L'INIZIO
- Capitolo 1° -
-ehi! Kairi! Allora vieni anche te domani alla grotta?-
-come potrei mancare?!! Domani sarà passato un anno preciso!-
-già…comunque sai dov’è finito Sora? È da stamani che lo cerco e a scuola non c’era!-
-hai provato a chiedere ai suoi Riku?-
-si…sono andato a casa sua stamattina per fare la strada insieme, ma mi avevano detto che era già partito!-
-forse è all’isola!-
detto questo i due ragazzi cominciarono a correre verso la spiaggia. da li presero una barca e cominciarono a remare nella direzione dell’isola. Arrivati al molo lasciarono la barca e come aveva detto Kairi trovarono Sora. Era sdraiato sulla spiaggia con le mani incrociate sotto la testa e sotto ancora c’era la giacca nera, parte della divisa scolastica, era vestito con dei pantaloni anch’essi neri e una camicia bianca tirata fuori dai pantaloni e sbottonata un po’ al collo. Più in la c’erano lo zaino con sopra una cravatta e a fianco le scarpe. Stava dormendo.
-non dirmi che è venuto qui stamattina e sta dormendo da allora!-
-mi sa di si Kairi!-
la ragazza si accucciò vicino all’addormentato e lo scosse. –sveglia!- urlò.
Lui in tutta risposta si alzò di botto facendo cadere Kairi all’indietro.
-Sora!- si lamentò lei
-s…siete voi!- disse lui stropicciandosi gli occhi.
-si! Siamo noi! Si può sapere perché non sei venuto a scuola?-
-K…Kairi calmati! Se una volta salto non è la fine del mondo…e poi Riku salta un giorno no e dieci si!-
-io sono io e tu sei tu!- si intromise Riku
-bella spiegazione! Dovresti fare il professore!- gli rispose acido l’altro
-ehi Sora, ma che ti prende? Sei arrabbiato?!?-
-no Kairi! Stavo solo ripensando a delle cose prima che tu mi interrompessi!-
-più che pensare stavi dormendo!- disse Riku
-mi sarò addormentato stamattina! Appena uscito di casa sono venuto subito qua!-
-e come mai?- chiese Kairi alzandosi.
-cose mie!- disse lui gentilmente mentre si toglieva della sabbia dai pantaloni. Poi prese la cartella e se la mise in spalla e dopo aver accennato ad un ciao con la mano verso i due amici si avviò verso la sua barca per ritornare a casa.
-mi sembra strano!- disse Kairi guardando l’amico allontanarsi
-si! Ora che mi ci fai pensare è da una settimana che si comporta in maniera strana!-
-vorrei sapere il perché?!?…-
era arrivata la sera e Sora se ne stava sdraiato sul suo letto con le mani dietro la testa e continuava a guardare fuori dalla finestra. “domani è un anno! Un anno dalla sconfitta di Xehanort…la pace nei mondi è stata ristabilita…non c’è più nessuno che rompe e io non sono più il possessore del keyblade…ma allora…perché… perché ho questa sensazione sgradevole! Sento che succederà qualcosa di orribile…” si girò nel letto e cercò di dormire.
Si svegliò di botto. Guardò l’orologio sopra il comodino, segnava le quattro di notte. Come un presentimento guardò verso l’isola –ma cosa?!?…- i raggi di una luce bianca provenivano dalla spiaggia. Uscì di corsa dal letto, si vestì in tutta furia e saltò dalla finestra per dirigersi verso il pezzo di terra.
Una volta arrivato all’isola corse verso la spiaggia. Rimase paralizzato quando vide l’oggetto che provocava quella luce. –perché?- si avvicinò molto lentamente –perché un keyblade?- proprio così! In terra c’era l’arma che Sora aveva usato in quegli ultimi anni. L’unica differenza era che era di colore nero. “prendimi” sembrava dire l’arma al ragazzo che la fissava incantata. “prendimi”
Il ragazzo dagli occhi blu allungò la mano verso l’arma. Un altro piccolo sforzo e sarebbe stata di nuovo sua! –presa!-
Improvvisamente la spiaggia scomparve e divenne tutto buio. Non c’era nulla solo Sora e il keyblade che emanava ancora quella luce bianca. –c…cosa succede?- disse impaurito il ragazzo guardandosi attorno.
-piacere di conoscerti keyblader master!- una voce fredda e cupa fece sobbalzare Sora.
