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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Tsubasa Chronicle
Titolo Fanfic: SUICIDE
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot, OOC, Shounen Ai
Autore: marluxia25 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/03/2007 00:17:33

Quello che succede quando uno stupido mago cerca di concludere tutto... in modo tragico. Spoiler sul capitolo 125-130 (accenni diciamo...) KuroFay
 
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SUICIDE
- Capitolo 1° -

Era notte fonda.

Sopra la città addormentata spirava un vento freddo, carico dei ricordi della giornata appena trascorsa; i raggi di luna illuminavano tetramente il cielo, come vigili e severe sentinelle a custodia del loro piccolo regno e le stelle tappezzavano il cielo come un manto di gemme.

Una notte davvero perfetta.

Troppo perfetta.

Ma mentre il silenzio riempiva le strade e solo i sussurri di coloro che dormivano sereni infrangevano la sua delicata superficie, qualcuno stava per distruggere quell’armonia.

In un hotel nel mezzo della città, cinque viaggiatori erano arrivati da un altro mondo quel giorno… uno strano gruppo di stranieri che comprendeva un ninja scorbutico dalla stazza invidiabile, un ragazzo dai capelli castani e una ragazzina, una palletta di pelo bianco parlante e un biondino dall’aria spettrale, vanamente nascosta sotto un sorriso di circostanza.

Tutti e cinque si erano coricati presto, ciascuno nella propria stanza… ma non tutti realmente dormivano.

Il ninja se ne stava sul letto, gli ardenti occhi rossi assorti nel contemplare un punto imprecisato della stanza, le braccia incrociate sotto il cuscino. Era tutto il giorno che aveva quel gran brutto presentimento… presentimento di cosa?Non lo sapeva. Ma qualcosa lo tormentava. Una strana sensazione inquietante si era impossessata di lui, torcendogli una zona non identificata dello stomaco.

Ma non sapeva minimamente che il suo brutto presentimento si trovava solo a una parete di distanza.

Nella stanza accanto uno stupido mago stava tentando l’atto più imperdonabile che un essere umano potesse compiere. Il suicidio.

Con la scusa di non riuscire a dormire la notte, quel giorno era andato in una farmacia a comprare quattro scatole di sonniferi e senza farsi vedere dai compagni, dopo cena, aveva portato in camera sua svariate bottiglie di superalcolici.

Seduto sul gelido pavimento della terrazza, con il vento gelido che gli sferzava il viso, attaccato alla terza bottiglia di liquore, con occhi vitrei e annebbiati, osservava i sonniferi poggiati sul tavolino accanto.

Non ne poteva più di quella situazione assurda. La sua vita non era abbastanza complicata? La fuga dal suo mondo, il terrore per il risveglio di Ashura che poteva avvenire in qualsiasi momento e la paura di vedere qualcuno che potesse somigliargli, il vagabondaggio di mondo in mondo, senza una dimora fissa, il desiderio di morte che spesso lo coglieva e che era sempre riuscito, in un modo o nell’altro a dominare… si era infranto tutto. Quando finalmente la sua vita sembrava sul punto di concludersi degnamente qualcuno aveva interferito.

Adesso doveva dipendere da quel qualcuno… tutta la sua vita era nelle sue mani… e non poteva permettere che quel qualcuno si legasse a lui. Nessuno si doveva legare a lui… nessuno poteva… perché lui non doveva avere nessuno vicino. Era destinato a rimanere solo, era destinato a non essere felice. Non poteva essere felice. Non doveva essere felice. In alcun modo.

Poggiò la bottiglia sul pavimento del terrazzo con un rumore sordo e si portò una mano alla fronte. Cominciava a girargli la testa. Sorrise. Un sorriso senza allegria, senza la minima traccia di felicità. Un sorriso spettrale.

Si alzò per prendere le compresse dal tavolino, deciso a mettere la parola fine a tutto ma un violento capogiro lo fece cadere addosso al muro. Con il piede destro urtò la bottiglia, vuota, che aveva accanto, la quale cadde rumorosamente e rotolò sino alla gamba del tavolo.

Con una mossa insicura afferrò le scatole e si rigettò a terra, troppo confuso e ubriaco per reggersi sulle gambe con le proprie forze.

