torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: MISTERO
Genere: Giallo, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: cuccin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/03/2007 14:46:55

un mistero da risolvere, chi sono, per scoprirlo dovranno risolverlo e eliminare i vari problemi che si interpongono ad ostacolarli
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CHE GIORNATA!
- Capitolo 1° -

Il sole era tenue, non faceva né caldo ne freddo, il vento mandava una lieve brezza da nord come sempre d'altronde in quella cittadina del nord in un paese dove nessuno sapeva esattamente come avesse finito a trovarsi lì. Magari per voi cari lettori tutto ciò potrebbe sembrare assurdo ma non per loro, non per gli abitanti di quel paese. Infatti ognuno di loro era abbastanza felice di essere finito lì, il clima era sempre mite e si trovavano su una collina ai piedi di una montagna con a lato una cascata sempre in fermento. Ma ogni tanto questi uomini, donne e ragazzi non potevano che provare una certa curiosità, cosa c'era al di là della montagna? Altri paesi, popoli conosciuti, sconosciuti, chissà ma nessuno di loro osava addentrarsi nella foresta ai piedi della montagna, la montagna del mistero, così veniva soprannominata. Nessuno sapeva esattamente perchè non si poteva entrare lì, un timore reverenziale verso l'ignoto o forse qualcosa di più solo Jeff sapeva la verità ma non osava rivelarla agli altri abitanti che quando lui aveva provato ad accennarla gli avevano detto esplicitamente che era matto e di vivere solo, lontano da loro.
Jemy era un ragazzo vivace e per l'appunto viveva in questo paesino solo da un paio di giorni, non sapeva chi fosse, da dove veniva sapeva solo che ora era lì ma lui al contrario voleva sapere, sapere perchè era lì come facessero tante persone di culture diverse a ritrovarsi tutte insieme senza sapere nulla di serio, di profondo oltre all'apparenza delle persone con cui viveva.
Un giorno sempre alla ricerca di sapere incontro un vecchio, ma dall'aspetto tutto sommato arzillo e con uno sguardo che dimostrava che sapesse più di quanto volesse dimostrare e gli si avvicinò ma in quel momento un altro abitante gli si avvicina e lo prende con uno strattone per il braccio
Miria: Ehi Jemi vieni subito qua!
Jemi: (allontanandosi) ma che ti prende, non permetterti più di strattonarmi in quel modo ok?!? Io volevo solo parlare con quel vecchio!
Miria: Ma lo sai chi è quel vecchio?!? Heh?!? Lo sai?!? No che non lo sai e adesso te lo dico io lui è un matto è pericoloso, devi stargli lontano!
Jemi: Non dire stupidaggini, ci hai mai parlato? Come fai a dirlo?
Miria: Hai bisogno di prendere uno schiaffo per sapere che fa male?
Jemi: E adesso che centra? E poi non ci provare nemmeno!
Miria: Era un esempio, anche se da quando ti ho conosciuto non posso negare che una mezza idea non mi sia già venuta..
Jemi: Miria ti conosco da quando sono arrivato, 2 giorni, non sò molto di te tranne che sei la persona che conosco meglio in questo paesino di cui non conosco il nome e di cui nessuno mi vuole parlare.
Miria: Non essere troppo curioso ragazzo mio
Jemi: Ehi che sono queste confidenze, da quando sono il tuo ragazzo eh? Ti conosco appena...(imbarazzato)
Miria: Oh santo cielo mi sembri un bambinetto, era un modo di dire
Jemi: Sì un modo di dire, o, di due fidanzatini (anke se poco usato) o di una donna anziana con un bambino e con me e te non centra per niente come vedi
Miria: Uff ma perchè capitano tutte a me, allora hai finito?
Jemi: Dai... allora ma perchè non si può parlare con quell'uomo? Almeno come si chiama? Dove vive?
Miria: Uffy ma quante domande mi sembri un bambinetto di tre anni che continua a chiedere fino allo sfinimento!
Jemi: Io non dovrei continuare a chiedere se qualcuno mi desse almeno qualche risposta.
Miria: Ma non ti piace vivere qui? Perchè devi sempre porti domande?
Jemi: Avrò pure il diritto di conoscere qualcosa
Miria: Dai visto che oggi mi sento di buon umore ( e che stai scocciando all'inverosimile) ho deciso di accontentarti, su spara!
Jemi: Allora per prima cosa potresti rispondere alla domanda che ti ho posto prima, chi è quell'uomo?
Miria: Allora non so esattamente da quanto tempo sia qui, ma so che è tra i primi ad essere arrivato e che stando alle notizie sporadiche che mi sono giunte all'orecchio…
Jemi: Allora anche tu sei curiosa?! E poi mi fai la paternale perchè voglio sapere di più..
Miria: (interrompedolo con un gesto brusco della mano) Shh...stai zitto (guardando con lo sguardo significativamente verso la bottega del panettiere) Scusa devo andare (poi prende e se va)
Jemi rincorrendola corre, corre ma ad un certo punto la perde di vista tra due svincoli, allora torna indietro e va dal panettiere e si compra uno di quegli squisiti pasticcini che erano una specialità di quel posto, anche se non sapesse se se ne facessero da altre parti in verità...
Ormai al tramonto Jemi stava chiedendosi 1000 cose e allora decise di andare vicino al ruscello a sdraiarsi a guardare il sole che tramontava, non sapeva bene il motivo ma per lui era molto rilassante.
Appena finito il tramonto iniziò a guardare le stelle, lì sapeva anche se non era esattamente sicuro di come potesse esserne veramente certo ma sapeva bene che lì era al sicuro e perciò si rilassò pensando a tutto ciò che gli era capitano da quando era lì.
Allora per prima cosa si era ritrovato a dormire in una camera tutto solo e quando si era alzato ed era uscito… la prima persona che aveva visto era Jemi. Non sapeva ancora perchè ma quella ragazza aveva qualcosa di misterioso. Appena la vide, si ricordava di averle chiesto chi era e lei le aveva detto che da 1 mese a quel giorno si chiamava Miria e che se aveva bisogno di qualcosa, di chiederlo a lei. Si ricordava benissimo come fosse rimasto stupefatto da quell’affermazione e subito le chiese in che senso si chiamava così da 1 mese e lei ancora più vagamente le aveva risposto che non sapeva prima di quel giorno chi fosse e come si chiamasse e che non aveva importanza e che nessuno in quel paese da quanto ne sapeva era a conoscenza del proprio passato e in quel momento sconcertante si rese conto di non esserne neppure lui a conoscenza. Allora Miria le si avvicinò e gli disse che d’ora in poi si sarebbe chiamato Jemi e di non pensare troppo al passato…
Dopo un po’ loro erano diventati grandi amici anche se la sua voglia di sapere lo portava a discutere continuamente con Miria.
Fsssss Fsss: Chi è?!? (sconcertato dal rumore)
Quel rumore l’aveva riportato bruscamente al presente, non era abituato a sentire rumori imprevisti da quando stava lì poi ad un tratto vide un’ombra e decise di inseguirla.
