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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LE AVVENTURE DELL'AMORE
Genere: Romantico, Autobiografico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler
Autore: cucciolotta88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/02/2007 18:53:40 (ultimo inserimento: 09/03/07)

Tratto da una storia vera... la mia storia e della mia best friend, Simona... in una piccola città... tutto può succedere!! leggete e commentate!!!!!!
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Tratto da una storia vera.... bhe... è la mia storia e la storia della mia migliore amica Simo... siamo ancora due ragazzine, questo è vero... ma la passione la voglia di vivere non ci manca affatto!!!!!!

Con affetto...

cucciolotta




1.













Se solo avessi saputo… se solo avessi saputo che sarebbe finita così… forse li avrei aiutati un po’ di più fin dall’inizio.

Il destino… cosa può fare il destino?

Fa lasciare anime gemelle, mette insieme persone che c’entrano poco l’una con l’altra.

Il potere del destino… ma, in fin dei conti, il destino non esiste.

Siamo noi a scrivere il nostro presente, il nostro futuro… ogni nostra singola azione, ogni decisione, ci porta a quello che siamo, a quello che saremo…

Non tentare mai di cambiare ciò che sei o quello che hai fatto.

Ogni momento aiuta a crescere… ogni avvenimento ci fa capire…






























Domenica, 9 Ottobre: quando tutto ebbe inizio…







-Simo, ci facciamo un giro?-

-Ciao Gabry… sì certo…-

Simo è allegra, come sempre. Da un mese non la vedo triste.

O forse, sono io che, da quando mi sono messa con Rolando, sono sempre allegra e non riesco a vedere tristezza intorno.

Insomma, da tre settimane è iniziata la scuola e io rimango sempre felice.

-Ma… hai sentito Roly?- chiedo.

Bhe… ormai è una domanda di routine.

Simo è la migliore amica del mio ragazzo… e la mia migliore amica.

Siamo inseparabili.

Siamo rompipalle… a volte; se litighiamo lo facciamo seriamente, anche per cose completamente inutili; ma poi, stranamente, facciamo subito pace, ci dimentichiamo delle brutte cose che ci siamo dette e torniamo più amiche di prima.

Credo di poter affermare, non a torto, che la nostra amicizia è veramente sincera.

Non è solo superficiale, come lo sono molte tra due amiche, fatte solo di vantaggi e di compensazioni, ma qualcosa di più profondo e quasi indistruttibile.

-Si, lo sentito,- sbuffa lei.

Non lo sopporta.

Ogni volta che la chiamo, le chiedo sempre la stessa cosa e lei, sbuffando, mi risponde paziente.

Vi starete sicuramente chiedendo perché le chiedo se ha sentito Rolando.

La risposta è semplice…

Quello che si confida alla migliore amica, alla persona che si conosce da ben sei anni, alla persona che è cresciuta insieme a te… bhe, di certo non lo racconti ad una persona che la conosci da poco e con cui non hai lo stesso feeling di confidenze, anche se questa persona è la tua ragazza.

-Lui che fa?-

-Ha detto che scende.-

-Perfetto! Mezz’ora e sono sotto casa tua!-

Riaggancio.

Simo e Roly si sentono, come minimo, una volta al giorno… bhe, insomma… si sentono ogni volta che il telefono di Simo non è occupato nel parlare con me.

Credo che se facessero una gara delle teenagers che stanno più tempo in assoluto al telefono, Simo ed io la vinceremo di sicuro.

Molte volte stiamo a telefono per raccontarci fatti che sappiamo entrambe ma inserendo commenti ridicoli, aggiungendone altri che, mentre eravamo a scuola, non c’erano venuti in mente… in parole povere, come tutte le teenagers di sedicenni anni, cazzeggiamo al telefono solo per poter sentire le melodiosissime urla delle nostre madri che strepitano per avere il telefono.

In pochi secondi sono sotto la doccia.

Adoro l’acqua che scorre sulla pelle, mentre le mani spalmano il bagnoschiuma al latte e miele… ma non ho tempo da perdere.

Con tantissima forza di volontà, chiudo l’acqua ed esco.

Pochi minuti e sono vestita.

Mi avvicino allo specchio e mi metto le lentine.

Avete presente quando avete fretta e, stranamente, tutto va storto?

