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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Vampire Knight
Titolo Fanfic: VAMPIRE AGONY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: jiye8 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/02/2007 20:14:29

scusate mi sono dimenticata di dire che è Yaoi...!
 
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PER SEMPRE
- Capitolo 1° -

Titolo: Vampire Agony
Autore: Jiye8 ^^
Pairing: ZeroxKuran
Declaimers: questa ff è tratta dal manga “Vampire Knight” di Matsuri Hino, di conseguenza i personaggi non sono miei!! (SIGH!)
È nata dal nulla e spero vi piaccia(_ _)!!!!!!! È molto bello come manga, leggetelo se ne avete la possibilità! INIZIAMO!!!!!!

La notte serena e pericolosa era calata, liberando molte creature delle tenebre. Due figure si stagliarono nella luce lunare, unico lampione, le loro ombre che si estendevano sinuose sull’umida erba e corta del prato dell‘Istituto Cross, coincidevano perfettamente. Fini fili argentei risplendevano come non mai sotto quella luce simile, occhi profondi e color ametista pieni di odio e disprezzo. Un braccio robusto e forte bloccava un collo fine e candido, su cui la luna proiettava i suoi raggi quasi a voler far risaltare il chiaro tessuto e le vene che si potevano intravedere ad un’attenta occhiata. Capelli neri come la pece morbidi e lunghi si muovevano come ombre nella fresca brezza, occhi verdi-bosco chiari e decisi si fissarono in quelli sprezzanti dell’altro.
<< Kuran Kaname, sei solo un lurido vampiro, con lei non hai futuro, lasciala in pace!>> mormorò irosa la voce del ragazzo dai fini capelli lunari.
<< Questa decisione non spetta a te. Adesso lasciami, è già tanto che ti abbia concesso di toccarmi>> la voce di Kaname era limpida e imperturbabile, come sempre non perdeva mai la calma neanche quando subiva un affronto simile da parte di un vampiro impuro come Zero. Era quello il nome del ragazzo tenebroso e minaccioso che aveva osato tanto.
Toccare un vampiro puro.
<< Zero!! Lascia andare il nobile Kaname!>> gridò la voce stridula(non mi sta simpi >//<) di Yuki. Zero non la guardò neanche, sempre con lo sguardo fisso in quel verde brillante ed oscuro, però tolse il braccio dalla gola di Kaname, lentamente si allontanò lasciandolo alla cure di un’imbarazzata e preoccupata Yuki.
Odiava quel posto! Non si fidava di nessuno, solo della sua “Bloody Rose”, fedele pistola, uccisora come lui di vampiri, esseri orribili e infidi, assetati di sangue, e anche quel Kaname non faceva eccezione, anche se si batteva con il Direttore Cross per l’esistenza pacifica tra vampiri e uomini, restava sempre un succhia-sangue. Ma Zero non odiava solo quegli esseri, ma anche se stesso. Anche lui era un vampiro. Era stato morso da una vampira, che aveva ucciso tutta la sua famiglia, quando era ancora un bambino. Gli aveva trasmesso la stessa brama di quel dolce liquido rubino che riusciva ancora a trattenere. Più volte aveva cercato di togliere con le unghie quei due fori sulla giugulare, ma l’unica cosa che potè fare per nasconderli fu di farsi fare un tatuaggio gotico, che copriva tutto il lato sinistro del suo collo.
Insieme a Yuki era un disciplinare, cioè sorvegliava che gli studenti della Day class, che erano umani, non si mischiassero con quelli della Night class, che erano vampiri, sempre bellissimi e superiori. Proprio così, nell’istituto Cross, convivevano vampiri e uomini, cosa che a Zero non era mai andata a genio. Gli studenti della Day class stravedevano per i vampiri, anche se non sapevano che erano vampiri, credevano che studiassero di notte invece che di giorno per comodità. Ma stravedevano soprattutto per Kaname, con quell’aria gentile aveva sempre fatto breccia nei cuori delle fanciulle, specialmente in Yuki, e sembrava che anche lui la corrispondesse, cosa che allarmò non poco Zero facendogli nascere dentro una strana sensazione, odio…forse. Ma ciò a Zero non importava sapeva solo che non sopportava i sorrisi e le espressioni dolci che scorgeva su quel volto pallido come il marmo e delicato, quando la guardava.

