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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: THE WASTE LAND
Genere: Drammatico, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler
Autore: rekishi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/05/2007 18:45:35 (ultimo inserimento: 08/08/07)

The Waste Land è un territorio devastato, sterile e mortale,il mondo moderno, contrassegnato dalla crisi e dalla sterilità.[Raccolta]
 
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THE BURIED OF THE DEAD
- Capitolo 1° -

L'angolino dello sclero

Nuova fanfiction, nuova raccolta e tanto Angst XD!
O, altrimenti detto: cosa succede quando Rekishi approda sui lidi della letteratura modernista inglese.
Il titolo, The Waste Land, è preso dall’opera omonima di T. S. Eliot, a mio parere un folle, ma come tutti i folli geniale.
The Waste Land (La Terra Desolata) è contemporaneamente la terre gaste dei poemi epici medievali, cioè un territorio devastato, sterile e mortale che devono attraversare i cavalieri per arrivare al Graal (uno dei simboli centrali del poemetto), il mondo moderno, contrassegnato dalla crisi e dalla sterilità della civiltà occidentale, giunta forse al termine del suo percorso, e la città di Londra, dove lo scrittore risiedeva e che spesso compare nel poema.

Io lo ammetto, mi sono innamorata dei titoli dei cinque brevi paragrafi di cui si compone l’opera:
- The Burial of the dead (La sepoltura dei morti)
- A game of chess (il gioco degli scacchi)
- The fire sermon (il sermone infuocato)
- Death by water (Morte per acqua)
- What the thunder said (ciò che il tuono ha detto.)

Su ogni titolo, farò una one shot, riprendendo parzialmente i temi di ogni paragrafo. Scriverò il titolo e il tema corrispondente. Non aspettatevi finali allegri o comici, siamo nella Waste Land.


Con questo, buona lettura.

[Title] The Burial of the dead
[Theme] death and rebirth
[Pairing] No pairing, ma se proprio ce lo volete vedere, OroSasu.



The Burial of the dead


Era morto.
Sì, era morto.
Scomparso per sempre; corpo deforme abbandonato a terra.
Stava seduto su quell’enorme serpente, il guscio che lo aveva racchiuso, abbandonato a terra.

[Era solo un involucro, bozzolo che nascondeva l’insetto.
Pupa che deve aprirsi.]


Guardarlo ora, cavo, spezzato in due come una noce ormai priva di gheriglio…
Adesso, ne aveva paura.
Non quando era al colmo della sua forza.
Non quando, ancora, poteva nuocergli.
Ora.
Che era vuoto.
Che era inerme.

[Pensare che doveva essere lui il prossimo bozzolo:
questo lo spaventava.]


Un uomo vuoto.
Privo di tutto.
Orochimaru era stato uno dei ninja leggendari.
Forse il più potente tra tutti.
Eppure, adesso, la sola cosa che restava di lui era un guscio.
E un corpo.
Serpentino.
Grottesco.
Deforme.

[Chimera tra il serpentino e l’umano.
Come si poteva non definirlo “mostro”?]


Sasuke fissò il volto dalle fauci spalancate.
Sentì salire un conato e si portò la mano alla bocca, ricacciando indietro il poco cibo che aveva nello stomaco e che premeva per uscire.
Quella stanza puzzava di morte.
E il sapore acido salitogli alla gola, richiamava l’odore del cadavere.

[Eppure ne era avvezzo, ne aveva uccisi tanti…
Di uomini.]


Si alzò; la spada ancora sporca di un sangue che tale non era.
Rosso troppo scuro, corposo.
Quasi nero.
Oltre al fruscio del suo kimono mentre si muoveva [non aveva senso non fare rumore. Anzi, rassicurava.] l’unico suono a impregnare la stanza era il battito del suo cuore.
Frenetico.
Ansante.
Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.
Batteva forte, anche se il volto non rifletteva quel ritmo frenetico del muscolo cardiaco.
Nausea, suscitata da un solo, martellante pensiero:
«Io sarei diventato come lui.»

[Parli al condizionale, Sasuke-kun?
Quando capirai che per te il condizionale non esiste?]


Sasuke sentiva che qualcosa era mutato.
La coscienza di Orochimaru perpetuava in lui, sebbene non avesse il dominio del corpo.
Lo percepiva da quando aveva inglobato la sua essenza.

[Da quando le loro menti si erano toccate.
Da quando le sue parole velenose lo avevano ammaliato.]


Uscì dalla stanza.

[Calmo. Resta calmo. Misura i passi.]


Non doveva avere fretta, o si sarebbe tradito.

[Resta calmo. Misura i passi. Calmo.]


Non doveva risultare vulnerabile, adesso. Doveva essere più forte che mai.

[Misura i passi. Calmo. Resta calmo.]


Incrociò Kabuto.
Lo sorpassò con sguardo vuoto.
E un sorriso, un sorriso che non era il suo piegò le labbra mentre, in risposta alla domanda del ninja medico, pronunciava con aria sprezzante la parola: «Finito.»