Bhe… questo è il caso delle mia maledettissima lentina sinistra che sembra avercela con me e non vuole stare decentemente al suo posto.

Dopo vari tentativi, dopo prediche e maledizioni, tutte rivolte alla cara lentina, finalmente si mette decentemente sopra la mia pupilla castana.

Mi volto verso il mio disordinato ordine e afferro il fard.

Tre minuti dopo decido che non ne ho affatto bisogno. Sono già marrone per conto mio dopo quasi quattro mesi passati sotto il cocente sole estivo.

Poso fard e pennello e prendo l’ombretto bianco.

Ne spalmo una generosa dose sulle palpebre, fino alle sopraciglia.

Un sottile strato di matita nera sopra l’ombretto, un po’ di lucida labbra e il make-up è pronto.

Continuo a fissarmi allo specchio.

La parte più difficile in assoluto… i miei capelli.

Non so se riuscite a capire il mio dramma… lo conoscete perfettamente solo se avete dei capelli come i miei.

Sono tantissimi tra il crespo e il riccio… e indomabili.

Ogni volta è una tragedia.

Prendo la matita per il capelli e li annodo… almeno stanno apposto, è questo che conta.

-MAMMA, IO SCENDO!- urlò afferrando il giubbino e le chiavi del mio fedelissimo motorino.

-A CHE ORA TORNI?-

Ecco la solita domanda che una madre fa alla figlia.

-Prima dell’una, questo è certo,- scherzo raggiungendola in cucina e dandole un bacio sulla guancia.

-Non fare tardi, altrimenti a tuo padre chi lo sente!-

-Si, non preoccuparti,- sorrido ed esco.

Prendo il telecomando del cancello e premo il pulsante.

Prendo il casco ma alla fine decido di non metterlo.

Anche se è ottobre, il caldo è ancora fortissimo e non ce la faccio a infilare la testa in quella specie di sauna.

Metto in moto e scendo.

Il traffico lo detesto quando sono in macchina ma lo adoro quando sono con il motorino. Il solo riuscire a passare nei piccoli spazi tra due macchine, mi fa sentire “superiore” a quei poverini che rimangono bloccati nei loro freschi o caldi abitacoli, imprecando contro il mondo intero.

Certo, il traffico di Benevento non è paragonabile a quello delle grandi città come Roma o Milano, ma è sempre, comunque, traffico.

Via dei Mulini.

Metto il cavalletto e tolgo le chiavi.

Collarile Giovanni

Busso e subito la voce di Simo si fa sentire.

-Due istanti e scendo!- mi urla senza neanche chiedere chi è.

Sicuramente ha sentito il mio motorino quando sono entrata nella piccola viuzza dove c’è il suo palazzo.

Scendo dal marciapiede e mi dirigo verso il motorino, in attesa di quella pazza.

-Gabry!-

Mi volto e vedo Mariangela affacciata dalla finestra della sua cucina, nel palazzo di fronte a quello di Simo.

Mary è una compagna di scuola di Simo e mia.

Alle medie era stata anche compagna di Roly.

Non so come fa, ma Mary va bene in qualsiasi materia scolastica. Ha una memoria e un cervello che fa paura. Ricorda a memoria interi libri di testo.

Molte volte, fra me e me, la chiamo Hermione, la fedele amica di Harry Potter, della quale sono una fan.

Come al solito è vestita con una tuta. Sicuramente stava seduta alla sua scrivania a ripassare chissà quale materia per chissà quale interrogazione.

Sinceramente è una bella ragazza e tutte le volte che esce è molto carina… il problema è che esce poco.

-Uscite?- mi chiede.

-Come al solito,- le rispondo.

-Vedi Roly?-

-Certo!-

-Ma studiare…?-

-Mai!-

Rido. Per lei, noi studiamo sempre troppo poco.

Si apre il portone ed esce Simo.

-Ciao, tesoro,- mi saluta con un bacio sulla guancia. Alza lo sguardo e si accorge di Mary. –Ciao, Mary.-

-Ciao, Simo.-

-Hai finito di studiare?- chiede, innocentemente, Simo.

-No, purtroppo ancora no. Sto ripetendo il vecchio programma di Biologia… sai, nel caso domani interroga…- risponde la Sapientona.

Nel caso interroga… ma se quella vecchia pazza non si ricorda neanche dove abita!!!!