Aprì la prima scatolina, causando un rumore scricchiolante, prese una pasticca e la osservò contro la luce della luna.

Chi avrebbe mai detto che sarebbe arrivato a tanto?

Sorrise di nuovo, con quel sorriso triste che tanto sfoggiava in quel periodo. Stava scappando. Era davvero un codardo. Ma non gli importava. Non poteva permettere che il ninja si legasse a lui, Lui, che per Kurogane era sempre stato un peso, uno stupido mago insopportabile. Una persona che non valeva niente.

Ne era consapevole.

Lasciò cadere il braccio destro col quale reggeva la compressa.

Era consapevole che il ninja lo detestava, che lui era il genere di persona che più detestava, che per lui contava meno di una foglia morta.

Nonostante lui… nonostante lui…

Le lacrime gli punsero gli occhi… forse a causa dell’alcool, forse a causa del rimorso…

Lui lo amava d’altronde. Lui lo amava tantissimo. Lo desiderava con tutto se stesso. Ma era chiaro che per il ninja il desiderio non era lo stesso.

Si asciugò le lacrime con il dorso della mano.

Quanto tempo che non piangeva? Abituato talmente tanto a nascondere ogni suo sentimento dietro a un sorriso, non ricordava quasi più come si faceva a piangere.

Ma perché piangeva? Perché?

Tra poco sarebbe morto, non si sarebbe più dovuto preoccupare di nulla.

Cos’era allora, quella sensazione che gli stringeva il petto? Quelle lacrime che non smettevano di scendere rigandogli il viso? Perché era tutto così insopportabilmente doloroso?

Avrebbe voluto urlare.

“è solo l’alcool…solo l’alcool dannazione!”

Continuava a ripetersi questo monito, nella speranza di calmarsi e proseguire quello che stava facendo.

D’altronde che senso aveva piangere?

Nessuno avrebbe realmente sentito la sua mancanza.

Certo Sakura e Shaoran sarebbero rimasti probabilmente sconvolti, e anche Mokona si sarebbe particolarmente disperato…

Ma lui?

A lui sarebbe importato qualcosa?

Probabilmente no… probabilmente avrebbe avuto un peso in meno, uno stupido mago in meno al quale stare dietro.

“stupido mago” sussurrò con una risata tetra.

In quel momento non gli importava affatto delle reazioni che il suo gesto avrebbe comportato nei due ragazzini… gli importava solo di lui.

Osservò di nuovo la compressa.

Con lentezza insopportabile ne scartò altre due e le inghiottì tutte insieme, reclinando il capo all’indietro.

“COSA DIAVOLO STAI FACENDO???!!!!”

Lo sguardo terrorizzato e sconvolto del mago incontrò quello furibondo del ninja.

“Come… come sei entrat…” Cominciò Fay, ma l’altro non gli diede il tempo di replicare. Lo prese per il colletto della maglia, portandolo dentro la camera, e lo sbattè contro un muro, senza curarsi del dolore che poteva fargli.

“Kurog…”

“TACI!!!!”

Sembrava preda di una rabbia incontrollabile.

“COSA DIAVOLO CREDEVI DI FARE IDIOTA?! EH?!”

Lo sguardo del mago mutò. Dal terrore i suoi occhi divennero totalmente impassibili, privi di espressione.

“Volevo uccidermi…” sussurrò semplicemente, senza alcuna emozione nella voce.

Kurogane lo spinse contro il muro con più violenza.

“E LO DICI COSì??!!”

Fay sorrise tetramente.

“Allora cosa vuoi fare? Uccidermi Kuropuu?”

“NON PRENDERMI IN GIRO IDIOTA! CHE DIAVOLO DI GESTO TI STAVI APPRESTANDO A FARE EH?! NON HAI PENSATO MINIMAMENTE ALLE CONSEGUENZE?!”

“Certo che ci ho riflettuto…” sussurrò con il volto basso, nascosto nell’ombra.

“CREDO CHE TU NON L’ABBIA FATTO ABBASTANZA!!!”

