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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: EROI GLORIOSI
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: whitelion galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/04/2007 00:01:24 (ultimo inserimento: 27/05/07)

E' l'inizio del primo capitolo del mio libro che purtroppo ho smesso di scriver. Però chissà, se magari vi incomincia a piacere, potrei riprenderlo^
 
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RINASCITA
- Capitolo 1° -

D’oro, era quello il colore del materiale con cui era stato costruito il “Castle of Gold”. Interamente. Realizzato solo con oro puro. Non fu un caso che venne chiamato così.
Dietro al castello, fino alla fine dell’orizzonte a nord, s’intravedeva un terreno arido che portava a chissà quale città… se ancora ne era rimasta una. Questo triste spettacolo portava solo pensieri nefasti a chi rimaneva a guardarlo: disperate storie di persone alle quali la vita aveva dato poco, assassini che scivolavano nelle ombre più scure, contorti tranelli e meschini piani o ancora menzogne proferite a gente inerme. Malinconicamente, però, tutto questo faceva da contrasto alla bellezza intorno al resto del castello.
Più a sud, opponendosi alla vista precedente, una torreggiante collina ricoperta da un manto verdissimo, talmente verde, da far sembrare che l’erba vivesse e fosse lei a sospingere i fortunati viandanti che di rado arrivavano fin lassù; quei pochi però avevano avuto il privilegio di accarezzare quel manto e di vedere il Castle of Gold da una visuale privilegiata, accorgendosi ancor di più della sua enorme magnificenza. Pareva come se questo posto, fino a ora, fosse stato protetto da chissà quale magia ma, in realtà, tutto era forse dovuto al fatto che al contrario del resto del mondo qui la guerra non era ancora arrivata.
Ai lati della struttura si estendevano due città, Lasner a Est e Pramel a Ovest. Non erano mai state rivali vivendo in completa armonia, quasi in simbiosi, eppure avevano in totale quasi un milione di abitanti. Sembrava impossibile che andassero tutti più o meno d’accordo!

Forse la maggior parte del merito era dovuto al fatto che commerciavano e si aiutavano fra di loro, e banchettavano spesso all’interno del castello, distante solo pochi minuti.

Fra loro le città erano distanti molte miglia mentre il castello distanziava meno della meta di quel tratto. Per arrivare sino alla fortezza, però, la gente impiegava molto più tempo visto che si trovava su un isolotto circondato da un risplendente ruscello, per attraversarlo erano costretti a percorrere un lungo ma stretto ponte, e vista la grande mole di persone, si veniva a creare un inevitabile effetto a imbuto.

Giunti finalmente sulla piccola isola erano immediatamente diretti verso l’entrata principale, pronti per entrare e festeggiare il più spettacolare degli avvenimenti.
Come oggi.
Il castello era già ornato con bandiere e stendardi bianchi ognuno con un sole dorato al centro, simbolo del casato.
Sotto al sole cocente d’estate la lucentezza dell’oro sfavillava, l’erba brillava a tal punto che sembrava festeggiare anch’essa e il ruscello metteva in risalto, con la sua trasparenza, i pesci che nuotavano sul fondo, in quell’acqua purissima da poterla persino bere.
La gente di Lasner e di Pramel era inusualmente già arriva, perché sapeva che oggi sarebbe stata una festa importante. Come da tradizione.
Esattamente dopo dieci anni di onorato servizio da semplice guardia, soprattutto passati ad aiutare le brave famiglie nei più disparati lavori, visto che gli scontri, i duelli, i tafferugli fino a ora erano stati nulli, il re sceglieva i due ragazzi che maggiormente avessero aiutato le città, e concludeva la cerimonia con l’investitura di una delle più rispettate cariche, rendendoli orgogliosi di diventare dei Paladini. Con tutto ciò avrebbero avuto sempre più doveri da affrontare, infatti già a fine giornata una nuova responsabilità gli sarebbe stata data, sarebbero stati mandati a difendere città più prestigiose. La gente del luogo li conosceva bene, era stata aiutata per ben dieci lunghi anni, li aveva visti crescere da quei lontani dodici anni, età in cui, ancora ragazzini, avevano incominciato a prestare servigio. Tuttavia ormai erano solo ricordi sbiaditi, perché era giunto il momento della festa tanto agognata dai ragazzi ma già tutti sapevano, che al suo termine, ci sarebbero state lacrime sincere e affettuose nel vederli partire per chissà quale missione…
Adesso però, come ricordò anche lo squillare di trombe, si doveva festeggiare, per meditare sul triste addio ci sarebbe stato molto più tempo a fine celebrazione… purtroppo. […]
 
Continua nel capitolo:


 
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