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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: "DALILA" 1ª LIBRO
Genere: Sentimentale, Commedia, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: argentea galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/05/2007 15:49:06 (ultimo inserimento: 23/09/07)

Cominciano qui le avventure dell'ipotetica primogenita di Lily e James Potter.....il primo anno a Hogwarts della sorella maggiore di Harry.
 
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PREPARATIVI
- Capitolo 1° -

PREPARATIVI


Il cielo di Londra era coperto da un deprimente grigiore, nonostante fossero le dieci di mattina, e una pungente, gelida pioggia rigava i vetri delle finestre di case e negozi.
Le strade della cittá erano praticamente deserte. Un fatto dovuto in parte al freddo,in parte a che si trattava di un sabato mattina.
Dieci e quindici minuti; la sveglia inizió a suonare in camera di Dalila.
Dapprima la ragazzina si coprí con le lenzuola fin sopra la testa cercando invano di attutire il fastidioso rumore poi, visto che l’ insopportabile musichetta la raggiungeva ugualmente, si alzó dal letto, raggiunse l’ orologio e, spentolo, lo chiuse in un cassetto.
Fatto ció, si rituffó tra le lenzuola ancora calde,sospirando.
Perché sua madre non le lasciava la sveglia sul comodino, come sarebbe stato logico, invece di posizionarla sulla scrivania, dall’ altra parte della stanza?
-Perché altrimenti non ti alzeresti mai- le rispose una vocetta da dentro la sua testa, con il tono di chi la sa lunga.
Sbadigliando, lei si stiracchió poi volse lo sguardo alla finestra. Pioveva di nuovo.
-Bé, faccia pure.Tanto oggi non mi muovo di casa.- asserí.
In quel preciso momento la porta della stanza si aprí di colpo.
Veloce come un furetto, qualcuno di estremamente basso afferró la coperta di Dalila dal fondo del letto e la tiró verso di se con decisione, scoprendo completamente la ragazzina, che saltó su a sedere.
-Ma che diamine…?!- esclamó lei.
Due orecchie grandi e appuntite fecero allora capolino dal fondo del materasso,seguite da degli enormi occhioni castani.
-Dovete alzarvi,Padroncina. Vostro padre vi manda a dire di scendere a fare colazione.- le disse una vocina sottomessa.
-Accidenti a te, Manny,fila via!- imprecó Dalila in direzione del piccolo essere –Dí a papá che scendo tra qualche minuto,devo ancora vestirmi.-
Annuendo quest’ ultimo le rivolse un leggero inchino poi corse fuori, richiudendosi la porta alle spalle.
Sbuffando, la giovane mise giú i piedi dal letto.
Raggiunto lo specchio,Dalila si rivolse un’ occhiata e scosse la testa.
-Mamma, che faccia…- disse, dirigendosi al bagno per lavarsi il viso.
-Ne ho viste di peggiori.- le rispose la sua immagine riflessa.
Con i suoi 11 anni,Dalila ne dimostrava di piú.
I lunghi capelli castani, lisci come il mare in calma, le cadevano morbidi sulle spalle incorniciando un viso ben proporzionato, sovrastato da due profondi occhi verdi, tali e quali a quelli di sua madre e suo fratello.
Era snella e si muoveva con un’ eleganza innata, aveva delle mani piccole e affusolate e un sorriso dolcissimo.
Nonostante ció, quando si indispettiva, riusciva ad assumere un’ espressione gelida, innaturale per una bambina della sua etá, e il suo sorriso si trasformava in un sogghigno sottile ed inquietante.
Dal carattere caleidoscopico, passava rapidamente dall’ allegria e l’ amabilitá al sarcasmo piú cupo, cosa che i suoi genitori non riuscivano a spiegarsi.
Molto sveglia, amante della lettura e di una perspicacia notevole,Dalila era una ragazzina estremamente matura per la sua etá anche se, allo stesso tempo, conservava anche alcuni atteggiamenti tipici dell’ infanzia.
Il migliore amico di suo padre amava definirla come “ Il suo piccolo mistero”.
Erano le undici quando finalmente Dalila scese al piano di sotto, ancora insonnolita.
