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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Twilight
Titolo Fanfic: DARK DAWN
Genere: Azione, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: shirahime88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/03/2007 15:54:08 (ultimo inserimento: 14/04/08)

Un semplice viaggio da Seattle a Forks. Ma Bella riuscirà a mettersi nei guai... A voi scoprire come!
 
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NATALIE
- Capitolo 1° -

Capitolo 1:

Natalie






Faceva caldo, dannatamente caldo.
Nonostante il mio amore assoluto e incondizionato per le calde giornate di sole, quella cappa di afosa umidità che aveva deciso di posarsi su Seattle proprio quel finesettimana mi infastidiva profondamente. Era luglio inoltrato, per cui temperature come quelle erano assolutamente normali, ma non potevo fare a meno di sbuffare ogni due secondi battendo nervosamente le dita sul volante. I motivi di tale nervosismo erano due: innanzitutto odio, e sottolineo odio, la sensazione appiccicosa del sudore sulla pelle. In secondo luogo, quel finesettimana non avrei dovuto andarci da sola a Seattle, ma in compagnia di Edward, però a causa di quello stupido sole che lo fa sbrilluccicare tutto mi è toccato andarci da sola. Stupidi fidanzati eliofobi.
Guardai distrattamente fuori dal finestrino, lasciando che la brezza mi scompigliasse i capelli e rinfrescasse la mia pelle accaldata.
Oh, quanto mi mancava.
Scossi la testa come per scrollarmi via quel senso di nostalgia. Accidenti, non vedevo Edward solo da quella mattina, non era il caso di farne un dramma. E poi le commissioni che mi aveva chiesto Charlie erano urgenti, non potevo certo aspettare un'altra settimana, era solo un dannatissimo giorno, senza contare che da lì a mezz'ora sarei arrivata a destinazione, la mia carissima e piovosissima Forks, pronta a riabbracciarlo...
Sospirai, arrendendomi all'evidenza che non sarei riuscita a scacciare dalla testa l'insistente immagine di lui che mi sorrideva, o la sensazione del leggero tocco delle sue gelide labbra sulle mie. Mi aveva perseguitato per tutto il giorno, e avrebbe continuato fino a quando non lo avrei rivisto.
Diedi un'occhiata all'orologio, riflesso incondizionato della mia impazienza. Erano le quattro e mezza del pomeriggio.
Un'ombra oscurò il sole, e alzando lo sguardo mi sorpresi ad osservare fitti banchi di nuvole che si muovevano scure e uggiose all'orozzonte. "Bene " dissi sorridendo fra me e me " A Forks si prospetta brutto tempo... "
Chissà come mai ultimamente avevo iniziato ad apprezzare il clima grigio di Forks. Forse il fatto che il mio ragazzo era un vampiro c'entrava qualcosa?
Mentre osservavo con sempre maggiore soddisfazione le grosse gocce di pioggia che si infrangevano sul parabrezza del mio fidato pic-up, scorsi in lontananza una figura solitaria che si muoveva lungo il ciglio della strada. Da quella distanza non riuscivo ancora a distinguere se era un uomo o una donna, anche perchè camminava dandomi le spalle, ma non potei fare a meno di notare la grossa sacca marrone che si portava sulle spalle.
Istintivamente rallentai quando mi avvicinai alla figura, solo dopo ricordai che non era prudente, e automaticamente mi tornò alla memoria anche la raccomandazione scherzosa di Edward: "Cerca di non farti cadere una tegola in testa, ok? "
Stavo per premere l'acceleratore e lasciare il povero/a autostoppista al suo destino quando questi si voltò. Il viso era coperto dal cappuccio del giacchetto così non riuscii ad identificarlo, ma vidi lo stesso una lunga chioma di capelli scuri che lo incorniciavano. Non appena mi vide iniziò a sventolare una mano, fracendomi segno di fermarmi in modo talmente lampante che solo una cerebrolesa poteva non accorgersene. Dentro la mia testa l'istinto di autoconservazione e la coscienza stavano lottando per decidere il destino di quella povera persona, poi però vidi la pioggia che aumentava, quel poveretto si sarebbe fradiciato, vabbè che faceva caldo, ma si stava dirigendo anche lui a Forks e poi camminare in mezzo alla strada bagnata era pericoloso, io che ero stata quasi schiacciata da un veicolo che aveva sbandato potevo affermarlo in prima persona...