[«Orochimaru…è morto?»
«No, non è morto.»
«…»
«E’ finito.»]


Già, non era morto.
Era solo finito.
E le due cose sono ben diverse.
Finito, perché non era più libero di agire, perché la sua volontà era sottomessa a quella di un altro.

[Finito, ma non morto.]


Sasuke percepiva la sua volontà pulsare dentro di sé.
Sentiva la sua furia.
La sua rabbia.
Il suo orgoglio?

«Sei come me alla tua età, Sasuke-kun.»


Dio, quanto era fastidiosa quella voce nel cervello.

«Così pieno d’ambizioni…»


Sarebbe dovuto essere morto.

«Assetato di potere solo per il potere in sé.»


No, a lui serviva per uno scopo. Non cercava il potere fine a se stesso.

«Non mentire a te stesso, Sasuke-kun»


«Taci.»

Sogghigno.

«Ami primeggiare, Sasuke-kun. E poco t’importa il prezzo.»


No, lui doveva solo uccidere Itachi. Questo era tutto.

«Tu non vuoi uccidere Itachi.»


Ah, no?

«Tu vuoi batterlo, c’è differenza.»


Sasuke non la vedeva, questa differenza.

[O, forse, non voleva vederla.]


«Cosa intendi?»

[La curiosità uccise il gatto, Sasuke.]

«Che ti interessa solo dimostrare che sei in grado di batterlo.
Tu vuoi farti considerare da lui, non ucciderlo.»


Sicurezza ostentata, un brivido lungo la schiena.
La consapevolezza di chi sa di essere nel torto.

«In fondo sei un sentimentale, questo è il tuo più grande difetto.»


Non era vero.
Lui non si lasciava andare a stupidi sentimenti.
Lui era impassibile.

«Ed è divertente vedere come cerchi di negare l’evidenza, Sasuke-kun.»


Negare, lui non negava nulla.
Lui vedeva solo la verità.


[Ma sei in grado di ammetterla a te stesso?]

«Il potere…questo è tutto ciò che importa, per te.
Il potere necessario perché tuo fratello ti riconosca.
Perché tuo fratello ti consideri.»


«Sta zitto.»

[Doveva essere morto.
Perché era ancora lì?]

«Non morirò, Sasuke-kun. Lo sai bene.
Resterò qui.
Con te.
Fino al giorno in cui tu stesso non morirai.
O, forse, sei già morto, piccolo Uchiha?»



Sasuke uscì fuori dalla caverna, cancellando le ultime parole del sannin dalle sue orecchie.
Sentiva ancora l’eco stonato di quella voce sibilante nella sua testa; vibrante come una corda di violino tesa fino al punto di rottura, ma non ancora spezzata.
Qualcosa, o qualcuno, lasciò andare la corda.
Il suono, dopo un ridondare continuo e costante, si spense, lasciandolo nel silenzio.
Fu un sospiro di sollievo quello che accompagnò il ragazzo all’esterno, nella zona esperimenti.
Naturalmente, nessuno lo udì.
Perché non gli era permesso esprimerlo.

[«Orgoglio, orgoglio.
Ecco dove ti porta il tuo orgoglio, Sasuke-kun.»]


Ma lui non sarebbe stato come Orochimaru.
No, lui aveva un obiettivo.
Lui doveva uccidere Itachi.
Lui poteva uccidere Itachi.

[Sì, ma era davvero sicuro di volerlo?]


Anche se non lo fosse stato, non lo avrebbe mai ammesso.

[Una vita di illusioni.]


Sasuke Uchiha si illudeva di camminare.
Si illudeva di prendere decisioni.
Si illudeva di vivere.

[Perché un involucro senz’anima non può essere vivo.]


E l’anima di Sasuke Uchiha, il diavolo, se l’era accaparrata tanto tempo prima.

«Continua a camminare, Sasuke-kun, tanto non riuscirai a scappare a lungo.
Non puoi fuggire da te stesso.
Né da me.
Sarò sempre qui, come un amico fedele; un mentore che ti ha reso quello che sei.
Sotto le mie mani sei sbocciato; hai sviluppato al meglio le tue capacità.
Quindi, poco importa quello che farai, ora.
In qualche modo, lo dovrai sempre e solo a me


[Corri, Sasuke, in questa landa desolata.
In questo luogo dove non troverai gioia.
Né dolore.
Né soddisfazione.
Solo un eterno ciclo di morte e rinascita,
perché lui non morirà finché tu non morirai.
E, anche allora, l’ultimo suono che sentirai, sarà quella voce pacata e sibilante che ti apostrofa con sarcastico divertimento: «Avrai sempre bisogno del mio aiuto, Sasuke-kun.»]

«Sempre.»

Un vivo che è stato sepolto.
Un morto che continua a camminare.

You! Hypocrite lecteur!—mon semblable,—mon frère!

This is The Waste Land



Next: A game of chess
 
Continua nel capitolo:


 
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