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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: TAIYOU NO GETSUEI
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: kamisan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/04/2007 19:05:20 (ultimo inserimento: 25/12/07)

una nuova e misteriosa donna nera entrerà nella vita dei nostri amici... chi è? e sopratutto... cos'è? leggetela c'è anche sessho!!
 
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LA DONNA NERA
- Capitolo 1° -



CAPITOLO 1



La Donna Nera



La cupa notte era scesa silenziosa su quella terra di demoni e di maledizioni. Tutto in quel paese era misterioso, affascinante è allo stesso tempo pericoloso. Fruscii di alberi, strani e cupi rumori, occhi rossi nell’oscurità, davano al luogo un’impressione ancora più terribile. Una raduna si apriva tra gli alberi della foresta, impregnata da un gas letale per gli esseri umani e per gli animali; infatti decine di bestie giacevano per terra, morte.
Ospitava, indubbiamente a giudicare dalla malsanità del luogo, uno youkai di media potenza. Si sentiva in lontananza il suono ritmico di passi leggeri e vellutati, ma allo stesso momento decisi. Una donna dai boccolosi capelli biondi camminava in modo fiero e deciso, tra le carcasse degli animali morti a causa del gas. Aveva un potere straordinario, e una forza spirituale enorme, però possedeva anche il potere demoniaco. Che strana combinazione… Era vestita con un pesante mantello nero, oramai strappato in più punti a causa dei rovi presenti nella foresta, e solo il viso era ancora totalmente nascosto a causa di uno strano velo nero, che non serviva certo a proteggerla dal gas. Era fatto appositamente per coprire il volto. Alcune ciocche cadenti di capelli, facevano capire che era bionda. Gli abiti che portava sotto il mantello, anche se si vedevano davvero poco, erano decisamente stravaganti, ottimi per combattere, ma li descriveremo successivamente insieme al carattere e all’aspetto della ragazza. Per ora basta dire che portava con sé, due potenti spade. Una la stava impugnando, tenendola dritta davanti a sé, in allerta assieme a tutti i suoi sensi, attendendo la venuta del nemico. L’altra era riposta in un fodero bianco e azzurro.
La spada che teneva nella mano destra, emanava un’aura demoniaca per niente indifferente, ed aveva la forma di una lingua di fuoco, oltretutto di un colore rosso acceso. L’altra spada, legata alla sinistra della sua cintura (costruita con pelle di okami-youkai, molto resistenti nd La direzione), era ancora più potente della prima. Questa era a forma di mezzaluna, o almeno così sembrava a giudicare dal fodero che la conteneva, ma emanava un energia che non sembrava demoniaca, potente ma indecifrabile. La donna continuava a camminare da sola, al centro della raduna, per niente toccata dal gas velenoso. Per di più respirava come se fosse la prima volta che lo faceva, a giudicare dalle ampie boccate d’aria, udibili al di sotto del velo. In verità stava catturando l’odore dello spettro, attraverso il gas tossico. Ora riusciva a sentirlo distintamente.
Il fetore del demone, mescolato all’acido e all’odore della morte, era nauseante.
La donna storse il naso in una smorfia disgustata. Odiava i serpenti, erano gli esseri più viscidi ed infidi mai creati, ma quell’essere aveva già ucciso diversi uomini e donne nei villaggi vicini, quindi andava eliminato, punto e basta.
Il suo era un viaggio solitario, ma molto spesso non poteva fare a meno di immischiarsi con gli umani. Perché poi faceva tutta quella fatica… bah! Comunque doveva mettere il ribrezzo da parte, o usarlo come arma per sconfiggere il nemico. Inoltre adesso l’aveva fatta davvero arrabbiare.. ma spieghiamo le cose dall’inizio.

Da un po’ di tempo le giungevano voci di un potente hebi-youkai distruttore di campagne e villaggi, terrore degli esseri umani. Si dicevano cose incredibili su di lui. Che era un demone spaventoso, che uccideva solo con lo sguardo, che inceneriva alberi e case con uno schiocco della lingua, che sparava fulmini dal culo, ( I serpenti hanno il culo?? ODDIO! By ely) bla, bla, bla… ecc ecc. Come si è potuto intuire, cari lettori, lei non credeva a metà di quelle parole.