L’ombra era veloce ma sembrava voler essere seguita, ogni tanto si fermava vicino a dei cespugli e appena lui si avvicinava riprendeva a correre finoa quando…, Jemi sentiva il cuore battergli all’impazzata mille domande gli affievolirono alla mente, chi era? Cosa voleva? Voleva fargli del male o svelargli qualche segreto? . Ad un tratto l’ombra si fermò e si mise accucciata tra un cespuglio e il ruscello facendogli cenno di avvicinarsi.
Jemi era un tipo troppo curioso e desideroso di sapere per dar retta al suo buon senso e fermarsi a porsi l’unica domanda che in quel caso si sarebbe fatta qualsiasi altra persona di buon senso….sarà pericoloso?
No lui era troppo curioso che si avvicinò all’ombra senza pensarci troppo e li ebbe una bella sorpresa. L’ombra non era altro che Miria avvolta in un mantello grigio scuro con sfumature tendenti al blu
Miria: (a bassa voce quasi sussurrando) Dai muoviti, siediti accanto a me e cerca di non farti vedere!
Jemi: Perché tutto questo mistero? Cos’è successo (sedendosi vicino a Miria)
Miria: Per una buona volta taci, senti, questo pomeriggio quando ci siamo parlati ti ricordi che ad un certo punto me ne sono andata di corsa?
Jemi: Certamente e mi ricordo anche di averti provata a seguire e di non averti trovata
Miria: Senti credo che sia il momento giusto per spiegarti un paio di cose di questo paese però devi promettermi che non riferirai a nessuno ciò che ti dirò ok? (guardandolo seriamente negli occhi)
Jemi: Te lo prometto
Miria: Ok da qui in avanti forse avrai più problemi che altro ma mi sembri l’unico oltre a me e a Jeff interessato a conoscere le nostre radici…
Jemi: Vai avanti, ma chi è Jeff?
Miria: Jeff è quell’uomo anziano che hai visto stamattina con cui volevi parlare
Jemi: E con il quale mi hai impedito di parlare (soppesando il suo sguardo)
Miria: Senti avresti fatto saltare tutto, senti loro non devono sapere, loro non vogliono sapere e non vogliono che altri sappiano…
Jemi: Chi loro?
Miria: Chi secondo te? (ma non ci arriva….sospiro… mi fa venire i nervi)
Jemi: Gli altri abitanti
Miria: Esatto, senti qui la faccenda è più complicata di quanto tu creda, l’unica cosa che so e che non so se sia un segno del destino o cosa ma tu sei arrivato proprio a fagiolo, in un momento in cui se mi dai una mano forse potremmo riuscire ad indurre Jeff a raccontarci come sono veramente andate le cose?
Jemi: Quale cose?
Miria: Senti non posso credere che sia normale che la gente qui spunti come funghi e non sappia più chi è, io sono qui da 1 mese te l’ho già detto, ricordi?
Jemi: Sì certo
Miria: Ecco e da allora continuo a chiedermi chi sono e da dove arrivano i nuovi….
Jemi: E allora perché tutte quelle raccomandazioni sul cerca di non impicciarti troppo
Miria: Impicciarsi troppo?!?, Io non l’ho mai detto magari ti avrò detto di non essere troppo curioso
Jemi: Sì ok magari hai detto di non essere curiosi e allora perché adesso mi racconti tutto?
Miria: Oh allora…(sospirando) mi sa che sei mezzo addormentato! Allora all’inizio non sapevo chi fossi e dovevo sapere se eri come gli altri che non volevano conoscere il loro passato o se ti interessava e se eri curioso abbastanza…volevo aspettare ancora un po’ e metterti alla prova…
Jemi: Emm (Ehi ma non vorrà mica mettermi alla prova per vedere se sono curioso per rinchiudermi in prigione o qualcosa del genere, sarà una prova, mi dovrò fidare?)
Miria: Vedi ecco (esclama sicura di sé) è quel tuo sguardo incredulo che mi ha portato a parlarti di queste cose, tu ti poni domande e adesso togliti quell’espressione allibita ok?
Jemi: Dai (imbarazzato), mi stai convincendo
Miria: (Sospettosa) lancia un’occhiataccia
Jemi: Ok mi fido vai avanti
Miria: Come ti dicevo quell’uomo Jeff sa molte cose e da tempo che cerco di conquistarmi la sua fiducia per farmi dire e spiegare questa faccenda?
Jemi: E lui?
Miria: Ovviamente non si fida troppo da quello che ho capito la gente del paese l’ha cacciato perché andava a dire in giro di cose che sono successe nel bosco dove nessuno osa entrare e che centra qualcosa con la montagna.
Jemi: Con la montagna del mistero?
Miria: Quante altre montagne vedi?
Jemi: Ok quando andiamo da lui?
Miria: Vedi perché non volevo dirti tutto subito e perché ti poni le domande giuste, ma….come dirlo…sei troppo irruente nella ricerca della soluzione a questo enigma.
Jemi: Hai detto che lui ha la chiave del problema e quindi?
Miria: Senti io è da 1 mese che cerco di scoprire il più possibile e tu da quanto sei qui 2 – 3 giorni? Ascoltami (calmandosi un pochino) bisogna procedere con calma o troncheranno le nostre indagini e verremo allontanati anche noi dal paese.
Jemi: Meglio, così il vecchio Jeff si fiderà di noi
Miria: Non dire schiochezze, potrebbe comunque pensare che sia un trucco degli abitanti per indurci a fidarci di noi due e poi sbatterlo in galera invece di allontanarlo
Jemi: Sei paranoica
Miria: Non sono paranoica, senti se ci allontaniamo dal villaggio non ci guadagneremmo niente in più qualcuno del villaggio deve sapere per forza qualcosa, dobbiamo solo sapere quando è il momento di muoverci ok?
Jemi: Ok e allora cosa facciamo?
Miria: Senti c’è una botola segreta dietro l’angolo del panettiere vicino ai due svincoli, è nascosta sotto un cespuglio, l’ho scoperta per caso un giorno, troviamoci lì fra una settimana intanto cerca di comportarti come se non sapessi nulla e tieni le orecchie tese e non andare da Jeff ok?
Jemi: Ok, ecco dove eri finita questo pomeriggio, un mistero risolto, ma comunque non mi hai detto molto…
Miria: (con uno sguardo di fuoco) piantala e fai come ti ho detto, hai promesso ricordati.
Jemi: Non ti tradirò
In quel momento Miria si gira e scompare nell’ombra
Il giorno dopo non è molto differente dal primo come clima, e Jemi decide di andare per il paese alla ricerca di indizi
Jemi: Ehilà ciao io sono Jemi tu come ti chiami? (voltandosi verso una ragazzina un po’ più piccola di lui, aveva 15 anni almeno a occhio, non si poteva esserne certi, nulla era certo, lui si riteneva di averne ormai 20 anche se si comportava da ragazzino)
Ragazzina: Mi chiamo Sheila sei qui da due giorni giusto?
Jemi: Ormai tre giorni, ma comunque tu sei qui da tanto, sai come mai non si può andare nella foresta?
