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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: troy
Titolo Fanfic: ALEXANDRIA
Genere: Avventura
Rating: Per Tutte le età
Autore: vale991 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2007 21:10:37

la mia vita è stata una serie di incredibili gesta! se non fosse per me oggi ci sarebbe ancora la guerra di troia
 
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L'INIZIO DELL'AVVENTURA
- Capitolo 1° -

La mia vita è stata una serie di incredibili gesta sulle quali avrei un sacco di cose da scrivere; ma incominciamo dall’inizio, io mi chiamo Alexandria, sono nata in un piccolo villaggio nei pressi della città di argo, nessuno ha mai sentito parlare di me, ne penso che ne sentiranno mai parlare, ma sono stata io a suggerire ad Agamennone, il capo dei greci, di convocare Achille per la battaglia contro Troia; sono stata io a consolare Achille , per quanto possibile, dopo la morte di Patroclo; e sono stata io a suggerire ad Ulisse l’inganno del cavallo, tuttavia nessuno si è preoccupato di ringraziarmi o quanto meno di menzionarmi, e sapete perché? Bè…. Perché sono una donna e questa è l’era in cui la donna vale meno di un cane, potrei morire e nessuno verserebbe una lacrima per me, per questo ho deciso che se nessuno ha intenzione di farmi onore, allora me lo farò da sola, ma non con la spada come farebbe un qualsiasi uomo, bensì con questo manoscritto affinché se mai qualcuno lo leggerà, potrà diffondere la verità in una società che spero essere migliore.
La mia avventura inizia all’età di 6 anni; un giorno mentre ascoltavo estasiata il racconto di una guerra combattuta da mio padre, entrarono frettolosamente a casa mia un uomo che portava con se due ragazzi poco più grandi di me, probabilmente fratelli. L’uomo aveva una corporatura robusta, era coperto da un mantello, ma da questi si vedeva spuntare l’elsa di una spada, e la forma del mantello faceva capire che portava un’armatura, i due ragazzi sembrava che stessero per svenire tanto erano pallidi, e sembravano aver patito un enorme sofferenza, mio padre accolse subito l’uomo con un abbraccio e ,vedendo l’aspetto così provato dei due ragazzi, chiamò subito mia madre e gli ordinò di prepara qualche cosa da mangiare, mia madre obbedì senza fiatare e sparì dalla mia vista.
Non ricordo granchè delle parole che si scambiarono mio padre e l’uomo sconosciuto, perché mi ero persa a guardare la lucente chioma rossastra del ragazzo più piccolo, che preferivo di gran lunga al fratello maggiore con gli occhi di ghiaccio; non so per quanto tempo rimasi a guardare quel ragazzo dimenticandomi di quello che accadeva intorno a me, so soltanto che improvvisamente mia madre mi prese in braccio e arrivate nell’angolo dove si trovava la mia stuoia mi riempì di baci e scoppiò in lacrime, io non lo sapevo ma l’indomani sarebbe iniziata la mia avventura.
Quando mi svegliai, il giorno dopo, mio padre era curvo sopra di me e mi prese in braccio, aveva il viso cupo e non l’avevo mai visto così serio, si sedette e mi posizionò sopra le sue ginocchia, disse lentamente che sarei dovuta partire con gli stranieri, perché loro avevano bisogno di qualcuno che sapesse cucinare,e sarebbe potuto andare nei villaggi senza essere notato.
Mentre mio padre parlava i miei occhi si riempirono di lacrime perché capii che non sarei mai più tornata nella mia casa e che non avrei mai più rivisto i miei genitori.
Così partii con quei ragazzi che avevo conosciuto solo il giorno prima,lasciando mia madre e con lei una parte di me.
Il primo giorno di viaggio fu il più faticoso, io rimanevo sempre indietro e nelle salite inciampavo continuamente; l’uomo con l’armatura e il ragazzo con gli occhi di ghiaccio stavano sempre davanti a me non preoccupandosi delle mie difficoltà;per un primo periodo rimase con loro anche il ragazzo dalla chioma rossa, ma poi quest’ultimo vedendomi in difficoltà, e vedendo i miei occhi pieni di lacrime, decise di aiutarmi.
Si avvicinò e rimase con me reggendomi quando stavo per cadere, mi aveva raccontato la sua storia: lui e Agamenone, cioè suo fratello, erano i legittimi eredi del trono di Argo, ma erano stati costretti a scappare dopo che un ,malvagio aveva preso il potere, e l’uomo che li accompagnava si chiamava Anone ed era un fedele soldato del loro defunto padre.
Dopo le presentazioni continuammo a parlare molto, mi piaceva la sua voce calma e profonda. Il viaggio si allungò,i giorni diventarono settimane,le settimane diventarono mesi. Ci svegliavamo molto presto,se eravamo in prossimità di un villaggio andavo a prendere le provviste altrimenti rimanevo nelle grotte dove ci nascondevamo per preparare la colazione.
Solitamente dopo aver fatto colazione prima di ripartire i ragazzi si esercitavano con la spada o a mani nude e molte volte, sotto gli occhi divertiti di Anone, mi esercitavo insieme a loro, non passò molto tempo che iniziai a imparare ad usare discretamente la spada, Anone ne rimase talmente sorpreso che un giorno mentre preparavo la colazione si avvicinò a me e sottovoce iniziò a parlarmi in modo molto serio.
 
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