. Il giovane sergente abbassò lo sguardo , rassegnato e la portò ad incontrare il suo capitano , che come lui tento di distoglierla da quell’idea.

- Lei sta scherzando non è vero?! Quell’uomo non deve essere avvicinato , non sappiamo chi sia , quanti anni abbia , di lui non abbiamo la benché minima informazione!! E’ un folle!! -
- Anch’io lo sono capitano. Voglio parlare con quel ragazzo , chissà che non riesca a fargli dire qualcosa , io il mio lavoro lo prendo molto sul serio. Se mi ha scambiata per la classica prima della classe convinta di saper tutto ma che in realtà è una vera e propria incompetente si sbaglia di grosso. Il mio lavoro lo faccio come si deve e con i miei metodi riesco anche ad ottenere buoni risultati. Voglio avere un colloquio con quel ragazzo e non voglio un no come risposta. -
- … Mi segua. Però la avverto se le accadrà qualcosa io non mi prenderò nessuna responsabilità. -
- Nessuno le ha chiesto niente. -

Entrarono in una stanza , era bianca con una scrivania e due sedie , non c’era altro. La ragazza presa la sedia dietro la scrivania , la posizionò di fronte all’altra e si sedette. Dopo pochi istanti entrò il ragazzo , aveva smesso di piangere , ma aveva ancora gl’occhi arrossati; i due poliziotti che l’avevano portato nello stanzino , lo spinsero sulla sedia. Il giovane abbassò lo sguardo , non voleva essere guardato in faccia , però a lei non piaceva quella situazione , cacciò i poliziotti e si avvicinò al ragazzo e subito sentì la voce del capitano dall’altoparlante

- Signorina Warner non si avvicini! -
- Stia zitto capitano!! Da questo momento in poi sono io che decido e è pregato di non intervenire assolutamente!! Hey , alza la testa , fatti guardare in faccia , coraggio!-

La ragazza si avvicinò ancora di più e accarezzò i capelli al carcerato , molto dolcemente , lui subito la guardò stupito , stava sorridendo , un sorriso che gli trasmise tanta sicurezza , decise di rimanere a testa alta , la guardò per tanto tempo

- Ciao , come ti chiami? -
- D… David , David Bloom . -
- Bene David , io sono Katy Warner , ho da farti qualche domanda , se vuoi puoi anche non rispondere , d’accordo?-
- Sì , va bene. -
- Perfetto , allora ti va di parlarmi un po’di te David ? -
- Sinceramente , no. -
- Va bene , vuol dire che comincerò io. Come ti ho detto io mi chiamo Katy , se vuoi puoi anche darmi del tu , ho 24 anni e mi sono laureata in psicologia l’anno scorso , non sono sposata né fidanzata , ho una sorella di 17 anni che frequenta l’istituto tecnico , mi piacciono la musica , il cinema e la televisione , adoro disegnare e cantare… uhm , penso di aver detto tutto , ah , dimenticavo , sono un’appassionata di basket. -

Rimase letteralmente scioccato da quella ragazza , non immaginava fosse tanto dolce e simpatica , pensava fosse come tutte le altre con cui aveva parlato , insopportabili , arroganti , che credevano di saper tutto della vita , ma in realtà non sapevano niente. Al contrario il sorriso della psicologa era bellissimo , oltre che trasmettergli sicurezza , lo travolgeva , non la conosceva per niente , ma gli ricordava qualcuno… sua madre. Aveva appena quattro anni quando la perse , alcuni flash , senza un ordine ben preciso , gli attraversarono la mente , sua madre che gli sorrideva , lo baciava , lo abbracciava… una lacrima percorse il suo viso , poi esplose in un pianto incessante , il sorriso di Katy si spense all’improvviso , persino il capitano era rimasto impressionato da quell’evento , lei gli si avvicinò e lo abbracciò , seguendolo nel pianto. Con voce strozzata , David , cominciò a raccontare la sua storia.

- Avevo quattro anni… mia madre si era ammalata di leucemia , non disse niente a mio padre , non voleva farlo star male , un giorno il suo datore di lavoro chiamò a casa dicendo che era stata portata in ospedale , quando arrivammo era già morta. Arrivati a casa io andai a letto , mi svegliai durante la notte e vidi mio padre che si stava impiccando , rimasi paralizzato , non riuscii neanche a gridare per dirgli che mi ero svegliato e distrarlo… e persi anche lui. -

Katy a quelle parole lo strinse ancora di più e pianse ancora più forte , non aveva mai ascoltato questo genere di storia , infondo era il suo terzo caso , ma non avrebbe mai immaginato di sentire un racconto del genere. Gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi , solo allora si accorse che erano verdi , gli diede un leggero bacio sulla fronte e l’abbracciò nuovamente.

- Non è stata colpa tua , David . -
- Se quella notte l’avessi chiamato… -
- Ricorda , tu non sei il responsabile delle azioni altrui. Non è stata colpa tua. Quanti anni hai , David? -
- Ventisei.-
- Va bene , ora vai e basta piangere , d’accordo? -
- D’accordo. -

I due poliziotti rientrarono nella stanza per riportare David nella sua cella , alla soglia però si fermarono e il ragazzo i girò per guardare di nuovo la psicologa .

- Anche a me piace il basket. -
- Al prossimo incontro ne parleremo allora. -

Continua.....

Un saluto a tutti. Messaggia al fremo posta!
 
Continua nel capitolo:


 
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