Molto spesso i suoi occhi cercavano, osservavano quella figura slanciata, ma eterea.
______

<< Nobile Kaname, cosa ti ha fatto Zero? Stai bene?>> chiese concitatamente Yuki, guardandolo.
<< Si, grazie, Yuki. Adesso vado ho da fare una cosa importante, mi dispiace>> continuò sempre con voce calma e placida, quasi dolce.
<< Certo, nobile Kaname, non ti trattengo. Io vado a finire il mio turno di guardia, allora>> pigolò la ragazzina, che non notò lo sguardo smeraldo puntato nelle ombre scure che avevano inghiottito la chiara sagoma di Zero.
<< Stai attenta mi raccomando>> le disse sorridendo lievemente.
<< Certo! A domani sera>> lo salutò avviandosi verso l’edificio difronte, sorridente.
“ Zero Kiryu, come mai ancora combatte contro se stesso? Ancora non ha capito che contro la vera natura non si può combattere, prima o poi anche lui sentirà il desiderio di uccidere e non posso permettere che questo coinvolga anche Yuki, lei è l’ unica ragazza che conta per me.. Ma ancora non mi spiego l’atteggiamento di Zero verso Yuki.. Forse l’ama?” pensando ciò Kaname rientrò nel suo dormitorio, tra poco il sole sarebbe sorto, quella luce sacra alla natura e agli uomini che a lui portava solo fastidio, non che lui non potesse resistervi, però era meglio se non si esponeva molto ai raggi ultravioletti.
______________

Yuki stava osservando perplessa il banco di Zero, era vuoto. In quei giorni lo era spesso. Zero non si faceva vedere più di tanto alla lezioni durante la mattina, mentre di sera era sempre presente ai turni di guardia.
Yuki sospirò, ma intanto era lei che doveva sopportare tutte quelle galline che correvano dietro ai vampiri, specialmente a Kaname! Il suo Kaname! Cercava di non essere gelosa, ma era difficile. Per lui aveva sempre avuto un debole, infondo l’aveva salvata, e il rispetto e la gratitudine si erano trasformati presto in qualcosa di più, nel crescere aveva cambiato il suo modo di vederlo.
Inoltre l’altra sera si era spaventata nel vedere Zero attaccare così il nobile Kaname, non sapeva il motivo ma era intenzionata ad avere una risposta proprio da Zero!
La preoccupava tanto, il comportamento del compagno, infondo erano legati da un passato molto simile, entrambi avevano conosciuto fin dalla tenera età cosa significa essere attaccati da un vampiro. Ma qualcosa non la convinceva nel passato di Zero, sapeva solo come era stata uccisa la sua famiglia, niente oltre a questo e a lei era bastato, infondo così poteva giustificare l’odio che lui aveva verso i vampiri, ma non sapeva come spiegarsi quella strana ritrosia, quell’odio puro che gli illuminava lo sguardo viola quando compariva Kaname, poi scompariva in qualche direzione dell’istituto senza una parola.
Quei due erano come la luce e le tenebre, quando arrivava uno scompariva l’altro, un eterno inseguimento. Quella perdita di controllo da parte di Zero non la credeva possibile, non era da lui. Ma si promise di arrivare infondo a quella storia.. Qualunque esito avesse trovato!
_________________

Una stanza buia. Silenziosa. L’unico suono che la dominava era un respiro affannoso, frenetico. Poi il rumore di un battito accelerato, pressante e potente.
Zero era piegato su se stesso, disteso sul pavimento. Le sue unghie avevano graffiato a sangue la pelle sopra quel tamburo impazzito di adrenalina. Voleva bere. Era assetato.
Sangue, ne aveva un bisogno estremo. Gli toglieva il respiro.
Aveva fatto in tempo a chiudere la porta all’alba che la crisi era iniziata, l’ennesima interminabile sfida che era costretto a vincere per non diventare come quelle bestie abominevoli, come Kaname Kuran.
No! il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso, perdonato. Le pasticche che prendeva ci mettevano sempre di più a fare effetto e lui sempre più spesso passava le mattine a combattere contro quelle fitte dolorose che gli toglievano la forza e l’ossigeno.
Riuscì a mettersi in posizione seduta, finalmente la lotta era agli sgoccioli e lui di nuovo era il vincitore, ma era anche quello più distrutto e stanco, sempre più prossimo alla sconfitta, ma mai tanto da cedere al se stesso che odiava di più.
Tra poco ci sarebbe stato il cambio, ora doveva ritornare a fare il disciplinare, ad essere duro e impassibile. Scostò una tenda dal freddo vetro che fece filtrare le calde ed estive dita di luce di un bellissimo tramonto. I suoi capelli argentati furono percorsi da quelle dita così confortanti, tanto da fargli chiudere gli occhi viola e schiudere le belle labbra, di solito serrate in una smorfia dura, con un sospiro sereno. Qualcosa lo spinse a riaprire gli occhi di colpo, davanti a lui a molti metri, forse un kilometro di distanza, una figura era immobile dietro un‘altra finestra. I loro sguardi si incontrarono ma Zero non riuscì a distinguere la figura poiché i raggi dispettosi del sole morente gli offuscavano la vista, costringendolo a socchiuderli senza risultato.
<<Zero! Muoviti che tra poco abbiamo il turno e io ti devo parlare!>> la voce di Yuki gli arrivò ovattata a causa dell’attrito della porta e lo distrasse da quella sagoma.
Si voltò lentamente di tre quarti verso la porta.
<<Si. Mi faccio una doccia e arrivo, aspettami giù>>
Quando si voltò la sagoma era scomparsa. Non sapeva di chi fosse quella figura, ma era certo di due cose che lo sconvolsero non poco:
Quello sguardo lo conosceva bene, lo aveva sentito spesso su di sé, inoltre quella era una delle finestre del dormitorio Luna, cosa che escludeva l‘umanità di quella figura.
La cosa non gli piaceva per niente e con un cipiglio pensoso si diresse verso il box della doccia nella stanza attigua, senza più voltarsi.
____________

<< Zero! Finalmente! Ma dove ti eri cacciato? Mi lasci sempre sola a badare a quelle fanatiche!>> esclamò Yuki quando vide Zero nel cortile ormai buio e deserto dell’istituto.
<<Mh.. Che cosa vuoi? Mi volevi parlare,no? Sbrigati che non ho tempo da perdere>>
Le rispose freddo.
<<Smettila di rispondermi così! Mi sto preoccupando per te! Sei strano in questo periodo, non vieni più a lezione, non parli! (quello lo fa poco!^^’’) Che cosa ti succede?!>> chiese lei agitata e ansiosa, voleva che parlasse con lei.
<<Niente.. Non ti preoccupare. Adesso devo iniziare la ronda..>> rispose Zero ammorbidendo di poco il tono e facendo per andarsene, ma Yuki lo fermò afferrandolo per un braccio. No, stavolta non si sarebbe arresa, si era fatta una promessa!
<< NO! Almeno dimmi perché hai aggredito in quel modo il nobile Kaname!?>>
Zero non si voltò ma la rabbia che lo pervase facendolo tremare, scuotendolo.
<< Così è per questo che sei tanto preoccupata!?>> urlò al nulla davanti a sé.<< NON TOCCARMI! Lasciami, non aggravare la situazione, Yuki!>>
Il tono gelido della sua voce la fece impallidire, spingendola a lasciare la presa.
Zero si allontanò, non la guardò. La rabbia lo aveva investito a quelle parole. Lui che si impegnava affinchè lei non cadesse vittima di quel maledetto, era creduto quasi un pazzo, proprio da quella che voleva salvare. Anche se solo per affetto lo faceva, ma era sufficiente a ferirlo e sempre per colpa di quel vampiro che lo tormentava in tutti i modo possibili ed immaginabili: nella mente, nei sogni, di giorno… di notte…

Assurdo.

Si disse mentre si distendeva sul tetto dell’edificio, assopendosi poco dopo. Era troppo stanco dopo lo sforzo psicologico che aveva sostenuto quel giorno. La mente non aveva retto. Spegnendosi.
______

<<Yuki, come mai hai quell’espressione triste?>> la voce gentile e profonda di Kaname la fece voltare.
Sì, erano come la luce e le tenebre.
Pensò.
<<Niente, nobile Kaname>> rispose sorridente ma il suo sguardo castano non resse a quello attento e smeraldo, abbassandosi a fissare l’erba fresca e del medesimo colore, ma non altrettanto bello e vivo.
<< Non mentirmi, Yuki. Parlami>> sempre gentile era il suo tono, ma anche autoritario.
<<Zero, mi preoccupa…è strano, è diventato aggressivo…ma non preoccuparti, nobile Kaname, risolverò tutto>> disse
Sorridendogli.
<<Ne sono certo>> rispose tranquillo. Poi il suo sguardo attento fu attratto da un piccolo movimento.
<<Scusami, Yuki. Ora devo andare>>
<<Va bene, nobile Kaname>> rispose Yuki guardando storto la bella schiena allontanarsi verso il dormitorio Luna.
_________________

Il vento languido sospingeva i capelli argentati nel vento come mille fili di erba che vorrebbero seguire quella danza che li chiamava sotto i fatati raggi lunari che facendoli risplendere nel buio della notte. La figura piacevolmente assopita non si muoveva rimanendo esposta, come una statua, allo sguardo verde scuro di Kaname.
Quel corpo marmoreo con le braccia muscolose posate sul ventre piatto e forte; il torace si abbassava e si alzava calmo, come solo il sonno può rendere tale, scoperto dalla camicia candida, i pettorali pronunciati quanto basta per capire che si teneva in forma. Poi lo sguardo del vampiro si soffermò su quel collo scoperto e tentatore coperto da qualche morbida ciocca di capelli dal colore quasi simile.
Il lato sinistro.
Si, eccolo!
Il bellissimo tatuaggio gotico che faceva risaltare quella pelle lattea e pura.
Nero.
Il colore di ciò che nascondeva.
Il colore che ormai lo dominava.
Kuran lo aveva visto così tante volte, quel volto, quel corpo, ma l’unico sentimento che provava per quel ragazzo e il suo fardello era solo pietà. Poi quel pomeriggio lo aveva visto affacciarsi a quella finestra che lui aveva sempre creduto appartenesse ad una stanza disabitata, invece nel bellissimo tramonto la sua figura forte si era stagliata e quando lo aveva visto chiudere gli occhi profondi al contatto col calore di quel sole che lui non poteva vedere, gli era sembrato come un bambino in cerca di affetto, quello che gli era stato brutalmente tolto da piccolo.
Kuran si vergognava di appartenere ad una razza che poteva essere cosi meschina e senza senno. Ma lui poteva farci poco, poteva solo lottare affinchè quell’istituto rimanesse in piedi e con lui il suo progetto.
Mosse un passo in direzione della porta con l’intenzione di lasciarlo solo con i suoi sogni, ma Zero si era già mosso, allarmato da una presenza estranea, estrasse la sua Bloody Rose e la puntò in direzione della schiena di Kuran.
<< Cosa ci fai qui, vampiro?>> chiese crudele, mascherando la sorpresa che gli era nata dentro.
<< Curioso che tu me lo chieda, disciplinare, sbaglio o sei tu in zona nemica? Questo è il tetto del dormitorio Luna>> chiese voltandosi verso Zero con un lieve sorriso.
<< Bhè, e allora? Che vuoi insinuare? Io vi odio, ti basti questo! Ora rispondi alla mia domanda Kuran!>> rispose rabbioso. Ineffetti non lo sapeva neanche lui come mai veniva lì, sopra all’edificio dei vampiri.
Solo lì si sentiva in pace col mondo e trovava riposo, forse la consapevolezza di sapere che lì nessuno sarebbe arrivato a disturbarlo e poi sapere che loro vivevano sotto quella spessa superficie di cemento dove lui spesso si stendeva, gli dava un senso di superiorità e di potere.
Quando si era svegliato e aveva scorto la sagoma di Kuran si era sentito il cuore fare un balzo anomalo.
Perché era venuto da lui? Perché il suo cuore fremeva?
<<Ero venuto perché Yuki è preoccupata per te. Cerca di controllare le tue crisi, anche se è inutile, prima o poi cederai>> rispose calmo Kuran fissandolo distaccato, diretto nuovamente verso l’uscita.
<<Quindi tu sei preoccupato per lei. Hai paura che beva il suo sangue, quel sangue che te non hai mai osato assaggiare…giusto?>> chiese maligno Zero alzandosi da terra e parandosi davanti al vampiro.
Quelle parole gli facevano male.
<< Esatto è proprio per questo, disciplinare, non voglio che la tocchi>> rispose serio e minaccioso.
<<Allora posso toccare te?>> chiese mentre con un veloce movimento della mano, gliela appoggiava all’attaccatura del collo scoperto, candido e bello come tutto il suo corpo.
Desiderio.
Desiderio di quel sangue puro.
Zero si sentiva pervaso da quel bisogno urgente. Incosciente avvicinò le labbra a quel collo invitante.
Kuran si sentiva bloccato da quella mano su di sé ferma, decisa, calda. Lo vide avvicinarsi come in un sogno da cui non poteva svegliarsi.
Zero si fermò con le labbra ad un soffio dal collo pulsante, sospingendo il suo caldo respiro sulla sua pelle che fremette leggermente.
<<Posso?>> sospirò piano.
Kuran sentiva che il suo corpo era percorso da lievi brividi. Ma la sua lucidità non si era arresa a quell’incantesimo.
<<Non puoi mordermi>> mormoro calmo.
<<Lo so…ti ucciderei. Il mio morso ti ucciderebbe, te vampiro puro, io povero vampiro impuro…………. Non posso toccarti…>> mormorò come pensieroso Zero.
<<Zero alla prossima crisi, avvertimi>> disse Kaname guardandolo in quel viso candido e ombroso che si era levato su di lui dopo aver udito quelle parole.
<< Non lo farò lo sai. Ma grazie del pensiero>> rispose con sarcasmo mentre si allontanava in direzione del cornicione del dormitorio.
<<Penso esclusivamente a Yuki>> Rispose Kuran guardandolo sparire con un salto perfetto nel vuoto con un semplice: <<Immagino>>.

Erano passate tre settimane da quell’incontro e Zero aveva avuto crisi sempre più frequenti e forti ma non aveva mai chiesto niente a Kaname.
Il suo codice etico lo aveva sempre riportato indietro.
La voglia di vederlo però non gli era passata, pensava a lui sempre anche se non voleva farlo.
Quella mattina la crisi si era ripresentata lancinante ed impossibile. Il direttore Cross era venuto per sapere come stava ma lui aveva solo avuto la forza di pronunciare <<Stò bene>>. Il direttore gli aveva consigliato di riposare e di far entrare un po’ di luce solare per rischiarare la stanza, visto che non l’apriva da giorni.
Anche Yuki si era presentata spesso alla sua porta, chiedendo di entrare o come stava, ma lui l’aveva sempre allontanata con convinzione e anche rabbia.
Rabbia perchè lei era…

Non lo sapeva il perché…

Dopo qualche ora che era accasciato sul pavimento Zero riuscì a raggiungere la finestra, non ce la faceva più quel dolore era troppo profondo per resistere ancora, non da solo. Un’Agonia lenta che lo distruggeva crudelmente da dentro.
Forse era l’ora di trovare una soluzione.
Aprì la tenda lentamente. La luce ferì i suoi occhi viola, che dopo i primi minuti poterono fissare la finestra difronte dove una sagoma vi si delineò, ormai gli occhi del cuore l‘avevano riconosciuta.
Kaname Kuran.
Le labbra di Zero si schiusero a formare parole senza suono.
“ Aiutami”.
Questa parola era stata mimata molte volte dalle sue labbra morbide e pallide, mentre una mano si appoggiava stanca al vetro freddo, seguita dalla fronte sudata e corrugata che si sfregò spesso contro quella superficie.
Cinque minuti interminabili dopo sentì il suo leggero bussare, senza rendersene conto aprì la porta e con forza lo tirò dentro per un braccio e dopo averlo attirato contro di sé costrinse quel corpo armonioso a piegarsi sotto il suo fino a che non lo bloccò tra il suo peso e il materasso.
Zero sentiva il suo profumo, il lieve tepore del suo corpo, finalmente sentiva un pò di pace.
Kuran stava per alzarsi ma sentendo quel corpo tremare violentemente e stringerlo convulsamente come se fosse stato epilettico, qualcosa lo mosse a ricambiare la stretta, ad accarezzargli i capelli morbidi e lunari. Aveva osservato tutte le sere, tutte le mattine quella finestra, la sua finestra, poi lo aveva visto chiamarlo, pregarlo di aiutarlo, non aveva resistito a quello sguardo pieno di dolore e sofferenza ametista. Era corso lì, ignorando tutti, fino a quando non aveva incontrato il direttore Cross che lo aveva guardato sorridendo sornione, lasciandolo sorpreso, ma non lo aveva fermato.
E ora era lì, braccato dal piacevole peso di quel corpo muscoloso e tremante, quei capelli che gli sfioravano il mento e la sua faccia premuta sul proprio petto, quasi volesse nascondersi dalle ombre di un passato che ancora perseguita.
Dopo quasi un’ora il corpo di Zero si rilassò sopra quello di Kuran e prima di addormentarsi in un sonno esausto, mormorò:
<<Non lasciarmi solo…Kuran>>
Il vampiro era sorpreso. Si ritrovò a sorridere al soffitto. Un sorriso dolce,non di scherno, ma anzi di calore e comprensione, per quel ragazzo che aveva imparato a guardare e non solo a vedere.
Kuran vegliò il suo sonno, osservando i suoi lineamenti decisi, come quegli occhi ametista ora coperti dalle pallide palpebre e dalle lunghe ciglia nere. Quel viso candido era leggermente sciupato dalle molte notti insonni, quelle stesse notti che lui aveva passato a pensarlo a soffrire per lui.
Stranamente non sentiva più lo stesso sentimento per Yuki, certo era sempre preziosa per lui, ma non come prima.
Questo lo sconvolgeva non poco. Fino a quel momento lei era stata la sua unica ragione che faceva battere il suo cuore e occupare la sua mente.

Da quando Zero Kiryu gli era entrato dentro?

La luna era già a metà del suo percorso quando la porta della stanza di Zero fu percorsa da lievi colpi.
<<Zero, ci sei? Come stai? Sono tre giorni che non esci e da tre settimane che sei strano!>> esclamò preoccupata Yuki contro la parete lignea.
Zero si destò lentamente al suono di quella voce sentendo sotto di sé solo il fresco contatto con le lenzuola.
Uno strano vuoto gli opprimè il cuore.
Kuran non aveva rispettato la sua richiesta, ma che si poteva aspettare da un vampiro?
I suoi occhi viola erano spenti, il suo sguardo si posò sulla finestra dove una sagoma era avvolta dalla luce lunare che illuminava due profondi occhi verde-bosco.
Kuran era rimasto e lo stava guardando senza un’espressione precisa.

<<Zero, mi fai entrare? Ti prego sono davvero preoccupata!>> continuò Yuki.

Zero si alzò dal letto ristabilito. Non guardò la porta, ma continuò a perdersi negli occhi smeraldo del vampiro che non si mosse dalla finestra.
<<Che le devo dire?>> chiese in un sussurro Zero a Kuran mentre si fermava davanti a lui.
<<Di entrare? Come la prenderebbe se..>> continuò.
<<No. Non farla entrare>> rispose Kuran a voce bassa ma decisa.

<<Zero…>> riprese Yuki innervosita dal silenzio di quella stanza.

<<Non ti preoccupare Yuki, sto bene>> le rispose continuando a guardare Kuran che non distoglieva gli occhi dai suoi.<<Ho tutto ciò che mi serve>> continuò mentre una sua mano saliva a posarsi dolcemente su una guancia morbida e candida di Kaname.
<<Ma Zero… Almeno fammi entrare>>

<<No. Ho già la mia compagnia>> rispose serio e tranquillo.
<<Cosa?! E chi sarebbe questa?!>> esclamò stupita e scossa da quella rivelazione.
<<La Luna>> sospirò diminuendo l’aria che divideva il suo viso da quello delicato come la Luna di Kuran che lo guardava quasi sorridendo per quella implicita e allo stesso tempo esplicita confessione.
<<Ti va di scherzare, Zero? Va bhé, almeno la forza di prendermi in giro ti è rimasta… allora vado e ti lascio in buone mani..ci vediamo domani,spero!>> rispose assecondando il suo Scherzo.

Ma Zero non rispose poiché le sue labbra erano impegnate a schiudere quelle dolci di Kuran, che gli lasciò libero accesso andandogli incontro.
Il bacio fu delicato, indugiante. Si separarono lentamente, per provare le varie emozioni che scaturivano anche dall’ultimo sfioramento delle loro labbra.
<<Tu lo sai cosa rischi?>> gli chiese il nobile riavvicinandosi, desideroso di assaggiare di nuovo quel sapore proibito.
<<Si..rischio di distruggermi per te>>
Di nuovo le loro labbra si toccarono ma stavolta più decise, esperte navigatrici in quel mare di sensazioni nuove e piacevoli.

Due corpi nudi si sfioravano insistentemente, facendo uscire piccoli ansiti dalle loro labbra vicine come i respiri accelerati e confusi. Le mani di Kuran accarezzavano bramosamente la schiena ampia e forte di Zero che intanto era sceso con le labbra a torturargli il collo, il torace e l’inguine.
Quella bocca su di lui lo spingeva ad inarcarsi a gemere forte. Le emozioni che gli trasmetteva erano troppe e tutte nuove, sconvolgenti.
<<Ze..ro, cosa stai fa..cendo?>> chiese con voce rotta e roca, nel sentire quelle labbra bollenti arrivare al suo inguine e iniziare la loro magia stuzzicandolo e tormentandolo con la lingua morbida che percorse l’intera lunghezza del suo membro, facendolo tendere allo spasmo quando si sentì risucchiare completamente da quel calore. Le sue mani scattarono a chiudersi nuovamente nei capelli di Zero.
Due dita entrarono delicatamente in lui per prepararlo, nello stesso momento, facendogli muovere il corpo in modo convulso e sorpreso.
Era troppo per lui.
Quando venne nella sua bocca si sentì sciogliere anche le ossa oltre ai muscoli.
Zero rimase affascinato dalla bellezza di quell’essere che giaceva sotto di lui.
I suoi occhi verdi che lo fissavano liquidi di piacere, le labbra carnose rese gonfie e rosse dai denti che le avevano torturate per non far uscire gemiti troppo forti. I capelli lunghi e serici attaccati alla fronte sudata come il resto del corpo.
Con una mano spostò quegli usurpatori del candore di quella pelle che era solo sua come quella bocca dolce che di nuovo assaggiava con sempre maggiore passionalità mischiando i loro sapori.
Ormai Zero era al limite e sentire Kuran muoversi, gemere e chiamarlo lo aveva spinto al massimo. Rimaneva ancora una cosa da chiarire.
<<Vuoi essere mio?>> gli sospirò sulla faccia.
Kuran lo guardò con sguardo languido e deciso, avvicinò le loro labbra e i loro corpi allacciandogli le gambe alla vita, sistemandosi meglio contro di lui.
<<Si…>> gli bisbigliò in risposta, proprio mentre il sesso di Zero lo penetrava con una spinta dolce.
Di nuovo Kuran si inarcò ma stavolta per il dolore fugace che lo aveva percorso.
Subito le labbra di Zero arrivarono a coprire quelle torturate di Kaname che risposero con voracità, nel disperato bisogno di distrarsi da quel dolore.
Presto la passione spinse i due corpi a lottare, danzare al ritmo del loro cuore accelerato. Si muovevano nella speranza di arrivare infondo a quel lasso di tempo che li stava consumando da dentro come la fiamma consuma lo stoppino e la cera della candela. Lasciando solo…

Cenere e Sospiri.

Zero non avrebbe mai pensato che sarebbe stato così sconvolgente…dopo. La mente vuota e pulsante per quel paradiso che li aveva lasciati ricadere nella realtà.
Sollevò leggermente il volto dall’incavo morbido del collo di Kaname per guardarlo negli occhi, ora coperti alla sua vista dalle palpebre.
Le guance leggermente rosate e le labbra socchiuse per far uscire il fiato corto che i suoi polmoni avevano trattenuto fino a quel momento.
Gli occhi viola si posarono distrattamente sulla gola chiara dove poteva sentire il chiaro suono del sangue pulsare contro la pelle mentre andava calmandosi.

Voleva morderlo.

Non per cattiveria ma perché voleva sentire che sapore avesse il suo sangue puro a contatto con la sua bocca impura.

Voleva che anche quel liquido fosse suo.

<<Vuoi mordermi?>> chiese con voce bassa ma tranquilla.
Kaname aveva schiuso gli occhi limpidi e verdi sul ragazzo sopra di lui che sembrava un essere etereo sotto le dita lunari che lo sfioravano alle spalle.
Era davvero bello.
Poi aveva notato il suo sguardo ametista diventare viola scuro, come poco fa quando avevano raggiunto il piacere e si erano guardati e baciati intensamente senza chiudere gli occhi per non rompere il contatto.
Era bramoso, mentre gli fissava la gola e Kaname intuendo i pensieri dell’altro quasi sorrise. Che ironia se lo avesse morso lui sarebbe morto, ucciso dalla persona che in quei giorni aveva imparato ad accettare, a prendersene cura… ad amare.
Kaname però al contrario di tutto ciò voleva sentire i canini di Zero affondare nella sua pelle vergine, voleva sentirsi suo anche in questo senso.

Il mio sangue è il tuo sangue.

Ma lui gli avrebbe concesso lo stesso?

<<Vuoi mordermi?>> gli aveva chiesto.
Gli occhi di Zero incontrarono i suoi,in un primo momento sorpresi poi seri e penetranti. Kaname si sentì nudo sotto quello sguardo così… familiare.
Si, era familiare.
Lo aveva sentito spesso su di sè ma non vi aveva mai badato, credendo che fosse di una qualche sua ammiratrice. Ora la sua certezza era una: quello sguardo era di Zero. Certezza che trovò conferma in quei bellissimi occhi dalle mille sfumature di chi ti osserva sempre fino a diventare parte di te.

<<Ti amo…>>

Kaname spalancò gli occhi. Forse aveva sentito male.
<<Cosa?>> chiese in un soffio.

<<Ti amo Kaname>>

Ancora quelle due parole che ebbero il potere di imporporargli il viso, come quello di un bambino, e fargli schizzare il cuore in gola.
<<Come..?>> chiese ancora.
Il suo auto-controllo completamente fuori uso.
<<Non so come è successo.. So solo che a poco a poco tu mi sei entrato dentro. Prima credevo che la mia ossessione per te… che i miei occhi ti cercassero solo per sfogare l’odio che nutrivo per te…poi ho scoperto che ti fissavano per abbeverarsi inconsciamente della tua bellezza, eleganza, purezza..- sospirò distogliendo gli occhi dai suoi e mettendosi in posizione seduta difronte a lui, sempre senza guardarlo- tutto quello che io non sono e non potrò mai essere>>.

<<Ti amo>> stavolta era stato Kuran a pronunciare quelle magiche parole che portarono Zero a posare nuovamente lo sguardo su di lui, stupito e colpito. Prese aria per dire qualcosa ma il respiro gli morì sulle labbra senza suono.
<<Ti amo Zero>> gli sussurrò dinuovo avvicinandosi a lui, posando tutto il suo peso sulle ginocchia mentre si inclinava lentamente, facendo cadere in un fruscio il lenzuolo dal suo corpo perfetto, verso il suo stupito amante per baciarlo sulle labbra dolcemente dischiuse che però risposero con trasporto dopo pochi secondi di esitazione.
Le braccia di Zero scattarono come le molle di una trappola imprigionando quel tiepido corpo contro il suo. Di nuovo unirono i loro sapori per un lungo eterno attimo, poi Zero si scostò da quella bocca piena di piccoli tesori che lui doveva ancora gustare con cura…ma il tempo non mancava. Ora c’era un’altra domanda a cui doveva rispondere.

<<Si.. Voglio morderti, ti voglio assaggiare- gli sospirò- voglio che il tuo sangue sia il mio..>>
Kuran lo guardò sereno convinto di ciò che avrebbe detto di lì a pochi secondi.
<<Va bene…>> gli rispose calmo, deciso

<<E il tuo sangue sarà il mio………………..?>>

Stavolta era una domanda.
Zero sentì qualcosa rompersi, un sigillo che quella domanda aveva frantumato nel suo cuore liberando una ricordo del passato. Un passato quasi dimenticato, ma non cancellato.
L’immagine resa sfuocata dall’odio e dal dolore che portava con se:
I corpi dei suoi genitori stesi in un lago di sangue, i loro occhi vuoti che fissavano il punto in cui lo avevano nascosto, il suo nome ancora impresso sulle loro labbra bianche e prive di vita, nella loro mente ancora l‘ultima frase che gli avevano gridato:
“Scappa, Zero!!”.
Il luogo in cui fu scoperto da quella vampira che crudele e brutale aveva marchiato anche lui, ma senza dargli il piacere della morte, condannandolo,invece, a ricordare con impotenza quel capitolo oscuro della sua vita. Lui povero bambino trascinato dagli eventi e dalla sfortuna che lo avevano poi lasciato solo e maledetto, dopo la loro scomparsa, improvvisa come la loro venuta. Poi la sua mente gli mostrò il volto della persona che aveva accanto proprio in quel momento, della persona che amava e tutto assunse un altro senso.
Un’ltra emozione.
Voglia di appartenergli.
Appartenere anche ad un vampiro se questo significava legarlo per l’eternità a sè.
Legarsi a lui.

Kuran aveva visto il suo sguardo farsi vuoto dopo la sua domanda e questo gli fece male. Non voleva ferirlo, ne fargli tornare alla mente quei brutti ricordi, ma doveva avere una risposta. Doveva sapere se anche lui voleva essere suo.

<<Si.- gli disse serio guardandolo negli occhi senza timore o incertezza. - il mio sangue è il tuo>>
Così dicendo lo attirò a sé abbracciandolo stretto, respirando il profumo della sua pelle e dei suoi capelli.
Kuran ricambiò con amore il suo abbraccio, poi si allontanò giusto lo spazio sufficiente a posarsi una mano sul collo dove con una sua unghia tracciò una breve linea da cui iniziò a fuoriuscire del sangue.
Zero si avvicinò prontamente al suo collo che velocemente si stava macchiando di quel colore cupo come quella notte.
Il suo sapore era dolcissimo, un’ambrosia preziosa che neanche gli dei avevano mai assaggiato. Zerò succhiò solamente, sfiorandolo con delicatezza, quella linfa senza osare affondare i denti nonostante la voglia di farlo, ma aveva troppo paura di perdere il suo vampiro per un così stupido desiderio.
Un piccolo gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra mentre Kuran affondava dolcemente i canini nel suo collo esattamente nello stesso punto di quelle piccole cicatrici, quasi lo avesse voluto ripulire da quel marchio non voluto e porvi il suo… d’amore.
Kaname assaggiò quel sangue con gusto era denso e il suo sapore era forte ed inebriante come il carattere che Zero aveva. Si sentì come rinvigorito da quella linfa che gli veniva concessa nonostante l’iniziale paura.
Si allontanarono entrambi nello stesso momento per poi pulire a vicenda le proprie bocche, prima di unirsi in un bacio appassionato dal gusto metallico del loro sangue.

Il mio sangue è il tuo sangue….per sempre…




OWARI (OR NOT?)



PS: ok, sosno soddisfatta di questa breve storia era tanto che ci pensavo a loro due come miei potenziali vittime e finalmente li posso sfruttare è__é … ma no scherzo..!! Cmq chissà forse potrei lavorare con loro ad una side-story… infondo mi dispiace lasciarli così presto….
Zero&Ku: No, no! A noi va BENISSIMO così com’è!
J: Cattivi!! sigh!
K: Non piangere…forse possiamo..( Sempre Gentile e cortese il mio vampirotto preferito!^^)
J: Davvero!!? *___*
K: ecco… Bhé…^_^’’’’’’’’
J:Grazie ragazzi!!!!! ^___^ sono commossa
Z: Tzk! E ti pareva grazie TESORO!è_é
K: m-ma amore, non te la prendere con me!ç__ç
Zero passa un braccio intorno alla vita di Kuran e sembra che non si voglia fermare a quello….
J: E-Ehm!! Ragazzi non fate così!
Zero e Kuran ormai non sentono più nulla!!
J: OK!! Arrivederci e scusateli sapete i primi amori…. Eh!eh!….Dopo li ammazzo! >///<

KISSES and Soon!!

_Jiye8 _

Ps2: Kaname Kuran avrebbe gli occhi rossi ma a me piacevano verdi! ^__-




 
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VOTO: (2 voti, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
attelid - Voto: 18/09/08 18:29
bellinaaaaaa...anke se a m qst coppia nn mi fa impazzire...vedo di + Zero cn suo fratello....(è la consegueza di Devil May Cry^^)
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chrys - Voto: 17/08/08 15:51
Mi è piaciuta molto la tua fanfiction^^ Sei stata bravissima!!
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