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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: HARRY POTTER E LE SPADE GEMELLE
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC
Autore: meirose86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/03/2007 11:10:40 (ultimo inserimento: 29/03/07)

Remus incontra dopo la morte di Voldemort una sua vecchia "amica" Il pericolo è dietro l'angolo, due spade gemelle proteggeranno ciò che è giusto.
 
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VIAGGIO IN TRENO
- Capitolo 1° -

I

La Foresta Proibita. Luogo oscuro, altamente peicoloso e abitato da svariate creature magiche. Meglio non farsi trovare lì a girare da soli. Eppure in quel momento Leda non poteva fare a meno di attraversarla o Remus l’avrebbe raggiunta. Quelli come lui erano singolarmente veloci e lei non poteva fare altro che giocare d’astuzia. Non intendeva morire per mano di uno di quella specie. Non anche lei.
Dopo tanto correre decise di fermarsi. Raggiunse una piccola radura, illuminata dalla luna piena, che aveva scorto dagli alberi.
-“Proprio stasera, accidenti!”- imprecando al cielo la donna si guardò a destra e a sinistra e poi alle spalle per scorgere Remus, ma non lo vedeva. Chiuse allora i suoi bellissimi occhi viola, concentrandosi sui rumori della foresta… non un rumore strano… poi… alle spalle! Leda si voltò di scatto e se lo vide balzare davanti. Remus John Lupin, il professore di Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts era una persona eccezionale, intelligente e un bell’uomo, almeno secondo la visione di Leda, ma aveva anche lui il suo “scheletro nell’armadio”: era un lupo mannaro.
-Remus!- Leda lo chiamò, gridando, ma sapeva che era perfettamente inutile tentare di risvegliare la coscienza di un lupo mannaro utilizzando la voce. Lupin la aggredì frontalmente ma lei riuscì a evitare il colpo saltando lateralmente. Purtroppo per lei il professore scattò subito dopo dalla sua parte, atterrandola. Strisciò per un po’, evitando le zampe posteriori dell’avversario che cercavano di schiacciarla, finché non si trovò con le spalle a un albero. Remus levò sopra di lei la zampa anteriore destra e suoi gli artigli risplenderono alla luce lunare. Ululò poi alla luna, quasi volesse dedicarle la morte della sua preda, poi, con un’ultima occhiata carica di cattiveria, la zampa si abbassò rapida per il colpo finale.

Il fischio del treno la scosse da un sonno profondo in cui era precipitata da qualche minuto. In genere Leda non dormiva mai sui mezzi di trasporto ma dopo la nottata passata a discutere con il ministro Scrimgeour un’eccezione poteva farla tranquillamente. Certo il sogno che aveva fatto non era dei più belli e l’aveva scossa parecchio ma era troppo stanca per pensarci su. Tuttavia una persona in particolare le rimase impressa, nitida nella mente:
-“Remus…”-
Una mezz’ora più tardi lo stesso treno raggiungeva la stazione di King’s cross a Londra, binario 9 e 3 quarti, per una sosta di due ore circa. Poteva benissimo scendere e sgranchirsi le gambe, Leda lo sapeva, ma proprio non ne aveva voglia. Rimase quindi a sedere al suo posto e dopo pochi istanti ripiombò in un sonno profondo.
Pochi metri più in là cinque persone aspettavano di poter salire con tutta calma sul treno diretto a Hogwarts. Venire in anticipo non era servito a nulla: la banchina era piena di gente lo stesso, gente che aveva avuto la loro stessa idea. Di queste cinque persone solo uno era un adulto, gli altri erano tutti studenti grifondoro; uno di loro, un ragazzo di diciassette anni dai profondi occhi verdi e una cicatrice sulla fronte si rivolse all’adulto che li accompagnava:
-Che palle, ma perch…-
-Harry!- lo interruppe la sua amica secchiona.
-Oh… Hermione per favore… anche tu ogni tanto tiri fuori le tue belle paroline!-
-Si, ma non di fronte a un’insegnante!!!-
L’uomo, biondo con brillanti occhi dorati ma dall’aria malinconica, rise. Harry continuò il suo discorso, ammonendo Hermione con una sola occhiata che diceva palesemente: interrompimi di nuovo e finisci sui binari.
-Dicevo, professore… perché siamo venuti qui con due ore d’anticipo? Ora dobbiamo aspettare altre due ore!!!-
Remus John Lupin, il professore di Difesa Contro le Arti Oscure si rivolse al suo giovane amico:
-Beh perché avevo l’illusione che arrivando in anticipo sugli altri saremmo potuti montare per primi sul treno…- volse la testa verso la folla che ancora intasava l’entrata del treno -Ma mi sbagliavo. È meglio aspettare che tutti entrino… non ho intenzione di farmi pestare e rimetterci una costola… o peggio… Quando si tratta di prendere posto queste belve scatenate non guardano in faccia a nessuno, nemmeno a un professore…-
-Ahahah ha ragione Prof.!- Ronald Weasly, il miglior amico di Harry, ridacchiò nell’immaginarsi il povero Lupin schiacciato da un centinaio di studenti impazziti.