Entrando in cucina lei si stropicció gli occhi, rivolgendosi alla madre, impegnata ai fornelli.
-Mamma, tu e papá volete insegnare a quell’ elfo domestico a bussare prima di entrare in camera mia?- disse con tono lamentoso –Tutte le mattine la stessa storia…- aggiunse poi, sbadigliando di nuovo.
A risponderle non fú la voce della madre, bensí quella di un uomo; dalla porta del salone la raggiunse una voce allegra e profonda che lei conosceva piú che bene.
-Bé, non ce ne sarebbe bisogno se tu ti alzassi al suono della sveglia, non credi signorinella?- le disse la voce.
Voltatasi , lei sorrise entusiasta all’ uomo che, in piedi accanto a suo padre, ricambió il sorriso poi le tese le braccia.
Senza tanti complimenti,Dalila gli corse incontro e gli saltó addosso, alché lui la strinse a se con forza.
-Non vedevo l’ ora che tornassi, zio Sirius!- esclamó la bambina, ridendo –Quando sei arrivato?- gli chiese poi, mentre lui la rimetteva a terra.
-Ieri sera, ma tu dormivi giá. Ah, a proposito,ti ho portato una cosa dalla Scozia, sai?- le disse lui, strizzandole un occhio.
-Sul serio?- disse Dalila, eccitata.
In quel momento James, che teneva in braccio il piccolo Harry di appena un anno, si mise in mezzo.
-Si, ma vedrai di che si tratta dopo aver fatto colazione.Adesso a tavola, forza.- disse.
Dalila tentó una debole protesta con suo padre, il quale fú peró irremovibile, cosí tutti e quattro si sedettero a mangiare.
Dalila si appropió della sedia accanto a quella di Sirius e, durante il racconto dell’ uomo del suo appena terminato viaggio in Scozia, non gli tolse gli occhi di dosso un solo secondo.
Sirius Black era sicuramente una delle persone che Dalila amava di piú al mondo.
A volte, anche se la cosa le provocava delle ondate di colpevolezza, la ragazzina sentiva quasi di essergli piú affezionata che ai suoi stessi genitori.
Certo, voleva bene anche allo zio Remus e, anche se forse un pó meno, allo zio Peter, ma Sirius era speciale.
La bambina adorava l’ espressione furba e sicura di sé che mostrava sempre, il suo modo di muoversi e di parlare e, bisogna ammetterlo, anche i numerosi regali che lui era solito portarle dai suoi continui viaggi.
Con i capelli neri perennemente spettinati e un sorriso strafottente sempre dipinto in viso, Sirius aveva un che di accattivante.
Non appena quest’ ultimo ebbe inghiottito l’ ultimo boccone di ció che aveva nel piatto,Dalila inizió a dargli il tormento per vedere cosa le avesse portato finché, esasperato, finalmente il mago si alzó e la condusse in salotto.
Una volta li lui aprí la finestra,poi le si rivolse.
-Visto che tra poco inizierai la scuola Dalila, mi sono sentito in obbligo di farti un piccolo regalo di inizio anno.- disse, sorridendo -Cosí, visto che tua madre mi ha supplicato di regalarti qualcosa di utile invece delle solite cose, ho pensato a questo…-.
Sirius fischió.
Pochi secondi piú tardi uno stupendo falcone, completamente nero, entró planando dalla finestra ed andó a posarsi sull’ avanbraccio dell’ uomo.
Con le piume arruffate dalla pioggia, l’ animale posó lo sguardo su Dalila, scrutandola per un istante; gli occhi del falco si incontrarono con quelli della ragazzina,che lo fissó a sua volta,fronteggiandolo in una specie di prova di forza. Un attimo dopo,evidentemente soddisfatto della sua nuova proprietaria, il rapace ripiegó il capo ed inizió, come se niente fosse, a pulirsi con il becco le piume dell’ ala, ignorando completamente le quattro paia d’ occhi che lo fissavano.
A rompere il silenzio fú Lily, posando Harry nel suo seggiolone.
-Sirius, credi davvero che sia sicuro?Affidare un falcone ad una bambina, non so se…-inizió la donna, con fare preoccupato.
L’ altro la tranquillizzó.
