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- Capitolo 1° -
Un giorno soleggiato di primavera le dissi:<<Chi ti avrà sarà l’uomo più fortunato del mondo!>>.
Lei arrossì, abbassò lo sguardo e sorrise. Quel sorriso bellissimo, perfetto e amorevole.
Per quanto potessi desiderare con tutto me stesso che fossi io quell’uomo ero consapevole che non era possibile.
Amico della ragazza perfetta, amico della ragazza del mio migliore amico. Capita sempre così. T’innamori dell’impossibile.
Sapevo che da un bel po’ le cose non andavano bene tra di loro. Litigavano spesso e finiva con lui che se ne andava: mani in tasca, testa incassata sulle spalle e schiena ricurva; mentre lei correva via verso casa sua. La immaginavo gettarsi sul letto e sciogliersi in lacrime, finchè un messaggio di scuse le illuminava il volto.
In quei momenti mi sentivo male per lei quasi fossi stato io a ferirla. Diventavo scontroso con Davide che mi raccontava delle loro litigate, ma lo ascoltavo in silenzio senza obbiettare mentre nel mio piccolo rodevo di rabbia.
Si lamentava del carattere stralunato e stravagante di Eleonora.
Come non poteva vedere quanto fosse unica, speciale e meravigliosa la sua ragazza? E quanto fosse fortunato ad averla? Io la desideravo ma per rispetto del mio amico Davide non mi avvicinavo nemmeno a lei.
Un giorno era al bar di fronte alla nostra scuola. La vidi dalla finestra e corsi via per assaporare i minuti in cui lei aspettava da sola il ragazzo, immaginando d’essere io il suo principe.
Mentre scendevo dalle scale della scuola sentì una risata starnazzante e alzai lo sguardo. Davide aveva un braccio avvinghiato alla spalla di Gabriella, le cui mutandine erano in bella mostra sotto la gonna ristretta. Vidi Davide sbirciare nel top ristrettissimo il seno prorompente.
Uscii pensando di chiudere un occhio sul comportamento di Davide e mi concentrai solo su Eleonora.
La vidi. Aspettava in un angolo. Sguardo acceso ed era in trepida attesa. La guardai mentre alzava lo sguardo verso il cielo e sorrideva alle nuvolette bianche come la panna.
In quel momento una rabbia repressa esplose nel mio cuore. Mi sembrava veramente felice di aspettare il suo ragazzo mentre quest’ultimo era con un’altra ragazza e le guardava avido il seno.
Mi misi a correre verso di lei e finalmente realizzai ciò che avevo tanto sognato. La baciai di sorpresa.
Lei mi guardò con smarrimento e sorpresa, poi vidi che i suoi occhi lentamente si posarono dietro di me.
Sentii una fitta pesante nel mio cuore immaginando cosa c’era alle mie spalle.
Le vidi il dolore attraversarle gli occhi verdi. Le lacrime le salirono agli occhi e li rendevano acquosi e brillanti. Il verde divenne smeraldino. Anche quando piangeva era bellissima.
La strinsi a me con foga e le coprì la testa in modo che non vedesse più quello spettacolo.
Sentì Davide dire:<< Oh oggi la mia ragazza non è venuta! Beh tanto meglio! Gabriella, amore mio, che ne dici di una capatina a casa mia?>>
Fu lì che lei si sciolse.La sentii stringermi con forza. Pianse a lungo e io a lungo rimasi lì stretto a lei in modo da sanare quella grande ferita sanguinante.
<<Io…>> mi sentii dire ad un tratto. <<… ti amo! Ti ho sempre amata!>>
La sentii fremere.
Le presi il volto tra le mani mentre lei tentava di divincolarsi perché sapevo che non voleva farsi vedere mentre piangeva.
<<Io saprò essere migliore di lui! Ti darò la felicità!>> dissi io con superbia, però il mio tono era naturale e amorevole.
Scrisse sul suo diario: <<Chi mi avrà sarà l’uomo più fortunato del mondo!>> e dopo vari puntini di sospensione seguitava il mio nome.
Fui fiero e lusingato quando i suoi genitori mi porsero la pagina del diario aperta. Me lo regalarono perché era pieno di pagine dedicate a me.
Tranne la prima e l’ultima. La prima era di quel giorno di quando Davide l’aveva tradita. Era una pagina piena di odio.
Nell’ultima una frase soltanto. “Mi dispiace!”
Chi ti avrà sarà l’uomo più fortunato del mondo. Mia cara ti devo smentire. L’uomo che ti ha avuto veramente… è Dio.
Guardo la fredda pietra bianca davanti a me; sotto al tuo bellissimo sorriso c’è scritto: “Dio ti sei ripreso l’angelo più bello! Dio non sai quanto tu sia fortunato!”
Quella frase è mia.
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