Hermione avanzò una sua preoccupazione.
-Troveremo posto però? O ci toccherà di rimanere in piedi?-
Ron la tranquillizzò:
-Oh, avanti Hermione! C’è andata bene per sei anni… vuoi che rimaniamo in piedi proprio all’ultimo anno?-
Stranamente la balzana idea del rossino era giusta, dopotutto per quell’anno avevano aumentato la capacità degli scompartimenti da quattro a sei persone. Infatti, una volta saliti sul treno, anche se proprio all’ultimo momento e quasi in coda, i nostri amici riuscirono a trovare tutti quanti posto in un unico scompartimento vuoto, eccezion fatta per una donna che dormiva profondamente, rannicchiata al finestrino. Non riuscirono a scorgerne l’aspetto poiché indossava una manta nera dall’enorme cappuccio che teneva calato sulla testa e le spioveva sul volto, oscurandolo.
Il viaggio poi fu abbastanza tranquillo. Ogni tanto scorgevano Neville Paciok, studente grifondoro pure lui, passare davanti al loro scomparto, intento ad inseguire il suo rospo; oppure passavano delle irrequiete ragazzine del primo anno e successivi, alla ricerca di “Harry Potter, il bambino sopravvissuto cha aveva ucciso colui-che-non-deve-essere-nominato”, appellativo lungo ma suggestivo. Alcune di loro, le più sfacciate, cercavano anche di entrare, ma la magia del professore, quale era Lupin, riusciva a tenere chiusa la porta scorrevole ed a insonorizzare l’esterno, creando una vera e propria oasi di pace.
Ron e Hermione erano riusciti ad addormentarsi mentre Ginny e Harry giocavano a carte. Remus invece si era chiuso nel suo mondo fatto di libri e ora stava leggendo un tomo dalle dimensioni indescrivibili e dall’aria antica e importante. Dopo pochi minuti di quel riposo però un sommesso bussare alla porta riscosse l’attenzione del professore e di quella dei suoi due giovani amici giocatori e tutti e tre si immobilizzarono nel vedere chi c’era dall’altra parte della porta dello scompartimento.
Il ministro Scrimgeour stava furiosamente colpendo il vetro già da un buon quarto d’ora ma la magia impediva di sentire bene cosicché si accorsero di lui solo dopo un po’ e per poco gli occupanti dello scomparto non gli scoppiarono a ridere in faccia: visto da dentro, senza udire nulla, si aveva solo la visione di quest’uomo dall’aspetto di un leone che agitava le braccia e il suo bastone e imprecava cercando di richiamare la loro attenzione. Harry Potter però si ricordò di quello che il Ministro gli aveva chiesto di fare dopo la morte di Silente e la rabbia prese il sopravvento su di lui, facendolo chiudere in un insolito mutismo. Si rivoltò poi nella direzione di Ginny, continuando in silenzio la sua partita. Quando finalmente al Ministro Rufus Scrimgeour fu concesso di entrare quest’ultimo si limitò ad ignorare Harry e a fare un complimento ironico a Remus per le sue capacità magiche, dopodiché la sua attenzione si rivolse unicamente alla donna che sedeva al finestrino.
-Miss Dragonero può raggiungermi nel mio scompartimento? Miss?…Ma che fa dorme?… Vabbé, Professor Lupin, per piacere, la svegli, poi la invii al mio scompartimento, in cima al treno, ok?- Scrimgeour voltò le spalle ai sei e se ne uscì da lì dopo aver bollato e affrancato quella povera donna e si avviò al suo lussuoso posto ad aspettare il suo “pacco”.