-Non preoccuparti,Lily.In Scozia é normale utilizzare altri rapaci, oltre a gufi e civette, per recapitare la posta. Molti maghi hanno un falcone; sono pienamente affidabili e piú veloci di altri volatili, inoltre…- Sirius venne interrotto da Dalila, che lo tiró per la manica del maglione.
-Zio, posso prenderlo io ora?- gli chiese lei, guardandolo in viso.
-Certo che si, é tuo. Prendi.- rispose l’ uomo, allungando il braccio verso di lei.
Con tutta calma il falco passó dall’ avanbraccio del mago a quello di Dalila, che gli carezzó la testa delicatamente, sotto lo sguardo preoccupato della madre, che si aggrappó al marito.
-James, tu che ne pensi?- gli chiese.
-Bé, tesoro,- disse lui –Sirius non affiderebbe mai a Dalila qualcosa di pericoloso, lo sai. Non credo ci sia nessun problema.- aggiunse poi, convinto.
Rassegnandosi Lily annuí; giá non riusciva a far capitolare sua figlia di appena 11 anni, figuriamoci il padre, dal quale aveva ereditato la testardaggine: era una battaglia persa in partenza.
Inoltre sapeva che James si sarebbe tagliato una mano, piuttosto che dare torto a Sirius, del quale era stato complice tutta la vita.
-Come si chiama?- volle sapere allora Dalila.
-Il suo nome é Arrow.- le disse Sirius –Ed é velocissimo, te lo assicuro.- concluse.
La conversazione venne interrotta da Manny che, con le orecchie basse, si rivolse a James.
-Padrone, mi dispiace disturbare, ma é mezzogiorno passato e mi avevate chiesto di ricordarvi l’ appuntamento con il Direttore della Gringott all’ una precisa.- disse con tono sottomesso.
James sussultó, ricordando.
-Si, é vero. Grazie Manny, puoi andare ora.- disse –Lily, tesoro, perché non ne approfittiamo per acquistare anche il materiale scolastico di Dalila? Ci saremmo andati comunque dopodomani, quindi…- aggiunse poi, dirigendosi alla moglie.
La donna ci pensó un momento dopodiché, riprendendo in braccio Harry, rispose affermativamente al marito.
-Per me va bene, possiamo lasciare il piccolo con Manny.- disse, poi uscí dalla stanza chiamando l’ elfo, mentre James salí correndo al piano di sopra per andare ad indossare la tunica e il mantello che riservava per le occasioni ufficiali.
Rimasti soli, Sirius sorrise a Dalila.
-Cosí ce ne andiamo a Diagon Alley.Tu non vai a cambiarti?- le chiese l’ uomo e la ragazzina scosse la testa da un lato all’ altro.
-No.- rispose con decisione –Preferisco i miei jeans, non amo le tuniche.- disse poi, dirigendosi alla porta del salone.
Il mago la guardó uscire dalla stanza camminando senza fretta, con il falcone appollaiato sul braccio.
Dalila aveva accolto l’ idea di andare a far compere nel quartiere magico di Londra come un bambino qualsiasi avrebbe accolto il fatto di accompagnare la madre al supermercato: con indifferenza.
Ci era stata talmente tante volte, che la cosa non le provocava piú alcuna reazione eccessiva; tutto ció che davvero le interessava era il negozio di Articoli per il Quidditch, la sua passione.
Da piú di due anni, nonostante il padre glielo avesse proibito, ogni volta che i genitori non erano in casa Dalila tirava fuori dall’ armadio del secondo piano la vecchia Freccia Dorata di James, la scopa da corsa che l’ uomo montava quando giocava nella squadra della sua casa, Griffindor, ai tempi della scuola e, spesso e volentieri con la complicitá di Sirius, raggiungeva un terreno abbandonato poco distante da casa e lí faceva pratica.
Era al riparo dagli sguardi dei vicini grazie allo stesso Sirius, che non riusciva mai a dirle di no,il quale aveva lanciato sulla superficie aerea del terreno un Incantesimo Svincolante che impediva a qualunque babbano che dirigesse lo sguardo in quella direzione di notare la ragazzina. Di conseguenza nessuna delle di per sé poche persone che passavano giornalmente di lí aveva mai notato Dalila in volo.
