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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: LIKE A SAD BROKEN DOLL WITHOUT A SOUL
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai, Yaoi
Autore: rosadigerico galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/02/2007 15:36:03

La paura dei propri sentimenti può portare, a volte, a fare le cose più folli…e solo la forza disperata dell’amore e del perdono può aiutare…. [KxR]
 
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- Capitolo 1° -

Una fic su Beyblade, naturalmente…si tratta di una Kei x Rei come al solito…Kei inizialmente farà la parte del cattivo ma…BASTA! Se parlo ancora un po’ va a finire che vi svelo tutto! Che ebete! Allora…buona lettura, boys and girls!
Selphie, the Forbidden Angel of Darkness
P.S= Ho deciso di alternare i punti di vista di Max, Takao, Kei e Rei. ^_^




P.O.V: REI
Ora come ora non so nemmeno come sia potuto accadere tutto ciò, e come io sia arrivato a questo punto di non ritorno. So solo che mi sento così infelice, frustrato, usato…come una triste bambola rotta e senz’anima.
Me lo ricordo come se fosse ieri, quello che è accaduto circa due mesi fa. Come al solito, dividevamo la stanza in albergo, visto che eri il mio migliore amico. Ti stavo aspettando, in piedi accanto alla finestra, e intanto riflettevo. Pensavo a come erano cambiati rapidamente i miei sentimenti nei tuoi confronti: prima sopportazione, poi amicizia, ed infine quel subbuglio di sensazioni strane che è l’amore. Ero riuscito ad innamorarmi di te, la persona per me più importante al mondo. Mi ero illuso di amare Mao, credevo di essere legato a lei, ma se chiudevo agli occhi pensavo a te, eri tu a popolare il mondo dei miei sogni ed eri tu a farmi battere il cuore semplicemente guardandomi, o sfiorandomi accidentalmente una mano mentre camminavamo fianco a fianco per le vie della città.
Era ormai tardi, quasi le dieci di sera, quando all’improvviso sentii la porta spalancarsi di colpo. Spaventato mi girai, e ti vidi avanzare verso di me. Avevi una strana luce negli occhi: in breve mi sbattesti sul letto e ti sdraiasti sopra di me.
-Ti avverto, è solo sesso. Tra noi non c’è nulla.-
Furono queste le uniche parole che tu pronunciasti, prima di possedermi con freddezza e brutalità. Ed io non ti fermai. Accettai di essere violentato da te in questo modo, perché pur di starti vicino, di avere un qualsiasi contatto con te, avrei fatto qualsiasi cosa.
E da quel giorno è sempre stato così. E tutto si ripete, sempre uguale, quasi ogni notte. Quelle poche volte che non te ne approfitti di me, non ti fai proprio vedere: non rientri nemmeno in camera per le ore notturne. Con me sei freddo, distaccato. Mi rivolgi la parola così di rado che ogni volta che succede ci metto un po’ prima di realizzare che stai dialogando con me, e lo fai solo per sciocchezze come chiedermi di passarti il sale quando siamo a tavola. Non c’è più traccia della nostra vecchia amicizia, perché quella notte di sesso se l’è portata via con il sorgere del sole.
Sospiro, debolmente. Ormai non ho più nemmeno le lacrime per piangere. Mi hai rubato anche quelle. Il mio cuore è oppresso da un senso di tristezza e inutilità, e sento di non farcela più. Non riesco più a sopportare la tua freddezza glaciale, specie la notte…non sai quante volte cerco i tuoi occhi, sperando di scorgervi un briciolo di amore, ma sono spenti e vuoti, gelidi come la tundra siberiana.
Forse dovrei parlarti, dirti quello che sento per te, e implorarti di smetterla, perché non ce la faccio veramente più e sono stufo di valere meno di una bambola gonfiabile per te. Non lo capisci, dannazione, che ti amo più della mia stessa vita, più della mia stessa dignità e più del mio smodato orgoglio? Ti è così difficile guardarmi come se fossi un compagno di vita e non come un oggetto su cui sfogare tutti i tuoi istinti repressi? Non riesci a sentire i palpiti della mia anima ad ogni tua carezza?
