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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Neon Genesis Evangelion (Shin Seiki Evangelion)
Titolo Fanfic: IL SENTIMENTO CHIAMATO AMORE
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, AU
Autore: flu1989 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/03/2007 20:51:59

Amare... Secondo me amare una persona vuol dire accettare tutto il suo mondo.
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

Cinque del pomeriggio.
Sto' qui seduto sul divano di casa mia con il mio SDAT acceso ad aspettarti.
Ormai sarà la 20° volta che ascolto la 25° traccia.
...
..
.
Asuka.
...
..
.
Come mi piace e come mi fa soffrire pensare a te,ricordare i momenti che abbiamo trascorso insieme.
Dopo tutto tu sei il mio primo ricordo,o almeno quello più nitido della mia infanzia.
Sono già passati dieci anni dal nostro primo incontro.
Ero un bambino di quattro anni.
Stavo disegnando qualcosa con la mia babysitter,Misato-san,figlia di un collega di mia madre,all'epoca doveva essere diciannovenne.
Qualcuno aveva bussato alla porta di ingresso.
Mi precipitai all'entrata.
La aprì.
-Mamma!-avevo gridato facendomi prendere in braccio.
Misato ci aveva raggiunto-Buongiorno signora Yui... -salutò mia mamma,poi cominciò a fissare me-... Shinji!Quante volte ti ho detto di chiedere chi è prima di aprire!-.
Avevo abbassato lo sguardo.
Lo nascosi nella spalla di mia mamma.
-Oh,Misato non ti arrabbiare così... e tu non piangere,ci sono degli ospiti-aveva detto mamma prima di mettermi a terra,per poi spostarsi dall'entrata facendo entrare due persone.
Te,una bambina con lunghi capelli color fuoco sistemati da due fiocchi anch'essi rossi e grandi occhi blu.
E tua madre.
-Lei è la signora Soryou Kyoko Zeppelin,mi aiuta al lavoro, e questa è sua figlia,Asuka-aveva finito mamma indicando te nascosta dalla gamba della tua.
Ti guardai.
Mi aggrappai alla gamba della mia.
-Ciao-ti salutai.
A questo ti eri nascosta maggiormente.
-Non essere maleducata,Asuka,rispondi al saluto-ti aveva detto tua madre.
Allora,con un po' di insicurezza,ti eri staccata dalla sua gamba.
Ti avvicinasti a me fino ad essermi di fronte.
Mi avevi fatto un leggero inchino.
Udii per la prima volta la tua voce-Piacere di conoscerti-.
Poi scappasti di nuovo dietro tua mamma.
Da quel giorno,mentre le nostre mamme erano al lavoro,noi stavamo insieme,con Misato che ci impazziva dietro,perché spesso litigavamo per un colore o un giocattolo,ma alla fine facevamo sempre pace e come segno di tregua mi davi sempre un bacio sulla guancia.
...
..
.
Anche adesso questo particolare non è cambiato.
Già,da quel giorno le mia vita è diventata parallela alla tua.
La prima volta che sono andato in bici.
Il giorno che ho imparato a nuotare.
L'asilo.
Le elementari.
Questi due anni di medie.
...
..
.
Il nostro primo bacio.
...
..
.
Sono tre anni dal nostro primo bacio.
Avevamo undici anni.
Eravamo a casa mia su questo stesso divano.
Dopo aver studiato,nell'attesa che tua madre arrivasse,stavamo vedendo dei cartoni animati.
In una scena i due protagonisti si baciavano,a me queste scene mi facevano venire sempre strane sensazioni.
Mi girai verso di te.
Mi accorsi che anche tu mi guardavi.
Voltai immediatamente lo sguardo su qualche altra cosa.
Poi mi avevi detto-Facciamolo anche noi-.
-C-Cosa?-avevo chiesto facendo finta di niente.
-Baciamoci-.
-E p-perché-.
-Perché,tu non vuoi baciarmi?-.
-Non è questo che intendevo... -.
-Visto?Anche tu hai voglia di baciarmi-.
-Ma... -.
-Non mi dire che hai paura?Guarda che non succederà niente dopo,è solo un bacio...-.
-No... non ho paura-.
-Bene...-aveva detto mentre chiudeva gli occhi.