Dal canto loro Ginny e Harry continuavano la loro partita, Ron e Hermione continuavano a dormire della grossa e Remus si apprestò a fare ciò che il ministro gli aveva detto di fare. Ripose il suo libro nella valigia sotto il sedile, dopodiché si sporse leggermente in avanti e chiamò la donna per cognome ma questa non si mosse. Anziché riprovare però Remus si bloccò… Dragonero… quel cognome per lui, un tempo, aveva significato moltissimo. E forse anche adesso… Si riscosse da quei pensieri e provò di nuovo a richiamare l’attenzione della signorina ma niente da fare: dormiva profondamente. Fortunatamente il treno gli venne in aiuto: emise un sonoro fischio, il quale riscosse Dragonero dal suo sonno, anche se non completamente. Remus capì che ora era solo assopita e riprovò a svegliarla. Prima però ebbe il forte impulso di toglierle il cappuccio e così fece. Mentre faceva scorrere via dal capo della sua compagna di viaggio la stoffa a Remus sembrò di togliere il velo ad una sposa e quando si accorse della bella chioma di capelli mossi e neri e del loro forte profumo di menta il suo cuore accelerò i battiti: anche la Dragonero che ricordava lui aveva i capelli così e le assomigliava tantissimo. Si ricordava anche degli occhi della ragazza… viola… di un viola che toglieva il fiato. Provò a chiamarla per nome…
-Leda?- Niente… Lupin provò una fitta al petto… -”Che sciocco che sono… come può essere lei? Dopo tutti questi anni…”-

Leda, da quando era sprofondata nel suo sonno, fatto unicamente di buio e sensazioni, aveva come il sentore che di lì a poco sarebbe successo qualcosa. Con il proseguire del viaggio poi le erano giunte all’orecchio delle voci che avevano creato i suoi sogni, facendole immaginare scene sconclusionate e ridicole, erano sogni senza senso come solo lei sapeva farli. A un certo punto un fischio, come quello che l’aveva svegliata a Londra, la riscosse di nuovo dal sonno e la riportò lentamente alla realtà.
Improvvisamente si sentì togliere il cappuccio ma non si mosse. Da esperta in autodifesa e Auror di prim’ordine sapeva che cosa fare… lo avrebbe lasciato stare ma quando si fosse avvicinato troppo…
Poi il suo nome, pronunciato con voce tremante la pietrificò all’istante. Conosceva quella voce… certo era più profonda, ma era quasi certa che fosse lui. Non riusciva a crederci e non riusciva a muoversi! Ma poi, con la paura che quello che avrebbe visto non sarebbe combaciato con quello che immaginava, si fece coraggio e aprì gli occhi lentamente. Immediatamente il suo sguardo si incrociò con quello di un uomo biondo, dagli occhi dorati come i campi di grano… e non ebbe più dubbi. Sentì il suo cuore mancare un battito quando realizzò che davanti a lei c’era proprio Remus Lupin.

Lupin la guardò negli occhi per qualche, interminabile, secondo, poi riprese fiato e l’unica cosa che riuscì a dire fu:
-Leda?-
L’altra, ancora immobile, gli disse di rimando.
-Remus!-
-Io…- Lupin si rimise a posto, sul sedile -Non posso crederci… sei proprio tu…-
Subito il volto di leda si illuminò di un sorriso smagliante e le lacrime cominciarono a rigarle le guance. Il suo primo impulso fu quello di abbracciare il suo vecchio amico e si era già alzata per farlo quando una voce la bloccò in piedi.
-Professore tutto ok?- Vedendo l’espressione incredula e il colorito bianco - morto di Remus e la donna che piangeva Harry si era preoccupato e non poté fare a meno di intromettersi, dando modo a Leda di farle capire che non erano soli nello scompartimento. Inoltre Remus, accorgendosi della gaffe che Leda stava per fare ebbe modo di riparare parzialmente al danno, avvisandola del ministro Scrimgeour e della sua esplicita richiesta di poco prima.
-Oh capisco…- La donna si asciugò le lacrime. -Grazie per avermelo detto…- dopodiché dalla sua postazione si spostò nel corridoio, ma prima di andare si volse verso il professore.
-Faccio il più presto che posso… voglio scambiare alcune parole con tutti voi e specialmente con Harry…- concluse indicando il ragazzo dagli occhi verdi, dopodiché se ne sparì nella calca del treno.
Harry, dal canto suo, si volse verso il suo professore e con una mano sulla sua famosa cicatrice gli chiese:
-Riuscirò mai a non farmi riconoscere ovunque vado?!-
Il professor Lupin sorrise e disse:
-Harry, hai la frangetta sulla cicatrice, quindi non ti ha riconosciuto da quella… sicuramente ti ha riconosciuto dagli occhi.-
-Quella donna… conosceva mia madre?- Harry trasse velocemente le conclusioni.
-Si… lei era una delle migliori amiche di noi malandrini, nonché di tua madre.- Remus voltò lo sguardo sognante sulla porta a vetri, lasciando Harry ai suoi pensieri e alla sua partita a briscola e non poté fare a meno di pensare che quello sarebbe stato un anno alquanto interessante a Hogwarts.