Insomma, senza volerlo mi ritrovai ad accostare per far salire l'autostoppista. Quando lo avesse saputo, Edward mi avrebbe sicuramente uccisa seduta stante con una delle sue occhiate omicide/furiose.
Stupido senso del dovere.
Mi fermai ed allungai una mano per aprire lo sportello, trattenedo il fiato per l'emozione. La figura si avvicinò trotterellando, poi, a causa della pioggia che da lieve si era rapidamente trasformata in un rovescio, con un solo movimento fluido aprì e chiuse lo sportello, sistemandosi sul sedile con una grazia innaturale che mi ricordò i passi delicati di Alice. A quel punto sollevò il cappuccio, puntandomi in volto i suoi occhi azzurri come il ghiaccio.
Era senza dubbio una ragazza, una delle più belle che avessi mai visto, quasi al livello di Rosalie. I lineamenti del suo volto erano delicati, ma le conferivano lo stesso un'espressione decisa e forte, mentre le sue labbra rosee erano incurvate in un enigmatico sorriso. Aveva un aspetto un po' selvaggio, forse a causa dei vestiti logorati e dei folti capelli corvini che le ricadevano ribelli lungo le spalle e la schiena, ma c'era qualcosa nella sua espressione che esigeva rispetto e incuteva soggezione.
La misteriosa ragazza si scrollò lievemente la fine giacca in pelle beige, rivolgendomi un sorriso di ringraziamento. Solo allora mi ricordai che, al contrario di qualcun altro, io ho bisogno di respirare per vivere.
- Ciao. - dissi in un soffio, resa nervosa da quella strana ragazza.
- Ciao. - mi rispose lei, senza togliermi gli occhi di dosso, come se mi stesse studiando. - Stai andando a Forks, vero? -
- Sì - balbettai io.
- Non so come ringraziarti, se non mi avessi offerto un passaggio probabilmente sarei annegata per strada. - scherzò guardando fuori dal finestrino.
Senza volerlo il mio sguardo si bloccò su di lei. Era talmente perfetta che non solo la mia autostima crollò ulteriormente, ma pensai anche che probabilmente avevo abbordato l'unica vampira autostoppista sulla faccia della terra. Però quell'idea mi abbandonò subito. Era troppo "viva", per essere un vampiro. La sua carnagione era rosea come quella di un qualunque essere umano, anche più della mia, però c'era lo stesso qualcosa che non quadrava. Sai, dopo aver trascorso più di un anno con una famiglia di vampiri inizi ad accorgerti se qualche essere sovrannaturale ti saltella sotto al naso. Per esempio i suoi occhi. Sotto quelle iridi glaciali c'era come una luce, una nota ferina, quasi bestiale, come se gli occhi che mi stavano guardando fossero quelli di una belva feroce, non di una normale ragazza che all'incirca aveva la mia età.
La sua espressione lievemente imbarazzata mi ricordò che non era buona educazione fissare una persona troppo a lungo, così voltai di scatto la testa e riavviai il motore, nascondendo le mie guance arrossate dalla vergogna dietro ai capelli neri.
Dopo aver rimesso in carreggiata il pic-up, sentomi minacciata fisicamente dal silenzio imbarazzato che era calato, mi decisi a rivolgerle la parola.
- Cosa ti porta nella sperduta cittadina di Forks? - chiesi sforzandomi di non sembrare una corda di violino.