Dopo un attimo di esitazione,stavo avvicinando le mie labbra alle tue.
Appoggiai saldamente il mio braccio allo schienale del divano,per non perdere l'equilibrio per poi ritrovarci in una situazione più imbarazzante di quella che era già.
La nostra distanza diminuiva sempre più fino ad annullarsi.
Le nostre labbra ormai erano congiunte.
Ero stato immobile finché non sentii che ti eri allontanata.
Mi accorsi che ero senza fiato e respirai pesantemente.
Eravamo restati in silenzio per un po' di secondi.
-Chissà perché fra qualche anno non potremo più farne a meno,non ho sentito nulla di straordinario-mi avevi detto.
-Scusa,è colpa mia-per uno strano motivo avevo sentito l'impulso di chiederti scusa.
-Già,è proprio colpa tua,mi è sembrato di baciare l'asfalto-.
-Allora a me è parso di baciare la porta della mia camera-risposi per ripicca.
-Ah,sì,eh?Allora prova a baciare questo!-mi avevi detto lanciandomi in faccia un cuscino del divano.
-Vuoi la guerra,eh?-ti avevo risposto con una cuscinata in testa.
...
..
.
Quella sera mia madre mi aveva sgridato dieci minuti per la montagna di piume che aveva ritrovato sul pavimento.
...
..
.
Poi,quando eravamo ancora bambini,se avevo qualche problema venivo da te.
Per esempio al primo anno delle elementari,dei bambini più grandi continuavano a prendermi in giro e a rubarmi i giocattoli.
Un giorno ero venuto da te piangendo.
-Shin-chan,perché piangi?-mi chiedesti.
-Asu-chan... Mi hanno rubato i giocattoli!-ti avevo detto.
-Chi?-.
-Quelli...-ti indicai un paio di bambini di terza.
-Vieni con me-mi prendesti per mano.
Li avevamo raggiunti.
-Ridategli subito i suoi giocattoli-avevi ordinato a loro.
Per tutta risposta avevano cominciato a ridere.
Allora ti eri avvicinata ad uno loro.
Lo spingesti,ritrovandosi a terra.
Si era rialzato.
Ti aveva spinto anche lui.
Questa volta tu eri caduta.
Non eri riuscita a rialzarti perché ti aveva bloccata con una mano sul petto.
Il secondo si avvicinò alla tua gonna.
-Sono curioso di sapere cos'hanno le bambine li sotto-aveva detto lui mentre cominciava ad alzare la gonna.
Improvvisamente avevo smesso di piangere.
Mi sono buttato su di lui,bloccandolo a terra con il mio peso.
-Lascia stare Asu-chan!-gridai così forte che la maestra ci sentì.
Appena si era vista arrivare,i due bulli scapparono via.
Avevo ricominciato a frignare.
-Scusa,Asu-chan,scusa,è tutta colpa mia!-.
Ti eri rialzata-Perché ti devi scusare,mi hai salvata...-ti eri avvicinata a me e mi avevi dato uno schioccante bacio sulla guancia-... grazie-.
...
..
.
Gli anni passarono,quei baci che mi davi e quei sorrisi che mi facevi mi avevano illuso che tra noi ci poteva essere qualcosa.
Invece mi avevi detto una cosa che mi lasciò spiazzato.
-Se c'è qualcuno che mi interessa veramente,sarò io stessa a chiedergli di mettersi con me-.
...
..
.
Lo avevi detto mentre mettevi nell'inceneritore le lettere dei tuoi ammiratori.
...
..
.
In quel momento mi ero sentito sprofondare in un barato senza fine.
Praticamente mi avevi detti che tu non sentivi i stessi sentimenti che io avevo per te.
All'epoca mi ero già accorto che te per me non eri solo la mia migliore amica.
Eri di più.
Non te l'avevo detto semplicemente perché avevo paura.
Paura di rovinare tutto.
Di rovinare la nostra amicizia.
...
..
.
Fino a sei mesi fa andava tutto bene.
Stavamo andando a casa tua.
Avevamo deciso di studiare lì.
Eravamo dentro all'appartamento.
Chiamavi tua madre.
Nessuno rispondeva.
Io intanto avevo posato la mia cartella in camera tua.
Poi ti vidi fissa davanti la porta spalancata della stanza di tua madre.
