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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: STORIA DI UN ABITANTE DELLE TENEBRE
Genere: Horror, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: ronnie90 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/05/2007 18:08:51

Un breve racconto su una vampira e il giorno del suo Cambiamento
 
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- Capitolo 1° -

Ora io ammetto che non ¨¨ niente di cos¨¬ speciale, soprattutto per la trama, per¨° io mi diverto a inventare personaggio e a raccontare le loro storie. Se siete intenzionati a leggere, fate pure; se invece vi annoia leggere la vita degli altri non vi obbligo a farlo.
Il personaggio del raconto ¨¨, ovviamente, una creatura che mi ossessiona: una vampira.Il suo nome ¨¨ Kysa come una delle fanwriters pi¨´ famose -e brave- del sito. Spero che non mi torturer¨¤ a morte per averle preso -forse ¨¨ meglio dire fregato- il nick, per¨° era troppo intrigante! Ronnie si scusa tanto tanto e si prostra davanti a Kysa chiedendo perdono. Sorry!
Ohi! Ora vado perch¨¨ Kysa mi sta cercando con un'ascia in mano...



Ora io, Kysa figlia di Terheb, narro la mia melaconica storia. Risalgo alla Seconda Dinastia e con me ha inizio la Stirpe Vampirica. Il Dono Oscuro e il Bacio Immortale m¡¯¨¨ stato donato dalla terza vampira, Kyra, creata a sua volta dalla mia Regina Dannata, Signora delle Tenebre, Lilith che da lei noi tutti siamo stati creati a sua immagine e somiglianza. Insieme a Kyra e Jancobe fa parte della Prima Dinastia e vengono chiamati, per schernire Dio, Suo Figlio e il suo Creato, Dannata Trinit¨¤.
Ora io ammetto che questa vita immortale ¨¨ straordinaria, maledettamente emozionante; ma alla fine le giornate si ripetono monotone e ripetitive, sempre uguali, e tu ti disperi, anche solo per un poco, e desideri una breve, per¨°, intensa vita mortale.
La rammento tristemente. La mia Persia; la gloriosa e splendente Persia del periodo achemenide sotto il re Dario. La meravigliosa e solare Persia dalle stagioni secche e afose, dove raramente pioveva, e spesso regnava il disco dorato del sole.
Ah, il sole! Amato sole, che da tempo non vedo e mai pi¨´ vedr¨°! La mia condizione non mi permette pi¨´ di passare le giornate a fare passeggiate tra i boschi di olmi e querce dei freschi monti Elburz, o di sdraiarsi sulle sabbie dorate e lasciarsi accarezzare dolcemente dai raggi solari. Non vedr¨° pi¨´ i giochi di luce prodotti sulle onde increspate del mare grazie al sole, dei momenti in cui andavo a pescare trote e aringhe assieme al mio caro padre. Addio albe rosate e tramonti sanguigni! Il mio cuore freddo e morto si spezza per il tanto dolore.
Se solo fosse questo che avessi perso! Padre, madre! E mio segreto amante! Ormai i loro volti e i suoni delle loro voci appaiono sbiaditi alla mia mente. Padre! Ti ricordo stanco e piegato dagli anni, col viso segnato da rughe e i capelli argentati sulle tempie. Ricordo la severit¨¤ e il tanto orgoglio. Madre adorata! Purtroppo rammento di te gli ultimi giorni prima del mio Cambiamento, pallida e ammalata di tumore che rovinava la tua semplice bellezza e l¡¯immensa bont¨¤. E infine amato mio! Bello come un dio, capelli d¡¯ebano, pelle di bronzo e occhi di tenebra. Il nostro amore ¨¨ stato sempre segreto e proibito. Io ero una sacerdotessa di Anahita, Vergine Bianca devota alla mia dea. Ma ho infranto il mio voto per te e, sar¨¤ per tale motivo che sono diventata un simile mostro? La mia dea ha voluto punirmi per la mia disobbedienza?
Ricordo chiaramente la notte del Cambiamento. Io stavo al tempio di Anahita a pregare e chiedere perdono per non essere pi¨´ pura a causa del mio amante, accendendo incensi e fiaccole per illuminare la buia notte senza luna e stelle. Una buia notte popolata da demoni.