I ningen non erano i migliori nel campo della forza, né dell’affidabilità. Probabilmente era uno stupido demonietto, che sapeva fare qualche giochetto di prestigio, ed era riuscito ( impresa non troppo difficile, a suo parere) a spaventare i ningen. Poco tempo dopo l’inizio delle ricerche dovette ammettere, purtroppo, che si sbagliava e che, per una volta, i ningen dicevano il vero. Passò in diversi villaggi, che si diceva fossero stati attraversati dal demone, e ciò che vide non le piacque affatto.
Era davvero il distruttore che le avevano descritto. Non una casa si salvava, il terreno dove passava diveniva nero come la pece e la maggior parte degli abitanti moriva durante gli attacchi. Doveva fare qualcosa. Inoltre, c’era qualcosa che non le quadrava in tutta quella storia…. Quei villaggi erano troppo silenziosi… anzi eccessivamente silenziosi… non era normale. Inoltre c’erano sempre molti morti, ma non sembrava che il demone avesse interesse a cibarsi delle loro carni. La notizia che gli diedero successivamente, in un altro villaggio appena attraversato dal demone, fu sufficiente per far crescere il suo disgusto e a farle capire cosa c’era che non andava. Era arrivata, in una mattina dove una pioggia torrenziale batteva contro il suolo con violenza, e lo aveva visto. Tra tutti i villaggi, era quello ridotto peggio. In giro vide circa cinque uomini, in tutta quella distruzione, povertà e morte. Stavano scavando delle fosse per deporre i cadaveri dei loro cari. Quel dannato demone era passato di lì come la morte in persona. Si morse un labbro mentre delle lacrime di commozione e compassione, minacciavano di cadere. Il dolore di quei pochi ningen rimasti era quasi palpabile. Quello schifoso… Molti di loro avevano gli occhi ancora striati di lacrime. La rabbia contro il demone, e la voglia di andarlo a cercare per ucciderlo all’istante cominciò a fare a botte con la compassione verso quei poveretti, e la voglia di rimanere per aiutare. Alla fine trovarono un accordo e lei iniziò a frugare nelle tasche del mantello, alla ricerca di qualcosa di prezioso o di utile per ricostruire il villaggio. Così non avrebbe dovuto fermarsi a lungo, ma li avrebbe comunque aiutati. A volte si stupiva della sua intelligenza… ( capirai!! Ooops! Scusate l’interruzione… by ely).
Dopo poco trovò un sacco pieno di monete d’oro, che si era dimenticata di possedere. Solitamente le unica cose che comprava dagli umani erano stoffa, per fabbricarsi dei vestiti, e armi nuove. Per il resto i soldi umani non avevano valore per lei. Ma, di recente,aveva salvato una piccola cittadella (rarissime a quei tempi) da un’epidemia di peste. Era decisamente brava con i rimedi naturali, e non le era stato difficile sconfiggere la malattia. Lei non aveva voluto niente in cambio, ma provate voi a discutere con quei testoni di ningen. Alla fine, per norma di buona educazione, aveva accettato, anche se piuttosto riluttante. Raggiunse uno degli uomini che stavano scavando e si fermò, davanti a lui. Sembrava il meno distrutto dopo quella tragedia, infatti aveva, impresso addosso, poco dell’odore perforante delle lacrime.
- Perdonate se vi sto disturbando, in un momento così triste, con la mia richiesta- chiese, dopo un leggero inchino, in tono rispettoso e gentile– ma vi devo chiedere dove posso trovare il capo villaggio, dato che mi servono alcune informazioni… - disse con un sorriso da far sciogliere la neve, anche se l’uomo non lo poteva vedere, a causa del velo.