Con la coda dell'occhio la vidi voltarsi verso di me: - Io abitavo qui quattro anni fa. Chiamiamolo ritorno alle origini. -
- Davvero? - chiesi, incuriosita. Non l'avevo mai vista prima - E come mai questo ritorno improvviso? -
Mi accorsi di essere stata indiscreta solo quando mi voltai e vidi il suo volto contratto in una lieve smorfia di dolore. Strinsi le mani sul volante, dandomi ripetutamente della stupida.
- Scusami, non sono fatti miei... -
- No, non preoccuparti - mi interruppe lei, facendo finta di nulla - Piuttosto, nemmeno a me sembra di averti mai incontrato... -
- Infatti mi sono trasferita qui solo da un anno... -
- Ah! - lei si drizzò a sedere, guardandomi con un occhio socchiuso, con l'espressione di chi sta per urlare eureka da un momento all'altro - Ora mi ricordo! Tu sei la figlia di Charlie! -
Per l'ennesima volta maledissi i piccoli paesini dove tutti sapevano tutto di tutti, anche a distanza di anni.
- Sì, sono io, un anno fa ho deciso di trasferirmi definitivamente da mio padre, dato che mia madre si è risposata... -
Lei annuì, pensierosa, poi si riappoggiò allo schienale, fissando un punto imprecisato oltre il parabrezza.
Anche io rimasi in silenzio, concentrandomi sulla strada. Non mi veniva in mente altro per attaccare discorso.
Poi con un gesto repentino lei si sbattè una mano sulla fronte.
- Scusami, non mi sono presentata.... e pensare che mi stai anche dando un passaggio... - parlava ad occhi chiusi, come se stesse parlando fra sè e sè, poi i suoi occhi si puntarono nei miei. - Mi chiamo Natalie Parker, sono la nipote di Elizabeth Parker... Abito a tre case dopo quella di Charlie. -
Rimasi di stucco.
Avevo sentito parlare, anzi più propriamente spettegolare, molto a suo riguardo. Nonostante avesse abbandonato Forks da ben quattro anni era ancora sulla bocca di tutte le vecchiette del luogo. A quel che raccontavano era stata sempre un po' ribelle rispetto agli standard del paese, ma dopo che i suoi genitori morirono in un incidente quando lei aveva sedici anni diventò ancora più intrattabile, facendo impazzire la sua povera nonna, che tentava in tutti i modi di contenerla. Smise di andare a scuola, e passava tutto il pomeriggio e buona parte della sera fuori, senza dire a nessuno dove andava e cosa faceva. Le voci più accreditate dicevano che andava in giro a drogarsi con altri teppisti suoi amici. Le cose degenerarono quando, alla fine, scappò di casa, lasciando sua nonna sola a disperarsi. Alcuni dicono che fu proprio il dolore per la nipote degenere ad uccidere la nonna due anni più tardi. Ovviamente, sapendo come funzionano le cose a Forks, credevo a meno della metà delle cose che avevo sentito, anche perchè a vederla ora non mi sembrava esattamente lo standard di ragazza teppista drogata, anzi, mi sembrava una persona molto gentile. Almeno speravo fosse così.
- Io invece sono Isabella Swan, anche se tutti mi chiamano Bella. - aveva detto che mi conosceva, ma ripresentarsi era comunque educato.
Annuì con la testa, poi riprese con le domande: - Come va la vita a Forks? Non so nulla di questi quattro anni in cui sono stata assente. -
Sentii una stretta al cuore. Allora non sapeva nemmeno di sua nonna.
- Bhe, ecco, come al solito.... - . Come cavolo facevo a dirgli una cosa del genere io, una perfetta sconosciuta?
- Conosci mia nonna? Come sta? -
Ecco. Proprio quello che temevo.