Sheila: Io sono qui da 15 giorni, non da molto come vedi, ma non puoi andare nella foresta perché è vietato
Jemi: Sì bhè che era vietato ci sono arrivato anch’io, desideravo solo sapere perché, e poi tu ti ricordi qualcosa del tuo passato?
Sheila: Del mio passato?
Jemi: Si prima di 15 giorni fa?
Sheila: Senti Jemi io non mi ricordo chi fossi 15 giorni fa e non mi importa, adesso vorrei farti una domanda
Jemi: Spara
Sheila: Cosa?
Jemi: Bhè, intendevo dimmi
Sheila: Ecco volevo dirti non pensi che se non ti ricordi chi eri è forse perché deve essere così, perché vuoi saperlo?, perché non vuoi vivere e basta?, solo il presente è importante
Jemi: Io non la penso così e poi perché è vietato entrare nella foresta?
Sheila: Senti (guardandolo con sguardo fermo e deciso) tu non mi piaci, per i miei gusti sei troppo curioso e vorrei solo darti un consiglio non cercare di conoscere troppo se non vuoi finire male
Jemi: Non mi spaventano le tue minacce
Il panettiere che intanto si è avvicinato: Problemi?
Sheila: No, non preoccuparti è solo questo qui che non ha ben capito come vanno le cose qui da noi
Panettiere: Cosa c’è ragazzo? (Guardandolo con sguardo deciso)
Jemi: Volevo solo sapere..(il panettiere lo interrompe tirandogli una sberla)
Panettiere: Ragazzo qui non c’è niente da voler sapere, vivi nel presente e piantala di importunare le ragazze (arrabbiatissimo se ne va nel suo negozio)
Jemi: (rivolto a Sheila) Io ho solo fatto una domanda
Sheila: (arrogantemente) è proprio questo il problema!
Jemi: Cosa?!? (esterrefatto)
Sheila: Se vuoi vivere qui è meglio che ti abitui a vivere come noi
Jemi: (tra sé) certo, che vivere è questo?!?…. vivere nell’inconsapevolezza di tutto (triste e arrabbiato).
Passa così tutta la settimana come in un soffio, Jemi è sempre più curioso di ciò che gli dovrà dire l’unica che sembra essere sua amica. Da quel giorno con Sheila tutti nel paese lo guardavano distaccato e a ogni sua domanda si formava come un muro di pietre, nessuno voleva parlargli. La notizia che lui voleva sapere… si era allargata come una macchia d’olio nell’acqua.
Tutti lo consideravano diverso, lui non era come loro e lui non aveva dato retta a Miria, lei aveva provato a dirglielo, ma ormai era tardi, doveva solo attendere.
L’imbrunire si avvicinava e anche se sapeva che non avendo deciso l’orario di quell’appuntamento quella notte di 7 giorni fa, poteva sbagliarsi, in cuor suo sapeva che l’ora era giunta, il loro incontro segreto era all’imbrunire e lui si stava avviando verso il nascondiglio. Grazie alle indicazioni della sua amica trovo il nascondiglio subito e controllato che nessuno lo seguisse entro nella botola e cercò con lo sguardo Miria.
Miria: Ehi lumaca sei arrivato finalmente (sospirando) iniziavo a credere che ti avessero punito per tutto il tuo domandare, lo sai che Sheila lo ha raccontato a tutti, lei è una pettegola, tutti sono pettegoli su queste cose.
Jemi: Va bene su dillo
Miria: Con molto piacere (sorridendo) Io te l’avevo detto!
Jemi: Ecco me l’aspettavo e lo so hai ragione allora hai scoperto qualcosa? non ti vedo da quel giorno
Miria: Lo so, ma con la reputazione che ti sei fatto non potevo venire da te senza che gli altri si insospettissero..
Jemi: Ok ma allora?
Miria: Dai stai calmo (cercando di rassenerarlo) stai su ok, ho pedinato da lontano il nostro amico Jeff e ho scoperto dove abita e gli ho raccontato anche di te e mi ha detto che in futuro la tua parola d’ordine deve essere discrezione
Jemi: Ecco un altro, ma ti ha detto qualcosa?
Miria: Sì mi ha accennato qualcosa ma ha detto che ci spiegherà quello che per il momento può concedersi di dirci stasera al nostro appuntamento
Jemi: Allora andiamo
Miria: Ricordi discrezione non avventatezza, dai, fra qualche minuto, fra un po’ qua passa il fornaio potrebbe vederci se usciamo adesso
Dopo 15 minuti escono dalla botola e si avventurano nel bosco, il sole è ormai tramontato e Jemi per distrarsi dal senso di disagio inizia a fischiettare
Miria: Ma sei pazzo ti metti pure a fischiettare (arrabbiatissima)
Jemi: Sono nervoso (abbassando lo sguardo)
Miria: Anch’io (rilassandosi e scusandolo con uno sguardo significativo)
Ad un tratto si ritrovarono di fronte alla porta del capanno di Jeff, consapevoli che in quella notte le notizie che avrebbero ricevuto avrebbe cambiato la loro esistenza… per sempre
Tok tok
Miria: (Controllando che non ci sia nessuno a spiarli) Sono io Miria
Jeff: Parola d’ordine
Miria: La conoscenza delle nostre radici è fondamentale per conoscere chi siamo
Jeff: Dai entrate
Miria e Jeff: Grazie per aver accettato di vederci
Jeff: Di nulla, ma sappiate che rischio molto e non dovete dire a nessuno ciò che vi dirò
Miria e Jeff: Giuriamo
Jeff: Vedete questa è opera di una maledizione, vecchia di molti secoli, qui la popolazione ha dovuto ricominciare da capo. Io ho scoperto tutto questo per caso un giorno che mi sono avventurato nel bosco proibito, non posso dirvi chi sia l’uomo da cui ho scoperto ciò, perché lui non sà di averlo detto con me presente. Vedete io mi ero nascosto dietro un cespuglio e ho visto quest’uomo parlare con l’innominabile, non so chi sia ne cosa fosse ma l’unica cosa che so è che quello che ho sentito mi ha lasciato di stucco e che non so se mai ci sarà rimedio per noi.
SBANG
Jeff, Miria e Jemi: Cos’è (correndo accanto alla finestra e sbirciando da un angolino)
Popolani: Lo so che siete lì, venite subito tutti e tre fuori!!!
Jeff: Ma cosa avete fatto? Mi avete tradito! (serio e preoccupato)
Miria e Jemi: Ti giuriamo di no! (serissimi)
Jemi: Devono averci seguiti senza che ce ne accorgessimo..
Miria: Jemi ma com’è possibile, abbiamo controllato entrambi e non c’era nessuno dietro di noi
Jemi: Cosa vuoi che ne sappia io e poi adesso cosa facciamo?
Jeff: C’è poco da fare… arrendersi sembra l’unica opzione
Miria e Jemi: Mai!Non possono impedirci per sempre di conoscere la verità!
Jeff: Bravi, così vi voglio, dai non c’è solo la possibilità di arrendersi ma neanche quella di combattere per forza
Miria: C’è un passaggio segreto? (con una luce speranzosa negli occhi)
Jeff: Esatto! Non avrete mica creduto che fossi così stupido da credere che non sarebbe mai giunto un momento come questo?