Notando una notevole, per non dire totale, mancanza di reazioni da parte del ningen, che non aveva ancora smesso di scavare e di guardare fisso il nudo terreno, aggiunse, in tono improvvisamente serio:
- Prometto che ucciderò senza pietà lo youkai che a fatto tutto questo e che vendicherò i vostri cari-.
Il ningen, che non l’aveva ancora guardata in faccia, osservò il terreno ancora per qualche istante e poi alzò il capo e la fissò. Era poco più di un ragazzino, guardando il viso, ma il corpo e l’odore erano quelli di un uomo già formato. Questo l’aveva confusa, ma ora guardando il volto ancora rotondo e infantile e gli occhi arrossati dal troppo pianto, non c’erano dubbi sulla sua età: aveva, più o meno, undici anni. Evidentemente aveva pianto così tanto nei giorni precedenti, che ora non aveva più lacrime. Eccola spiegata, dunque, la mancanza dell’odore del pianto. Le venne l’impulso di abbracciarlo e di sussurrargli parole di conforto, ma si trattenne. I suoi occhi sembravano vuoti, e senza anima. Si sforzò di dire qualcosa di rassicurante, ma non le uscì niente. Il dolore del ragazzo, in quel momento, andava ben oltre le lacrime.
Lui annuì, come annuisce una bambola, e la portò dal capo, uno dei cinque uomini che scavavano fosse per i loro morti. Il capo-villaggio ( uno dei pochi sopravvissuti) le comunicò, dopo averle offerto un the squisito come piccolo ringraziamento per i soldi da lei donati, con tono solenne e triste, che il demone prediligeva i bambini, e ne aveva uccisi in tutti i villaggi. Dopo averli divorati uccideva senza pietà anche gli adulti, ma senza mangiarli. Lui e i tre uomini più il ragazzino, che gli disse era suo figlio,si erano salvati per puro miracolo, essendo andati via, lui con la piccola scorta di uomini fidati, dal villaggio per qualche tempo, richiamato da urgenti questioni da risolvere con i soldati umani, che stavano portando la guerra anche lì. Sua moglie, la sua bambina, e gli altri suoi due figli, erano morti. Saputo ciò abbandonò il villaggio, verso altre mete, intrisa di rabbia e di tristezza.
La mattina seguente una donna, vestita con un lungo mantello nero che le copriva il corpo e con un velo, anche questo nero, che le schermava il viso, si presentò ad un villaggio lì vicino, e affermò, senza accettare alcun compenso, di voler uccidere il demone, che molto probabilmente li avrebbe attaccati, al massimo, l’indomani. Infatti, in quel territorio, era l’ultimo villaggio rimasto in piedi. Lei aveva fatto di tutto per ridurre la sua aura, fino quasi ad annullarla. Facendo così, lo youkai sarebbe arrivato al paesino, senza alcun dubbio o preoccupazione. I contadini rimasero alquanto perplessi di fronte a questa sua gentile proposta. Non era troppo semplice?
Divennero, in poco tempo, guardigni. La condussero, fissandola sospettosi, nella capanna del capo, e lì cominciarono a discutere, tutti insieme, sul da farsi. Alcuni volevano fidarsi, altri la volevano cacciare, altri erano indecisi, altri ancora erano perplessi da quel modo di fare così misterioso e dal fatto che non voleva lasciar vedere il viso. Che cosa nascondeva sotto il velo? Magari una maledizione che li avrebbe colpiti, come la peste, loro ed i loro figli, magari un essere spietato che li avrebbe uccisi tutti, dopo lo youkai, o magari solo un’impostora. Ma su una cosa, tutti erano d’accordo: quella donna non era umana, ma non sembrava neanche un demone. Allora cos’era? Altre discussioni. Andarono avanti per più di due ore. Alla fine decisero di interrogare la diretta interessata, che era stata immobile come una statua senza proferir verbo, per tastare la sua attendibilità.
- Allora dicci, donna… qual è il tuo nome?- chiese pacatamente il capo villaggio.