Percorrendo a fatica il corridoio, un po’ per la folla e un po’ per il suo stato semi-confusionale causato da Lupin, spingendo a destra e sinistra, strattonando e calpestando, Leda riuscì ad arrivare, anche se piuttosto malridotta, al primo vagone del treno, quello subito dopo la motrice. Dotato di un unico scompartimento, quello extra lusso, era il vagone più lussuoso di tutti. Seduto su una sedia, con i gomiti poggiati su un tavolo, tanto bello quanto antico, il Primo Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour, stava sorseggiando un tè verde, circondato da altre personalità magiche, ovvero da coloro che, come diceva Leda, potevano benissimo fare a meno di andare a lavorare... Se lavorava ovvio! Con un semplice gesto Rufus indicò a Leda una sedia, sita al centro del vagone, di colore rosso e dotata di braccioli. Una volta seduta, l’Auror Dragonero, si accorse di non essere solo al centro del vagone ma anche al centro dell’attenzione di tutti quanti. Nonostante lei non si lasciasse intimidire facilmente, cominciò a provare un vago senso di inquietudine.
-Li abbiamo trovati…- disse uno di quei personaggi, con aria solenne.
Tre parole… tre sole parole che ebbero effetto su Leda come una scarica elettrica da mille volt. Riuscì solo a sibilare:
-Dove sono? Anzi, DOV’È??-
Scrimgeour smise di bere la sua bevanda e prese a giocherellare con la tazza.
-Non molto lontano da Hogwarts, in un‘abitazione lussuosa, un luogo protetto… protetto da una magia potentissima. Una delle ultime del signore oscuro.-
-Vuol dire… che non possiamo prenderli?-
Uno del gruppo “guardatemi-sono-bello-sono-bravo”, tal Hayner Treeleft Auror dalla condotta decisamente discutibile, alzò il viso al tetto del vagone e sospirò:
-Non finché loro non escono… e per uscire devono fare letteralmente esplodere la protezione.-
Leda rifletté per un poco poi sussurrò:
-Conosco quell’incantesimo… è magia nera poiché pericolosa. È lo scutum eversio, la distruzione della protezione, la quale genera un’onda d’urto potentissima verso l’esterno nel momento in cui la barriera viene infranta…-
-Esatto!- Scrimgeour batté il fondo della tazza sul tavolo di legno pregiato al quale era seduto. -E se osassimo avvicinarci troppo loro se ne accorgerebbero e ci distruggerebbero!-
Quale ex Auror Scrimgeour sapeva che una considerevole perdita di elementi era un pericolo per l’intera comunità magica. Anche se Voldemort, il signore oscuro, non c’era più, si vociferava avesse trasferito una parte del suo considerevole potere a tre mangiamorte sopravvissuti allo scontro, distribuendolo equamente fra loro. I tre superstiti erano Bellatrix Lestrange, Fenrir Greyback e Peter Minus.
Ora tutti gli Auror erano in fermento e Leda non vedeva l’ora di poter compiere la sua vendetta. Tentennò un poco poi chiese al ministro:
-Quindi… come intende agire?-
-Per ora solo tenerli d’occhio. Quando si decideranno a uscire ve lo farò sapere, così potrete organizzare al meglio la difesa della scuola… certo però dovrete già cominciare da ora. Qualche idea?-
Alzandosi dalla sedia e raggiungendo un finestrino del vagone Leda parlò al ministro di come intendeva fare per salvaguardare gli studenti e i professori dal problema che si parava loro di fronte. L’idea piacque al ministro, che accordò a Leda di agire come meglio credeva. Poi, farfugliando e balbettando a bassa voce, tanto che Leda fu costretta ad avvicinarsi, il ministro portò la conversazione su un campo minato.
-Ah… Harry Potter… sa… prima quando sono entrato nello scomparto… beh si è limitato ad ignorarmi però non è una bella cosa. Non potreste mettere una buona parola per me? La gente non pensa bene se si accorge che l’eroe del mondo della magia ce l’ha con il primo Ministro e…-
Gli occhi viola di Leda, se possibile, si fecero ancora più viola, poi con voce dura e autoritaria sparò un secco “no” in faccia a Scrimgeour. Tutti i presenti cominciarono a confabulare. Il Primo Ministro chiese spiegazioni per quel rifiuto e Leda, gentilmente, gliele concesse.
-Ah, non è chiaro? Vuole che le riassuma brevemente i fatti? Dunque… alla notizia della morte del preside Albus Silente, che oltre che un grande preside era anche come un nonno per Harry, lei non solo non ha avuto una sola parola di condoglianze per la scuola, per quelli che lo conoscevano e per suo fratello Aberforth, ma oltretutto, con una sfacciataggine che ha dell’assurdo, DURANTE il funerale del suddetto Silente si è permesso di andare da Potter e chiedergli, quasi con un sorriso a trentadue denti: <<“Scusa Harry, potresti mantenere la tua figura di “ragazzo immagine” del ministero?”>>-
Gli occhi gialli del ministro si riempirono di vergogna e il volto sbiancò: -“E lei come fa a saperlo??“- Quasi avesse letto nel pensiero del suo interlocutore Leda sogghignò e disse: -È stato sulla bocca di tutti per mesi anche se io sono venuta a saperlo solo pochi giorni fa…-
In quel momento Scrimgeour avrebbe voluto volentieri trovarsi sotto i piedi le sabbie mobili.