Ti avevo chiesto cosa c'era.
Tu non rispondevi.
Solo allora avevo visto tua madre in vestaglia... ... .. . Appesa al soffitto con una corda intorno alla gola.
Ero rimasto immobile per qualche secondo prima di agire.
Poi ti superai.
Chiusi velocemente la porta per evitarti ancora quella vista.
Andai a prendere di corsa una forbice in cucina.
Entrai nella camera di tua mamma chiudendo di nuovo la porta.
Salii su una sedia.
Tagliai la corda.
Il corpo si accasciò sul pavimento.
Appoggiai l'orecchio al petto.
Il cuore era morto e il cadavere freddo.
Non ci voleva un dottore per capire che ormai non c'era niente da fare.
Mi ero rialzato.
Ero uscito dalla stanza.
Ti vedevo ancora pietrificata come ti avevo lasciato.
Non sapevo che dire,ma in una situazione del genere non bisogna dire niente.
Ti abbracciai.
Eri fredda.
Come tua madre.
Sembrava che la morte stesse contagiando anche te.
Quindi ti strinsi maggiormente come per trasmetterti il mio calore corporeo,in parte ce l'avevo fatta,infatti ti sentii un po' meno tesa.
Allora ti condussi al divano.
Ti feci sedere.
Telefonai sia alla polizia che ad un'ambulanza.
Poi mi ero seduto di fianco a te.
Passai il braccio intorno alle tue spalle.
Ti strinsi a me.
Sentivo che tremavi.
Poteva essere un buon segno.
Almeno la vita si stava riappropriando del tuo corpo,ma avevi lo sguardo ancora fisso nel vuoto e non avevi detto niente,ne un urlo ne un singhiozzo,non stavi neanche piangendo.
...
..
.
Eri venuta a stare a casa mia,perché tuo padre era all'estero e poteva venire solo per il funerale di Kyoko per poi ripartire.
I funerali erano una settimana dopo il ritrovamento.
In quel lasso di tempo tu non avevi mai aperto bocca.
...
..
.
Poi la notte prima dei funerali ero al letto,con gli occhi chiusi,cercando di dormire.
Avevo sentito la porta scricchiolare.
Il materasso abbassarsi.
Aprii gli occhi... ... ...
C'eri tu addormentata di fronte a me.
Il mio cuore aveva accelerato i battiti.
Quelle labbra sognate e possedute solo una volta per gioco.
Mi stavo avvicinando ma mi fermai in tempo.
Avevo visto una dolce lacrima scendere.
-Mamma-avevi detto.
Avevo sorriso.
Cambiai obiettivo.
Ti baciai la fronte cercando passarti un po' di quell'affetto che ti serviva.
Qualche minuto dopo mi addormentai anch'io.
...
..
.
Il mattino dopo mia madre non aveva fatto domande sul motivo per cui tu stavi dormendo in stanza mia ed aveva evitato anche a mio padre di farne.
...
..
.
Era un pomeriggio nuvoloso.
Proprio un tempo perfetto per un funerale.
Eravamo in prima fila.
Avevi lo sguardo fisso sulla bara nella fossa.
...
..
.
Avevano incominciato a spalarci sopra la terra.
...
..
.
Mi avevi preso la mia mano.
Aumentavi la presa ad ogni spalata.
Io rispondevo per farti capire che c'ero.
A metà della buca mi stavi facendo male,ma resistetti al dolore.
Sapevo che quello che avevi tu era immensamente più grande.
...
..
.
Eravamo gli ultimi rimasti sulla tomba,mi stringevi ancora la mano.
...
..
.
Me l'avevi lasciata all'improvviso.
Ti eri girata verso di me.
Mi avevi sorriso.
Mi baciasti sulla guancia.
-Grazie,grazie per tutto-mi avevi detto prima di allontanarti.
...
..
.
Già,un altro bacio per il tuo migliore amico.
Non avevi capito che per me,tu eri di più.
Che ti avevo aiutata solo perché ti amavo.
Che quello che avevo fatto per te non l'avrei fatto per nessun altra persona.
...
..
.
Ma a me andava bene così.
Bastava vederti serena,per essere felice.
...
..
.
Ma i problemi non erano finiti in quel giorno.