Lei alzò lievemente la testa, coperta da quello strano velo nero, e fissò il capo, con sguardo limpido. Aveva due occhi bellissimi, color verde acqua, più unici che rari. Rivelarono un’anima misteriosa, quanto pura, selvaggia, quanto amorevole. Un bel controsenso. Gli uomini si persero nel colore di quegli occhi. Ma la risposta che venne loro data ruppe definitivamente la magia.
-non sono tenuta a dire il mio nome, se volete fidarvi bene se no morite pure.- disse lei con voce fredda che zittì, finalmente, quegli stupidi esseri umani. I ningen erano veramente sospettosi e irritanti. Ma perché diavolo li aiutava? Non lo sapeva nemmeno lei. Era come un istinto per lei proteggerli. Quasi un istinto materno.....
Un altro mistero del suo essere. Dopotutto lei non l’aveva mai neanche conosciuta sua madre, eppure aveva un istinto materno verso gli umani e i bambini, che aveva dello spaventoso.
Inoltre non era nemmeno una di loro. Allora cos’era?? Nagiki lo sapeva, lo aveva sempre saputo, ma nemmeno in punto di morte glie lo aveva voluto dire, ma l’aveva lasciata con un misero,
“Un giorno lo saprai.. e lo accetterai. Ora non sei pronta”. Poco dopo era morta, senza un lamento. La sua Nagiki.. lei era stata la sua mamma, la sua allevatrice. Quando era morta, lei era un bambina, eppure aveva già cinquantanni suonati, se non di più.. Come mai era ancora una bambina?? Non lo aveva mai capito. Aveva anche cominciato a pensare di essere un demone, ma la cosa le suonava reale solo in parte. Era vero aveva la loro stessa agilità, riusciva a fiutare odori a chilometri di distanza, aveva una vista da falco, piccole zanne al posto dei denti, artigli che le ornavano le mani, come armi indispensabili e potenti….. ma sentiva che c’era dell’altro.
Forse, un altro mistero da svelare, su se stessa. Lei era partita, in quel lungo e faticoso viaggio, per scoprire qualcosa sui suoi genitori e sul suo potere, per ora senza successo.
Si sentì osservata con insistenza, così alzò il capo. I ningen si stavano riprendendo dalla risposta glaciale da lei data, e ora la guardavano con astio… e stavano tornando alla carica. In particolare uno, con un discreto potere spirituale, avrebbe parlato da un momento all’altro, accusandola, se lo sentiva…. “Bene, per finire anche veggente… di bene in meglio!” pensò con rabbia. Aveva anche questo potere. Avvertiva, anche se debolmente e solo certe volte, cosa stava per accadere.
- E chi ci dice, donna- domandò freddamente, il ningen con potere spirituale,che sembrava, guardando le rughe e i capelli, uno dei più anziani – che tu non voglia solo rubare i nostri averi, durante la confusione della battaglia? Abbiamo udito di diversi ciarlatani che approfittano della situazione…- finì l’anziano, guardando di sbieco la ragazza, come per valutarla. Tra la folla ci furono diversi mormorii di approvazione.
La donna, che fino a quel momento era stata seduta attendendo il responso, si alzò, tra lo svolazzare della sua veste.
Guardò tutti i presenti nella piccola capanna, ad uno ad uno per poi fissare l’uomo.
- Potete fidarvi di me- disse semplicemente parlando con voce cristallina., con un sorriso sulla bocca carnosa, che nessuno vide - o potete morire sotto le zanne del demone. A voi la scelta.- aggiunse in tono molto più freddo. Poi proseguì, in tono appassionato e irritato
-A me non interessano i vostri beni ma salvare i vostri piccoli, e non mi chiedete il motivo perché non lo so.- aggiunse guardando le facce scettiche degli uomini più giovani - Ma devono rimetterci la loro vita, a causa della vostra ottusità? Provate a pensarci invece di litigare tra di voi in un modo così stupido! Non capite che perdiamo solo tempo? Il demone non starà qui ad aspettare i vostri comodi! Ma attaccherà, distruggerà e ucciderà tutti voi ed i vostri bambini. Ho visto cosa è successo negli altri villaggi, ed o trovato solo qualche raro sopravvissuto per grazia dei Kami… se volete finire così a voi scegliere, ma non dite che non eravate stati avvertiti - disse ciò tutto di un fiato, e, dopo un ultimo sguardo di fuoco, si risedette, e tornò a rappresentare una statua di sale. Il silenzio perdurò nella stanza, come un colpo di fucile. Lei sospirò, affranta. Sapeva di avere un carattere assurdo, terribilmente lunatico e umorale. Doveva usare più tatto.
