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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: LA SIRENA E IL MEZZO-DEMONE
Genere: Sentimentale, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Autore: rapechan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/05/2007 22:18:02 (ultimo inserimento: 12/06/07)


 
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CAPITOLO 1: STORIE E ORIGINI
- Capitolo 1° -

Salve! mi presento, sono RapeChan e questa è la mia prima ficcy che pubblico su questo sito.
spero sia di vostro gradimento.
BUONA LETTURA


La sirena e il mezzo-demone



CAPITOLO 1: STORIE E ORIGINI

BOSCO DELL’INCANTATORE

Il bosco dell’incantatore, un luogo mistico, abitato soprattutto da demoni e altre creature fantastiche. Nel centro del fitto fogliame si trova un immenso lago, dalle acque cristalline che, sotto la luce lunare, risplendono come pietre preziose. Le antiche leggende narrano che in questo lago, oltre alle svariate creature e demoni marini, abitasse un popolo di mezze-creature, le SIRENE. Creature dagli immensi poteri e dalle profonde conoscenze.



VILLAGGIO MUSASHI

Era passato solo un mese da quando si era messo in viaggio con loro, un monaco, una sterminatrice con il suo demone gatto e un cucciolo di demone volpe; lui, un mezzo-demone, mai accettato né dai demoni né dagli umani, era entrato a far parte di un gruppo alquanto bizzarro.
Si erano incontrati un giorno qualsiasi, così per caso, lungo un sentiero e avevano cominciato un viaggio tutti insieme; non sapeva neanche come mai avesse deciso di andare con loro, avevano caratteri completamente diversi: Miroku era un monaco innamorato del gentil sesso e pervertito; Sango una sterminatrice di demoni dolce e dal carattere forte, sempre accompagnata dalla sua fedele Kirara, un demone gatto che, nelle situazioni difficili, era in grado di trasformarsi in un gran felino, con loro poi, c’era il piccolo Shippo, un cucciolo di demone volpe, allegro e spensierato, mentre, lui Inuyasha era un mezzo-demone dal carattere chiuso e scontroso, ma dietro la sua maschera di freddezza si nascondeva un cuore dolce.
Così diversi con una sola cosa in comune, tutti e quattro erano alla ricerca della Sfera dei Quattro Spiriti; un mistico gioiello, quasi leggendario che, si diceva, fosse ricomparso, solo ora , dopo cinquanta anni dalla morte della sacerdotessa protettrice Kikyo.
In quel mese vissuto insieme, aveva imparato a considerarli come degli amici e quasi, anche se non lo avrebbe mai ammesso, si era affezionato a loro.

I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di un giovane uomo che lo chiamava dalle radice dell’albero su cui “placidamente” riposando.

- INUYASHA SCENDI! DOBBIAMO PARTIRE! – urlò; il diretto interessato non gli rispose, si limitò a scendere dal ramo con un salto per atterrare proprio davanti al monaco.

I due si avviarono fino al villaggio, poco lontano dove trovarono il resto della combriccola ad aspettarli.

- Ce ne avete messo di tempo! Pensavo non veniste più. – disse una ragazza con un pizzico di sarcasmo. – Ma come, mia dolce Sango!? Lo dovresti sapere che non potrei mai lasciarti. – le rispose Miroku avvicinandolesi e allungando la sua mano da polipo sul fondoschiena di lei, che per risposta stampò sulla sua faccia un cinque, talmente rosso che sembrava illuminarsi.
- Ma quando cambierai monaco pervertito? –
- Io penso mai, Inuyasha. – gli rispose il piccolo Shippo.

Appena nel gruppo fu tornata la calma, si rimisero in viaggio alla ricerca di indizi sulla sfera.


BOSCO DELL’INCANTATORE-LAGO DELL’OBLIO

- Kagome-chan! Kagome-chan! – una piccola bambina, o meglio sirena dalla coda di squame arancioni, nuotava frettolosamente cercando di raggiungere una ragazza che le era davanti.
- Oh, piccola Rin! E’ bello rivederti, ma che cosa ci fai qui? – chiese alla bambina che l’aveva raggiunta e cercava di riprendere fiato.
- Kagome-chan, ti stavo cercando già da un po’! –
- E come mai? – fissando la piccola sirena nei suoi profondi occhini castani come i suoi capelli lunghi.
- Io e gli altri bambini del villaggio vorremmo che ci raccontassi una storia. Ti pregoooo!! –disse sfoggiando un grande sorrisone con un “buco”, dovuto alla caduta di un dente da latte.
- Ancoraaaa?!?! Ma non siete mai stanchi di ascoltare delle favole? –
- Ti prego Kagome-chan. Tu sei la più brava tra le sirene del villaggio a narrare le storie, e a noi bambini piacciono tanto! TI PREGOOOO!!!!! –rispose facendole un altro grande sorriso.
- Ok! Va bene! Non posso resistere a una richiesta accompagnata da un così bel sorriso! – rise mostrando una faccia che faceva trasparire la sua rassegnazione. Davanti ai sorrisi sinceri dei bambini non sapeva resistere e loro se ne approfittavano sempre.