Erano girate strane voci sulla morte di tua madre.
Una di queste era che fosse diventata pazza.
...
..
.
Ti avevano cominciato a chiamare figlia della pazza o direttamente Pazza.
...
..
.
Un giorno in classe durante una lezione due ragazze dietro di te stavano bisbigliando,anche se si sentiva benissimo ciò che dicevano.
-Oggi non sembra più pazza la Pazza?-.
-Secondo me è pronta al suicidio da un momento all'altro-.
...
..
.
Quelle bastarde.
...
..
.
Quanto sta' che tu avevi sentito tutto. Ti guardavo.
Sembravi quasi in lacrime.
...
..
.
Ti eri alzata. Eri corsa fuori dall'aula.
Tutti i presenti fissarono la porta scorrevole aperta,per poi incominciare a ridere.
-Ma è per caso impazzita?-.
...
..
.
Basta
. ...
Basta.
...
Basta.
-BASTA!... -avevo gridato riportando il silenzio-... state zitti stronzi,massa di bastardi-.
-Ikari,stia in silenzio-mi aveva ordinato il professore.
-ZITTO LEI,SIGNORE!... -mi alzai-... PROPRIO LEI DOVREBBE IMPEDIRE DELLE SCENE DEL GENERE!INVECE SE NE SBATTE ALTAMENTE I COGLIONI!NON GLIENE FREGA NIENTE DI ASUKA,VERO?!GLI FREGA SOLAMENTE DI PORTARE LO STIPENDIO A CASA,EH?!-mi rivolsi con tono da espulsione immediata al professore,poi mi rivolsi alla classe,che mi stava guardando con aria esterrefatta-E VOI CHE CAZZO RIDETE!COSA CAZZO C'E' DA RIDERE!E' COSI' DIVERTENTE RITROVARSI DAVANTI GLI OCCHI VITREI DI UN CADAVERE CHE TI FISSANO?E' COSI' DIVERTENTE RITROVARSI DAVANTI GLI OCCHI VITREI DEL CADAVERE DI TUA MADRE CHE TI FISSANO?SPERO VIVAMENTE CHE A QUALCUNO DI VOI CAPITI,COSI' DA FARMI QUATTRO RISATE SOPRA!-avevo finito uscendo da quella merda di classe sbattendo molto violentemente la porta.
...
..
.
Ti stavo cercando per i vari corridoi.
Ero arrivato al bagno femminile.
...
..
.
Sentivo dei singhiozzi attraverso la porta.
La aprii.
Eri tu in una di quelle cabine.
Avevo raggiunto quella in cui stavi.
Bussai.
-Asuka...-attendevo una risposta.
Sentii lo scatto della serratura.
La porta si spalancò velocemente.
Ti buttasti a peso morto su di me.
...
..
.
Avevi cominciato a piangere sulla mia spalla.
...
..
.
Finalmente...
...
..
.
Dopo quell'unica lacrima di quella notte di un mese prima non avevi più dimostrato il dolore che portavi dentro.
Finalmente ti stavi sfogando.
Ti abbracciai.
Eravamo stati vari minuti fermi in quella posizione.
Sentii che ti eri calmata.
Ci eravamo allontanati.
Mi stavi guardando in faccia.
Vedevo i tuoi occhi arrossati.
Mi hai sorriso.
Ero pronto ad un altro dei tuoi baci.
Poi...
...
..
.
Poi sentii le tue labbra sulle mie.
Dopo ti separasti da me. Eri andata a sciacquarti la faccia.
-Ritorniamo in classe,Shin-chan-avevi detto dirigendoti verso l'uscita.
Ti raggiunsi.
Cosa voleva dire quel bacio.
Ti eri accorta dei miei sentimenti?
Nutrivi i miei stessi sentimenti?
Anche adesso non ne ho idea.
...
..
.
Dopo quello che avevo detto al professore,mi aspettavo come minimo di essere bandito da scuola.
...
..
.
Invece quando tu apristi la porta,tutti si girarono verso di noi.
Andammo a sederci come niente fosse.
-Sta bene,signorina Langley?-aveva chiesto il professore,come per confermare che io avevo torto su quello che pensavo di lui.
-Sto bene,signore-avevi detto.
Poi le due ragazze che stavano dietro di te si alzarono.
