ANTEFATTO
- Capitolo 1° -
Ok, sarò anche matta, ma era un mucchio di tempo che volevo scrivere una ff così….^_^Questo è solo l’antefatto, il vivo entrerà dopo…ci tengo a precisare che NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON L’ALTRA MIA “SAGA”!!!! Questa è indipendente…Anche se…Avrei una richiesta da farvi…Posso aggiungerci Frend? Sostanzialmente sarà lo stesso personaggio, solo in un ambiente diverso…ditemelo se posso!!!! Se no devo cambiare un po’ di cose…Sarebbe più difficile, ma non impossibile!!! Ditemi!
Era notte, e nel bosco tutto sembrava tranquillo come al solito.
Ma non lo era.
Qualcuno –Qualcosa?- avanzava, senza fare il minimo rumore. Il suo incedere silenzioso era tale che neppure uno youkai si sarebbe accorto della sua presenza.
Ma in quel bosco non c’erano youkai.
La Creatura rise sommessamente, fu come se il più malvagio degli Oni e un cucciolo umano avessero riso assieme.
Il bosco di faggi e querce fremeva accanto a lui, come partecipe della sua strana ilarità.
D’un tratto rizzò la testa, come frustata.
Il richiamo.
Aveva quasi scordato la sua missione.
Ricominciò a correre, verso quella che sembrava una meta prefissata, al centro della immane foresta, intatta da millenni.
Un umano che l’avesse vista, l’avrebbe ritenuta correre diversi centimetri sopra il suolo.
Forse.
O forse no.
La Creatura, non umana, non youkai, non hanyou, non oni, rise nuovamente, di quella sua strana, paurosa risata.
Aveva svolto il suo dovere al meglio.
Il suo padrone sarebbe stato soddisfatto.
Al centro della foresta, si ergeva quello che alla distanza dove si trovava la Creatura, sembrava un cumulo di rocce.
Man mano che si avvicinava, la vista si schiariva.
Un Dolmen.
Abbandonato ai tempi degli antichi druidi, quando i romani avevano conquistato quei luoghi, si ergeva solitario, al centro della foresta.
Accanto al Dolmen, un Essere attendeva.
Persino uno youkai, a guardarlo, avrebbe storto la vista, e tremato, Egli non apparteneva a questo mondo.
Ma nemmeno ad un altro.
La Creatura gli si avvicinò.
Gli tese qualcosa che aveva al collo, senza parlare.
Le parole erano inutili.
L’Essere allungò una mano, e prese il sacchetto.
Lo aprì.
Per un istante, apparve soddisfatto.
-Sei stato bravo, Erme- Ad un orecchio umano, non sarebbe sembrata una voce, ad aver parlato, forse era un suono di rocce mentre cozzano, o di flutti durante una tempesta.
La Creatura sorrise.
-Grazie, padrone-
-Sei certo di averli presi tutti?-
-Tutti tranne i Loro, padrone.-
-Bene.-
L’Essere infilò una mano dentro al sacchetto, e ne estrasse una manciata di schegge.
Parevano frammenti di un intero, di colore purpureo.
L’Essere li lanciò in aria, insieme agli altri contenuti nel sacchetto.
Essi presero a brillare, e si sparsero in mille direzioni differenti.
Si la Creatura, che L’Essere parvero soddisfatti.
-Ora non c’è più nulla da fare, Erme.-
La Creatura guardò l’Essere suo padrone.
Questi si mosse, forse volando, forse camminando, forse strisciando.
-Vieni, dobbiamo organizzare il benvenuto per i nostri ospiti, stanno arrivando, in fondo.-
La Creatura chiamata Erme lo seguì.
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Foresta Nera, Germania, 15 Luglio, anno 1500, circa
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Come ti è venuto in mente di farli arrivare fino in Germania
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