Al finire della messa percepii una presenza demoniaca. La sentivo vagare in mezzo all¡¯oscurit¨¤, sentivo la sensazione fisicamente come un pizzicare tra le scapole. Mi voltai spaventata, col piccolo cuore che palpitava nel petto. Chiesi chi ci fosse ma non ottenni risposta e nessun suono, a parte un lieve venticello che soffiava tra le colonne di marmo. Spaventata che fosse qualche dio irato o un spirito maligno, o peggio qualche ladro o uomo straniero, dentro me dissi una svelta preghiera alla mia dea ed ad Ahuramazdah, dio supremo e dio di tutte le cose.
Velocemente, con una fiaccola in mano, corsi verso la mia camera. Per l¡¯influsso maligno di chiss¨¤ quale dio o stella maligna, non arrivai mai alla mia stanza perch¨¦ il Male mi raggiunse prima.
Una figura argentata avanzava dalla mia parte. Ne rimasi incantata e smisi di camminare per rimanere ad ammirare simile splendore. Avvicinandosi riuscii a capire che cosa fosse. Era una splendente donna, anche se la sua divina ¨Co malefica?- bellezza, mi faceva pensare a qualche misteriosa dea, o forse era la mia amata Anahita giunta dall¡¯Oltre per punirmi o benedirmi.
Riluceva di luce propria, e non come credevo, che avesse in mano una torcia infuocata. La sua pelle era mortalmente pallida, simile a quella dei morti come biancore anche se diversa pei riflessi. I cadaveri hanno la pelle grigiastra, esangue, invece quella di Anahita splendeva come opale, rosa arancione azzurra, una magnifica madreperla, la pi¨´ bella tra le madreperle.
Il volto, dai lineamenti armoniosi, aveva una carnosa bocca rossa e sensuale, due delicati petali di rosa, e occhi neri, come la stessa notte, dai bagliori violacei, incorniciati da lunghe e scure ciglia.
I capelli, che sembrava la seta pi¨´ pregiata, le scendevano fino sotto la vita snella, color dell¡¯ebano e con tenui sfumature blu e indaco.
Avanz¨° sorridente verso me, avvolta nel suo semplice abito di lino bianco, allungando una mano. I suoi occhi mi attiravano come magneti, fino a quando al mondo credetti che esistessero solo quelle pietre viola.
Io mi avvicinai volentieri a tale regalit¨¤ e presi la sua mano tra la mia. Ah, che gelo! Credetti di toccare la vera morte! Era fredda alla pari di un cadavere e mi meravigliai. Splendeva come se un fuoco divino avvampasse dentro lei, quindi che la scaldasse con il suo calore; ma forse era un fuoco freddo e morto che non poteva scaldarla.
Lei mi sorrideva ancora, gioiosa e al tempo stesso sensuale, con una sfumatura famelica e ferina, e i suoi occhi magnetici mi fecero dimenticare il gelo delle mani.
Ah, che sia maledetta ancor pi¨´ per il gesto che le permisi di compiere! Con armonia e grazia felina scivol¨° dietro me, accarezzandomi con il suo lieve e freddo tocco le spalle calde; un brivido scese lungo la spina dorsale.
Inizi¨° ad accarezzarmi la guancia, la linea della mandibola e scese al collo dove si trattenne maggiormente, soprattutto in prossimit¨¤ dell¡¯arteria palpitante.
Con le labbra morbide e rosse cominci¨° a baciarmi la pelle della spalle. Io rabbrividii e arrossii per il suo strano comportamento. Mi girai di scatto e aprii la bocca per ribattere ma pi¨´ veloce di me, Anahita appoggi¨° la sua sulle mie. Dapprima fu un gentile bacio, casto e dolce da cui non riuscivo a sciogliermi poi divent¨° ¨Coh, dei! Come me ne sarei vergognata da mortale a ripensarci!- pi¨´ profondo e intimo, un gesto da amanti.
Mi fece aprire le labbra con la punta della lingua per poterla farla entrare per assaggiarmi. Sfior¨° la mia, immobile, troppo imbarazzata e troppo inesperta. Lentamente l¡¯imbarazzo fece spazio alla beatitudine e mi abbandonai al bacio. Dal semplice contatto con le punte delle nostre lingue, divenne un appassionato e famelico assaggiarci e morderci, finch¨¦ Anahita mi morse a sangue la lingua.
Il sapore pungente e metallico del prezioso liquido si sparse nelle nostre bocche. Spaventata da tutto questo impeto e rammentando le antiche leggende sui g¨±la ¨Cvampiri- mi staccai dal bacio. Soffocando un grido provai ad allontanarmi ma la strana creatura mi ferm¨° prendendomi per il braccio con una forza sovrumana. Mi afferr¨° la mandibola con la mano libera e mi costrinse a guardarla i quegli occhi ipnotici.