“Sì CHE L’HO FATTO!” Gridò il mago. Kurogane lo guardò sorpreso. Non aveva mai visto Fay arrabbiarsi, né gridare se è per questo. Tanto meno piangere. Fatto sta che quelle che si infrangevano sul suo braccio erano lacrime. Osservò le bottiglie vuote fuori sul balcone, e la prima cosa che gli venne in mente era una crisi isterica causata dall’alcool.

“Ma a te non importerebbe niente di me!!” disse tra i singhiozzi. “A te non te ne fregherebbe niente se io morissi!! Soprattutto adesso!! Perché diavolo non mi hai lasciato morire quella volta eh?! Perché mi hai trasformato in un vampiro e non mi hai lasciato morire quando potevi?”

Kurogane era stravolto.

“Credi che io pensi questo di te?” gli domandò.

“Ne sono convinto…” sussurrò.

Il ninja lo guardò. Aveva ancora la testa bassa e tutto il corpo del mago era scosso da singhiozzi. Mollò allora la presa dalla sua maglia e continuò a guardarlo.

“Fay…”

Il biondo alzò gli occhi su Kurogane, sorpreso di sentirlo usare il proprio nome, per la prima volta.

Prima che potesse capire qualcosa successe tutto troppo in fretta. L’unica cosa che riuscì a percepire fu un violento strattone poi… si ritrovò tra le braccia del ninja, legato a lui da un intenso bacio.

Era sconvolto e stupito, non riusciva a capire cosa stesse succedendo a causa dei sensi annebbiati dall’alcool …ma ricambiò con tutta la passione che provava, con tutto il desiderio che non aveva mai espresso.. con tutto l’amore che provava per lui e al quale non aveva mai dato voce. Perché lo amava da morire.

Dopo un po’il ninja si staccò da quel contatto e leccò le zone in cui le lacrime bagnavano le guance del mago.

“Sei ancora così convinto che non me ne freghi niente di te?” gli chiese poi.

Fay lo guardò, il pianto che minacciava di uscire di nuovo, e si sentì un vero stupido. Abbracciò Kurogane, stringendo con forza il tessuto della maglia all’altezza delle spalle, il corpo ancora tremante.

“Perdonami” sussurrò, senza voce.

Il ninja gli accarezzò i capelli “Non fare mai più una cosa del genere. MAI!”

Il mago scosse la testa, in cenno di assenso.

“PROMETTIMELO!” Gridò, staccandosi un momento da lui.

“Te lo prometto…” rispose Fay, fissandolo.

Il ninja sospirò, tra il sollevato e l’esaurito.

“Con te non si può stare un minuto tranquilli”

Fay rise. “Proprio no, Kuro-myu”

Kurogane lo fissò.



“Non piangere più” disse, asciugandogli le lacrime con il pollice.

“ è una promessa” sussurrò Fay, prima di iniziare a vedere tutto sfuocato. I sonniferi e l’alcool avevano completato il loro effetto, portandolo all’esaurimento.

Il mago tentò di rimanere in piedi, ma una cortina di tenebra scese pian piano su di lui, non lasciandogli scampo.

L’ultima cosa che percepì fu Kurogane che lo sollevò con forza e lo poggiò sul letto.

“Non lasciarmi…” biascicò, la voce impastata dall’alcool e dal sonno, prima di crollare.

“Non ti lascerò mai…” rispose il ninja, nonostante il mago fosse già incapace di udirlo, immerso nel sonno.

“.. perché ti amo!”


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Ecco conclusa la mia prima fanfiction su questa bellissima coppia di Tsubasa Reservoir Chronicle!!
Credo di essere andata un po'OOC purtroppo.. chiedo perdono >_<
Ma era un sacco che volevo vedere piangere Fay e Kurogane consolarlo >//< (secondo me non stai bene! nd DarkMarluxia)

Dedico questa fanfiction alla shore Icchan, colei che l'ha letta per prima!
è anche merito suo se sono riuscita a crearla, grazie a una canzone che mi ha fatto ascoltare e che mi ha ispirata moltissimo. Shor, questa fanfiction è dedicata a te, grazie di esistereee!!! >/////<

Spero vi sia piaciuta >///< Lasciate un commento per dirvi che ve ne sembra (anche per dire che vi fa schifo magari ^^'''')!
 
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