torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: QUANDO L'AMORE BUSSA...NON PUOI IGNORARLO
Genere: Romantico, Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: princessmalfoy galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/05/2007 21:44:35

Hermione e Draco..così diversi...ma l'amore busserà alla loro porta...e che fare se non aprire?
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Quando l'amore bussa...non puoi ignorarlo

Il sole stava tramontando. Tutti si affrettavano verso le loro case, tornando da un'altra faticosa giornata di lavoro. Era questa la vita quotidiana degli abitanti di Londra, la solita routine.
Una ragazza dai lunghi capelli ricci e ambrati infilò la chiave nella serratura della sua villetta al centro della città: giardino ben curato, uno dei quartieri migliori di Londra. Una vita perfetta, direbbe qualcuno.

Ma non Hermione Jane Granger. Quella vita che aveva tanto sognato fin dai tempi della scuola l'aveva stancata. Eppure era assistente personale del Ministro, un lavoro ambito e desiderato da chiunque. Aveva lavorato sodo per ottenerlo. Ma certi giorni si ritrovava a pensare che aveva solo perso tempo. Non era quello che voleva: stare chiusa in un ufficio, esaminare mille scartoffie, missioni diplomatiche, incarichi importanti e della massima segretezza...
No, quella non era Hermione Granger. Dov'era finita l'azione? Ormai le avventure vissute ad Hogwarts erano un ricordo lontano.

Entrò in casa e mise le chiavi sul tavolino dell'ingresso. Notò che c'erano anche le chiavi di suo marito, Ron Weasley. Anche lui lavorava al Ministero. Ma era un Auror. Insieme naturalmente ad Harry Potter. Anche lei avrebbe voluto quella vita. Ma all'ultimo momento si era tirata indietro.
'Che sciocca sono stata...' si ripeteva continuamente. Tutta la sua vita era uno sbaglio. Anche il suo matrimonio. Credeva che Ron fosse l'amore della sua vita, il suo principe azzurro...tutti sogni..che si erano infranti davanti ai suoi occhi in pochi anni.
Ora, ventiquattrenne, Hermione Granger, viveva in una gabbia, da cui era impossibile uscire. O almeno...lei non ci provava.
"Ron! Sono a casa!"

Suo marito le rispose con un grugnito dalla cucina. Ecco cosa voleva dire. Ecco il perchè di tutte quelle lacrime versate mentre nessuno guardava. La sua vita faceva schifo. Un marito che ormai l'aveva dimenticata...solo un oggetto. Anzi, neanche quello, visto che anche la loro vita sessuale era ad un punto morto. Hermione era sicura che la tradisse. Preparare la colazione, il pranzo e la cena. Ecco su cosa si basava quel matrimonio. Se solo l'avesse voluto, Hermione sarebbe potuta andare via, scappare da quella prigione. Aveva un lavoro perfetto. In qualsiasi momento avrebbe potuto cacciare Ron di casa.
Ma c'era sempre qualcosa che la bloccava. Una voce dentro di lei 'Ferma...'
Non poteva far altro che ascoltarla. Perciò ogni giorno il peso che aveva sul cuore si faceva sempre più grande, la opprimeva. Era quella voce a renderla schiava. Quella voce la svegliava tutte le notti. Lei sperava che una volta sveglia, avrebbe scoperto che tutto quello che aveva vissuto era solo un incubo....che il sole avrebbe cominciato a splendere di nuovo...per una vita migliore. Ma non succedeva mai.
Hermione si diresse in cucina. Ron era seduto a tavola. Mangiava come un animale il pasto che Hermione gli aveva preparato prima di tornare a lavoro nel pomeriggio. Alla riccia venne il voltastomaco. Chi...anzi, cosa aveva sposato?