No, è inutile. Non posso pretendere nulla di tutto ciò, non da te. Non hai mai amato i sentimentalismi, e aborri completamente ogni forma di emozione. Come posso credere che tu riesca a capirmi? E soprattutto, come posso convincermi di contare qualcosa nella tua vita?
Non posso. È facile, doloroso, immediato. Per te, andare con me o con qualsiasi altra persona non fa alcuna differenza: se non ti fossi capitato io sottomano, adesso lo faresti con Takao, o con il Professore, o magari con Max…hai scelto me solo per comodità, e per non rischiare di venire scoperto. Chi mai si insospettirebbe vedendoti entrare da me? In fondo, condividiamo la camera, no?
Comunque, penso che Max inizi a pensare che qualcosa non va, e non posso dargli torto: non mangio più, ho sempre gli occhi cerchiati da terribili occhiaie, sono pallido e sto perdendo peso ad una velocità impressionante. Il mio sguardo non brilla più come una volta, e il mio sorriso ormai è talmente raro…
Bussano alla porta…ho paura che sia tu. Paura perché so che non riuscirei a resisterti, non mi negherei mai a te, a costo di calpestare i miei stessi principi.
Beh, è aperto, quindi senza muovermi sibilo un appena udibile…
-Avanti…-
Ai miei occhi, però, appare il ragazzo americano. Si vede che è preoccupato, e infatti non esita un istante ad espormi il motivo del suo turbamento.
-Rei, cosa ti prende? Non stai affatto bene, e si vede! Ne vuoi parlare?-
Scuoto la testa. Cosa dovrei mai dirgli? Che Kei, il mio migliore amico, mi violenta con il mio consenso? Che mi faccio scopare ogni santa notte perché ti amo e, sapendo di non essere ricambiato, arrivo a questi estremi pur di potermi illudere di avere un posticino speciale nel tuo cuore? Che sto male come un cane?
-Rei, andiamo! Siamo tutti in ansia per te, sei ridotto ad uno straccio. Confidati, ti farà bene, e se non vorrai che io ne parli, mi terrò le tue confessioni per me, senza andarle a dire agli altri.-
Ci sediamo entrambi sul letto: devo raccontargli tutto, assolutamente, ma prima che anche una minima sillaba possa uscire dalle mie labbra mi ritrovo a piangere senza ritegno, mentre il mio amico mi abbraccia protettivo, accarezzandomi piano la testa.
Tra i singhiozzi sempre più numerosi gli racconto tutta la mia storia…lui non dice niente, si limita ad abbracciarmi più forte che può, partecipe di un dolore che non lo riguarda, ma che vuole che io condivida con lui, senza chiedere niente in cambio, come un vero amico. Amicizia…una parola che per te non ha senso, e della quale probabilmente non conosci nemmeno il significato. Perché adesso mi viene naturale pensare che tu ti sia spacciato per mio amico solo per arrivare a questo…non lo so, non voglio sapere, vorrei solo chiudere gli occhi e non svegliarmi mai più, avvolto da questo dolce tepore benefico e rigenerante…

P.O.V: MAX
Non so se essere sconvolto, dispiaciuto, arrabbiato…non ho mai sentito nulla del genere, e vedere con quanta disperazione ti sei aggrappato a me, piccolo Rei, come se fossi la tua ancora di salvezza, piangendo senza controllo, mi ha fatto stare malissimo. Per non parlare poi del tuo racconto…se ci penso mi viene la pelle d’oca. Insomma, credevo che Kei fosse un ragazzo rispettabile, e invece…e poi far soffrire così una persona dolcissima come te…
Sorrido appena, stringendoti a me, mentre tu piano piano scivoli nel mondo ovattato dei sogni, anche se non credo che saranno belli e colorati, non col tuo stato d’animo. Credimi, vorrei poterti aiutare, ma non posso cambiare il carattere di quel cretino che ti sta facendo passare tutto questo…posso solo darti tutto il mio appoggio e la mia comprensione…è poco, per non dire niente, ma non mi importa. Ti darò una mano ad uscirne, perché tu mi hai sempre sorretto quando ne avevo bisogno, e ricambiare è il minimo che possa fare per sdebitarmi.