Evito di dirlo… davanti a Mary è sempre meglio tacere con i commenti acidi suoi prof… lei li adora tutti, incondizionatamente… basta che svolgano la bellissima e nobilissima professione dell’insegnamento.

Io, come credo tutti gli studenti di questo mondo, detesto gli insegnanti. La mia situazione, però, è tremila volte più comica di tantissimi altri studenti. Mia madre è professoressa di matematica nell’istituto di fianco al mio: il Marco Polo.

Sinceramente, non ho la più pallida idea di cosa si insegni lì dentro e non me ne importa più di tanto.

-Sicura di non volerti unire a noi?- la invita Simo.

Io non ho neanche perso tempo a invitarla… la sua risposta è sempre la stessa.

-Noi, grazie. Oggi ho studiato pochissimo… devo mettermi sotto. Divertitevi, ragazze!- ci saluta.

-Grazie! A domani!- la salutiamo noi, mentre Mary chiude la finestra e scompare.

Ci dirigiamo verso il motorino e in un istante siamo di nuovo nel mezzo del traffico della nostra piccola e tranquilla città.

In pochi minuti, siamo davanti alla villa.

Parcheggio il motorino, metto il blocca-sterzo e ce ne andiamo.

Qui a Benevento non serve la catena alla ruota. In fondo, è una città abbastanza tranquilla. Qui la criminalità è ridotta al minimo. Figuratevi che, quando una vecchietta viene scippata, la notizia viene riportata sui giornali come una notizia sconvolgente.

Parlando del più e del meno, raggiungiamo la solita prima meta delle nostre uscite: il bar Strega.

Lo Strega, che prende il nome dal nostro celebre liquore, prodotto solo qui, è l’unico bar in tutta Benevento dove c’è il milk-shak di cui io e Simo andiamo letteralmente pazze.

-Ciao, ragazze!-

-Ciao Pietro!-

Pietro è il nostro solito e bellissimo cameriere.

Ormai ci conosce e siamo diventati abbastanza amici. Ogni volta che po’ ci fa risparmiare qualcosa o ci offre un milk-shak gratis.

Simo si passa una mano tra i capelli lisci e inizia a giocare con il peercing che tiene sotto il labbro inferiore.

-Il solito?- chiese Pietro.

-Certo,- sorrido io.

Torna dentro.

-Allora… che è successo con Daniele?- chiedo io.

Simo è la classica ragazza che quando è single vuole avere un ragazzo, quando sta con uno, rimpiange la libertà che aveva da single.

Il ragazzo che l’è durato di più ha resistito una settimana… chiariamo, però, che si sono visti una sola volta!!!

-Niente,- risponde evasiva lei. –Non fa per me!-

-Io mi domando se c’è qualche ragazzo sulla faccia della terra che faccia per te,- sospiro io.

-Bhe… uno c’è,- risponde maliziosa lei, facendosi avanti per poter vedere all’interno del bar.

E ti pareva!!!

A Simo piace un casino Pietro ma è troppo grande e lui non se la caca proprio.

-Ma lo vuoi capire che lui non ti pensa proprio??-

-E che importa,- sorride lei. –Ma come si fa ad avere un culo così perfetto?-

Alzò gli occhi al cielo, proprio mentre Pietro esce e ci porta le nostre bevande.

-Grazie, Pietro,- gli sorrido.

-Figurati, Gabry. Oggi li offro io!-

Sorrido.

Pietro è mitico. Si è ricordato che oggi Roly e io facciamo un mese che stiamo insieme. Lo adoro!!!

-Grazie!-

Se ne va e ci lascia di nuovo sole.

-A che ora viene Roly?- chiedo, prendendo il mio bicchiere e mettendomi la cannuccia tra le labbra.

-Ha detto che viene per le cinque e mezza… se non perde l’autobus,- sorride Simo, bevendo il suo milk-shak al cocco.

Roly è incredibile. Non si sa come, è capace di perdere sempre l’autobus e, per quanti sforzi faccia, alla fine è sempre costretto a venire a piedi.

Le cinque… mi tocca aspettare mezz’ora… troppo!!!!!








Che ve ne pare come inizio?????????
Spero vi piaccia!!!!
Recensite!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 
Continua nel capitolo:


 
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