-”Terra inghiottimi”- ovviamente non successe. -Ok, lo ammetto mi sono comportato male… Va bene, è tutto, può andare.-
Ritornata seria Leda si avviò con piglio deciso verso la porta ma dentro ribolliva. Stare con le mani in mano mentre tutti agivano e aspettare inerme un attacco diretto alla scuola di magia non era esattamente il massimo per lei. Ma gli ordini sono ordini e non si discutono, si disse. Era questo suo senso del dovere e la profonda giustizia che regnava dentro di lei che ne avevano fatto un Auror eccezionale e amato da tutti sul lavoro. Aprì la porta, uscì e se la richiuse alle spalle, poi vi si appoggiò per qualche secondo e volse la testa al paesaggio che scorreva fuori, veloce. Inspirò a fondo e sentì una morsa allo stomaco ma non era fame.
-”Remus.”-
Stava per andarsene quando improvvisamente sentì qualcosa di viscido e bitorzoluto strusciarglisi a una caviglia e poi montarle sul piede destro. Abbassò di scatto lo sguardo e si ritrovò a fissare le vacue pupille di un enorme rospo che si era appollaiato beato proprio sulle sue scarpe a ballerina nuove di zecca.
Il proprietario di quella simpatica bestiola, ovvero Neville, era sopraggiunto in quel momento e vedendo la situazione si era prontamente portato le mani alle orecchie, onde evitare che l’urlo di quella sconosciuta gli spaccasse i timpani. Ma Leda non urlò. Si limitò ad alzare il piede abbastanza da poter afferrare il rospo e restituirlo al proprietario con un sorriso, dopodiché si allontanò ed entrò nella toilette per lavarsi le mani.
Fece scorrere l’acqua per farla venire abbastanza tiepida e mentre si lavava non poté fare a meno di fare un tuffo nel passato, a quando aveva cominciato la sua carriera a Hogwarts e alla fine del suo primo anno aveva stretto amicizia con i quattro malandrini e con Lily Evans.

Anno scolastico 1972.
Leda Dragonero era una ragazza piuttosto introversa, appartenente alla casa del Corvonero e la ragazza più brava del suo anno, il primo. Già dai primi mesi i professori si erano accorti della sua abilità magica e la avevano già iniziata alle magie del terzo anno con lezioni private tenute dal preside Albus Silente in persona. Ma lei non era l’unica intelligente della scuola. Alle lezioni private partecipavano complessivamente una decina di ragazzi e ragazze, tutti appartenenti a varie case. Tra di loro c’era un ragazzo Grifondoro che Leda conosceva solo di vista ma che più volte aveva incrociato il suo sguardo con il suo, durante tutto l’anno.
Lei sapeva che era quarto anno e un giorno, facendosi coraggio, chiese a una sua compagna di classe chi fosse.
-Non sai chi è??- le chiese quella stupefatta. -Ma dove vivi?! Quello è uno dei quattro Malandrini…-
-Malandrini?-
L’altra, esasperata, aveva alzato gli occhi al cielo. -Ma dai, sanno tutti chi sono! Vabbé te li elenco. Allora sono tutti Grifondoro, James Potter, Sirius Black, Peter Minus e Remus John Lupin. Quest’ultimo è il ragazzo che ti piace.- terminò la ragazza con un ghigno furbo stampato sulla faccia. Leda si era affrettata a controbattere… forse un po’ troppo in fretta perché la sua coetanea non ci aveva creduto… ma del resto non ci credeva Leda stessa.
Tre giorni più tardi dopo aver saputo il nome di quel ragazzo dall’aria malinconica, in una calda giornata di maggio, la piccola corvonero si era recata al campo di quiddich per seguire gli allenamenti di sua sorella maggiore Sara, portiere, nonché capitano della squadra della sua casa. Il quiddich in verità la disgustava ma sua sorella ci teneva a farsi vedere dalla sua “piccola bestiolina”, come la chiamava lei, quindi perché deluderla? Ma dopo due ore di intenso allenamento un tiro particolarmente forte di una cacciatrice spedì uno dei due bolidi lontanissimo dal campo. Nonostante i minuti scorressero il bolide non tornava. Sara, accorgendosi della scarsa propensione della sorella a seguire la partita le si avvicinò e la pregò di trovarle la rognosissima palla… almeno avrebbe ripreso colore in faccia. Eh si, Leda aveva paura di quello sport, secondo lei (e a ragione) era troppo cruento e durante le partite preferiva di gran lunga restare nella Sala Grande a leggere.