Tempo un istante e fui di nuovo in suo potere. Osservai quello che ne seguii impotente, anzi quasi eccitata e senza paura.
Si mise ancora dietro me e mi costrinse a reclinare il capo su un lato. Mi sfior¨° il collo con una tenera carezza delle labbra e poi venne il dolore acuto e pungente. Mi aveva morsa. Proprio dove la pelle ¨¨ pi¨´ tenera, sull¡¯arteria pulsante.
Udivo un basso risucchio e potevo sentire il suo continuo lavorare della bocca e della lingua che spingevano il dolce ed inebriante nettare dentro di s¨¦.
Potevo sentire chiaramente come la vita mi scivolasse via e come la mera morte entrasse a sostituire il vuoto che lasciava.
Il dolore fu affiancato dal piacere, un piacere cos¨¬ soave che superava l¡¯estasi dell¡¯unione di carne. Mentre morivo riuscii a intravedere l¡¯Oltre, tutti i miei dei, l¡¯adorata Anahita; io stessa mi sentii come una dea.
I gemiti di dolore furono sostituiti da quelli del piacere ed ero cos¨¬ ebbra di desiderio, cos¨¬ soddisfatta di aver provato il piacere supremo, che ora mi sentivo pronta per la Morte.
Quando mi fui affacciata sull¡¯Abisso, ad un piccolo passo e sarei caduta nel buio, il g¨±la smise di bere e, sazio, mi fece sdraiare morente al suolo. La creatura si inginocchi¨° accanto a me.
Dopo un breve sorriso condiscendente, penetr¨° la sua bella pelle del polso sinistro con i canini; il sangue gocciol¨° cupo dalla ferita. L¡¯odore acre e penetrante mi attir¨° in modo spaventoso, come la tigre che adocchia la sua preda. E cos¨¬ io bramavo quel liquido, desiderosa, smaniosa di assaggiarne anche solo un piccolo, insignificante goccio.
Come se avesse letto i miei pensieri, il g¨±la avvicin¨° la ferita sanguinante alla mia bocca aiutandomi ad alzarmi un poco con l¡¯altra mano. Con remore leccai lievemente il sangue; da una parte fui disgustata da quel sapore amaro e ferroso, dall¡¯altra lo percepii pi¨´ dolce dello zucchero, pi¨´ gustoso e inebriante di un buon vino.
Quindi con maggiore trepidazione, afferrai il polso per spingerlo contro la mia bocca ¨Ce di conseguenza quel soave nettare- e facilitare, cos¨¬, il bere. Oh, se bevvi! Bevvi come se non avessi mai bevuto o mangiato in vita mia. Bevvi come un bambino beve affamato al seno materno. Bevvi con gusto quel saporoso vino divino.
Bevvi finch¨¦ il g¨±la non mi fece smettere bruscamente. Ebbra di piacere mi accasciai al suolo credendo di essere nell¡¯Oltre. Ma la mia pace smise con l¡¯inizio del Cambiamento.
Fui colpita da un dolore lancinante nel collo, specialmente dove i denti acuminati erano penetrati nella mia carne. Mi massaggiai la ferita languidamente, un poco per l¡¯effetto del sangue, un poco perch¨¦ la spossatezza si era impadronita delle mie membra, rendendole pesanti.
Il dolore si sparse per tutto il corpo, costringendomi a contorcere con l¡¯illusione di poterlo scacciare in questo semplice modo, alla pari di una mosca con l¡¯agitata della mano. Come se ci¨° non bastasse, il poco sangue che rimaneva nelle vene mie lo sentivo ribollire e bruciare, un fuoco che scorreva al suo posto, incandescente ed opprimente.
Il respiro si fece lieve, il battito del cuore rallent¨° pericolosamente. Lottavo per scacciare il dolore nei muscoli, l¡¯avvampare del sangue, e per fare entrare l¡¯aria nei deboli polmoni.
Ebbi paura, naturalmente, e grosse lacrime uscirono dagli occhi dolenti e caddero lungo le guance. Allungai una mano tremante verso la mia assassina implorandola di aiutarmi, ma ella non mosse muscolo, rimanendo impassibile ed immobile come statua.