Con l’ andare del tempo lei era diventata tutt’ uno con la scopa e, mano a mano, aveva abbandonato completamente la prudenza, elaborando picchiate e atterraggi sempre piú spettacolari.
Anche per quanto riguardava la velocitá alla quale volava,Dalila non scherzava di certo; aveva carpito alla Freccia Dorata tutti i suoi segreti, dominandola perfettamente.
La ragazzina si sentiva orgogliosa dei propri progressi e le dispiaceva non poterli condividere con il padre che,altrimenti,l’ avrebbe scoperta, visto che anche James era un appassionato di quello sport...come praticamente tutti i maghi del mondo, d’altrocanto.
Quello che ignorava, peró, era che l’ uomo aveva scoperto il suo segreto da un pezzo e che l’ aveva vista volare piú di una volta, da dietro la staccionata del inutilizzato campo di sterpaglie.
Dapprima James era stato tentato di fermarla, temendo che si facesse del male, ma dopo aver visto l’ abilitá e la sicurezza con la quale la figlia si destreggiava in sella alla scopa, aveva deciso di lasciarla fare, crogiolandosi nella convinzione di aver generato una delle future stelle del Quidditch.
L’ una era passata da dieci minuti quando Sirius e la famiglia Potter raggiunsero Diagon Alley.
Dato un bacio alla moglie e alla figlia James corse via, in ritardo come al solito, verso la banca.
La via era come sempre, piena di gente; maghi e streghe di tutte le etá si aggiravano fra negozi e bancarelle parlando e bisbigliando, creando un forte brusio.
Contrastando con il grigiore invernale che copriva il resto della cittá, lo scorcio di cielo che si vedeva dalla stradina era limpido e spesso veniva attraversato da civette in volo, intente nella consegna della corrispondenza.
Immediatamente dopo aver superato il vicolo che conduceva a Notturn Alley, Dalila fece per fiondarsi verso il suo negozio favorito, ma sua madre la trattenne per un braccio.
-Non avere tanta fretta signorina, prima occupiamoci delle cose per la scuola.Dopo potrai andare a sospirare davanti ai nuovi modelli di scope da corsa quanto vorrai. Andiamo.- le disse con tono deciso, indicandole la libreria dall’ altra parte della strada.
Sbuffando, la bambina si lasció trascinare via.
Piú di due ore dopo, comprati giá il calderone, le pergamene, gli ingredienti base richiesti per pozioni, la tunica e un sacco di altre cose che alla giovane non interessavano minimamente, finalmente Sirius pronunció le parole fatidiche.
-E adesso da Ollivander!- esclamó offrendo la mano a Dalila, che immediatamente gliela strinse con la sua, seguendolo docilmente lungo la strada fino all’ ultimo e piú nascosto angolo di Diagon Alley, dove sorgeva il negozio del vecchio mago.
Giunti dinanzi al negozietto, Dalila si strinse alla madre. Entrambe entrarono, mentre Sirius si allontanó per salutare un conoscente.
Appena messo piede nel locale, la ragazzina percepí un forte odore di polvere, di qualcosa di antico e lasció la mano di Lily, mentre il signor Ollivander sbucava da dietro uno scaffale.
L’ uomo volse lo sguardo su Dalila che avvertí di essere sotto esame, una sensazione che non sopportava; si sentiva messa a nudo quando qualcuno la guardava cosí e la cosa la infastidiva oltre l’ immaginabile.
Lily vide disegnarsi sul volto della figlia quell’ espressione dura, di sfida, che tanto la preoccupava e respiró profondamente, pregando che Dalila non cominciasse ad attaccare Ollivander con le sue pungenti affermazioni, come era solita fare quando qualcosa, o qualcuno, non le piaceva.
Improvvisamente l’ anziano mago parló, interrompendo i pensieri della donna.
-Bene, bene….Miss Potter,vi aspettavo da un giorno all’ altro.- disse.
Lui accennó un mezzo sorriso, ma Dalila non cambió espressione; si limitó ad annuire, alché l’ uomo inizió a tirar giú dagli scaffali alcune scatole allungate di diversi materiali.
