INCONTRO
- Capitolo 1° -
Si svegliò di soprassalto. Era bagnata fradicia. Ancora quel sogno. Tutte le notti vedeva in sogno un uomo, girato di spalle, con dei lunghi capelli rossi come il fuoco……come il sangue. Non aveva idea di chi fosse, non lo aveva mai visto né da sveglia, né nel sonno…..sapeva solo che ogni notte lo sognava e che la mattina si svegliava con il batticuore e l’ansia a mille.
Fece un respiro profondo e si alzò. Si diresse in quello che doveva essere il bagno della sua piccola casa, composta da due stanze: una con delle coperte per terra, la camera da letto e una con una bacinella con dell’acqua che fungeva da bagno. Si sciacquò il viso e si guardò allo specchio: i lunghi capelli neri cadevano disordinatamente sul viso un po’pallido per il sonno. I grandi occhi viola erano un po’ gonfi per la gran dormita, ma come al solito tristi e vuoti.
Si sentiva sporca fin da quando era piccola………il suo nome era Sha Laira ed era nata dall’unione di sua madre………con suo figlio……..
Sua madre è morta subito dopo la sua nascita, per mano di Doku, suo padre…..l’unica volta che aveva parlato con suo padre, si era fatta spiegare un paio di cose, per poi scappare e cercare di lasciarsi dietro tutto il suo passato, per cercare di dimenticare…..ma ovunque andasse, i ricordi non la lasciavano mai.
Aveva scoperto che Doku aveva un fratello mezzo demone, che la madre odiava fino al punto di cercare di ucciderlo e che per difenderlo, lui stesso aveva ucciso la madre.
Quindi lei aveva un fratello…..o uno zio….non aveva la più pallida idea di come considerarlo.
Per anni aveva vagato di città in città, vivendo in case abbandonate……da qualche mese, ormai, continuava a fare quel sogno e ora si era messa in viaggio per cercare di trovare quell’uomo….
Si pettinò i capelli con l’unico oggetto di valore che possedeva, un piccolo pettinino d’argento che gli aveva regalato il padre e uscì nell’aria fredda del mattino.
Aveva fame, così si diresse nel bosco poco distante dalla capanna dove viveva da qualche giorno, per cercare un po’ di frutta qualche bacca.
Appena arrivata sentì una sensazione strana alla bocca dello stomaco….i denti cominciarono a fremere, insieme alle mani. Gli occhi le si fecero rossi…..aveva voglia……di uccidere…..
Si mise a correre e si diresse verso il villaggio che stava a qualche centinaio di metri dal bosco.
Non era l’unico demone….ce ne erano molti altri….
Uccise indistintamente tutti, demoni umani, cercando di placare quella sete mai provata prima, finchè non sentì un dolore acutissimo alla caviglia e tutto si fece nero.
Quando si risvegliò, si accorse di essere in una caverna particolarmente scura e cupa. Sentiva l’odore di un’altra persona….né umana, né demone…..una dea….non riusciva a vederla però. Se ne stava all’ombra, senza aprir bocca. Sembrava non si fosse accorta della sua presenza, così si alzò e si diresse verso la dea. Appena mosse la gamba destra sentì tintinnare qualcosa. Un’occhiata più attenta le rivelò che nella caviglia aveva….un dispositivo di controllo. Cosa diavolo era successo? Non riusciva a ricordare niente, solo un forte odore di sangue….finalmente riuscì a vedere la ragazza. Aveva i capelli castani e, cosa molto bizzarra, un occhio azzurro come il ghiaccio e uno dorato. Non le era mai capitato di vedere una persona con gli occhi di colore diverso.
“ Come ti chiami?” era molto curiosa di saperlo.
“ Qui le domande le faccio io. Come ti chiami?”
“ Sha Laira”
“ Sha Laira e basta?”
“ Esatto. Quanti nomi deve avere una persona?”
“ Di solito, quando ci si presenta, sarebbe bene dire anche la discendenza!”
“ Bhè, se proprio vuoi saperlo…..sono figlia della madre di mio padre!”
“ Come scusa? Non dire scemenze!”
“ Perché dovrei mentire? È la verità!”
“ E’ assurdo……”
“ Eppure è così! Cos’è successo? Non riesco a ricordare granchè….”
“ Guardati addosso”
Obbedì. I suoi vestiti erano completamente sporchi di….sangue. inorridì. Cosa aveva fatto?
“ Diciamo che hai ucciso, distrutto, stroncato vite solo per il gusto di farlo. Avevi perso il controllo e ti ho dovuta fermare” il suo tono era quasi divertito, come se non le importasse nulla di tutte quelle persone morte….
“ Non riesco a ricordarmelo……”
“ I casi sono due: o sei stupida e soffri di perdita di memoria a breve termine, oppure il dispositivo di controllo ti ha fatto dimenticare. Purtroppo però, non è la prima volta che metto un dispositivo a un demone e quindi so che è normale non ricordare. Chiariamo che questo non esclude la prima ipotesi!”
Si alzò in piedi. Alla luce soffusa di un piccolo fuocherello che scoppiettava vicino alle ragazze, Laira notò che la dea era completamente vestita di nero.
“ Ti ho dovuta fermare perché ti devo portare dietro per qualche giorno alla ricerca del sutra del cielo demoniaco, posseduto da Genjo Sanzo Hoshi. Perciò, cerca di stare brava e di non starmi fra i piedi. Mi aiuterai a uccidere un po’ di gente Là ci sono dei vestiti di ricambio e poco distante un fiume. Lavati e cambiati, partiamo subito”
“ Io non voglio uccidere nessuno!”
“ Ascolta bene: nella vita o uccidi o vieni ucciso, non ci sono vie di mezzo, non esistono compromessi. Decidi tu quello che ritieni più giusto o facile!”
Stava per uscire. C’era ancora una cosa che doveva sapere…..
“ Come ti chiami?”
“ Son Kira”
“ Son Kira e basta?”
“ Son Kira figlia della terra!”
Uscì dalla caverna e se ne andò.
Laira prese i vestiti di ricambio, un paio di pantaloni marroni e una camicia bianca, si diresse verso l’uscita e pensò: “ Bhè, perché no? Ne posso approfittare per cercare quell’uomo e per stare un po’ in compagnia. Sono un po’ stufa di stare da sola!!!” e seguì Kira.
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