Jemi: Sei un uomo pieno di risorse
Jeff: Più che altro sono previdente (intanto tutti si avviano verso uno scaffale di libri seguendo Jeff)
Jemi: Dobbiamo spostarlo?
Jeff: Non ce n’è bisogno (intanto prende un libro e lo inclina un po’)
Ecco, la libreria inizia a muoversi crik crik crak ed ecco che si apre un piccolo spazzietto dove può passare una sola persona per volta. Il passaggio è buio ed emana un forte odore di terra bagnata e si sente un rumore d’acqua. I nostri tre amici vi si infilano prontamente all’interno e con una spinta e la chiusura di un paio di serrature l’apertura si chiude e iniziano a scendere giù per il tunnel per una serie che sembra infinita di gradini fino ad arrivare a un ruscello sotterraneo.
Jeff: Questo è un passaggio molto antico, costruito quasi un secolo fa dai primi abitanti che lo utilizzavano per fare dei riti, anche se, non so esattamente di che riti fossero. Ho scoperto la sua esistenza per puro caso mentre rovistavo alla ricerca di indizi e avevo sentito un vecchio abitante parlare di quando fosse un ragazzino e venisse qui ma che poi purtroppo il passaggio era stato chiuso e non poteva più venirci.
Miria: E non è che quell’uomo potrebbe pensare che siamo qui ora, o peggio aspettarci all’uscita
Jeff: Non credo, non ho mai visto nessuno qui, e ho dovuto riaprire le aperture io scavando per dei giorni perché le avevano tappate bene!
Jemi: Tappate bene sembra che stai parlando di una bottiglia più che di un tunnel
Miria: Devi sempre fare queste battute tu eh?!?
Jemi: Cercavo solo di sdrammatizzare…(con tono di scusa non troppo convinto)
Miria: Va bene, ma adesso piantala (un po’ meno nervosa)
Jemi: Ok ma adesso? (vedendo che la strada si biforcava)
Jeff: Vai a destra fra un po’ troveremo una scalinata e da lì dovremo raggiungere l’altra apertura che si trova ai piedi del bosco, subito dopo il fiume…
Miria e Jemi: Sbrighiamoci, ormai quelli là avranno sfondato la porta e ci staranno cercando da tutte le parti
Intanto che camminavano però nel tunnel nessuno dei tre riusciva a essere veramente tranquillo e non era solo per il fatto che erano seguiti da una folla inferocita. C’era un dubbio che li assillava se nessuno di loro tre era un traditore come facevano a sapere che loro tre si erano riuniti a casa di Jeff quella sera, era una domanda terribile perché in ognuno di loro instillava il seme del dubbio. Uno di loro era un traditore? No, era impossibile nessuno di loro poteva esserlo, stavano rischiando tutti grosso, ma allora, come? Come era possibile?
Intanto che continuavano tutti e tre camminando sempre più stanchi e sempre più provati da quella situazione di dubbio e di domande alla ricerca di risposte eccoli che arrivano all’uscita.
Jeff: Ehi finalmente siamo arrivati!
Tutti e tre finalmente sollevati escono e si accorgono che ormai è mattina, avevano camminato per tutta la notte ed ora alla vista del bagliore dell’alba si sentivano più tranquilli, anche se avevano tutti e tre i sensi al massimo dell’allerta.
Miria: Non è il caso che ci nascondiamo se ci stanno cercando potrebbero trovarci qui, non siamo troppo nascosti e come dicevamo questa notte loro potrebbero essere a conoscenza di questo passaggio! (con un tono di urgenza senza uguali)
Jeff: Hai ragione! Incamminiamoci verso il bosco, loro non osano entrarci, dovremmo essere al sicuro
Ma mentre stavano per raggiungere il punto in cui speravano essere finalmente salvi ecco spuntare una folla inferocita armata di forconi che gridava a più non posso
Jessi: Ragazzi muoviamoci, guardate là! Scappiamo!!!! (gridando a più non posso)
Ma purtroppo i loro sforzi non portano a nulla, infatti dopo neanche un paio di miglia eccoli che li prendono e li legano come dei salami e li sbattono su un carretto tirato da un mulo.
Panettiere: Ragazzi miei (con tono ironico) non vi avevo forse raccomandato di non impicciarvi? Non vi avevo forse detto di star lontano da quel pazzo?
Miria: Non è pazzo!
Panettiere: Ecco lo sapevo ormai purtroppo siete stati contagiati anche voi dalla sua pazzia…(sospira)…dovevo aspettarmelo dopotutto voi due siete sempre stai diversi …(sospira di nuovo), però Miria tu mi hai deluso veramente, credevo che avessi un po’ di sale in zucca, sembrava che avessi capito..Ma….. pazienza si può sempre sbagliarsi
Miria: Ma tu chi sei? , si può sapere, perché sicuramente non sei solo un panettiere..
Panettiere: Oh come sei intelligente cara mia..(ironico più che mai) e io che credevo di essere solo un povero panettiere e invece eccomi qui ..
Jeff: Lascia perdere Miria…
Panettiere: Vero,… lascia perdere Miria, ma comunque voglio toglierti questo dubbio, te lo svelerò tanto per accontentare il tuo ultimo desiderio, io sono il capo qui, una specie di sindaco e rè .
Miria e Jeff: (fingendo stupore)= Thò e chi se lo sarebbe immaginato.
Scesero dal carretto solo a tarda sera solo per vedersi rinchiudere in una cella di massima sicurezza.
Jeff venne legato a un’estremità della cella costretto a stare in piedi in punta di piedi a causa delle braccia che gli vennero legate a una certa distanza l’una dall’altra e a una certa altezza. Jessi venne legato come si può immaginare dalla parte opposta sempre nello stesso modo, solo, che a lui furono legate anche le caviglie per paura che potesse tirare un calcio a qualche guardia, visto che quando era stato legato aveva continuato a dimenarsi come una scimmia.
Miria invece fu la più sfortunata, lei venne legata a un tavolo con braccia e gambe legate alle quattro estremità del tavolo. Tutti e tre morivano di fame, erano imbavagliati ed erano scalzi e quindi tutti tranne Miria che era sollevata da terra riuscivano a sentire il terreno gelido e brullo sotto i loro piedi.
Rimasti lì per tutta la giornata successiva senza che nessuno li degnasse di uno sguardo tranne che per dare loro da bere erano passati dalla paura a un certo senso di paura ancora più profonda. Cosa volevano fare loro? La loro domanda ebbe una risposta il giorno dopo, più precisamente all’alba del giorno dopo, quando con un colpo della porta, che sembrava un tuono, che fece tremare tutto videro entrare un uomo grosso e robusto accompagnato dal sindaco che poi era anche il panettiere.
Sindaco: Allora voglio che adesso decidiate di dimenticare tutto ciò che abbia detto questo vecchio e voglio che mi giuriate che d’ora in poi non vi impiccerete più di nulla e che ovviamente accetterete con gioia e senza discussioni la pena che vi verrà inflitta, perché ovviamente dovrete essere puniti.
Miria: Non te lo giureremo mai!
