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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: NELLA MIA FINE È IL MIO PRINCIPIO.
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: tomtenadia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/03/2007 10:15:32

Tom Riddle e Lord Voldemort...due vite una persona. cosa lo ha portato a diventare il mago oscuro più temuto?
 
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TOM RIDDLE
- Capitolo 1° -

Note: FF scritta a due mani.
Io mi sono occupata del primo capitolo, quello dedicato a Tom Riddle. Laura una mia amica ha scritto il secondo capitolo, quello su Lord Voldemort.
Entrambe siamo affascinate da questo magnifico personaggio letterario e con questa ff abbiamo voluto provare ad analizzare quello che sta dietro alla sua crudeltà e alla sua complessissima personalità.
Speriamo sia di vostro gradimento
buona lettura

Nadia & Laura



CAPITOLO 1: Tom Riddle

Era natale, coloratissimi addobbi ornavano il castello in ogni sua parte.
Gioia e spensieratezza aleggiavano nell’aria.
Infondo…era il periodo più bello dell’anno e gli studenti rimasti al castello facevano del loro meglio per godersi le vacanze, liberi dal peso delle lezioni.

Ma c’era qualcuno nel castello che non riusciva a trovare nessun motivo per essere felice, nessun motivo per festeggiare.
Quand’è stata l’ultima volta che aveva riso? L’ultima volta che si era sentito felice? Non se lo ricordava…non ci riusciva…non poteva…perché non aveva mai riso, nessuno gliel’aveva mai insegnato.
Non era mai stato felice, nessuno gliene aveva dato la possibilità.

Tutta questa gioia gli dava sui nervi.
Lui era solo, maledettamente solo e dentro di sé, si faceva sempre più viva e chiara la consapevolezza che lo sarebbe rimasto per sempre.

Tom Riddle un giovane mago dai capelli corvini, gli occhi neri come la notte e la pelle chiara, sedeva sul suo letto in quella mattina di Natale, guardava fuori dalla finestra…lo sguardo perso verso il cielo e i lineamenti del volto tesi segnati da un senso di inquietudine…

“Tom” lo chiamò allegramente un suo compagno, che aveva appena fatto il suo ingresso nella camera…
“Dai Tom vieni, ti stai perdendo la festa di Natale nella Sala Grande, avanti muoviti!!!” disse andando verso di lui.
“Lasciami in pace, che festeggino pure. Io non vengo, nessuno sentirà la mia mancanza” disse senza neanche voltarsi verso il ragazzo. La sua voce era calma, pacata ma al contempo fredda e distaccata.
“Ma Tom….”provò a replicare l’altro
“Ti ho detto VATTENE!”…sbottò. Si voltò di scatto, il volto contratto in una smorfia disumana, gli occhi ridotti a fessure carichi di rabbia e il suono di quella parola fredda, gelida, carica d’ira che echeggiò in tutta la stanza come un ordine…
“Come vuoi…” disse il ragazzo che corse in fretta fuori dalla stanza lasciando Tom da solo.

Nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, nessuno voleva veramente averlo come amico o passare del tempo con lui.
Come poteva un altro essere umano voler avere qualcosa a che fare con lui se nemmeno sua madre e suo padre lo avevano voluto?
Si sentiva sporco, un problema, un peso, un qualcosa di cui si può fare a meno…
E quel nome…Tom Marvolo Riddle non faceva altro che farlo sentire peggio.
Odiava quelle tre parole, odiava quella identità che non sentiva sua.
Avrebbe voluto strapparla via…cancellarla, bruciarla…ma non poteva.
Era bloccato nella gabbia di quel nome…Tom.
Il nome di suo padre…di quel babbano di suo padre che aveva abbandonato sua madre perché era diversa…perché era una strega.
L’aveva lasciata morire, condannando anche il figlio…
Era forse questa la sua condanna? Una vita in solitudine solo perché figlio di un amore impossibile?
Tom…un nome così banale…così comune, oh no…no…lui non era come tutti gli altri e presto, molto presto sarebbe arrivato il suo momento, presto tutti avrebbero capito che lui era speciale…
Presto si sarebbe preso la sua rivincita…

Un impeto di rabbia gli nacque in corpo, un bagliore carico di odio illuminò i suoi occhi…
Odiava tutto…
Odiava tutti..
Odiava sé stesso…

Tutti cercavano di essere gentili con lui, ma sapeva benissimo che lo temevano, era sempre stato così e presto avrebbe dato loro un vero motivo per temerlo…

Si alzò dal letto, andò verso la finestra, guardò fuori.
Gruppetti di studenti giocavano spensierati con la neve, costruivano pupazzi e improvvisavano delle vere e proprie battaglie a colpi di palle di neve.

Lui non aveva mai fatto un pupazzo di neve, nessuno gliel’aveva mai chiesto.
Strinse i pugni…così forte che le nocche diventarono bianche…l’odio cresceva lentamente in lui.

Un ragazzo e una ragazza si baciavano teneramente in cortile.

Amore e Odio…

Mai una carezza, mai una parola dolce, mai un gesto materno, mai un abbraccio…
Indifferenza e soggezione gli unici sentimenti che la gente gli rivolgeva.

Era invisibile.
Un fantasma.
Senza vita, senza storia, senza anima, senza nome…un fantasma tra i vivi…
Ecco cos’era lui…

Andò verso il camino strappò con rabbia gli addobbi.
L’odio ormai gli scorreva nel sangue…era parte di lui…era lui.

Si appoggiò al camino.
“Tom Marvolo Riddle non esiste” disse in serpentese.
“Tom Marvolo Riddle è morto…io non esisto più…non sono mai esistito”

La sua espressione era di pietra, non più umana…non c’era quasi più nulla di umano in lui.
Vendetta e profondo rancore segnavano i lineamenti di quel giovane e affascinante mago…che ormai era svanito per sempre.

C’era solo un uomo perso nella sua disperazione, divorato dalla sua follia, accecato dal profondo desiderio di vendetta verso tutti coloro che l’avevano ridotto così, che l’avevano abbandonato…

Non c’era più il piccolo Tom Riddle che dopo anni in orfanotrofio scopre di essere un mago, scopre finalmente il suo vero mondo…

Non c’era più il giovane e affascinante Tom Riddle prefetto, caposcuola e studente modello…

C’era solo…
Lord Voldemort.


 
Continua nel capitolo:


 
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