-Scusaci,Asuka...-.
-Non sapevamo come ti sentivi,siamo state proprio crudeli,scusaci-.
Ti avevano fatti un profondo inchino.
Tu mi guardasti.
Ti avevo fatto un sorriso.
Infine le perdonasti.
...
..
.
Già,il mio discorsetto aveva fatto effetto,da allora nessuno della nostra classe ha più menzionato tua madre e il suo suicidio.
...
..
.
Un tuono,abbastanza forte da oltreppassare la barriera delle mie cuffie,mi risveglia dai miei pensieri.
Sta piovendo molto forte.
Si è fatto buio per colpa delle folti nubi.
Guardo l'ora:sei e mezza.
Mi incomincio a preoccupare.
Dovevi essere qui un ora fa',dove sei?
Suonano al campanello.
Devi essere tu.
Corro alla porta.
Apro senza chiedere chi è.
Infatti ti vedo davanti a me tutta inzuppata.
Hai gli occhi fissi a terra.
Mi sembri quella bambina spaventata ed insicura che aveva oltreppassato la prima volta questa porta. Resto un po' stupito.
Ti faccio entrare.
Ti accompagno in salotto per farti sedere sul divano,senza importandoneme della sgridata di mia madre,quando vedrà il divano bagnato.
Vado a prendere degli asciugamani.
Ti avvolgo con questi.
Perché non mi parli?
Che cosa è successo di così grave che ti ha ridotta come quel giorno.
-Shinji...-finalmente ti sei decisa ad aprire bocca-... sono incinta-.
...
..
.
Era meglio se fosti rimasta zitta.
I miei occhi,prima fissi su di te,stanno immobili verso a terra
Il mio cuore è in arresto.
Lo stomaco sembra contorcersi.
Le viscere sono in subbuglio.
...
..
.
COME INCINTA?!
-C-Come incinta?-ho chiesto.
...
..
.
Non rispondi.
...
..
.
Vuol dire che non l'hai voluto tu.
CHI E' QUEL BASTARDO CHE TI HA FATTO QUESTO!.
-C-Chi...?-non sono riuscito a finire la frase,forse non lo volevo sapere.
-Non lo so-mi hai letto nel pensiero.
QUANDO?CAZZO!QUANDO?!
-Q-Quando?-.
-Due mesi fa'... ... ... ci è stato il grande concerto sulla collina fuori Tokio... ci sono andata da sola,mi stavo divertendo quando qualcuno mi ha dato da bere qualcosa,io come un'idiota l'ho bevuta... poi non mi ricordo più niente fino al mio risveglio,ero sdraiata sul prato senza pantaloni,che erano gettati più in là e senza slip... ... ... siccome non mi sono venute per la seconda volta,ieri ho fatto il test di gravidanza... ... ... era positivo-.
...
..
.
Silenzio.
...
..
.
-S-se me l'avessi chiesto,sarei venuto anche io,perché non me l'hai chiesto!-sono sull'orlo del pianto.
-Perché era una prova,una prova per me stessa,non posso mica chiedere sempre aiuto a te... ... ... non preoccuparti questa volta non ti chiederò aiuto... ... fra qualche giorno andrò in ospedale ed... ... ... abortirò,non l'ho detto a nessun altro quindi sarà come se niente fosse stato-.
Ho alzato gli occhi.
Guardo i tuoi.
Le lacrime stanno scendendo.
...
..
.
No...
Non è questo che vuoi.
...
..
.
Ti alzi.
-Scusa se ti ho disturbato con le mie lagne-.
Ti stai dirigendo verso la porta.
Devo fare qualcosa.
L'hai aperta.
Devo fare qualcosa se voglio vedere il sorriso ancora sulle tue labbra.
Sei uscita.
La porta si è richiusa.
...
..
.
VOGLIO VEDERE ANCORA QUEL SORRISO CHE RIVOLGI SOLO A ME!
Mi alzo.
Corro verso la porta.
La spalanco.
Esco senza chiuderla.
Sei li ad una trentina di metri.
Ti raggiungo.
Ti abbraccio da dietro all'altezza del petto.
Stai ferma.
Non ti dimeni.
Stiamo qui immobili sotto la pioggia.
...
..
.