“ Comunque credo di aver raggiunto il mio scopo…” pensò, ora divertita, guardando le facce sconvolte dei ningen.
- Beh, cari compaesani..- disse il capo villaggio, sempre con la sua voce misurata, anche se ancora intrisa di perplessità di fronte a quell’improvviso scatto d’ira e di fronte alle cose dette dalla giovane – Visto che non sembrano esserci altre soluzioni.. direi che ci conviene fidarci. Pensiamo, prima di tutto alla salvezza delle nostre famiglie. Dico bene Okaiji-sama?- chiese, con sguardo interrogativo, rivolto all’anziano che prima l’aveva interrotta e che ora continuava a valutarla con lo sguardo, in silenzio. Il cappuccio le schermava il viso dal suo sguardo indagatore, ma sentiva che ci si poteva fidare della ragazza. Inoltre aveva un potere straordinario…. Sembrava un miscuglio tra più poteri, ma gli unici che riusciva bene a distinguere erano quello spirituale e demoniaco. Ma com’era possibile? “I demoni non hanno poteri spirituali di nessun tipo, è risaputo…” pensò sbigottito. I suoi compaesani non se n’erano accorti, ma lui lo poteva avvertire, essendo dotato di poteri spirituali. Era senza eguali, ma sembrava che lei non se né fosse ancora accorta, infatti ne usava solo una minima parte. Un vero peccato… Fatto sta che, a lei, cosa accidenti le poteva importare dei beni di un misero villaggio? O delle vite dei suoi compaesani? Niente.
- Sono assolutamente d’accordo, Koygiro-sama.- sentenziò, dopo qualche minuto.
Gli altri non poterono che arrendersi a quella possibilità. Dal canto suo la ragazza era contenta che avessero finito di parlare. Era stanca ( era una settimana che non dormiva e che quasi non mangiava, quindi aveva perso molte energie) e le loro discussioni le stavano procurando un gran mal di capo. Voleva solo dormire e farsi un bel bagno caldo, in attesa della battaglia dell’indomani. Lì avrebbe pensato a come e dove nascondere i bambini.
La stavano, finalmente, conducendo nella capanna appositamente preparata per lei, attraverso i prati, quando ci fu un rombo in lontananza ed il cielo divenne rosso sangue. Sentì distintamente la presenza di un’energia demoniaca abbastanza potente, verso nord. Si stava avvicinando velocemente. La cosa strana era che non se n’era accorta prima. Forse il demone si era, in qualche modo, materializzato dal nulla? Probabile.
“ Non c’e tempo di portare via i bambini” disse una voce razionale dentro la sua testa, seguita da una leggera preoccupazione. Era sicura che l’avrebbe battuto nel giro di qualche secondo, ma se il demone faceva qualche mossa improvvisa… inoltre sembrava abbastanza potente. Aveva bisogno di almeno cinque minuti per essere pronta.
- Ehi, tu!!- urlò ad un uomo lì vicino – dì al capo villaggio che ci metterò qualche minuto per prepararmi.. e per non far correre rischi ai bambini.- aggiunse guardando uno spaventatissimo ningen - intanto cercate di proteggerli come potete, intesi? E state tranquilli tornerò tra poco e ucciderò il demone.- disse con voce calda e forte. Il suo viso era coperto,ma l’uomo sentì distintamente il calore di un sorriso provenire da lei.