Accettando l’incarico della sorella, la moretta si alzò dal suo posto e lasciò gli spalti, quindi si diresse verso il luogo nel quale il bolide si era allontanato. Vagò per un po’ nel disperato tentativo di trovarlo ma la ricerca, per una buona mezz’ora non diede frutti, fino a che non lo vide proprio nell’ultimo posto in cui sperava fosse finito: il Platano Picchiatore.
-”Oh, perfetto!”- fu il suo unico, ironico, pensiero. Estrasse la bacchetta dalla tasca interna della sua divisa e la puntò verso la palla.
-Wingardium Leviosa!- l’incantesimo lanciato però non funzionò. Teoricamente la palla doveva levitare in alto ma in pratica non successe perché era incastrata troppo bene fra i rami dell’albero.
-Ma porca… Datemi una motosega, albero dimmerda!-
Si stava ancora scervellando sul da farsi quando un paio di voci alle sue spalle la fecero trasalire.
La prima disse:
-Perché non rimpicciolisci la palla e poi la sposti verso di te con un incantesimo? Così dovrebbe funzionare…-
L’altra voce schernì quella precedente dicendo:
-Remus, sei il solito dannatissimo secchione! Se la lasciavi fare magari potevamo divertirci un po’!-
L’altro di rimando gli chiese, con voce ingenua:
-Eh? Come?-
-Dai, vuoi mettere il divertimento di stare a vedere i tentativi fallimentari di una matricola per recuperare un bolide??-
Alle spalle di Leda c’erano due malandrini: Remus Lupin e James Potter. Il primo dei due sospirò alla battuta dell’amico e lo riprese.
-James, questa non è una comune matricola. È uno dei geni del primo anno… e scommetto che stava per fare esattamente quello che le ho suggerito io, vero?- chiese il ragazzo volgendosi verso la mora.
Leda annuì sorridendo ma in realtà non c’aveva pensato affatto. Remus sorrise a sua volta e con un cenno della mano incitò Leda a fare quello per cui era venuta. La ragazza sollevò di nuovo la sua bacchetta e pronunciò l’incantesimo.
-Reducio!- Il bolide, piano piano si fece piccolissimo: entrava comodamente nel palmo di una mano. Era tempo della seconda formula:
-Bolide Locomotor!- Dopo pochi secondi Leda stringeva fra le mani un bolide formato micro-machine ma agitatissimo lo stesso.
-Bene, sarà meglio che lo riporti al campo di Quiddich.- arrossendo un po’ e sperando che Remus non se ne fosse accorto Leda corse via, felice.
Il loro primo incontro. A Leda piaceva pensare che il primo fosse stato quello. Non la prima volta che si erano visti nella Sala Grande, durante lo smistamento degli studenti del primo anno. Non la prima volta che aveva incrociato i suoi bellissimi occhi dorati nei corridoi del castello. Ma quel giorno, quando finalmente era riuscita a sorridergli e a rivolgergli la parola.

L’espresso per Hogwarts seguiva una linea piuttosto monotona. Il paesaggio era pressoché uguale, raramente passavano da un villaggio o altri centri abitati e altrettanto raramente vedevano esseri umani dai finestrini. Solo animali, verdi pascoli, ruscelli, boschi, fiumi e quant’altro di naturale poteva esserci veniva scorto lungo il viaggio. Il tempo era peggiorato da quando avevano superato Nottingham ed ora erano a metà del viaggio.
Osservando la pioggia battere sui vetri Remus pensava, anche lui come Leda, a quella volta davanti al Platano Picchiatore, a come lei era arrossita prima di scappare via con il bolide e come lui avesse deciso, da quel momento, di provare a conoscerla meglio.
-È carina.- James l’aveva definita così, mentre la osservava allontanarsi rapidamente… e lui aveva annuito.
-E poi… ha degli occhi molto belli…- A quel punto Lupin si voltò a guardare l’amico con espressione sconcertata e quello, con un ghigno da furbastro stampato sulla faccia sottolineò:
-Ma quelli di Lily sono più belli!-
Entrambi si erano messi a ridere, poi, vedendo il sole che tramontava, James disse:
-Sirius e Peter sono in ritardo… avviamoci intanto, loro ci raggiungeranno più tardi.-
Lunastorta, questo il soprannome di Remus quale malandrino, abbassò il capo:
-Voi fate tanto per me… e io non sono capace di ricambiare…-
James allora si pose in fronte all’amico e lo prese per le spalle. -Amico mio che dici? L’amicizia è dare e ricevere. Noi ti diamo la nostra amicizia e vediamo perfettamente che tu, in tutto quello che fai, ci dai la tua. Va bene così, noi ti vogliamo bene…- Remus sorrise malinconicamente e il suo amico ne uscì con una delle sue battute:
-E poi come sarebbe a dire che non ricambi? Secondo te chi dobbiamo ringraziare io, Peter e Sirius per i nostri bei voti eh? -
Per la seconda volta scoppiarono a ridere insieme. Era vero: Lupin passava sempre loro i compiti e spesso li aiutava a studiare. Per quei tre scansafatiche Lunastorta rappresentava la manna scesa dal cielo. Ma del resto come rifiutarsi di aiutarli? Loro gli erano vicino quando, nelle notti di luna piena, doveva raggiungere un luogo protetto per la sua trasformazione mensile e per questo doveva loro molto.