Estratta la prima bacchetta dalla sua confezione, la mostró alla bambina.
Era di un marrone scuro e molto brillante.
-Legno di frassino, 17 centimetri e contiene il capello di una Banshee irlandese. Provala e vediamo come vá.- le disse il mago, invitandola a prenderla in mano.
Ollivander le porse la bacchetta dall’ estremo dell’ impugnatura, ma non appena le dita della giovane la sfiorarono, quest’ ultima schizzó via come respinta da una qualche forza invisibile, lanciando scintille rosse, ed andó a sbattere contro la parete.
Lo stesso accadde con la seconda che Ollivander le offrí, e con la terza, la quarta e cosí via, con grande disappunto del mago.
Lily osservava senza sapere che dire, mentre Dalila e Ollivander continuavano con i loro fallimentari esperimenti per farle almeno sfiorare una qualsiasi bacchetta.
All’ ennesimo, inutile, tentativo l’ uomo tiró fuori dalla tasca del gilé un fazzoletto e si asciugó la fronte.
-Santo cielo, in tutta la mia vita mai mi era capitato nulla del genere. Deve esserci qualcosa che non va, ma non so cosa…- disse l’ anziano, perplesso.
Dalila, che ne capiva meno di lui, guardó sua madre che a sua volte alzó le spalle, senza parole.
In quel preciso istante, Sirius e James entrarono insieme nel negozio.
-In banca é tutto risolto, ma… come mai siete ancora quí ?- chiese James, affiancato dall’ amico.
Lily gli spiegó a grandi linee l’ accaduto e i due si mostrarono stupiti tanto quanto il proprietario del negozio.
Notando lo stato di tensione del signor Ollivander, completamente spiazzato, e degli altri 3 adulti presenti, la ragazzina abbassó gli occhi.
-Forse é a causa mia.- sussurró – Magari non ho abbastanza potere….- disse mestamente, alché il padre le si inginocchió accanto.
-Non pensarlo nemmeno, principessa. Sono piú che sicuro che tu abbia ereditato i poteri miei e di tua madre.- le disse dolcemente, sollevandole il viso con la mano e scostandole i capelli dal volto.
-Papá, non c’ é altra spiegazione, io…- fece per ribattere lei, allora il gestore del negozio la interruppe bruscamente, richiamando l’ attenzione di tutto il gruppo.
-Invece c’ é un’ altra spiegazione plausibile, anche se mi sembra quasi impossibile. Al contrario di quanto avete detto, Miss Potter, il problema potrebbe essere proprio un eccessivo potere….- disse, fissando Dalila negli occhi –Sapete chi sono gli Argentei?- le chiese immediatamente dopo.
James, Lily e Sirius spalancarono gli occhi alle sue spalle, mentre la giovane scosse la testa.
Con tono incredulo, Lily si rivolse allora ad Ollivander.
-Sta dicendo che mia figlia potrebbe essere un Argentea? Non é possibile, non sono altro che una leggenda…- disse, poggiando le mani sulle spalle della ragazzina.
-Oh, al contrario. Non sono affatto una leggenda, sono persone reali esattamente come me e lei.- le spiegó il mago -Il fatto che siano solo 17 in tutto il mondo, tre dei quali inglesi tra l’ altro, non vuol dire certo che non esistano. Io stesso ho avuto il piacere di conoscerne uno durante un viaggio in Francia, anni or sono.- aggiunse poi, sorridendo al ricordo di una qualche lontana amicizia.
Rendendosi conto di essere l’ unica a non capire di che stesse parlando Ollivander, Dalila si voltó verso gli altri.
-Si puó sapere cosa sono questi Argentei? C’ é qualcosa di male nell’ essere uno di loro?- volle sapere la giovane, preoccupata dalla strana espressione della madre.
Sorridendo come sempre, Sirius le spiegó.
-No, certo che no. Anzi. Nella comunitá magica chiamiamo Argentei coloro che sono dotati di poteri talmente intensi, da non aver bisogno di un mezzo per concentrarli.- le disse.
-Ovvero una bacchetta.- bisbiglió Dalila, facendosi pensierosa.