Piccolo Rei, guardati come sei ridotto: non tocchi più cibo, e quegli stessi vestiti che prima ti stavano addosso in maniera invidiabile ora sembrano di due taglie più grandi…i tuoi occhi dorati e brillanti sono privi della loro caratteristica luce solare, e sono cerchiati di nero come quelli dei cadaveri. Perfino i tuoi bellissimi capelli lucenti sono diventati opachi e sfibrati…tutta questa situazione si ripercuote su di te in un modo che lascia letteralmente sconvolti.
Soltanto, a pensarci, non so che fare: mi hai chiesto di non raccontare niente a Takao e al Prof, ma quei due sicuramente mi chiederanno cos’hai, e sinceramente non so cosa rispondere loro…non mi va di dire bugie, perché non è nel mio stile, e poi sono preoccupati veramente per te, sai? A questo punto, credo che dirò loro che hai qualche problema, ma che preferisci non parlarne…so che sicuramente pianteranno qualche rogna, visto che siamo amici, ma non voglio metterti in imbarazzo e non voglio che se la prendano con Kei più di quello che è necessario. Non che con questo voglia scusare il suo comportamento, anzi! Però è un problema che dovete risolvere da soli, e nessuno di noi può mettersi in mezzo in alcun modo.
Beh, ora che ti sei addormentato non ha più senso che io rimanga qui, anche se probabilmente ti piacerebbe trovare qualcuno al tuo risveglio, quindi con delicatezza di adagio sul materasso, e poi ti copro con il lenzuolo, in maniera che tu non prenda freddo. Inizialmente ho paura di averti svegliato, perché cominci a parlottare, ma ti blocchi quasi subito: per fortuna, altrimenti non avrei saputo come riaddormentarti! Però, ora che sono certo che tu stai dormendo, dopo averti rivolto un augurio di una buona dormita, esco per andare a raggiungere gli altri nella hall dell’albergo, dove stanno giocando a ramino…sicuramente Kei non ci sarà, ed effettivamente, dopo che mi ci hai fatto pensare, mi sono reso conto che da un paio di mesi ha un comportamento molto strano: devo dire che sospettavo che fra voi due fosse successo qualcosa, ma credevo che aveste semplicemente litigato…comunque, non essendo fatti miei, non mi ero impicciato, ma dopo aver visto come la situazione è degenerata…ho veramente i brividi che mi corrono lungo la schiena.

P.O.V: KEI
Mio Dio! Cosa sto facendo! Sono un mostro, un bastardo, un maledetto schifoso! Solo guardare come ti ho ridotto mi fa provare un tale disgusto per me stesso che mi viene voglia di vomitare…come ho potuto ridurti così? Non sei nemmeno più tu! Rei, piccolo mio, cosa ti ho fatto! Come ho potuto? Perché?
Andiamo, il perché lo so fin troppo bene! Perché sono un idiota che ha paura dei sentimenti e dei legami, che li ripudia, li relega in un angolino della mente tentando di non pensarci. E da scemo credevo di avercela fatta, a diventare l’uomo di ghiaccio, ma ho fatto male i miei calcoli. Tutte le mie emozioni si sono ingigantite col passare del tempo, e in breve l’anfratto che avevo loro riservato è diventato troppo angusto…e a furia di ingrandirsi, un bel giorno i miei sentimenti si sono liberati, devastanti, dirompenti…non ho più saputo contenermi, ed è accaduto quel che io e te ben sappiamo.