- Ma... - iniziai, quasi balbettando, non sapendo assolutamente cosa fare - Io non la conoscevo, per cui... -
- Sempre che mi rivoglia in casa... - continuò lei - Dopo essermene andata via per quattro anni avrebbe tutte le ragioni per lasciarmi al mio destino... Immagino tu sappia qualcosa di quel che mi è accaduto, no? Se i pettegolezzi corrono come una volta... -
- Sì, qualcosina... - dissi restando sul vago, non sentendomela di dirle che era stata l'argomento principale di quei quattro anni. - Comunque... riguardo a tua nonna... -
- Cosa? -
La guardai in faccia. Evidentemente aveva captato qualcosa dal mio sguardo, perchè adesso sembrava molto preoccupata. Ma ormai era tardi per tornare indietro, e poi non me la sentivo di lasciarla andare a Forks con la convinzione che di lì a poco avrebbe incontrato sua nonna....
- Vedi, lei.... - mi voltai ancora per incontrare i suoi occhi - è... è morta. Due anni fa. -
Non seppi decifrare l'espressione del suo viso.
I suoi occhi furono attraversati da una miriade di emozioni, mentre il suo volto passò dalla sorpresa, al dolore e poi alla frustrazione, a cui forse si aggiunse anche un po' di senso di colpa. Le sue mani si serrarono sulla sacca che teneva in grembo, facendo sbiancare le nocche.
- Ah. - fu il suo unico commento. Aveva la voce incrinata come se stesse per piangere da un momento all'altro.
- Scusami, lo so che non sono la persona più indicata a dare certe notizie, però... - con una mano indicai la strada di fronte a me, come a farle capire che Forks si stava avvicinando.
- No. - rispose lei con voce più decisa. - Hai fatto bene, non scusarti. -
Si voltò verso di me sforzandosi di sorridere, anche se non le riuscì molto bene.
- Immagino che questo ha peggiorato ulteriormente la mia reputazione. -
Cercava di essere ironica ma una nota malinconica nella sua voce la faceva solo sembrare depressa.
- Bhe, non poi così tanto... - dissi sinceramente.
Questa volta ridacchiò sul serio: - Cosa? Ero già così malvista? -
- Sì. - ridacchiai io a mia volta.
Iniziò a frugare nella sua borsa.
- Vuoi una gomma? - mi chiese.
Se era rimasta sconvolta da quello che le avevo detto stava facendo di tutto per non dare a vedere il suo dispiacere. Evidentemente cercava di farsi forza invece di abbandonarsi all'autocommiserazione.
- No, grazie. - le risposi.
Nell'attimo in cui mi voltai per risponderle una ruota del pic-up finì dentro una buca, penso l'unica buca su tutta la strada e che probabilmente era nata una attimo prima solo per me. Il sussulto improvviso fece sobbalzare il contenuto della sacca di Natalie, facendo cadere le tanto agognate gomme sotto uno dei miei piedi.
- Oh, scusa... -
- Non importa... - disse lei con un sorriso - Sono cose che succedono. -
Si chinò verso di me tendendo una mano sotto il sedile, cercando di darmi meno fastidio possibile. Raccolse il pacchetto di gomme, però al momento di rialzarsi, come se fosse stata colpita da una scossa elettrica, si fermò a guardarmi negli occhi con aria confusa.
Io ricambiai il suo sguardo, non capendo il perchè di quella sua assurda reazione priva di senso.
Lei invece continuava a studiarmi con un'espressione a metà fra la confusione e la preoccupazione, come fosse congelata. Lentamente si rialzò fino a riappoggiare la schiena sul sedile, senza dire una parola e continuando a fissarmi in modo strano. Iniziai seriamente a pensare che forse soffriva di personalità multipla.
Dopo qualche secondo parve riscuotersi da quel suo stato confusionale e tornò a guardare di fronte a sè, sempre in assoluto silenzio, per carità, perchè se avessi capito qualcosa di quella situazione che gusto ci sarebbe stato?
Rimanemmo in assoluto silenzio per quasi cinque minuti, poi Natalie, timidamente, riprese la parola.
- Senti.... - mi disse in modo confidenziale, a bassa voce - Forse mi prenderai per pazza se te lo chiedo, ma... tu credi all'esistenza dei vampiri? -
Nonostante il caldo, sentii dei brividi corrermi lungo la pelle.