Quando anche Felpato, ovvero Sirius Black e Codaliscia, cioè Peter Minus, giunsero tutti e quattro sparirono nella base del Platano Picchiatore, seguendo il passaggio segreto del sottosuolo, quello che li avrebbe condotti alla Stamberga Strillante. Erano le cinque del pomeriggio. Quattro ore più tardi la luna piena la faceva da padrone nel cielo notturno.

Quando finalmente Leda poté rientrare al suo vagone Ron e Hermione si erano svegliati. Alla sua entrata Ron, da bravo galantuomo le posò gli occhi sul sedere e sulle gambe, approfittando del fatto che si era girata per chiudere la bene la porta scorrevole. Hermione, tanto signora quanto lui, gli mollò uno scappellotto tanto forte da fargli sbalzare la testa in avanti di un buon venti centimetri. Harry e Ginny a stento riuscirono a soffocare una risata.
Quando l’Auror si fu seduta sorrise a Remus e lo pregò di bloccare la porta con un incantesimo, dopodiché si rivolse a tutti i presenti:
-Allora, forse vi chiederete perché ho fatto chiudere bene la porta a Remus. Di sicuro non è per le ammiratrici di Harry… ma per un latro motivo. Quanto sto per dire non deve assolutamente uscire di qui, quindi vi pregherei di mantenere il segreto… non voglio usare su di voi l’incantesimo per cancellare ricordi. Sono stata chiara?-
Tutti annuirono e Leda proseguì:
-Bene. Innanzitutto lasciate che mi presenti: Remus mi conosce ma voi no, non sapete chi sono ovviamente. Mi chiamo Leda Dragonero, sono un Auror e sono stata inviata a Hogwarts come professoressa di Babbanologia. In realtà, ragazzi, è una copertura. Ve lo dico perché so che voi potete aiutarmi: dopo la morte di Lord Voldemort tre mangiamorte sono sopravvissuti, sia alla morte che alla cattura e sono tutti e tre tristemente conosciuti.
Harry sentiva crescere l’angoscia: non era ancora finita dunque? -Cioè non sono tutti fuori gioco? Chi manca?-
Tentennando un poco e abbastanza riluttante l’Auror fece i nomi. Ognuno dei tre nomi era una pugnalata per altrettanti del gruppo.
Il nome di Bellatrix Lestrange colpì Harry come un macigno di due tonnellate: quella era la donna che aveva ucciso Sirius Black, il suo amato padrino.
Quello di Fenrir Greyback tolse il fiato a Remus: era scampato alla morte e ad Azkaban proprio colui che lo aveva fatto diventare un lupo mannaro.
Infine il nome di Peter Minus fu una rogna per tutti ma in modo particolare Leda ne soffriva e non vedeva l’ora di averlo fra le mani per compiere la sua vendetta.
-Il Ministro Scrimgeour mi ha pregato di organizzare la difesa della scuola ma in gran segreto per non destare il panico generale. So che siete molto bravi e quindi… vorrei il vostro aiuto. Mi aiuterete?-
Tutti quanti annuirono senza stare troppo a pensarci su. Harry poi chiese:
-Dove sono ora quei tre?-
Scuotendo la testa l‘Auror disse: -Il ministro non me l’ha detto di preciso ma ha menzionato un’abitazione di lusso vicino a Hogwarts…-
Ginny, la sorella di Ron, pensò un poco poi constatò che la ricerca sarebbe stata vasta. Tutt’intorno alla scuola, infatti, si contavano una cinquantina tra ville, residence e castelli appartenenti alle casate dei maghi più ricchi. I suoi occhi poi caddero sul paesaggio esterno e poi sull’orologio. Si alzò dal suo posto e disse:
-Ragazzi siamo vicini, dobbiamo indossare le divise…- I quattro ragazzi si alzarono, presero le loro uniformi dalle valige e uscirono tutti per andarsi a cambiare alla toilette. Nello scompartimento scese un silenzio tombale , rotto solo dal monotono, ritmico suono delle ruote del treno sulle rotaie. Con lo sguardo perso nel vuoto e la testa rivolta alla pioggia che batteva sul vetro del finestrino Remus alla fine disse con voce strozzata:
-Dove eri finita?-
La donna sorrise dolcemente:
-Oh, sto bene grazie!-
Cogliendo l’ironia al volo Remus rise.