Però, come credi che io mi senta? Ti amo, da quando ti ho visto, ma non ho ai ottenuto da te nient’altro che semplice e pura amicizia. Non posso avanzare pretese su di te, del resto ti sei dichiarato a Mao durante la finale del torneo cinese…come riesco anche solo a illudermi che tu possa, un giorno, essere mio? Non esiste, è del tutto irrazionale sperarci, ma cuore e cervello prendono spesso due direzioni opposte. Chi seguire, cosa fare?
Mi vergogno come un ladro, soprattutto per quello che ti sto facendo, ma anche perché, a dispetto della mia convinzione di essere un ragazzo forte, non sono altro che uno sciocco bambino immaturo ed egoista. Ti sto rovinando l’esistenza, imbrattando l’anima. Sono la tua macchia sporca, te ne rendi conto? Non so che dire, se non che sono un mostro senza cuore…e che probabilmente non ti amo, perché se così fosse prima di tutto guarderei alla tua felicità.
Ma che dico? Sto dando i numeri! Io TI AMO!!! Sono letteralmente ossessionato da te, ti penso da sveglio e ti sogno di notte, ed ogni volta che una mano mi si posa sulla spalla spero che sia la tua, spasimo al solo sentire la tua risata argentina, il mio cuore si scioglie se mi sei accanto…non ho bisogno che di te, ma tu per me non ci sei, o almeno non come vorrei che tu ci fossi. Vorrei poterti abbracciare senza paura dei pregiudizi della gente, pagherei per poter baciare almeno una volta le tue dolci labbra, per poterti avere accanto a me per il resto dei miei giorni, perché so che solo al tuo fianco la mia vita ha senso.
Purtroppo però non sono riuscito a dimostrartelo come avrei dovuto, non ho saputo contenermi, ho agito impulsivamente, rovinando tutto ciò che di bello avevamo costruito assieme. A questo punto, quindi, credo che sia meglio farmi odiare da te, così almeno riuscirò a dimenticarti meno dolorosamente…spero! La verità è che vorrei piangere fino a non farcela più, sfogarmi con qualcuno, e poi buttarmi in ginocchio da te e chiederti di perdonarmi…ma la vita non è un film, non c’è sempre il colpo di scena ad assicurarci il tanto sospirato happy end, ed in fondo è giusto che sia così: non merito un allegro finale da dramma strappalacrime, così come non merito la tua compassione e come non ho mai meritato la nostra amicizia.
Senza che me ne renda conto, le lacrime cominciano a bagnarmi le guance, proprio nell’esatto istante nel quale sento una struggente melodia cinese provenire dalla stanza che una volta io e te dividevamo…quella stessa melodia che ascoltavo ogni volta che ti sentivi depresso, e che ha sempre avuto il potere di farmi commuovere…maledetta canzone, più la sento più mi ricordo tutti i momenti stupendi che abbiamo condiviso.

P.O.V: TAKAO
Finalmente Max è tornato dalla sua spedizione. Ansioso e pieno di curiosità alzo lo sguardo verso di lui, abbandonando le carte che avevo in mano, e lasciandole distrattamente sul tavolino. Non credo che il Prof tenterebbe di sbirciarle, e poi è più importante la salute di Rei che non una stupida partita a ramino. Ultimamente quel cinesino mi preoccupa, sta sempre male e, cosa ancora più strana, non parla più con Kei. Quei due si sono allontanati così tanto…qualcosa è successo, ma ho tentato di parlarne con entrambi e non ho cavato un ragno dal buco! Speriamo che almeno Max porti delle notizie interessanti.
-Ho parlato con Rei…si è confidato, ma mi ha chiesto di non dirvi nulla, perché si tratta di una faccenda personale e, per come la vedo io, piuttosto spinosa.-
-Ma come sarebbe a dire? Non si fida di noi?- esclamo arrabbiato.
Insomma, siamo amici, no? Dovrebbe fidarsi! Quello scemo di un cinese non deve credere che noi siamo qui a giudicarlo, porca miseria! Non potrei mai pensare male di lui, e poi non penso che si tratti di una cosa così scabrosa!