- No, perchè? - dissi provando ad ostentare sicurezza, ma come sempre il mio cuore mi tradì iniziando a battere più velocemente. Perchè tutt'a un tratto mi faceva domande del genere? Perchè a me? E soprattutto... cosa sapeva lei dei vampiri? Cercai di riprendere il controllo tornando a rivolgermi alla strada. Quali che fossero le sue intenzioni, non avrei mai tradito il segreto di Edward e del resto dei Cullen.
- Stai mentendo. - disse semplicemente lei.
Mi voltai a guardarla. Non era nemmeno girata verso di me, però aveva la faccia concentrata, come se fosse impegnata a captare qualcosa di estremamente flebile. Dato che non le rispondevo, si voltò verso di me. L'espressione era calmissima, aveva solo le sopracciglia un po' aggrottate, come se mi stesse studiando.
- Stai mentendo. - ripetè, con la stessa espressione sicura e indagatrice. Ma nella sua voce non c'era traccia di condanna, c'era solo l'affermazione di un dato di fatto.
- Non è vero. - replicai io, con lo stesso tono bizzoso di una bambina, ma come a solito quel traditore del mio cuore, che fa sempre le cose a modo suo, accelerò il battito.
Natalie sorrise, fissandomi negli occhi, ma quella breve ilarità si spense quasi subito.
- Se non altro, almeno sei a conoscenza dei rischi che corri. Non so chi sia per te il tuo amico vampiro, ma io fossi in te farei attenzione. -
Dire che ero sconvolta era poco. Rimasi a guardarla come un baccalà per un sacco di tempo, prima che lei mi facesse un cenno discreto verso la strada per ricordarmi che era meglio guardare dove giravo il volante. Come un automa mi voltai verso il grigio asfalto, con il cuore che batteva a mille e mille domande che mi frullavano per la testa. Come aveva fatto in meno di venti minuti di viaggio a capire che frequentavo un vampiro? Chi era quella ragazza?
- Chi sei? - questa volta era il mio turno di fare le domande.
- Te l'ho detto, Natalie Parker. - rispose lei, angelica.
Non riuscii a trattenere una risata nervosa. - Scusa, hai ragione, ho posto male la domanda: cosa sei? -
Mi guardò attentamente prima di rispondere. - Non so se posso dirtelo. Ti conosco da troppo poco tempo. -
Le lanciai uno sguardo veloce. Finalmente il mio battito era tornato regolare, forse anche perchè mi ero rassegnata all'idea che ero destinata ad incontrare solo persone strambe e pericolose.
- Sei un essere umano? - le domandai, con le mani strette sul volante.
- No. -
La sua risposta secca e immediata mi spiazzò.
Accortasi del mio momento di totale confusione, Natalie riprese la parola: - Se non ti dico cosa sono, non rischio niente. -
Continuavo a guardare la strada, ammutolita, facendo finta che non fosse accaduto nulla, anzi sperando che quello fosse solo un incubo.
Quindi, facendo un breve riassunto, avevo dato un passaggio ad una perfetta sconosciuta che si era rivelata essere una creatura sovrannaturale. Perfetto.
- Ora non fare così, mi fai sentire in colpa per essere stata sincera. - mi voltai e la trovai ancora a fissarmi, ma stavolta in effetti aveva un'aria leggermente addolorata - Non preoccuparti, non sono pericolosa, a meno che io stessa non voglia esserlo. -
Se quell'ultima frase aveva voluto essere rassicurante, non era riuscita nel suo intento.
- Comunque non dovresti scandalizzarti tanto... - continò lei - Prima mentre raccoglievo le gomme ho sentito si di te l'odore di un bevitore di sangue. Inizialmente pensavo tu fossi solamente una loro vittima, ma poi ascoltando la reazione del tuo cuore ho capito che tu conosci troppo bene il mondo dei vampiri per essere una semplice vittima... -
Rimasi in silenzio, concentrandomi sulla strada e trattenendo il respiro.