Sindaco: Oh sì che lo farete, perché scommetto che l’idea di passare tutta la vita in cella non vi alletta.
Jemi: (rivolto al sindaco) Io non credo alle tue parole, non credo neanche che se accetteremo e scontassimo la nostra pena tu ci lasceresti liberi
Sindaco: Non puoi saperlo finché non provi
Jemi, Jeff e Miria: No non ti crediamo, non siamo stupidi sappiamo che ci lasceresti qui a marcire comunque perché non ti fideresti di noi
Sindaco: Fate come volete, ma non crediate che io stia qui a vedere il mio popolo che mi si rivolta contro
Jemi: (con tono beffardo) Cosa vuoi fare lasciarci qui per tutta la vita forse?
Sindaco: Volendo potrei, ma comunque voi avete bisogno di una guida che vi insegni a non essere impiccioni e forse un po’ di solletico vi aiuterà a decidere?
Miria: Cosa?
Sindaco: Sì e inizierò proprio da te! Vai Mack inizia pure (disse rivolgendosi all’uomo tutto muscoli accanto a lui)
Miria: No, non ti avvicinare (lo disse con voce preoccupatissima, terrorizzata vedendo avvicinarsi a lei quell’uomo che sembrava tutto muscoli tipo quelli del wrestling pensò di aver capito male la parola solletico e che lui volesse ucciderla)
Invece Miria si sbagliava Mack era sì un uomo grosso e spaventoso ma non era il tipo violento che appariva, ma anche se non la voleva uccidere però voleva farle cambiare idea.
Mack: Sei pronta bimbetta?
Mack quindi tiro fuori da un taschino una piuma d’oca molto lunga e soffice e cominciò a passarla sui piedi di Miria avanti e indietro , lei non resisteva al solletico e continuò a ridere a perdifiato, a un certo punto le sembrò di non poter più respirare.
Mack: Allora?
Miria: No non giurerò
Così Mack passo prima a Jemi poi a Jeff, ma con lo stesso risultato, nessuno cedeva, ognuno dei tre cercava di farsi forza dagli altri due e così dopo ore di quella tortura delle risate lui e il sindaco se ne andarono con la promessa di tornare il giorno dopo e di continuare così finche non avrebbero ceduto.
Miria: (una volta soli) Sentite se continuano così io non so quanto resisterò sono affamata e stanca e potrà sembrare ridicolo ma non c’e la faccio a sopportare quella piuma più di tanto
Jemi: Ti capisco
Jeff: Per me è lo stesso ma la nostra unica salvezza è che arrivi una specie di miracolo
Così se ne stettero mogi mogi con le parole di Jeff in testa fino all’imbrunire quando…
Svamp ed ecco un bellissimo gatto persiano entrare dalla finestra della cella. Era un gatto stupendo, bianco con la punta della coda e della zampine tendente al nero cenere e con degli stupendi occhi verdi che sembravano incantare appena li si vedeva.
Jemi: Ehi guardate un micino!
Micino: Ehi non permetterti di chiamarmi micino Miaoooo io sono Artemis e sono un gatto stupendo dagli enormi poteri.
Jemi: Eccola, lo sapevo sono impazzito!
Artemis: No non sei impazzito sono venuto qui per salvarvi, visto che non vi sapete arrangiare da soli!
Il gatto inizio a girare e rigirare nella stanza ad un certo punto con un balzo, dall’altezza esagerata anche per il gatto più agile del mondo prese le chiavi che li rinchiudevano e zampettando prima sul tavolo e poi in testa a Miria e poi sul braccio riesce ad aprire la serratura.
Da lì Miria apre tutte le altre serrature e libera i suoi amici, ma resta lo stesso un problema
Miria: Adesso micio come usciamo?
Artemis: Avvicinatevi a me! (con un gesto impercettibile della zampa anteriore si apre dinanzi a loro una specie di portale di luce) Ok adesso attraversatelo!
Jemi: Dobbiamo fidarci? (guardando gli altri)
Jeff: Secondo te abbiamo scelta, senti anche a me mi sembra strano vedere un gatto che parla ma nella mia vita ho visto un sacco di cose strane e questo è un posto strano perciò…
Miria: (interrompendo Jeff per finire prima) Andiamo! Non voglio sentire più dubbi, non voglio restare qui un momento di più capito?!?
Allora Tutti e quattro attraversarono il portale di luce senza sapere dove si sarebbe ritrovati da lì a poco.
Il viaggio di per sé non era durato molto ma per tutti, tranne che per Artemis che ci era abituato, era stata un’esperienza memorabile. Il passaggio non era come un tunnel o qualcosa del genere, non avevano dovuto camminare, ma si erano lasciati trascinare dolcemente, all’interno tutto era una moltitudine di colori che si sfumavano si mischiavano creavano delle forme stupende.
Appena fuori si ritrovarono sopraffatti dall’emozione di tanta bellezza e respirando affannosamente si sedettero sul pavimento di quella che sembrava essere a primo occhio una casa.
Jemi: Ehi (senza fiato) è stato mitico!
Jeff: Concordo con te…ma ora dove siamo?
Miria: Eh già…è stata la cosa più bella che abbia mai visto altro che spettacoli pirotecnici! Ma hai ragione Jeff a chiedere dove siamo, è una bella domanda
Artemis: Umm umm (fingendo un colpo di tosse) allora, benvenuti a casa mia, vi devo raccontare un paio di cose, ma prima sedevi sul divano o sulla poltrona…insomma fate la gente civile e alzatevi dal pavimento….
A quel commento di Artemis tutti scoppiarono a ridere e si sedettero comodamente, Jemi e Miria sul divano che era di uno splendido color celeste e morbidissimo, un sollievo per la loro stanchezza. Jeff invece preferì la poltrona di un colore tra il verde e l’azzurro, anche quella di una comodità semplicemente paradisiaca. Artemis invece di accomodarsi si incamminò verso un locale lì adiacente e si mise a miagolare qualcosa e a tamburellare su uno strano pannello che da dove erano seduti i nostri tre amici non vedevano esattamente che forma avesse.
Tornato indietro Artemis si sedette su un’altra poltroncina, di un color verde smeraldo, che si intonava perfettamente agli stupendi occhi smeraldini del micetto.
Artemis: Non preoccupatevi, sono solo andato a ordinare qualcosa da mangiare al mio cuoco virtuale, fra poco ci servirà un ottima cena a base di pollo, pesce e patatine, da bere ho ordinato a tutti del latte e se non vi piace peggio per voi non ho altre bibite.
Jemi: Per me va benissimo (scherzando) avrei preferito una fanta, ma non posso pretendere troppo da un micino mi sa, anche se hai fatto tanto per noi
Artemis: Piantala di chiamarmi micetto ok? Comunque sono sollevato e lusingato da tutti i vostri ringraziamenti per avervi appena salvato la vita.
Jeff, Jemi e Miria: Hai ragione scusaci, ti ringraziamo moltissimo, ma ne abbiamo passate tante fino ad adesso
Artemis: Mi dispiace per voi ma il vostro viaggio alla ricerca della soluzione non è che agli albori
Miria: Come?