-Takao, devi capirlo: non se la sente di parlarne, sta soffrendo troppo, è confuso e non sa cosa fare. Se mi stesse accadendo quello che sta succedendo a lui probabilmente mi troverei nella sua stessa condizione…si vergogna, soprattutto di se stesso, perché si è dimostrato debole e senza volontà di fronte ad un’altra persona…-
Non serve nemmeno che il mio amico continui: si tratta di Kei! Quell’asociale! Sono sicuro che ne ha combinata una delle sue, ma non è un problema: ci penso io a parlargli!

P.O.V: KEI
-KEI! Cazzarola, è da mezz’ora che ti chiamo!-
La voce di Takao mi fa sobbalzare e mi riporta alla triste realtà. Mi asciugo maldestramente le lacrime: non posso farmi vedere così da lui!
-Dimmi, Takao…- mormoro, ma la mia voce trema, e sento gli occhi che bruciano.
-Stai…piangendo?-
-No, ho solo un po’ di congiuntivite…-
Ma chi voglio prendere in giro?
-Guarda che non me la dai a bere! Mi vuoi spiegare che ti succede ultimamente? Sei sempre più freddo del solito, specialmente con Rei…è successo fra voi due qualcosa che noi dovremmo sapere?-
-Takao…fatti i cazzi tuoi!-
-No! Siete tutti e due irriconoscibili! Voglio sapere cosa diamine è successo, santo cielo! Sono un vostro amico! Voglio aiutarvi!-
-Non puoi fare nulla…ormai ho rovinato tutto…-
Non so nemmeno perché, ma dopo un altro paio di volte in cui insiste a chiedere delucidazioni, cedo e comincio a raccontare ciò che sta succedendo…Vedo il volto di Takao mutare rapidamente espressione: prima è sconvolto, poi incazzato nero, e infine triste e dispiaciuto.
-Non…non sapevo! Ma Kei…cosa credevi di ottenere?-
-Volevo solo che Rei mi amasse…-
-Io credo che così tu abbia ottenuto il risultato contrario.-
-Lo so, ma in fondo per me è meglio così. Sapere che mi odia mi darà una ragione per togliermelo dalla testa.-
-Quello che non capisco è perché vuoi dimenticarlo…-
-Perché lui non è interessato a me, ma a Mao…e io non riesco a restargli accanto solo come amico.-
-Glielo hai mai confessato?-
-Takao, io…anche se adesso ci provassi lui…lui non…-
Non riesco a continuare, non senza aprire i rubinetti. Perché sono così dannatamente debole? Perché non riesco a dimenticarmi di te? Perché non si apre una voragine sotto i miei piedi, per inghiottirmi e sottrarmi a questa vita di sofferenza?
Sospiro stancamente, non ho nemmeno voglia di continuare a cianciare: è tutto perfettamente inutile, parlarne non mi aiuterà a rimediare al gran casino che ho fatto, non mi aiuterà a cancellare il dolore dal tuo cuore, non mi aiuterà a farmi volere da te, mio piccolo Rei. Cerco di sprofondare ancora di più, se possibile, nella poltroncina in cui sono seduto, nella saletta del televisore.
-Kei, noi due non siamo mai andati molto d’accordo, e questo è soprattutto per causa mia, perché sono troppo impulsivo e spesso ragiono con lo stomaco invece che col cervello. Non abbiamo mai avuto un vero e proprio rapporto di amicizia, e devo ammettere che mi dispiace, perché sono convinto che tu sia una bella persona, nonostante le apparenze a volte tendano a evidenziare il contrario. Tuttavia sappi che se hai bisogno di aiuto, se vuoi sfogarti o se vuoi un consiglio, ricordati che io sono completamente disponibile, capito?-
Sono sconvolto. Non credevo che Takao potesse essere così profondo, che potesse fare ragionamenti tanto fini. Giuro che vorrei con tutto me stesso riuscire a dirgli di farsi i cavoli suoi, ma non oggi, non in questa situazione, non quando c’è in ballo un’amicizia da salvare. Mi ha colpito profondamente il fatto che, a prescindere da tutte le volte che ho litigato furiosamente col nostro capitano, arrivando perfino alle mani, lui voglia starmi vicino…ma in fondo è fatto così: è buono e generoso, anche se spesso è troppo ingenuo, e se vede che qualcuno è in difficoltà si prodiga per dargli una mano.