Il ningen, dopo un attimo di panico alla notizia che sarebbe passato qualche minuto prima del suo intervento, si rilassò nel sentire la voce sicura e rassicurante di lei, ed annuì, obbedendo all’ordine. Lei prese una sua sacca e si diresse, con un’ agilità a velocità da far invidia ai più potenti demoni, verso il boschetto. Doveva coprire il suo corpo di una pozione di sua invenzione, così sarebbe risultata invisibile agli occhi del demone e inodore per il suo naso. Anche la sua aura si sarebbe ridotta, anche se non del tutto.
“Meno rischi per i bambini e più sicurezza di una vittoria immediata” pensò febbrilmente. Intanto acuì tutti i sensi per capire se il demone aveva già attaccato. Si tolse il mantello ed iniziò a spalmare una sostanza incolore su ogni centimetro del suo corpo. Infine si rimise il mantello ed il velo, dopo averli accuratamente spalmati con la sostanza. Fatto ciò, rimise tutto, alla rinfusa, nella borsa, e scattò verso il villaggio. Il motivo del velo e del mantello era che spesso il suo aspetto le causava qualche problemino con il sesso maschile. Quindi li aveva adottati come soluzione, e per non avere intralci nel suo cammino, per scoprire la sua vera natura.
Intanto, lo youkai, una manciata di secondi dopo la sua corso verso il bosco, sfondò la piccola e fragile barricata costruita dagli uomini e li guardò, con arroganza, dall’alto in basso. Era davvero uno youkai-serpente enorme, come minimo quindici metri solo in altezza. Ma la grandezza non è una garanzia di potenza. Possedeva due enormi occhi giallo-gatto, la pelle era squamosa, il corpo forte e flessuoso.
Mostrò agli uomini un sorriso a trentadue denti, anche se i denti erano lunghissime zanne ed il sorriso era, più che altro, un ghigno strafottente. Ci fu, tra i ningen, un brivido di paura generale.
Poi lo youkai parlò, con voce arrogante e imperiosa.
- Datemi subito tutti i vostri figli piccoli, e vi risparmierò la vita mentre a loro…- qui ebbe uno scintillio folle e puramente demoniaco nelle iridi gialle – prometto una morte veloce ed indolore- concluse accentuando il ghigno.
Qui parecchie donne lanciarono dei gridolini isterici e cominciarono a piangere, stringendo convulsamente i bambini, che erano stranamente immobili e silenziosi, quasi la cosa non li riguardasse.
Un uomo, tra i più giovani replicò con voce tremula, ma decisa: - Da noi non avrai nemmeno un bambino, viscida serpe!!- gli altri annuirono, alcuni vivacemente altri più timorosi ad esprimere la loro opinione in merito. Molti di loro si guardavano nervosamente attorno, cercando di scorgere la misteriosa ragazza.
Il demone non perse affatto il suo falso sorriso a questa risposta.
- Bene quand’è così…- disse in un sibilo, propriamente serpentesco – morirete tutti!!- sbraitò, ora totalmente folle. Si lanciò a capofitto, con le fauci spalancate, verso l’uomo che gli aveva rivolto la parola, ma quello ebbe i riflessi abbastanza pronti, da spostarsi in tempo. Dopo un po’ di attacchi il demone perse interesse e cominciò a sibilare quello che sembrava un incantesimo. A poco a poco i bambini, che già erano diventati strani dal momento della venuta del demone, ora sembravano senza intelletto. Avevano uno sguardo vitreo e assente, mentre si incamminavano verso lo youkai, che continuava a sibilare. Le madri cercavano, con urla isteriche, di trattenerli e correvano verso di loro per tentare di acchiapparli e portarli via con la forza. Ma i bambini erano circondati da una barriera demoniaca che le sarebbe stata fatale.
- Ferme pazze!!- urlò una voce di donna, anche se fu distinguibile soltanto un ombra .
La donna dagli occhi verde acqua non sembrava più lei. Era ricoperta in tutto il corpo da una sostanza trasparente e appiccicosa, che sembrava sudore, e gli occhi brillavano, demoniaci, di una luce assassina. Corse verso le donne, cercando di fermarle, prima che toccassero la barriera. Incrociò febbrilmente le mani sul petto, in un gesto istintivo che nemmeno lei capì, e da lì proruppe una potentissima energia che avvolse le donne, creando attorno a loro una barriera spirituale molto forte, e i bambini, distruggendo la barriera impura, e proteggendoli da improvvisi attacchi e da loro stessi.