- Non so in che rapporti tu sia con questo vampiro, ma dovresti sapere che sono molto pericolosi, e che sarebbe meglio... -
- Che lo lasciassi perdere, sì, lo so, me lo ripete anche lui ogni momento. -
Natalie rimase visibilmente sorpresa dalla mia affermazione. - Davvero? Lui te lo dice? -
- Sì - risposi io, stizzita. La paura iniziale si stava gradualmente trasformando in irritazione, dato che stava ficcando il naso negli affari miei. - Però sai, il fatto che ci amiamo ci rende un po' difficile la separazione. -
La ragazza rimase ancora più visibilmente stupita, poi iniziò a sghignazzare sottovoce. - Ma tu guarda... Non mi ero mai imbattutta in qualcosa di simile prima d'ora. E da quanto va avanti questa... storia? -
- Da quasi un anno. Ma a te cosa importa? -
Natalie si voltò a guardarmi. - Teoricamente non me ne importa nulla... sono solo curiosa. Comunque ripensandoci forse è meglio che me ne vada da Forks. Io e i vampiri di solito non andiamo molto d'accordo. Ti dispiace accostare? -
La guardai con aria interrogativa. - E te ne vai così? Cioè, prima mi tempesti di domande, mi terrorizzi dicendo che sei un essere sovrannaturale, e poi semplicemente mi dici "accosta", lasciando tutto il discorso in sospeso? -
- Detto così sembra quasi che io sia crudele. - disse lei sinceramente risentita - Se ti ho tempestato di domande era solo per accertarmi che tu non ti fossi fatta raggirare da un vampiro, ma se come hai detto questa cosa va avanti da un anno, penso che ti ami davvero, anche se sinceramente stento a crederci. Tutti i vampiri che ho conosciuto non erano proprio amorevoli. Ora se non ti dispiace, potresti accostare? Sai, non vorrei che il tuo protettore si accorga che sono qui e venga a farmi la bua. -
Anche se mi irritava enormemente l'idea che se ne andasse come se nulla fosse succeso, non potei fare a meno di essere sollevata all'idea che almeno per una volta non rischiavo di morire. Tirai un lungo respiro ed iniziai a rallentare, ma una un bagliore argenteo all'orizzonte attirò la mia attenzione.
- Ma quella è... - dissi, incredula.
La Volvo metallizzata di Edward stava sfecciando verso di noi, correndo sull'asfalto veloce come il vento. Quando fu a poca distanza inchiodò, tagliando la strada al pic-up e costringendo di conseguenza anche me a fermarmi.
- Appunto. - commentò amaramente Natalie, senza togliere lo sguardo dalla Volvo. - Assolutamente perfetto. - aggiunse poi ironicamente.
Edward scese dalla macchina come una furia, con i magnifici occhi color topazio che lampeggiavano minacciosi in direzione del pic-up. Dopo di lui scesero anche Alice, Emmet e Jasper.
Per l'ennesima volta nella giornata rimasi sorpresa: perchè mai un simile dispiegamento di forze? E come facevano a sapere di Natalie?
" Forse Alice ha visto qualcosa... " ipotizzai.
Mi voltai verso Natalie, che era rimasta immobile al suo posto, silenziosa come una statua. Quando si accorse del mio sguardo si voltò verso di me, ma la tranquillità mostrata dal suo volto venne tradita da una lieve nota isterica nella voce: - Solo per curiosità... Quanti ce ne sono qui a Forks? -
- In tutto sette. - risposi io meccanicamente.
Lo sbigottimento attarversò i suoi occhi solo per un secondo: - Ah - commentò tornando a voltarsi - Sette, eh? Cioè mi vuoi dire che io mi sono assentata solo per quattro anni e nel frattempo in questo stupido paesino sperduto si è trasferita una comunità di ben sette vampiri? -
Annuii, continuando a guardarla: - Ma... perchè ce l'hanno con te? -
Natalie mi guardò come se avessi chiesto quanto fa due più due. - Bhe, se davvero stai con uno di loro, credo che la causa principale sia tu. Inoltre, diciamo che le nostre specie non vanno molto d'accordo fra loro... -
Stavo per aprire la bocca per chiederle ulteriori spiegazioni quando la voce di Edward mi interruppe.
- Bella! Scendi dalla macchina. -
La sua voce non era melodica come al solito, ma era resa dura e autorevole dalla rabbia.
Invece di ubbidire subito a quel semplice ordine mi pietrificai, continuando a guardare negli occhi Natalie. Adesso avevo quasi più paura per lei che per me.
- Natalie... ? - le chiesi, non so per quale motivo.
Lei non mi rispose, indirizzò invece un cenno verso la portiera, facendomi intendere che era meglio se uscivo subito. Allora lentamente aprii la portiera, poi uscii sotto la pioggia. Edward, che era di fronte a me a qualche metro di distanza, mi fece cenno di raggiungerlo, continuando a guardare truce verso l'abitacolo. Quando gli arrivai accanto mi attirò a se con una mossa repentina del braccio, nascondendomi in parte dietro alle sue spalle. Io gli strinsi la mano, e mi meravigliai ancora una volta di come il semplice contatto con la sua pelle fredda riusciva a fugare qualsiasi preoccupazione o paura dal mio cuore.
- Ora scendi tu. - disse, continuando a guardare di fronte a sè. Non c'era bisogno di specificare a chi si riferiva...
Natalie aprì la portiera, e scese agilmente ma lentamente, ignorando di proposito la pioggia che le schiacciava i capelli sugli occhi. Rimase in piedi a guardarci, in attesa.
A quel punto Edward mi rivolse uno sguardo fugace. - Stai bene? - mi chiese, con una voce che avrebbe dovuto essere gentile ma suonava lo stesso distorta a causa della rabbia.
- S-sì, ma... -
- Certo che tu sei proprio senza speranza. - mi interruppe, ancora più furioso di prima - Oltre al fatto che non si danno i passaggi agli sconosciuti per strada, hai anche beccato l'ultima persona a cui dovevi darlo. -
- Mi potresti spiegare che succede? - chiesi, lievemente irritata. Sì, lo so, avevo sbagliato, ma la fortuna purtroppo nessuno se la sceglie, ci teniamo quella che abbiamo, e la mia era particolarmente scarsa.
- Succede - disse lui guardando la ragazza - che è un licantropo, Bella. -
Mi voltai di scatto verso Natalie. Era ancora ferma nella stessa posizione di prima, con i capelli corvini completamente fradici, come il resto del suo corpo. Non sembrava affatto nervosa, ma ancora una volta nel profondo dei suoi occhi di ghiaccio sembrò agitarsi una luce sinistra, ferina, da belva.
Ora capivo molte cose.





Scusate, è la mia prima fic su un argomento che non siano anime o manga... Siate clementi! Scusate anche per la lunghezza un po' eccessiva del capitolo, ma volevo riuscire a far entrare anche Edward, anche se si vede solo un pochino. Diciamo che questo era un capitolo per introdurre Natalie, d'ora in poi i Cullen avranno senz'altro la maggioranza....
P.S: per favore, lasciate qualche commentino, anche negativo, basta serva a rendere migliore la storia....
Grazie!

 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
ainwen - Voto:
20/01/09 14:25
bellissma!!!!è scritta benissimo!iraccomando continua!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 4
artemis5 - Voto:
27/08/08 13:22
troppo bella!! cmq ci sono delle imprecisioni riguardo ai cullen... xò non è niente male
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
liquidme
02/06/08 13:05
oh bhe vedo che commenti nn ci sono ed è una fic molto vecchia però la trovo bella.. complimenti anche se nn ricordo se è conclusa
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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