-Grazie, Takao…-
-Ma figurati! È un piacere per me darti una mano! C’è qualcosa che posso fare?-
-Beh, sì…mi consiglieresti un modo per fare la pace con Rei?-
-Uhm…è difficile! Non per rigirare il dito nella piaga, ma ti sei comportato in un modo a dir poco orribile! L’unica cosa è avvicinarlo, esporgli tutte le tue ragioni, tutto quello che ti ha portato a compiere quel gesto due mesi or sono e confessargli che tu, per lui, vorresti essere più che un semplice amico…se ti vuole bene come credo capirà sicuramente e poi…non vorrei illuderti, ma secondo la mia modestissima opinione lui ti vede sotto una luce differente da quella di amico del cuore…-
-Cosa stai dicendo?-
-Avanti, Kei! Ragiona! Da quanto tempo è che il nostro Rei non telefona più a Mao? E come mai quando lei lo chiama, è sempre così sbrigativo e mette giù il ricevitore il prima possibile???-
-E che vuoi che ne sappia io! Magari hanno litigato…-
-Uhm, può essere, ma secondo me non regge! Avanti, Mao è troppo diversa da Rei, troppo appiccicosa per lui, troppo confettosa!-
Effettivamente…al solo sentire il nome di quella gatta selvatica mi si rizzano i capelli sulla nuca: insomma, è talmente orripilante! E poi, quel suo dannato vizio di vestirsi di rosa, tingersi i capelli di rosa, e comprare solo oggetti rosa mi infastidisce, sì! Notevolmente, direi. Per non parlare del suo continuo cicaleccio e del suo odiosissimo modo di strusciarsi addosso alle persone, e a te in particolare! Accidenti, possibile che tu proprio di quella ventosa color confetto ti dovessi innamorare, quando sotto gli occhi hai un ragazzo che per te sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa? Ora come ora, però, avanzare pretese su di te è assurdo…
-Kei, ti sei perso?-
-No, ci sono…allora?-
-Allora cosa?-
-Mi…mi butto?-
-Devi essere davvero innamorato cotto del nostro cinesino per arrivare a sfidare la sorte così, ma come darti torto? Dai retta a me, Rei di Mao non ne vuol sentir parlare, anzi sta aspettando te, almeno per come la vedo io. Perciò vai, e fregatene di quello che può succedere: dopo quello che è accaduto, peggio di così non può andare. Non ci perdi niente, puoi solo guadagnarci.-
-Dici davvero? Ne sei convinto, Takao?-
-Non posso darti le probabilità di successo, per questo ci vorrebbe il Prof, però…però mi accorgo di come ti guarda, di quella scintilla che gli accende lo sguardo quando sente il tuo nome. Se non altro vi chiarirete una volta per tutte.-
-…-
-Scusami ora ti devo lasciare, altrimenti Max si mette a cercarmi, e non vorrei che scoprisse che sono venuto da te! Ti consiglio di dare subito inizio alla fantomatica “Operazione Chiarimento”, perché poco fa ho visto Rei uscire dall’albergo. Se ti sbrighi dovresti riuscire a raggiungerlo. Buona fortuna!-
Detto questo, Takao se ne va. Mi sento strano…è la prima volta che parlo con lui così a lungo senza finire poi per fare a cazzotti, come accade sempre. Non so, lo facevo meno maturo e più idiota, non pensavo che riuscisse a confortarmi tanto, a darmi una mano ad uscire da questo tunnel buio che ho imboccato. Mi ha aiutato a vedere la luce, ed ora so ciò che devo fare; finalmente dopo quindici anni l’ho imparato…devo lasciare trapelare almeno in parte quello che sento, devo aprire il mio cuore alle persone per me importanti e tu, mio dolce Rei, sei la prima di queste.