Artemis: Si, magari ho esagerato miao, non è agli albori, diciamo che siete più o meno a metà dalla soluzione.
Jeff: Conosci la soluzione?
Miria: Io piuttosto mi chiedo, come fai a sapere tante cose su di noi?
Jemi: Io piuttosto mi chiedo come fai a parlare?
Artemis: Adesso vi racconterò tutto ma prima…
DING
Jemi: Cos’era?
Artemis: è pronta la cena, che ne dite se prima mangiamo e poi parliamo..
Jemi: Per me va bene ho una fame da lupo!
Miria: Non ho niente da dire oltre che Buon Appetito!
Jeff: Anch’io sono d’accordo ho giusto un languorino
Artemis: lo immaginavo visto che voi non mangiate da un paio di giorni e anch’io ho un languorino allo stomaco.. Buon Appetito!
Ed ecco che un’altra volta come con l’apertura del tunnel Artemis muove una zampa, fa un miagolio che si sente appena ed ecco comparire sulla tavola dell’ottimo pollo, del pesce e del latte caldo squisito.
Tutti si rifocillano e mangiano fino quasi a scoppiare e dopo, appena hanno finito si siedono sul divano e dopo un po’…Artemis fa un gesto della coda, questa volta, e tutto sparecchiato, bhè c’era da immaginarselo dopotutto cari lettori no?!?
Comunque ecco che d’un tratto Artemis si fa impettito e serio e richiama l’attenzione di tutti con un Miao.
Artemis: Ora capisco che siete stanchi, ma non abbiamo molto tempo, vi devo raccontare un sacco di cose, darvi informazioni e domani mattina dovremo partire e vi prego non interrompetemi finché non avrò finito ok?
Jeff, Jemi e Miria: D’accordo
Artemis: Bene, allora per prima cosa, vi spiegherò chi sono e cosa sono compreso il ruolo che svolgo in questa faccenda.
Allora io non sono un gatto come tutti gli altri, penso che ve ne siate gia accorti…
Jeff, Jemi e Miria: (con un cenno di assenso del capo e attenti a ogni informazione di Artemis) Vai avanti, ti seguiamo....
Artemis: Bene io sono una creatura fatata, vivo in questo modo da sogno qui fuori che vedrete domani mattina, è stupendo e sembra che ogni cosa venga creata appositamente perché la persona o l’essere che ci viva sia felice , qui non ci si ammala mai, non si combatte, ci si può rilassare in tutto e per tutto e puoi decidere di non pensare a niente o di condividere le tue conoscenza con altri. Ma purtroppo c’è sempre qualcosa che rovina tutto. Infatti avrei dovuto saperlo oppure immaginarlo che era troppo bello per essere vero, ed infatti così si era rivelato e la mela marcia è saltata fuori improvvisamente.
Questa creatura è la stessa che con l’inganno vi ha costretto a vivere in questo modo, senza sapere chi siete. Questo essere ha dei poteri straordinari ed essendo una creatura con una forma eterea, può prendere qualsiasi forma ed è difficile individuarlo anche per me che sono un essere fatato.
Essa è venuta nella nostra fase temporale da non molto tempo e siccome non è una novità per noi che altre creature vengano da noi alla ricerca di relax lo accogliemmo come uno di noi. Come purtroppo potrete immaginare fù l’inizio della fine. Dopo un po’ iniziò a raccontarci di un mondo chiamato Terra in una realtà vicino alla nostra dove vivevano degli esseri che erano malvagi, che facevano del male ad altri esseri, erano efferati assassini e co. Ci disse di aiutarlo a creare un mondo dove essi potessero vivere in pace, ricominciare da zero e vivere meglio e che quando avessero imparato a vivere insieme senza far del male agli altri sarebbe tornati nel loro mondo.
Miria: Ma non è sparito mai nessuno, chi arriva resta nel nostro paese, in più io non credo di essere un’assassina e molta gente che arriva è piccolissima e non può aver fatto nulla per nuocere a qualcuno.
Artemis: Lo so, lui prende della gente che vive isolata, tipo eremiti, così quando sparisce; la gente che viveva loro vicini non se ne accorge subito, anzi magari passano anni prima che se ne accorga.
Jemi: Ma non ve ne siete accorti? Perché non lo avete fermato!
Artemis: Non possiamo(tristissimo) ci abbiamo provato(ora furibondo) ha imprigionato la nostra sacerdotessa in un tempio, bhè secondo i vostri canoni, assomiglia di più ad un castello medioevale e ha creato una barriera che ci impedisce di entrare a noi esseri fatati anche se ci uniamo siamo troppo deboli per contrastare il suo potere
Jeff: Allora cosa facciamo?
Artemis: è qui che entrate in ballo voi
Miria: Noi?!?(sbalordita più che mai)
Artemis: Sì voi, voi non siete fatati e potete passare attraverso la barriera e liberarla dalla sua prigione…
Miria: Ma come?, neanche sappiamo dov’è e poi potrete aiutare anche noi?
Artemis: Certamente se mi aiutate, vi giuro che vi aiuterò a sconfiggere quel malvagio così noi riavremo la nostra sacerdotessa e voi la vostra conoscenza
Jemi: Io ci stò!! come si dice io do una mano a te e tu la dai a me?
Jeff: Non sono troppo convinto, ma ci hai salvato la vita e siamo in debito con te e… ti sono debitore, quindi ci stò anch’io
Miria: Sono certa che manterrai la tua promessa, lo vedo nei tuoi occhi e quindi ci sto anch’io
Artemis: Bene adesso è ora che vi riposiate è tardi e ne avete passate tante e anch’io mi devo riposare..tutto questo cospirare di notte mi ha stancato (sbadiglia)
Dopo lo sbadiglio e la frase di Artemis tutti scoppiano a ridere e poi si sdraiano comodamente sul divano e sulla poltrona che sono diventati dei letti e dormono il sonno più tranquillo che abbiano mai avuto da tempo.
La mattina seguente tutti si svegliano al cantare di alcuni uccellini che stanno sul davanzale della finestra di Artemis
Artemis: Buona mattina (sbadigliando)
Jeff: Buona mattina, che dormita, ci voleva (stiracchiandosi)
Miria: Già….(sbadigliando pure lei) ma…sniff…sniff
Jemi: Umm sniff….sniff…..cos’è questo profumino?
Artemis: è una tisana rigeneratrice vi curerà il vostro fisico stanco e riempirà tutti noi di nuove energie, e state tranquilli ci servirà fare il pieno di energie
Jemi: Questa notizia non so fin dove mi piace
Intanto tutti sorseggiano la tisata che tanto per cambiare è di un bel colorino verde smeraldo con un profumo straordinariamente invitante tra frutta e menta. Il sapore poi non si rivela da meno è gustosissimo proprio come la cena di ieri.
Dopo, appena finiscono di bere, le tazze di tisana spariscono proprio come ieri e tutti rinvigoriti si incamminano verso la porta quando Artemis li ferma
Artemis: Fermi mettetevi questi zainetti sulle spalle, ci ho messo un po’ di materiale che potrebbe aiutarci durante questa missione
Miria: Grazie
Dopo che tutti ebbero finito di issarsi lo zaino sulle spalle aprirono la porta e si trovarono meravigliati dallo spettacolo che si trovarono dinanzi.