Gridai. Oh, se gridai! Gridai agli dei di salvarmi. Pregai Anahita di avere piet¨¤ della sua serva. Non ottenni soccorso e presa da panico e rabbia, inveii contro loro, insultandoli, urlando ogni scherno verso quei dannati dei che dei loro servi non se ne curarono. Anzi nel mio cuore ¨Cormai ad un battito d¡¯ali dall¡¯arrestarsi- credetti che loro non esistessero veramente, che fossero l¡¯invenzione degli uomini superstiziosi e corrotti del mio tempo.
Alla fine il dolore si attenu¨° finch¨¦ rimase un debole formicolio; l¡¯ultimo supplizio fu nel momento che il cuore smise di battere e i polmoni di ricevere aria. Mille aghi, o forse pi¨´, mi colpirono il petto.
Poi esalai il mio ultimo, esausto, triste respiro; ed io sprofondai nelle tenebre pi¨´ buie in cui nessuna luce si ¨¨ mai accesa e mai si accender¨¤. Vagai in quell¡¯oscurit¨¤ per quelli che erano minuti, e non ore o anni come credetti. Rimasi avvolta dal carezzevole buio, popolato dal scuro nero e da sussurri indecifrabili, in un¡¯onirica passeggiata nell¡¯Oltre -anzi nella Morte gloriosa-.
Aprii gli occhi su un altro mondo. In realt¨¤ era il mondo in cui ero nata alla prima vita, ed ora in cui ero rinata alla seconda, ma a me apparve del tutto diversa. La notte non mi pareva cos¨¬ buia e maligna, soprattutto perch¨¦ ora riuscivo a vedere chiaramente, e nei dettagli, gli oggetti immersi nell¡¯oscurit¨¤, persino cose e animali che stavano chilometri di distanza da me.
Risi gioiosa, meravigliata da simile potere. Risi poich¨¦ avevo battuto gli ipocriti dei, se esistevano, e la mesta e giusta Morte.
Quando smisi di ridere, mi accorsi che il g¨±la era ancora l¨¬, fermo e impenetrabile a parte il leggero ghigno soddisfatto sulle rosse labbra. Guardai i suoi occhi, ancora belli, ancora sfavillanti come pietre, ma era svanito il loro magnetismo. Ora erano semplici occhi viola.
Osservai attentamente le iridi violacee e scorsi riflesso come specchio una figura. Una maestosa figura, rilucente di bellezza. Capii che ero io e mi ammirai attraverso gli occhi del g¨±la.
La mia pelle, una volta olivastra e opaca, era bianca e candida simile al marmo. Era lucente, illuminata di vari colori ¨Cdall¡¯arancio al rosso foco, dal pallido rosa all¡¯intenso blu- come se fossi stata scolpita nell¡¯alabastro e decorata successivamente con pietre preziose -rubini, lapislazzuli, quarzo-.
La mia piccola bocca di fiore era rossa sangue, e gli occhi erano due onici incastonati al posto di quelli veri. E i capelli, lunghi, fini, setosi, neri notte dai riflessi ramati.
Mi ammirai per parecchio tempo, meravigliata dalla mia bellezza, adorando me stessa come dea.
La creatura, che era rimasta sempre in silenzio, mi disse con voce melodiosa pi¨´ di un coro di usignoli: - benvenuta, novizia, tra gli abitanti delle tenebre. Io sono Kyra, la terza vampira che ha visto questo mondo. Io ti ho creata, io sono tua Madre e Maestro, io sono la Signora a cui devi obbedire. Mostrami rispetto ed io mostrer¨° a te bont¨¤ e giustizia; contraddicimi e conoscerai di nuovo la Morte e le pene degli Inferi per l¡¯eternit¨¤. ¨C
Io le risposi debolmente, sussurrando appena la risposta, occupata ancora a venerarmi attraverso i suoi occhi. Le sue labbra si curvarono in alto e, accarezzandomi lieve una guancia con l¡¯indice, scomparve, dissolvendosi assieme all¡¯umida nebbia.
E cos¨¬ fui creata, cos¨¬ fui resuscitata a nuova vita. Io ho voluto aprirmi a voi mortali perch¨¦ sono affezionata a voi ¨Ca parte la grande invidia per il fatto che voi potete morire ed io, invece, sono costretta a camminare su questa terra a lungo ancora-.
Ed ora facciamo calare il sipario sul teatro, le tenebre sul mondo, e lasciatemi venire a trovarvi per donarvi un dolce bacio¡­




Alla prossima miei fratelli e sorelle.
Ronnie, your Dark Lady...
 
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