-Hai ragione, scusa. Sono maleducato.-
L’Auror rise a sua volta. -E tu, come stai?-
Remus allora si voltò a guardarla: -Bene, per la prima volta dopo tanto tempo… dopo anni.-
Cosa stava cercando di dirle? Che gli era mancata? Che ora era felice di averla accanto? Forse…
-Vuoi sapere dove sono stata?- Ora era lei che guardava fuori.
Lunastorta disse di si.
-La risposta è semplice: in giro per il mondo. A cercare Peter… e me derelitta non sapevo che fosse a un passo da Harry. Se ripenso a tutto ciò che ha passato quel ragazzo e a quello che ha rischiato…- Un brivido freddo la percorse per tutta la schiena.
Lupin sapeva che era l’ora di farle una domanda pericolosa. Lei si sarebbe certamente arrabbiata ma non poteva fare altrimenti. Gliel’avevano detto, gliel’avevano ripetuto ma lui voleva sentirlo con le sue orecchie.
-Leda… perché non sei rimasta? È vero che te ne sei andata per causa mia?-
La mora sentì che la vena della fronte le si gonfiava. Le succedeva sempre così quando era arrabbiata. Cercando di trattenere l’ira disse con tono freddo:
-Si.-
Il professore accusò il colpo e lei se ne accorse.
-Mi dispiace ma è così. Ti ho odiato sai?-
-Leda lo sai, le prove…-
-…erano tutte contro Sirius, lo so. Ma tu eri il mio migliore amico! Non è stato tanto il fatto che tu la pensassi come gli altri che mi ha irritato quanto il fatto che mi hai creduta pazza come tutti. Io mi fidavo di te! E allora ho preferito andarmene per condurre la mia ricerca a modo mio, piuttosto che restare da qualcuno che mi credeva fuori di testa!-
Lupin, per la vergogna, abbassò il capo. Era vero… ma era così sconvolto e arrabbiato per quello che era successo che anche lui, come tutti quelli che conoscevano James e Lily, aveva avuto gli stessi pensieri: Sirius era colpevole, Peter, James e Lily erano morti e Leda, che non credeva alla colpevolezza di Sirius era pazza.
Rialzò il capo quando vide Leda sporgersi in avanti e posare una mano sulle sue strette a pugno.
-Però… ti capisco. So che eri sconvolto. Tu non sai quanto mi faccia piacere averti qui al mio fianco. La tua presenza mi tranquillizza sai?-
In quel preciso momento Hermione spalancò la porta dello scompartimento e i due professori balzarono entrambi al loro posto, facendo gli indifferenti. Ma la giovane grifondoro aveva comunque capito che aveva interrotto qualcosa. Con qualche parola di scusa la ragazza introdusse Harry, Ron e Ginny e quando tutti e quattro ebbero riposto i loro precedenti indumenti li fece “accomodare elegantemente” fuori con i bagagli. Letteralmente: trattò gentilmente Ginny spingendola fuori , assestò un calcio nel fondoschiena di Harry facendolo uscire a sua volta, inoltre afferrò Ron per un orecchio e lo trascinò nel corridoio del vagone e infine richiuse la porta.
Remus guardò fuori dal finestrino: erano arrivati ormai, il treno cominciava già a rallentare. Entrambi si alzarono e presero le loro valige. Improvvisamente il treno frenò bruscamente e il professore capicollò addosso a Leda., ritrovandosi abbracciato a lei. Si staccarono subito però, in quanto Ron rientrò nello scomparto per riprendersi la merenda, non consumata, che sua madre gli aveva preparato. Fu però raggiunto subito da Hermione che se lo riprese per un orecchio e lo ritrascinò via. Leda allora si avviò per prima e uscì, superando la porta scorrevole. Una volta fuori si voltò verso Remus e chiese:
-Allora? Pronto per l’avventura?-
Remus annui e confermando il pensiero di un paio d’ore prima pensò che quello sarebbe stato un anno DECISAMENTE interessante e Hogwarts.


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Uff... ci ho messo un pò ma mi posso dire soddisfatta! Piccoli avvisi per capire meglio.
1. è ambietata dopo la morte di Voldemort
2. nella mia fic non è stato Piton a uccidere Silente
3. Leda Dragonero e Hayner Treeleft, in questo capitolo, sono gli unici due personaggi che ho inventato io.
4. Draco è FORTEMENTE OOC poiché... beh lo scoprirete poi XD

Aspetto commenti. In questo capitolo Harry e i suoi amici non compaiono spesso e hanno un ruolo secondario ma le cose cambieranno con i prossimi capitoli.

RINGRAZIO TANTISSIMO tutti quelli che mi hanno aiutato con le traduzioni in latino!!!! GRAZIEEEEEEEEEEEE!!! ^^
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