Sembrava di essere in una fiaba, stupende montagne innevate, foreste con vari tipi di alberi verdi e rigogliosi c’era anche un bellissimo ruscello con rocce colorate ai fianchi e si vedevano i pesci saltellare allegri tra l’acqua. In più c’era anche una bella spiaggetta con sabbia fine, bianca e tutto era profumato, era un posto veramente delizioso.
Miria: Non sembra che questo paese abbia qualche problema, tutto è fantastico!
Artemis: L’apparenza inganna, qui forse sembra tutto calmo ma aspetta che passiamo sotto la cascata a tunnel e vedrai.
Jemi: Cascata a tunnel
Artemis: Si chiama così perché sorge dall’erba si alza in verticale passa sopra la stradina e ricade dall’altra parte e se ci passi sotto non ti bagni
Jemi: Ecco perché chiedo? Dovevo immaginarmelo
Artemis: Non c’è molto tempo; più tempo passa e più il potere di colui che vuole rovinare tutto aumenta
Miria: Allora cosa aspettiamo (carica d’energia) Partiamo!!!
Allora tutta la comitiva si incamminò per il viale ma quando arrivarono al famoso fiume tunnel a cui aveva accennato Artemis videro quanto aveva ragione, dopo quel fiume tutto aveva un aspetto brullo e desolato e si vedeva in lontananza un castello medioevale, ma purtroppo si vedevano anche delle truppe che andavano avanti e indietro per tutto lo spazio che intercorreva dalla loro posizione al castello. Intanto là Artemis e la comitiva si erano nascosti dietro un cespuglio per non farsi individuare.
Artemis: Sentite c’è solo un modo in cui voi possiate arrivare al castello, io mi farò catturare!
Jeff: Ma sei matto?
Artemis: No, ho deciso, non potete dissuadermi è l’unico modo, voi dovete entrare nel castello io li distrarrò così entrerete senza essere visti e potrete salvare la sacerdotessa.
Jemi: Non puoi farlo! (urlando disperatamente)
Miria: Non urlare o ci scopriranno, sciocco (seriamente)
Jemi: Ok ma non puoi Artemis, non sappiamo come fare e se ci sono guardie all’interno?
Artemis: Devo, non preoccupatevi per me, non mi uccideranno e poi quando salverete la sarcedotessa, perché ce la farete, confido in voi, lei distruggerà il nostro nemico comune cacciandolo lontano da noi..
Miria: Come? Pensavo lo distruggesse
Artemis: La sacerdotessa come tutti gli esseri fatati non può uccidere; e poi se facesse come piacerebbe a me io lo costringerei a vivere senza ricordi in un posto dove lo trattano come ha fatto con voi o che lo ingannino e cerchino di imprigionarlo come con me.
Jeff: Sicuro allora? Al cento per cento?
Artemis: Sì e ora andate io li distrarrò
Intanto Artemis si avvicinò a una truppa di soldati e iniziò a far loro dispetti a più non posso, insultandoli e dicendo loro che non erano neanche capace di prendere un gattino, così quelli infuriati iniziarono a rincorrerlo finchè non lo presero e gli misero al collo un collare con una gemma viola in centro.
Nel frattempo Jemi Jeff e Miria correndo cauti da un cespuglio all’altro erano accanto al castello e videro il povero Artemis che veniva catturato e combattuti dal loro dovere e dal desiderio di aiutare il gattino..
Jemi: Come vorrei sapere cosa dicono…(ed ecco comparire dallo zaino una specie di corno)
Appena Jemi se lo mise all’orecchio potè sentire
Soldato: Stupido gatto adesso con questo collare non potrai più opporre resistenza al nostro signore e sarai per sempre uno stupido e pulcioso gatto
Dalla sua postazione al suono di quelle parole
Jemi: Noo, devo aiutarlo…io vado
Miria: (Bloccandolo per un braccio) Non essere imprudente, se vuoi veramente aiutarlo dobbiamo salvare la sacerdotessa
Jemi: Maaa….
Jeff: Niente maaa glielo abbiamo promesso e poi Miria ha ragione dobbiamo salvare la sua sacerdotessa
Purtroppo per loro il portone era chiuso e non sapendo cosa fare
Jeff: Ci servirebbero le chiavi..ohhh….come vorrei delle chiavi per aprire la porta.
Ed ecco comparire le chiavi, così tutti e tre presero a correre verso il portone, aprirono la porta e la richiusero di botto senza però fare rumore
Miria: Ehi voglio fare una prova (guardando verso il suo zaino) Ohh come vorrei avere una bussola per trovare la sacerdotessa..
Ed ecco che una bussola magica appare dinanzi a lei puntando verso una scalinata che portava verso la torre
Jemi: Ehi sembra lo zaino dei desideri, anzi la lampada di Aladino, solo che non c’è il genio
Jeff: Quel gatto a proprio pensato a tutto (ammirato) è stato proprio furbo
Jemi: Peccato che si è fatto catturare
Miria: L’ha fatto per noi, quindi diamoci una mossa alla torre!
Jemi: (Salendo a perdifiato le scale) Però che fantasia la torre, potevamo arrivarci anche da soli
Miria: Piantala! Muoviti piuttosto che cincischiare stupidaggini.
Jemi: Va bene (non cambierà mai, sempre a rimbeccarmi)
Arrivati in cima alle scale, trovano la sacerdotessa, era in un vetro e sembrava addormentata
Jeff: Mi ricorda Biancaneve, sapete dopo che la matrigna le ha dato la mela avvelenata e i 7 nani credono che sia morta e la mettono in una bara di cristallo e poi arriva il principe le da un bacio e la desta dal suo sonno di morte.
Miria: Oh no, anche tu adesso, non bastava Jemi
Ma ad un tratto si sente SBANG, la porta si spalanca ma loro prontamente si nascondono dietro il divano, che sembrava essere messo lì apposto
Jemi: (a bassissima voce) meno male per il ratto della cuffia
Uomo misterioso: Ah ah adesso non uscirai più di qui e io regnerò indisturbato su tutto le fasi temporali. Evviva!! Mi congratulo da solo.
Poi dopo aver fatto una specie di balletto dettato dall’euforia controlla la chiave che probabilmente doveva aprire la cella della sacerdotessa dormiente e si trasforma in un essere spaventoso.
Non era possibile neanche descrivere il suo aspetto era tra uno spettro e una specie di mutante, era dotate di due corna aguzze che arrivavano più o meno a 50 cm d’altezza, una coda tipo quella di un drago, un paio di enormi occhi rossi con uno sulla fronte di un verde smeraldino che contrastava nettamente e per di più aveva un paio di enormi candide ali bianchi. Era tutto un controsenso il suo aspetto e… prima di uscire era diventato una specie di ombra ed era scivolato fuori, ma per sfortuna dei nostri amici era proprio sulla soglia e se loro fossero usciti lì avrebbe certamente visti.