"Ciao..com'è andata al giornata?" chiese Hermione cercando di fare conversazione. Lui rispose con un'alzata di spalle, poi tornò a mangiare, non degnado la moglie di uno sguardo.
Lei sospirò, poi andò in bagno. Vide il suo riflesso nello specchio. Quasi non si riconosceva. Era un corpo senza più un'anima. Piano piano i suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Non voleva che Ron la sentisse piangere. Perciò, come ogni sera, lanciò un incatesimo sulla porta, per isonorizzarla. Singhiozzava, cacciava fuori tutta la sua rabbia. Una rabbia che avrebbe voluto sfogare contro di lui. Quel mostro che le aveva fatto credere di amarla. Che un giorno aveva cominciato ad ignorarla. Che la tradiva. Che aveva smesso di amarla.

Non ne parlava neanche con Harry. Un fratello per lei. Non riusciva a confidarsi. Temeva che l'avrebbe detto a Ron. Ormai viveva nella paura.
Si asciugò le lacrime ed uscì dal bagno. Senza neanche tornare in cucina per mangiare qualcosa, Hermione andò in camera da letto. Si spogliò e indossò la sua camicia da notte bianca di cotone. Disfò il letto e si mise sotto le coperte. Dormire...sognare...
I suoi boccoli ricadevano sul cuscino formando tante forme sulla federa bianca. Una piccola lacrima pendeva dalle sue ciglia. Hermione la tolse con un gesto della mano. Respirava lentamente, si rigirava nel letto...ma non riusciva a dormire. Di Ron non c'era traccia. Forse si era ubriacato ed addormantato in cucina. Hermione si voltò e controllò l'orologio. Segnava le tre.
Si alzò per scendere in cucina.
Una camomilla le avrebbe fatto bene. Tanto se Ron dormiva non si sarebbe svegliato, neanche con un attacco dei mangiamorte.

'Ora che ci penso...'si disse Hermione scendendo le scale. '...dei Mangiamorte non c'è traccia da mesi ormai...Anche il Ministro sembra essersi tranquilliazzato...ma io ho ancora qualche sospetto. Non possono essere spariti. Voldemort avrà qualcosa in mente...questo è sicuro.'
Arrivò alla porta della cucina. La aprì ma...
"Dov'è Ron?!" esclamò Hermione. Non era lì. Cercò in tutto il resto della casa. Ma niente, non c'era.
"Dove sarà finito? Se fosse uscito me ne sarei accorta..." disse Hermione controllando anche nello sgabuzzino. Non si sa mai. Niente.
Tornò in camera sua. Stranamente non era preoccupata. Anzi...sollevata. Si sentiva un mostro per quello che aveva pensato. Ma era così, e non voleva mentire a se stessa. Si sentiva...libera, almeno per quella notte. Forse il giorno dopo se lo sarebbe trovato di nuovo a casa. Però ora non c'era. Hermione si accorse che era anche solo la presenza di Ron ad infastidirla, ad opprimerla. Ma ora quel peso stava diventando più leggero. Ron non c'era...

Chiuse gli occhi, tranquilla, sicura. Per la prima volta dopo mesi, Hermione dormì un sonno sereno. Ormai il senso di colpa che l'aveva presa quando aveva pensato che Ron avrebbe anche potuto non tornare, l'aveva lasciata.
Dormì, fin quando non sentì la sveglia suonare. Erano le sei e mezza. Doveva alzarsi, altrimenti sarebbe arrivata tardi al lavoro. Il Ministro non ammetteva ritardi, per nessun motivo. Neanche da Hermione, che sgobbava tutto il giorno per lui. Non aveva un briciolo di sensibilità, di comprensione. Infatti non era ben voluto da nessuno al Ministero.

'Brutto bastardo...' si ritrovò a pensare Hermione mentre si vestiva. Non solo si ritrovava Ron quando tornava a casa. Al lavoro doveva anche vedere quel brutto muso, che le fiatava sul collo, non la perdeva un momento di vista. Non che ce ne fosse bisogno, visto che il lavoro di Hermione era impeccabile. Ma lui non accettava nemmeno la perfezione, voleva sempre di più.
'Ora che se lo sente...per una volta che sono tranquilla...un momento! Io sono libera di fare ciò che voglio! Perciò oggi quello si scorda che vado in ufficio! Beccati questa, sfruttatore, sciovinista...'
Il giorno prima non l'avrebbe mai fatto. Ma quella mattina, Hermione, si sentiva bene. Ron non era tornato...e non le importava! Un senso di euforia le percorse il corpo. Quel giorno era per lei, poteva fare tutto quello che voleva! Senza dare conto a nessuno!

Decise di girare per negozi, fare shopping...passare una giornata da vera donna! Andò nello studio di Ron e prese la carta di credito che suo marito nascondeva nella scrivania (non sapeva neanche cosa fosse...figuariamoci se la usava!).
Prese il soprabito e uscì di casa...
Non si accorse però che, un uomo, nascosto nell'ombra, osservava ogni suo passo...la seguiva.
'Non mi scappi...mezzosangue.'


FLASHBACK

"Mio Signore." disse Draco Malfoy, inchinandosi al cospetto di Lord Voldemort. "Mi avete fatto chiamare..."
"Sì, Draco. Ho una missione di estrema importanza da affidarti. Nessuno, ripeto, nessuno, deve venirne al corrente." sibilò la voce fredda del Signore Oscuro. Sedeva su un grande trono di pietra, in una sala fredda e spoglia, illuminata solo da due torce dalla luce verde. Al suo fianco era accoccolata Nagini. Il suo serpente...

"Certo, mio Signore." rispose Draco sempre con lo sguardo basso. Sentì una strana sensazione. Il sangue gli ribolliva nelle vene. Voldemort in persona aveva chiesto di vederlo. E gli stava affidando una missione...e da come parlava sembrava molto importante.

"Ho intenzione di porre il mio dominio su tutto il mondo magico. Per farlo ho bisogno di...informazioni. Devi riuscire ad infiltrarti nel Ministero. Non tu di persona...attraverso qualcun'altro." spiegò Lord Voldemort facendo una pausa. Voleva essere sicuro che Draco avesse capito. Quella missione era troppo importante. Non poteva fallire. Non di nuovo. Questa volta nessuno avrebbe mandato in fumo il suo piano di conquista. Poi riprese.
"Questa persona è l'assistente personale del Ministro." Draco sussultò. L'assistente...

"Hermione Granger?" esclamò Draco guardando Voldemort con i suoi occhi grigi e freddi come una tempesta di neve. Era dai tempi della scuola che non la vedeva, almeno non direttamente. Non si aspettava che l'avrebbe rincontrata. Ma sarebbe stato divertente. Prendersi gioco di una mezzosangue. Aveva anche scoperto che aveva sposato Lenticchia Weasley.
'Sai che matrimonio! Mezzosangue e Babbanofilo!' pensava sempre Draco.

"Esatto, Draco." rispose Voldemort. Un sorriso spietato gli dipingeva le labbra. Gli occhi brillavano della stessa luce fredda delle torce. Draco ricambiò quel sorriso. Non era un sorriso allegro, intendiamoci.

"Il tuo compito è rapire il marito della mezzosangue. Non credo si rivelerebbe un compito semplice rapire lei. E' troppo intelligente. Coglierebbe ogni tua minima mossa. Il marito invece non sembra particolarmente sveglio...non è un granchè come Auror. Rapisci lui e..."

"La Granger farà di tutto per riaverlo." concluse Draco. Aveva capito tutto. La sua mente diabolica era in perfetta sintonia con quella dell'Oscuro Signore.
"Esatto. Molto bene, vedo che hai capito. Non ammetto sbagli, Draco. Soprattutto da te." disse Voldemort sottolineando le ultime parole. Era evidente che si fidava di lui. Era uno dei mangiamorte più spietati. E Draco, di certo, non voleva fare la stessa fine del padre. Non aveva incontrato la morte...peggio. Dopo l'evasione di massa da Azkaban di tutti i Mangiamorte, tra cui figurava Lucius Malfoy, Voldemort li aveva chiamati a raccolta. Non considerava più suoi seguaci quei traditori. Non si era neanche abbassato ad ucciderli. No...dovevano soffrire. Tutti. Li teneva con sè, nel suo castello. Ogni giorni erano sottoposti ad una diversa tortura, sotto gli occhi del loro figli. Tra questi c'erano Draco, Tiger, Goyle e Zabini. Era quella l'umiliazione più grande.

Dopo questo colloquio con Voldemort, Draco ricevette tutte le istruzioni per mettere in atto il piano. Avrebbe agito di notte.


Draco Lucius Malfoy si trovava a Londra, tra i babbani. Tutto questo provocava dentro di lui ribrezzo, odio e ripugnanaza. Lui, un purosangue, tra migliaia di sudici babbani? Esatto. Camminando nell'oscurità, avvolto dal suo mantello, Draco arrivò a destinazione. Aveva studiato bene la situazione, nei minimi dettagli. Sapeva che la casa di un Auror e dell'Assistente personale del Ministro non poteva non essere protetta da decine di incantesimi.

Entrare come se niente fosse sarebbe equivalso a suicidarsi. Perciò, grazie alla grande conoscenza del Signore Oscuro, aveva spezzato tutti gli incantesimi. Nessuno li aveva scoperti. Il primo passo era fatto.

Si smaterializzò in casa. Doveva trovare Ron più in fretta possibile e andare via. Fallire...uguale morire. E lui non voleva deludere Voldemort, nè tanto meno scatenare la sua ira. Fortunatamente la casa era tranquilla.

Attraversò l'ingresso, ed entrò nel salotto. Si passò una mano tra i morbidi capelli biondi che gli ricadevano a ciuffi sulla fronte e pensò con una smorfia di disgusto:

'Arredamento babbano...ma cosa mi aspettavo?' Comunque lì non c'era traccia di Ron, nè di Hermione. Lei non doveva vederlo. Lei era la sua vera preda, lei l'avrebbe portato alla gloria.

Dal salotto passò alla cucina. Anche quella in stile...Babbano. Ed eccolo là. Con la testa rossa poggiata sul tavolo, russava come un orso, Ron Weasley. In una mano aveva una bottiglia di Whischy Incendiario. Completamente vuota.

'Ubriaco...tsk. Sarà più facile del previsto portarlo via.' si disse il biondo. Come previsto si sarebbero smaterializzati. E doveva fare in fretta. L'incantesimo di disattivazione di Voldemort non sarebbe durato ancora a lungo. Con passo elegante si diresse verso il tavolo. Prese Ron sulle spalle.

'Devo anche spezzarmi la schiena...tutto quell'alcol l'ha fatto gonfiare come una mongolfiera. Ma che razza di marito ti sei scelta, Granger? I gusti di una mezzosangue...' pensò Draco, curvandosi per il peso di Ron. Diede un ultimo sguardo alla cucina e, con uno schiocco, si smaterializzò. Ora restava una sola cosa da fare.

FINEFLASHBACK

Hermione camminava per i viali di Londra felice come non mai. Era bastato così poco per riottenere quel senso di libertà e leggerezza che le era tanto mancato? Aveva ricominciato a vivere, come una donna. E se Ron fosse tornato?

'Perchè questo è sicuro.' si disse la riccia guardando le vetrine dei negozi più in della città. 'Non m'importa! Mi ribellerò! Ha finito di tenermi rinchiusa in quella casa. Andrà via, mi farò una nuova vita! Sono ancora giovane e non gli permetterò di infrangere i sogni di una vita! Di certo non è l'unico uomo sulla faccia della terra! Io lo troverò l'uomo della mia vita e sarò felice.'

Tra tutti questi pensieri, Hermione aveva anche deciso di entrare nel negozio. Aveva adocchiato un completino niente male. Se voleva far colpo, di sicuro le sarebbe servito. Notti pazze! Nuovi incontri! Ecco cosa voleva. Tutto quello che non aveva mai fatto. Chiese alla commessa di provare il capo d'abbigliamento.

"Prego. Qui ci sono i camerini." disse gentilmente la donna. Le passò il vestito ed Hermione entrò nel camerino. Altro che camerino...sembrava un salotto!Era grandissimo. C'era anche un piccolo divano dove appoggiare i vestiti, uno specchio stile vittoriano alla parete e una lampada d'oro zecchino su mobiletto di legno intarsiato. Aveva scelto il negozio più costoso della città. Infatti, quando vide il prezzo sull'etichetta, per poco non svenne. Ma...

'Posso permettermelo! Non me ne frega niente!'

Cominciò a sbottonarsi a camicetta di seta blu canticchiando un motivetto. Ma qualcosa la bloccò...Un sonoro schiocco alla sue spalle e un incantesimo sibilato. Hermione si girò di scatto. Davanti a lei c'era nientepocodimeno che...

"MALFOY!" urlò Hermione coprendosi il petto. Ormai aveva la camicetta quasi completamente sbottonata. Lui la fissava con i suoi occhi di ghiaccio, appoggiato alla porta del camerino.

"Granger...non c'è bisogno di fare la pudica con me...figurati se guardo una sporca mezzosangue!" disse sprezzante Draco perfettamente a suo agio. Non vedeva l'ora di darle la "bella" notizia. Aveva isonorizzato la stanza.
Hermione non riusciva a credere di trovarsi davanti a Draco Malfoy, di nuovo, come ai vecchi tempi. Ma le abitudini di entramibi non erano cambiate affatto.

"Vaffanculo!" ribattè Hermione riabbottonandosi la camicetta. "Che cazzo vuoi?" La giornata era cominciata troppo bene.

"Ehi, mezzosangue, non usare quel tono con me." disse Malfoy. Era divertito da quella situazione. Hermione era comunque a disagio. Trovarsi insieme a Draco Malfoy in un camerino di un negozio babbano, non era esattamente cosa da tutti i giorni. Se poi lui era tuo nemico giurato da anni, Serpeverde e Purosangue...bè non c'è bisogno di parole.

"Io parlo come mi pare e piace! E comunque non è una mossa furba presentarti ad un membro del Ministero, visto che sei il ricercato numero principale dopo Voldemort, è chiaro." rispose Hermione a tono. Basta farsi mettere i piedi in testa.

"Non sarebbe una mossa furba, certo...ma io ho qualcosa che potrebbe interessarti." sogghignò Draco notando che la riccia stava cominciando ad innervosirsi. Lo guardava furiosa con i suoi occhi d'ambra. I ricci le ricadevano sulle spalle. La luce soffusa della lampada ammorbidiva i suoi lineamenti e metteva in risalto i riflessi ramati dei suoi lunghi capelli. Draco la osservava. Era cambiata dai tempi di Hogwarts. Dovette ammettere che era diventata una donna molto...affascinante, anche se mezzosangue. Ma non era questo l'importante.

"Parla chiaro, Malfoy...così ti trascino dritto ad Azkaban!"

"Vedo che ti sei data alla pazza gioia ora che quell'ubriacone di tuo marito non c'è." disse Malfoy rispondendo indirettamente. Sapeva che Hermione avrebbe capito a cosa alludeva. Infatti...

"TU!" esclamò Hermione sgranando gli occhi. Ron era caduto nelle mani dei Mangiamorte. Più che per la preoccupazione, Hermione aveva urlato per lo stupore. Un Auror che si faceva catturare come un sempliciotto?? Infatti poi disse:

"Bè, allora ti ringrazio, Malfoy. Ma ciò non togli che ti aspetta un lungo soggiorno ad Azkaban."

"Non credo proprio mezzosangue. Tu ora vieni con me." si avvicinò sveltò ad Hermione, l'afferrò per un braccio e si smaterializzò...
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: