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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: L`ESTATE DELLA FIORITURA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mevil galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/02/2003 18:27:04

ambientato nell`estate dopo il quarto anno, la fanfic parla della mia coppia preferita: ron/herm!
 
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1° PARTE
- Capitolo 1° -

L’Estate della Fioritura

Ron aprì la bocca emettendo un enorme sbadiglio. La noia era troppo forte; ogni qual volta provava a mettersi a fare i compiti che gli erano stati assegnati per le vacanze veniva sopraffatto dal sonno e la noia. Era inevitabile, mentre era inchiodato sulla sedia in quella minuscola stanza bollente, non pensare alla bella sensazione che si provava sfrecciando nel cielo aperto con il suo manico di scopa, il vento che s’infrangeva sul suo viso, i capelli che si scapigliavano allegramente.
Chiuse il libro energicamente, ripose la penna d’oca e abbandonò sul tavolo la pergamena per gli esercizi, praticamente vuota. Non era mai stato molto dedito allo studio, infatti veniva ripetutamente rimbeccato per questo dalla sua amica Hermione, la studentessa più brillante del suo anno, ed anche Harry, il suo migliore amico, sembrava essere meno insofferente di lui agli studi. Ma del resto le vacanze erano cominciate da solo dieci giorni, e aveva davanti a se ancora molto tempo per concentrarsi sui compiti.
Ora altri pensieri affollavano la sua mente. Ron guardò la finestra, come se sperasse di veder sbucare qualcosa da dietro, poi ritorno a fissare la scrivania. Vi era una pila di lettere, erano quelle che si scrivevano l’estate lui ed i suoi amici Harry ed Hermione. Qualche giorno prima aveva scritto loro delle lettere per sentire se anche quell’estate sarebbero andati a stare a casa sua per un po’, come avveniva solitamente tutti gli anni prima di ricominciare scuola, ed ora attendeva loro risposte. Era sempre piacevole avere la loro compagnia alla Tana (perché è così che veniva chiamata la sempre allegra e singolare abitazione della famiglia Weasley), non che si sentisse solo, infatti la sua famiglia contava nove persone: il signor Weasley e la signora Weasley, cinque fratelli maggiori di cui due non vivevano più alla Tana, ed una sorellina, Ginny, che aveva un anno meno di Ron.
In quel momento si sentì picchiare al vetro. Un gufo vi svolazzava piuttosto impacciatamente davanti, cercando di farsi aprire il prima possibile.
<Errol!> disse Ron sgranando gli occhi e immediatamente fece entrare il gufo nella camera, sfilandogli dalla zampetta qualcosa.
Si trattava di una lettera. Ron impaziente l’aprì e quando capì che era di Harry sembrò per un attimo deluso. Ma venne subito nuovamente assalito dalla curiosità e procedette con la lettura.

Caro Ron,
mi fa piacere sentirti, purtroppo ancora temo di non essermi ripreso dallo shock di ciò che è successo quest’anno e temo non sarà facile mandare giù l’incontro con Voldemort e la morte di Cedric. Naturalmente accetto più che volentieri il tuo invito, ringrazia i tuoi genitori, sicuramente mi aiuterà a distrarmi un po’! E comunque sai che, insieme ad Hogwards, la Tana è il mio posto preferito! Allora fammi sapere quando posso venire, io intanto inizio a convincere i miei zii, ma non temere, ho già in mente come fare per non fargli fare troppi problemi! (Sirius ha ancora su di loro una grande influenza!)

Ron rise alle parole dell’amico, sapeva che i suoi zii erano tremendi, ma conosceva altrettanto bene Harry, e sapeva che era un ragazzo molto intelligente e capace.
Poi guardò sconsolato il gufo, buttato supino sul suo letto con aria stremata, e che aveva riempito la coperta di piume svolazzanti marroncine. Tra se e se non vedeva l’ora di ricevere la risposta di Hermione, perché una grande inquietudine invadeva il suo cuore.

Passarono altri cinque giorni, Ron ancora non aveva fatto un solo compito delle vacanze, e trascorreva dalla mattina alla sera a giocare a Qidditch con i suoi fratelli Fred e George, i due gemelli famosi in tutta scuola per gli scherzi che loro stessi inventavano e per uno spiccato senso dell’umorismo. Erano giocatori della squadra di Qidditch del Grifondoro, il dormitorio a cui appartenevano, e Ron sperava allenandosi con loro di poter entrare in squadra per poter sostituire Baston, l’ex capitano e portiere che si era appena diplomato in quell’anno. Ma forse Ron lo faceva anche per non dare retta agli strani pensieri che ultimamente gli giravano per la testa. In realtà questi si erano manifestati in lui da parecchio tempo, ma almeno quando andava a scuola aveva qualcosa con cui distrarsi. Erano per lo più pensieri stupidi, ma gli provocavano dentro molta rabbia. Infatti lo insospettiva molto il ritardo della risposta di Hermione. Ron immaginò subito che potesse trattarsi solo di una cosa: quell’estate Hermione era stata invitata in Bulgaria da Victor Krum, e lei aveva probabilmente accettato l’invito. La cosa lo infastidiva, del resto Krum era pur sempre stato loro avversario durante il torneo Tremmaghi, come aveva potuto lei iniziare a frequentarlo? Gli era sembrata un’offesa alla loro amicizia. Ed inoltre non trovava proprio nulla di interessante in quel tipo. Certo, era uno dei migliori Cercatori del mondo del Qidditch, ma per una ragazza come Hermione, disinteressata totalmente allo sport, cosa poteva importare? Inoltre la chiamava in modo proprio bizzarro, Her-miun! Con quel suo accento straniero che storpiava qualsiasi frase e parola: dava ai nervi! Veramente ridicolo…
La risposta di Hermione arrivò dopo altri cinque giorni, era molto breve.

Ciao Ron!
Per me va benissimo, ti scrivo non appena tornerò a casa, così ci metteremo d’accordo! Saluta tutti!
Hermione

Quella era la conferma. Per Ron non potevano esserci dubbi; Hermione aveva preferito la compagnia di Krum a quella dei suoi due amici.

Fu piuttosto di cattivo umore i giorni che seguirono, non voleva ammetterlo, ma dentro di se le parole della ragazza rimbombavano sempre più amaramente. E più ci pensava, più si trasformavano, assumendo toni sempre più crudeli e meschini. Decise. Se preferiva tanto la compagnia di quel bell’imbusto, che passasse con Krum tutta l’estate! Lui non avrebbe certo elemosinato per farla venire a casa sua! Con decisione afferrò una pergamena e la penna d’oca. Iniziò a scrivere di getto e furiosamente, al termine posò la penna nel calamaio.
<Ti ho detto che è arrivato un pacco per te!> ripeté la ragazzina dai lunghi capelli rossi davanti la porta della camera. Ron si accorse di lei e guardò la sorella come se la vedesse per la prima volta.
<Un pacco? Di che parli?> chiese con il solito tono un po’ acido che aveva iniziato ad assumere in quei giorni.
<Vieni di sotto e vedrai!> rispose lei, sparendo dietro la porta.
Ron guardò la lettera sulla scrivania, poi s’incamminò verso il piano di sotto.
Il pacco era lì sul tavolo, bello grande, ed intorno vi erano Ginny ed i gemelli Fred e George con dei sorrisi enormi stampati in faccia che ammiccavano verso il pacco. Cosa avevano da ridacchiare?
<Posso fidarmi di voi?> chiese Ron insospettito dal ghigno dei fratelli.
<Avanti, Ron! Aprilo!>
Ron fece una mezza smorfia, poi la curiosità si fece enorme. Cosa poteva mai essere? Un regalo? Oppure uno scherzo che gli stavano giocando Fred e George?
Non appena ebbe sollevato il coperchio un enorme boato pervase la stanza, seguito subito da una folta nube grigia nella quale si levarono colorati fuochi d’artificio scoppierellanti, Ron sentì gli occhi bruciare e la faccia riempirsi di fuliggine. Ancora uno stupidissimo scherzo!
<Fantastico! L’esperimento è riuscito! Ora potremmo aggiungere un nuovo articolo alla nostra lista degli scherzi!> urlarono di gioia i fratelli, scoppiando a ridere contemplando la faccia nera di Ron appena il fumo si fu un po’ diradato.
Ma Ron era nero anche nell’umore, stavolta non l’aveva presa poi tanto bene…
<Ma complimenti! Siete veramente simpatici voi due, dovreste ricevere un premio!>
<Ha! Ha!> risero, <Su, adesso non te la prendere, Ron! Dovevamo pur essere ripagati del regalo che ti abbiamo fatto! Anzi, sappi che Fred voleva sperimentare le gomme-tappa-bocca, ma abbiamo scoperto giusto in tempo che l’antidoto che avevamo creato aveva ancora alcuni problemi collaterali…> disse George ridendo, ripensando magari a qualche povero sfortunato che aveva già sperimentato le gomme-tappa-bocca prima di Ron.
Ron, le cui piccole zone del viso non ricoperte dallo strato di polvere erano diventate dello stesso colore rosso fuoco dei capelli dando alla faccia nera uno strano aspetto a pois tipo morbillo, tentennò un attimo.
<Regalo?> a Ron non capitava spesso di ricevere regali, la cosa lo sorprese molto. Poi abbassò lo sguardo, e vide in fondo alla scatola un pacchetto pieno di fuliggine. Lo tirò fuori sollevando una gran quantità di polvere, che lo fece tossire.
Un lungo abito uscì fuori dall’incarto, era molto simile alla sua divisa scolastica, ma di colore blu. Era proprio un bell’abito da cerimonia, pensò Ron, i cui occhi erano sgranati in contemplazione, finalmente al prossimo ballo non avrebbe più dovuto vergognarsi del suo vestito! In uno scatto di felicità abbracciò forte George, che era il gemello che gli si trovava più vicino, e riuscì quasi a soffocarlo, tanto che Fred iniziò a ridere come un pazzo contemplando la scena, e anche George lo seguì una volta ripreso fiato e vista la faccia di Ron nera a pois rossi deformata in un sorriso spaventoso e blaterava qualcosa di incomprensibile, molto simile a dei ringraziamenti. Ginny che era rimasta dall’altro lato della stanza, vicino alle scale, sorrise alla buffa scena e soddisfatta si avviò nella sua camera su per le scale. In fondo i suoi fratelli si volevano molto bene, e visto l’umore di Ron negl’ultimi giorni sicuramente quel regalo era arrivato al momento giusto.

Passarono ancora due giorni, e la seconda settimana delle vacanze era conclusa. Ron entrando in camera notò la lettera piegata sulla sua scrivania. Dopo aver ricevuto il regalo era stato piuttosto bene e aveva preferito non pensare ad Hermione e rimandare la spedizione della lettera. Ron si sedette, la lesse le righe pentendosi un po’ in cuor suo di aver accusato così malamente l’amica.
Non poteva. Non avrebbe mandato quella lettera, si era trattato solo di un momento di ira, del resto Hermione era libera di andare dove preferiva, anche in Danimarca, ma del resto non era neanche detto che vi fosse andata veramente. Ripensandoci bene aveva fatto una cosa abbastanza stupida, avrebbe atteso la sua lettera.
Accartocciò il foglio di pergamena e lo gettò in dietro, come per scacciare la paura, e il cartoccio ricadde sul suo letto.
Quella notte fece un sogno piuttosto strano…si vide davanti uno specchio, era lo specchio dei Desideri, quello che Harry aveva trovato durante il primo anno di studi ad Hogwards. Si osservava minuziosamente, poi d’un tratto, i suoi vestiti cambiarono, e si ritrovò dentro il suo lungo abito da cerimonia color cobalto. Ron sgranò gli occhi, ammirando la sua figura riflessa nello specchio, era proprio bello! Ma mentre pensava questo lo specchio sparì, la piccola stanza in cui si trovava si iniziò ad allargare a vista d’occhio, fino a trasformarsi nella Sala Grande, agghindata come alla festa del Ceppo dello scorso anno. In effetti doveva trattarsi della festa del Ceppo. La sala divenne in men che non si dica piena di gente, persone che entravano una alla volta al suo fianco, e quando gli si trovavano accanto si lasciavano scappare un’occhiata di ammirazione verso Ron, soffermandosi sul suo vestito. Ron sorrideva in preda all’imbarazzo, ma l’imbarazzo sparì quando davanti gli passò Draco Malfoy, la persona che più di tutte odiava in quella scuola. Draco lo guardò dal basso in alto, con rancore. Lo aveva sempre preso in giro per la povertà della sua famiglia, perché qualsiasi cosa che aveva era di seconda mano, ma adesso non avrebbe più potuto dirgli nulla, e l’orgoglio e la felicità invadevano Ron. Così il Serpeverde abbassò lo sguardo e procedette, andando a nascondersi in un angolino della sala.
Ron scorse tra i passanti i gemelli Fred e George fargli l’occhiolino da lontano. Tra le persone nella sala scorse anche Harry, seguito da Seamus, Dean e Neville, i loro compagni del Grifondoro. Harry sorrise verso Ron, ammiccando al vestito. I due si lanciarono un’occhiata di intesa, poi Harry fece cenno a Ron di voltarsi.
Ron si girò, e con gran stupore vide Hermione, con un lungo abito rosso, i capelli allisciati e raccolti dietro la nuca in un chignon. Ron arrossì vistosamente, mentre lei avanzò timidamente verso di lui, gli prese le mani e iniziarono a ballare, girando su loro stessi e ridendo, poi ridendo ancora di più e di più e di più, e più ridevano più giravano veloci!

 
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