Jeff, Jemi e Miria: Vorrei comunicare coi miei compagni senza che lui ci senta
Per fortuna il loro desiderio sussurrato si era avverato e dei trasmettitori gli appaiono vicini con su scritti di metterli non vicino alla bocca come ci si aspetterebbe ma sulla fronte.
Miria: (Senza muovere le labbra) ma come funzionano questi aggeggi?
Jeff: (senza aprir bocca) wow comunicazione mentale
Miria: Avete visto…. come facciamo a liberarla? la chiave in quella cassetta a solo un’apertura minuscola, dovrei essere un puffo per entrar li, sì un puffo blu
Jemi: Allora anche tu sai fare battute
Jeff: Prova a desiderarlo
Miria desidera con tutte le sue forze di diventare un puffo e diventa uguale a puffetta
Miria: Ok adesso …(si concentra e desidera qualcosa per arrampicarsi)
Ed ecco apparire una corda magica e delle ventose
Miria. Ok io sono pronta
Jeff: Aspetta, qualcuno dovrà distrarlo
Jemi: Sì e quel compito aspetta a me e a Jeff
Jeff: Credevo di andar solo, ma non mi dispiace avere compagnia
Jemi: Ehi mica avrai pensato che ti lasciassi tutto il divertimento vero?
Miria: Figuriamoci, sappiamo che morivi dalla voglia come tutti noi di entrare in azione affrontando pericoli mortali
Tutti e tre poi si guardano negli occhi consapevoli che quello che stanno per fare provabilmente sarebbe stata l’azione più significativa della loro vita
Jemi: (Saltando fuori dal nascondiglio e rivolgendosi all’ombra) Ehi tu ma chi ti credi di essere, un ballerino, prima morivo dal ridere vedendo il tuo spettacolino
Jeff: (che nel frattempo si era posizionato vicino a lui, rivolgendosi a Jemi) Dai poverino cosa pretendi ormai è un dinosauro, non sa come si balla, poi va come è conciato si fa i complimenti da solo
Jemi E Jeff: Ehi esaltato ma non lo sai che gli egocentrici maniacali conquistatori d’onore e di territori non sono più di moda?, a noi non piace farci conquistare, facci un piacere e vattene…tanto sei un incapace
Ombra: Ehi come vi permettete ve lo mostro io l’incapace, siete come le mosche…fastidiose
Jemi e Jeff: Oh che paura, ci fai solo morir dal ridere con le tue inutili minacce!!
Intanto che l’ombra si infuriava e intesseva il suo incantesimo per disfarsi di quelle due mosche fastidiose che lo insultavano Miria si era arrampicata grazie alla corda e alle sue ventose sul vetro, aveva preso la chiave senza difficoltà visto la sua dimensione puffosa e stava giusto aprendo la porta che imprigionava la sacerdotessa così che…..
Sacerdotessa: Vattene dal mio regno e lascia tutte queste creature in pace, Vattene lontano dalle nostre vite!!!(tuonò più forte che poteva)
La sacerdotessa lanciò un fortissimo incantesimo che aveva intessuto nella sua prigionia e che con la sua liberazione grazie a Miria era finalmente riuscita a lanciare.
Il risultato che si ottenne fu che il mago che stava per lanciare il suo incantesimo contro Jeff e Jemi distratto dalla voce tuonante della sacerdotessa aveva sbagliato mira permettendo così a Jeff E Jemi di scansarsi e alla sacerdotessa di colpirlo violentemente.
Non si vedeva niente e la camera era tutta piena di luce sia scura che brillante che sembrava creare una specie di nebbia fatata che non faceva capire dove ciascuno si trovasse e l’esito della battaglia.
La magia che non riusciva a stare imbrigliata in quella stanza sembrava fare resistenza e inizio a sbattere sulle finestre finche non le spalanco e usci fuori.
Da lì in poi attorno al regno fatato c’è sempre una nebbiolina che confonde i viaggiatori.
La sacerdotessa rialzandosi perché nel lanciare l’incantesimo era caduta all’indietro per la forza d’urto ringrazio moltissimo i tre che l’avevano liberata e con un colpo di scettro che fece cadere a terra Jeff Jemi e Miria liberò tutti i suoi sudditi e ristabilì l’ordine in tutto il paese.
Artemis: Miao Miao sono felicissimo di vedervi (balzando in braccio a Miria)
Miria: Anch’io sono felicissima di vederti!
Artemis: Sapevo che ce l’avreste fatta
Jeff e Jemi: Anche noi siamo felicissimi di vederti Artemis
Miria: Sacerdotessa noi vorremmo che tu ci dessi il tuo aiuto……
Sacerdotessa: Miria so già tutto, anche se, ero imprigionata so esattamente cos’è successo e sarò felicissima di aiutarvi
Colpendo ancora con lo scettro il pavimento e dicendo una serie di frasi cantilenando in un linguaggio arcaico eliminò la terribile maledizione che incombeva su di loro e iniziarono a ricordare; anche se, da quando stavano nel regno si erano scoperti a ricordare vecchi modi di dire che in teoria non avrebbero dovuto ricordarsi e questa nuova consapevolezza li stupì
Sacerdotessa: So che dubbio vi viene, ma non preoccupatevi, iniziavate a ricordare perché l’incantesimo che vi faceva dimenticare in questo regno di magia risultava più debole per via della magia che intesse l’aria.
Tutti e tre sorpresi si ritrovarono a ridere scoprendo di non essere persone malvagie, ma comuni persone che avevano affrontato un’impresa straordinaria che li aveva cambiati per sempre.
Sacerdotessa: Voi due siete più forti dei vostri compratioti ed è per questo che vi facevate domande e non mettevate la testa sotto la sabbia.
Poi videro Jeff sparire
Jemi e Miria: Dov’è finito? (rivolti alla sacerdotessa)
Sacerdotessa: L’ho rispedito nel suo vero paese natale come tutti gli altri e ho fatto in modo che questa avventura per lui non risulti più che un sogno. Ma voi siete diversi, avete dei poteri anche voi, non come i nostri ma dettati dalla vostra tenacia e saremmo molto felici(ammiccando verso Artemis: se decideste di restare un po’ con noi.
Artemis: Sì dai restate, magari potrei insegnarvi qualche piccola magia e andare alla ricerca di qualche altra avventura
Jemi: (Guardando verso Miria fa un segno di assenso) resteremo, però per l’avventura aspettiamo un po’ eh?!? Per il momento ho fatto indigestione di avventura
Miria: (accostandosi a Jemi lo bacia) Ehi non montarti la testa però, dai Artemis, facci vedere il tuo paese!
Jemi: (ancora imbarazzato e tutto rosso) su andiamo!
Artemis: Sììì il mitico trio!
Così i nostri eroi conclusero la loro avventura e pian pianino iniziarono a ricordare il loro passato ma niente di quel che si ricordassero era paragonabile alla loro attuale avventura appena terminata.
Chissà se questa avventura sarà l’ultima dei nostri eroi o ce ne sarà qualcun’altra, per il momento li lasciamo felici e contenti a vivere la loro vita alla scoperta del pianeta magico del loro nuovo amico, un gatto parlante di nome Artemis.


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: