QUANDO LA MENTE TI OBBLIGA A TIRAR FUORI... - Capitolo 1° -
Mi domando cosa devo fare per poter toccare la sua anima…
Dovrei forse perdere la mia? Forse me la riporterebbe… Con la sua cristallina bellezza la rimetterebbe a posto, e tutto mi sembrerebbe più bello.
Mi domando cosa devo fare per capire me stessa…
Chi sono io? Perché sono così? Perché non riesco a cambiare? Forse un angelo mi darà la risposta. Ma gli angeli cosa possono saperne degli uomini? Loro non vivono… non amano… non soffrono. Semplicemente sono perfetti. E la perfezione è la cosa che più mi spaventa, ancor più della morte. Perché la perfezione è vuoto, e io odio il vuoto. Odio il vuoto perché ci vivo dentro, ogni dannato giorno della mia vita. Il vuoto è difficile da riempire, attira tutto a sé e lo annulla. E tu rimani lì a guardare, senza poter fare nulla. Mi sono state strappate via quasi tutte le persone che amo, e le altre non riesco a raggiungerle. Cosa devo fare? Sono solo una piccola donna… non ho ali per volare, né gambe e braccia abbastanza forti… come faccio a rialzarmi? Da sola non ce la faccio! Eppure sembra che nessuno veda il mio annaspare… sto affogando, i polmoni si stanno riempiendo di acqua… la vita mi sta abbandonando. Ed io ho paura… paura da star male. Ogni mio muscolo è bloccato… non riesco a muovermi… muoio.
È poi così difficile morire? Credo sia più complicato vivere…
Vivere è affrontare il vuoto dentro e fuori di me. Non ce la faccio… so solo piangere, e sbattere i piedi, come una bambina a cui è stata portata via la bambola preferita. Solo che a me stanno portando via la vita. Vado avanti giorno dopo giorno, sopravvivo e arrivo a sera… se sono fortunata, il nemico non ha guadagnato terreno… è l’unica cosa che riesco a fare… mi chiudo in me stessa e tento di difendere quel poco di umanità che mi resta. Ho paura che riusciranno a portarmi via anche la voglia di sognare… e da quel momento vivere e morire non sarà poi così diverso. La vita diventerà non vita… e diventerò una donna qualunque, di quelle che vivono solo per soddisfare il marito, i figli… quelle che vivono solo per il lavoro, o per compiacere gli altri. Ma compiacere gli altri è l’ultimo dei miei pensieri, ora. Compiacere gli altri è la prova della propria assoluta debolezza. L’io che si piega al noi, che si annulla, che implode silenziosamente. E questo non mi interessa.
Forse è per questo che sarò sempre sola, senza capire chi sono e cosa sono… per ora so solo che sono una sognatrice, e questo mi basta. Chissà se incontrerò mai qualcuno capace di farmi desiderare di essere altro? È forse questa persona che me lo farà desiderare?
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Note finali: sarà che sono le undici e mezza di sera, o che oggi sono particolarmente sensibile e malinconica... e l'unico modo che ho per sfogarmi è scrivere. Prendetelo per quel che è... un semplice sfogo di una ragazza che non riesce a scacciare il vuoto.
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