-Dì che il bambino è mio-.
L'ho detto come se fosse una richiesta.
Hai sussultato.
...
..
.
-C-cosa?P-perché?-mi hai chiesto.
-Perché so' che se ti lasciassi abortire,non saresti più felice ed io con te,quindi lascia che io sia il padre di questo bambino,lascia che ripari al mio attimo di distrazione,non avendoti così protetta come si deve,lascia che ripari al mio errore-.
...
..
.
-S-sul serio pensi a quello che hai detto?-.
-No... non c'è stato bisogno di pensarle... sono uscite direttamente dal mio cuore,quindi stanne certa che sono vere-.
...
..
.
Sento le tue gambe farsi più deboli.
Cadi in ginocchio sull'asfalto bagnato.
Io ti seguo.
Non voglio ancora abbandonare quest'abbraccio.
Piangi,singhiozzi,stringi il mio braccio.
Ti amo,ti amo,TI AMO!
Quanto vorrei gridarlo,ma non lo faccio.
Ho paura.
Ho paura di non aver fatto la cosa più giusta.
Ho paura di aver fatto una cosa troppo grande per me.
...
..
.
Addio adolescenza.
Benvenuta maturità.
Adesso una vita dipende da me.
...
..
.
No...
...
..
.
Adesso due vite dipendono da me
Sento che hai smesso di piangere.
Ti aiuto ad alzarti.
Ci dirigiamo verso casa mia.
Entriamo,ti faccio sdraiare sul divano.
Ti dico di aspettarmi li.
Vado a cercare qualcosa di asciutto da farti mettere.
Trovo un vecchio pigiama di mia madre,dovrebbe andare bene.
Ritorno da te.
Ti chiedo se vuoi fare una doccia.
Fai un cenno affermativo.
Allora ti dico che dopo puoi indossare questo pigiama.
Ti alzi.
Entri in bagno.
Sento l'acqua aprirsi.
...
..
.
Prendo il telefono.
Digito il numero di telefono del lavoro di mamma.
Mi risponde.
Le chiedo se può venire a casa prima.
Mi chiede perché.
Dico che è successo qualcosa di abbastanza grave.
Dice che al massimo di un ora è a casa,poi mi saluta e riattacca.
In questo momento ti vedo uscire dal bagno con il pigiama rosa addosso e i capelli rossi arruffati dopo averli strofinati con un asciugamano.
Hai ancora la faccia cupa.
Ti dico di seguirmi.
Ti porto in camera mia.
Scopro il letto.
Dico di farti una bella dormita.
Ti sdrai.
Ti copro per bene.
-Non andartene-mi hai detto.
Allora mi inginocchio sul pavimento al lato del letto.
...
..
.
-Mi ami,Shinji?-l'hai chiesto all'improvviso a occhi chiusi.
-Sì-ti ho risposto semplicemente.
...
..
.
-Amerai questo bambino?-.
...
..
.
-Se questo ti renderà felice,lo amerò più di te-.
...
..
.
Ti sei messa seduta.
Ti sei girata verso di me.
Hai afferrato il mio viso tra le mani.
Mi sono alzato,senza lasciare che le tue mano si staccassero da me.
Ci stiamo avvicinando.
Le nostre bocche sono diventate una sola cosa.
Si muovono dolcemente,come per assaporarsi a vicenda.
...
..
.
Questo è il bacio che aspettavo da anni.
Un bacio d'amore,capace di fondere due anime in una.
...
..
.
Ci separammo.
Mi sorridi.
-Ti amo,Shin-chan-mi hai detto prima di coricarti.
Ti ho ricoperta.
Hai chiuso gli occhi.
...
..
.
Sono bastati pochi minuti per farti addormentare.
Vedo la tua faccia completamente rilassata.
Sembri un vero angelo,mio unico amore.
Volto lo sguardo verso un punto della coperta.
Dove c'è il tuo ventre.
Dove sta crescendo la creatura.
...
..
.
A te va tutta la mia riconoscenza.
Non ti do' nessuna colpa per quello che è successo ad Asuka.
Anzi...
Solo grazie a te sono riuscito ad aiutarla.
Solo grazie a te sono riuscito ad esprimere i miei sentimento.
Grazie ancora... ... ... figlio mio.

 
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