-Esatto.- continuó James –Ed é una capacitá piuttosto rara.-
-Estremamente rara.- lo corresse Ollivander –Adesso, se volete la mia opinione, signori,fareste bene ad accompagnare la giovane Dalila al Ministero. Li la sottoporranno ad un test e vi diranno con certezza la causa del rigetto. Sono convinto che si tratti di un eccesso di potere, anche se, ovviamente, potrebbe anche essere semplicemente una Maganó come tanti altri.- disse poi, concludendo.
-Mia figlia non é una Maganó.- fú la secca risposta di James – Glielo assicuro.-
-Me lo auguro.- rispose l’ anziano mago, inclinando leggermente il capo e sorridendo –Ora, se lor’signori vogliono scusarmi…- disse infine a Sirius e compagnia, mentre un’ altra coppia con un bambino piú o meno dell’ etá di Dalila entrava nel negozio.
Cosí i 4 lasciarono la bottega e si ritrovarono nuovamente all’ aria aperta.
La giornata non terminó dunque al negozio di Articoli per il Quidditch, come Dalila aveva sperato, ma al Ministero della Magia, dove il test al quale la ragazzina venne sottoposta diede risultato positivo.
In uno degli uffici del quinto piano del Ministero, nel Dipartimento di Controllo delle Abilitá Magiche, un funzionario del Ministero dall’ espressione seria le aveva fatto bere un sorso di una strana pozione dal colorito azzurrognolo,poi l’ aveva posizionata a diversi metri di distanza da un tavolo sul quale aveva poggiato un calice di vetro pieno d’ acqua.
-Puntagli un dito contro e pensa di volerlo spostare fino al bordo del tavolo.La pozione che hai preso amplificherá i tuoi poteri latenti.- le aveva detto –Puoi immaginare di impugnare una bacchetta, se ti sembra piú facile.- aveva aggiunto poi, senza cambiare minimamente il suo piatto tono di voce.
Pur non capendo molto bene, lei aveva eseguito. Aveva chiuso gli occhi e aveva sollevato la mano in direzione del calice, ordinandogli mentalmente di muoversi.
In principio non era successo nulla e Dalila si era sentita estremamente stupida standosene li senza nessun risultato, ma esattamente quando aveva deciso di lasciar perdere aveva avvertito qualcosa di strano.
Una specie di formicolio aveva iniziato a spanderlesi lungo il braccio; al raggiungere la mano si era fatto piú intenso, rasentando il dolore e, quando lo aveva avvertito sulla punta delle dita si era trasformato in un lieve bruciore.
“Muoviti, dannazione!” aveva pensato stringendo i denti, decisa a provare per l’ ultima volta, e in quel momento il calice era letteralmente esploso in mille scheggie di vetro che si erano sparpagliate per la stanza.
Quando il mago l’ aveva riaccompagnata da Sirius e dai suoi genitori, ai quali non era stato permesso di assistere alla prova, Dalila aveva sudato sette camicie a liberarsi dal soffocante abbraccio della madre.
-Oh, tesoro, sono cosí orgogliosa di te!- aveva esclamato Lily, stringendola a se.
-Davvero una piacevole sorpresa.- era convenuto James, sorridendo alla figlia che aveva ricambiato il sorriso non appena la madre l’ aveva lasciata andare.
Quella sera, durante il ritorno, la ragazzina si dimostró contenta. Si rendeva pienamente conto di avere molto piú potere magico di quanto avesse mai immaginato, cosa che, ora lo sapeva, la rendeva speciale.
Nonostante ció, anche se non lo disse mai ai suoi genitori, il suo ultimo pensiero prima di varcare la porta di casa fu per il suo adorato negozio di Articoli per il Quiddtch, nel quale non avrebbe rimesso piede fino a chissá quando.
-Perché gli adulti non capiscono mai le prioritá ?- si chiese entrando.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 7
ifera-black
17/09/08 09:57
Bella, mi piace.
Quando aggiorni?
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mermaidprincess 23/06/08 15:16
Quando continui?XD
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
otta92 - Voto:
21/05/08 17:04
dio mio! è bellissima questa fic! complimentiiiii!! Spero tu aggiunga presto il seguito! un bacio Otta ^.-
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