Non so cosa succederà ora, non so se parlarti mi aiuterà a riappacificarmi con te, ma è la cosa più giusta da fare, per me e soprattutto per te, così mi incammino nella direzione che mi ha indicato il nostro capitano prima di andarsene, sperando di essere ancora in tempo.

P.O.V: REI
Fa freddissimo, qui fuori, ma non me ne importa niente. A dire la verità, non so nemmeno perché sono uscito. Forse per allontanarmi un po’ dalla confusione che regnava sovrana in albergo, forse per allontanarmi da te, con la segreta speranza che tu non riesca a trovarmi, anche se so che è impossibile e assurdo…e in fondo non ne sono contento, perché so che mi mancheresti. E quello che è più incredibile è che dovrei odiarti…dovresti farmi schifo e invece ti amo…so di essere patetico, ma non posso cambiare quello che sento nei tuoi confronti, poiché è qualcosa di così immenso da travolgere anche me, non posso zittire le urla del mio cuore vuoto e ferito, che chiede soltanto che qualcuno lo riempia d’amore e di calore umano.
Calore, proprio quello che ci vorrebbe in questo momento, visto che sto assiderando…e alzando gli occhi al cielo vedo le stelle, e mi viene naturale pensare che, nonostante la temperatura polare, è proprio una bella serata, e mi piacerebbe che ci fosse qualcuno accanto a me con cui dividerla. Pura utopia…lo so che non verrai mai qui a mendicare il mio amore, di cui probabilmente non sai nulla, come del resto anche Takao e il Professor K, e poi siete tutti convinti che io stia assieme a Mao. Altra bella gatta da pelare, questa. Dovrò decidermi a scaricarla, prima o poi, e sinceramente mi stupisco che non abbia ancora capito di non interessarmi: non la chiamo mai, e quelle volte che lo fa lei cerco di essere più sbrigativo possibile, perché non mi va di sentire pettegolezzi da vecchia zitella bisbetica, o peggio ancora di sentirmi far la predica perché la mia voce sembra quella di uno zombie denutrito. Per meglio dire, sopporterei queste cose solo se a dirmele fossi tu, ma non ci spero proprio, quindi tanto vale mettersi l’anima in pace.
Dei passi dietro di me…qui è qualcuno che mi sta venendo a chiamare per la cena, ne sono sicuro…una mano che mi afferra il polso…chi cavolo è?
Mi giro di scatto, spaventato, e ti vedo davanti a me, bello come la statua di un dio greco, ma così distante, allo stesso tempo, da far morire in me anche quel minimo residuo di speranza in un “noi”…e poi comincio ad avere paura, perché se tu volessi approfittarti di me qui, in mezzo al marciapiedi…no, no, no! Non devo pensare a queste cose! Invece, sto per chiederti cosa tu ci faccia qui, ma mi anticipi.
-Rei…ehm…ciao…-
Sei in imbarazzo, tieni gli occhi fissi al suolo, ma la tua mano non vuole saperne di lasciare il mio polso anzi, hai stretto la presa, tanto da fare quasi male.
-Cosa vuoi, Kei?-
La mia voce mi esce tagliente e fredda, molto più fredda di quello che avrei voluto che fosse.
-Senti…non so da dove iniziare…ho talmente tante cose da dirti…io…innanzitutto voglio scusarmi con te. Lo so, probabilmente quando avrò finito di parlare mi manderai a cagare, e non te lo impedirò, ma ti chiedo prima di ascoltarmi, e anche se le mie parole non cambieranno la situazione, voglio almeno che tu sappia quello che il mio cuore mi dice. Posso…spiegarmi?-
Non ce la faccio a dirti di no, a vederti così fragile e piccolo, così insicuro e tremante, così tremendamente umiliato e imbarazzato, non senza stare male da morire, e io non voglio più soffrire come in questo momento. Magari non dovrei fidarmi, magari è tutto un piano per portarmi di nuovo a letto, ma negarti di parlare e di spiegare è crudele e senza senso.