Lanciò all’ hebi-youkai uno sguardo furioso e sanguinario, subito dopo seguito da un’occhiata delusa.
- Tutto qui?- chiese lei in tono sarcastico – e TU saresti il temutissimo youkai? Sono davvero delusa… sei solo molto grosso, ma di potere effettivo…- concluse sfumando delicatamente la voce e osservando, divertita (ma anche disgustata) il demone, che ora, aveva degli occhi rossi di furia.
- Come osi stupida…- ma si fermò. Stava per dire “ningen” ma si dovette ricredere.
La rabbia non lo aveva fatto osservare la donna, o meglio il suo potere dato che lei era invisibile. Aveva un potenziale potentissimo dentro di lei anche se si vedeva che stava cercando di contenerlo. Una combinazione tra più poteri. Non si sarebbe di certo fermato ad indagare su quali fossero. Doveva fuggire e subito. Avrebbe potuto polverizzarlo in un istante, usando una minima parte del suo potere. Quasi la donna nera gli avesse letto nel pensiero, mormorò, con un sorriso poco indulgente sotto il velo nero:
- Oh no caro, tu da qui non te ne vai…- e guardando il demone con odio parlò, con voce più alta – il tuo ultimo viaggio sarà ….- estrasse la spada demoniaca, - QUELLO PER L’INFERNO!!!- urlò.
Gli fu sopra con un grazioso e velocissimo balzo incorniciato dai suoi ondulati capelli color dell’oro, che nonostante il nero mantello cercasse di coprirli, risplendevano ancora in alcune ciocche, e da un espressione sul volto terribile.
Prima che il demone potesse anche solo pensare di reagire, puntò la sua fujoshikasai sul dorso del demone e fece un urlo di guerra da gelare il sangue. Sembrava un urlo tribale, e riuscì a stordire sia il demone sia gli esseri umani. Subito dopo gli conficcò, con un elegante movimento, fujoshikasai (che è il nome della spada demoniaca), nella carne dello youkai, mentre dalla spada e dal suo corpo, proruppero ondate di fuoco .
Il demone mandò delle urla, assieme a dei sibili perforanti, ma lei non ci fece caso.
Estrasse la spada dalla schiena del mostro ( o se così si può chiamare dato che i serpenti non hanno la schiena) e saltò, atterrando sul suolo,con eleganza. Dopo qualche istante di agonia, il demone si accasciò per terra, morto. Tutto questo avvenne nel tempo massimo di dieci secondi.
Lei sospirò di sollievo, rinfoderando la spada. Aveva vinto.
Ci fu un istante di silenzio attonito, mentre anche i bambini tornavano normali e correvano, sconvolti, dalle madri. Prima che gli abitanti del villaggio potessero in qualsiasi modo esprimere la loro gratitudine, ci fu un urlo di donna. Infatti, dal demone, proruppe una nube tossica, che avvolse una bambinetta sui sei anni, e la portò via, tra le urlo della madre
-Maledizione…- mormorò seccata la donna nera . come aveva fatto a non accorgersene? Poi capì. Lo spirito del demone, appena uscito dal corpo, ormai senza vita, voleva la sua vendetta. Doveva salvare la piccola. Cosa ne poteva lei della sua stupidità?
– Non vi muovete! Ci penso io.- intimò agli uomini, in un tono che non ammetteva discussioni, e corse via.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
Rif.Capitolo: 1
bubu95
26/02/09 19:26
oh mio Diooooooooooooooo è meravigliosaaaaaaa sono sconvolta...mai letta fic più bella e coinvolgente ti prego continuala pleaseeeee...grx tvbttt
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

zpyhr - Voto: 03/11/08 17:36
e troppo bella qst fanfiction!!
spero tanto ke arrivi presto il seguito!! xD
sei stata bravissima
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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