Le due si incamminarono ,se così si può dire, tra le vie del villaggio sottomarino, fino ad arrivare a un piazzale quadrato dove, su delle conchiglie grandi come delle sedie, erano seduti gran parte dei bambini, tra cui il piccolo Sota, il fratellino di Kagome.

- Guardate! Rin è riuscita a convincere la sorellona! – gridò felicemente Sota.
- Brava Rin-chan! – disse una bambina dalla coda rosa avvicinandosi all’altra.
- Grazie Yuri. – sfoggiando il suo sorriso, micidiale per Kagome.
- Sorellina, che storia ci racconti oggi? – chiese Sota.
- Non saprei. Cosa vorreste sentire?- alla domanda un altro bambino, dalla coda verde, si alzò dalla sua conchiglia e chiese:
- Kagome-chan, tu sai come mai noi viviamo sott’acqua e non sulla terra come tutti gli altri? –
- Si lo so. Volete sentire la storia della nostra tribù? –
- SIIIIIIIIIIII!!!!! – risposero tutti in coro.
- Bene. Prima di cominciare la narrazione, qualcuno di voi sa già qualcosa sulle nostre origini?-
- Io. – rispose un’altra piccola sirena, dalla coda gialla con alcune squame verdi,timidamente. – Io – riprese – so…che tanto tempo fa noi abitavamo su, all’aria aperta. – Gli altri bambini, ad occhi aperti per lo stupore, si girarono verso di lei fino a quando Kagome non riportò l’attenzione su di se per cominciare a narrare.
- Ciò che ha detto Miki-chan è vero!!- affermò – Molti secoli fa il nostro popolo viveva sulla terra.
“ Noi sirene siamo creature metà umane metà animali ma molti, molti anni fa non esistevamo sotto questa forma.
Vivevamo su, in superficie. Le guerre, caratteristiche di questa epoca, non erano ancora incominciate, le nostre antenate erano curatrici e sacerdotesse mentre i nostri antenati veggenti e monaci. Convivevamo in armonia con la nostra e le altre forme di vita. Le nostre conoscenze, già a quel tempo, erano profonde, a tal punto che gli abitanti del nostro villaggio divennero capaci di modificare il loro aspetto, utilizzando infusi fatti con erbe, acqua e terra.
Molti cominciarono a crederli esseri dagli innumerevoli poteri, donatigli dagli dei. In loro videro la figura dei protettori benevoli.
Con il passare del tempo, i loro poteri crebbero ulteriormente, finirono così a differenziarsi dal resto degli esseri umani; ma come successe nelle epoche precedenti e come ancora succede, le persone o le cose diverse fanno paura.
Una notte gli abitanti dei villaggi vicini a quello dei nostri avi, li attaccarono: bruciarono case, uccisero uomini, donne e bambini, distrussero tutto ciò che gli capitava a tiro. Coloro che riuscirono a scappare, alla distruzione, si rifugiarono nel bosco dell’Incantatore, ma la loro fuga fu bloccata dall’enorme lago, al centro della foresta, e braccati dagli abitanti degli altri villaggi, si ritrovarono chiusi in trappola.
Presi dall’istinto e dal desiderio di sopravvivenza, decisero di buttarsi nelle acque del lago.
Unendo l’acqua con delle erbe magiche, si tramutarono in creature metà pesci metà umani.
Purtroppo, però, dovettero rimanere in acqua per un troppo tempo. Alcuni, nel momento in cui l’effetto dell’infuso svanì, morirono annegati, per altri la trasformazione rimase permanente.
I sopravvissuti fondarono, nel lago dell’Oblio, il villaggio in cui tuttora viviamo.”-

Il racconto terminò e Kagome rivolse lo sguardo sui volti dei bambini e lesse nei loro occhi stupore e ………… ammirazione?! “che strani bambini” pensava, “si entusiasmano così tanto per una narrazione?”.

- Sorellona, che bella storia anche se triste. –
- E’ vero! Sota ha ragione e poi ,Kagome-chan, tu narri veramente bene. –
- Grazie piccola Rin, mi fa piacere vi sia piaciuta. – detto ciò volse lo sguardo verso la superficie dell’acqua da cui traspariva la luce del tramonto. – Oddio! Si è fatto davvero tardi, i vostri genitori saranno in pensiero! Forza, ora tutti a casa, è ora di cena!!-

Tutti si alzarono e, eseguendo l’ordine di Kagome, tornarono a casa.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
lucy93 - Voto: 10/11/08 16:23
Bella continuala presto!
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