-chi sei?-
-io? Solo un’essenza che vaga per questa oscurità da tempo!-
-cosa vuoi?-
-voglio solo uscire da qui! Ho provato a sfruttare persone, esseri, che usavano l’oscurità come fonte di potere per poter uscire da questa oscurità! Ma ogni volta che si avvicinavano allo scopo veniva sempre qualcuno che li fermava! E indovina un po’!?! questo qualcuno eri tu!-
Sora non sapeva cosa dire. Non riusciva ancora a capire.
-in ogni persona c’è una parte di oscurità! In quella parte mi celo io……io sono l’essenza che da vita all’oscurità! Non ho un nome! Molte persone, come ti ho detto, hanno provato ad usarmi, ma IO gli ho solo permesso di prendere in prestito una piccola parte del mio essere…volevo i loro corpi per uscire da qui! Quando loro si sarebbe uniti completamente con l’oscurità io avrei invaso i loro corpi e sarei uscito da questo oblio!-
-ma…cosa vuoi da me…-
-piccolo umano…! Sei un po’ duro a capire…! Io voglio il tuo corpo per uscire da qui!-
sora si irrigidì.
-l’arma che hai preso e che è tutt’ora tra le tue mani è un keyblade pervaso di oscurità che ti ha condotto da me e che mi permetterà di entrare dentro di te!- l’essenza cominciò a ridere.
Il ragazzo spaventato gettò via la spada, ma quest’ultima cominciò a levitare, come se qualcosa di invisibile la muovesse.
-perché io!?!- urlò Sora senza distogliere lo sguardo dal keyblade
-perché tu sei un essere umano perfetto! Dentro di te l’oscurità è quasi completamente assente!…ti starai chiedendo: ma allora perché? …la risposta è semplice! Grazie a questo keyblade trasformerò tutta la tua luce in oscurità. Sarà così tanta che io potrò entrare nel tuo corpo con una facilità impressionante e tu te ne starai buono e zitto nella tua coscienza…tranquillo…non ti farò scomparire perché se tu dovessi cessare di esistere il tuo corpo sarebbe inutilizzabile! Ho bisogno della tua coscienza che piegherò al mio volere per poter effettuare il mio piano!…non so se mi hai capito…comunque…diamo inizio alla mia rinascita!-
il keyblade cominciò a muoversi molto velocemente e Sora si mise sulla difesa. “pensa! Pensa a un modo per uscire da qui!” continuava a ripetersi cercando di rimanere a mente lucida.
Ecco che il keyblade sferrò il primo attacco e Sora lo schivò all’ultimo momento.
-è inutile che ti opponi! La tua fine è segnata!-
-sta zitto!- urlò il ragazzo dagli occhi blu.
Un altro attacco. Un altro ancora. Il ragazzo era sfinito. Faceva fatica a muoversi, forse era perché quell’oscurità in cui era gli succhiava poco a poco l’energia.
Una distrazione! La rovina di Sora! –AHHHHHHHH- il keyblade era riuscito a centrarlo in pieno cuore
-è fatta!- rise l’essenza. –ma cosa abbiamo qua?- mentre Sora cadde a terra privo di sensi un ombra emerse dal buio e si avvicinò al ragazzo. Gli mise una mano sulla ferita –vedo che dentro di te c’è un altro essere…questo è un problema per me……lo scaccerò via!- detto questo l’ombra si trasformò in fumo e, attraverso il taglio inferto dal keyblade, entrò nel corpo di Sora. Quando tutto finì, prima che la ferita si cicatrizzasse, ne uscì un piccolo globo di luce dorata che rimase a fluttuare nel buio.
Il ragazzo il alzò…non era più lui oramai…fece un ghigno –finalmente! Finalmente posso uscire…- prese il keyblade e il globo che erano di fronte a lui e chiuse gli occhi.
Il buio scomparve e il ragazzo dagli occhi blu si ritrovò sulla spiaggia. –questa…dai tuoi ricordi…si chiama spiaggia! Come sono belli i tuoi ricordi Sora…- disse frugando nella mente del ragazzo -…ah…così l’essere dentro di te si chiama Roxas…non me ne faccio niente…- detto questo gettò il globo a terra che, una volta toccato la sabbia, si trasformò in un ragazzo biondo che stava ancora dormendo. –in questo posto non posso fare niente di interessante…andiamo da qualche altra parte!- grazie al potere dell’oscurità creò un passaggio per un altro mondo e vi entrò per poi scomparire.
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