-Continua…- dico, e il mio è un sussurro appena udibile.
-Io…ti giuro, non volevo che accadesse quello che è successo, ma non perché è successo con te, bensì perché non era quello che desideravo realmente. Sai come sono fatto…ho sempre odiato i sentimenti, e quando mi sono reso conto di quello che mi legava a te ne sono stato spaventato…ho relegato le mie emozioni in un angolino buio, credendo di averle estinte ed ignorando, invece, che stavano crescendo sempre di più fino a che, come un vulcano, sono esplose violentemente, portandomi ad agire in quel modo sconsiderato…però, credimi, non volevo farti del male, non volevo ridurti in questo stato, non volevo niente di tutto ciò…-
Ti blocchi di colpo, mentre lentamente le lacrime cominciano a scendere calde dai tuoi occhi. Non tenti nemmeno di nasconderle, non ti interessa farlo, o forse non ti sei nemmeno reso conto di piangere davanti a qualcuno.
-E allora cosa volevi?- domando debolmente, sperando in segreto che tu non mi abbia sentito, mentre mi porto un poco più vicino a te.
-Volevo…volevo che tu…volevo solo sentirmi amato da te! Volevo sentirti vicino, volevo guardarti negli occhi e leggervi amore, volevo che mi tenessi tra le braccia, riscaldandomi con la tua presenza, volevo per una volta gettare via la mia maschera, essere me stesso e soprattutto essere apprezzato per quello che sono…e tu…tu…Tu sei l’unico che abbia mai cercato di capirmi, di andare oltre il mio aspetto esteriore, oltre i miei silenzi arroganti e oltre la mia freddezza…dapprima ti consideravo come amico, poi ho cominciato ad essere attratto anche fisicamente da te, e poi ho capito di amarti…ho capito che senza di te non valgo niente, che sei il sole, l’aria, la luce. So di amarti più di quanto io ami me stesso. Forse non dovrei dirti tutte queste cose, non ora, ma il mio cuore potrebbe esplodere se non te le dicessi. Beh…io non so…non so se tu abbia già la ragazza, se Mao sia la tua ragazza…e anche se è una cosa cattiva da dire mi auguro di no, perché io quella proprio non la sopporto. Detesto il modo in cui ti sta intorno, detesto la sua mania di usarti come un palo contro cui strusciarsi, la detesto…o forse sono solo tanto geloso di lei perché ha tutto quello che vorrei avere anch’io ma che sfortunatamente non ho. Non so se ho una qualche minima possibilità di essere perdonato, anche se probabilmente la risposta è no, ma se per caso questa dovesse essere sì, ti prego, incatenami a te, portami con te ovunque andrai e non lasciarmi mai solo!-
Ti zittisci di colpo, e rimani a fissare l’asfalto e il cemento del marciapiedi, mentre io fatico per trattenere la più grande quantità di lacrime di gioia che un uomo possa mai piangere. È incredibile, non riesco a credere che tu mi ami, che vuoi stare con me…sono così felice che ti salterei al collo riempiendoti di baci, ma non è il caso, non per il momento almeno. Prima voglio prendermi una piccolissima vendetta per quello che mi hai fatto, e nel contempo lasciare libere le lacrime di scorrere, altrimenti mi si formeranno due borse talmente brutte sotto gli occhi che tu non mi guarderai più. Però adesso basta tergiversare e mettiamo in atto la nostra rivincita.
-Hai finito?- ti chiedo con un tono gelido che non lascia presagire niente di buono.
Tu annuisci piano, senza alzare il volto…ti vergogni talmente tanto di quello che hai fatto, amore mio, che non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi…mi dispiace vederti così, ma ormai è fatta.
-Bene…e adesso mi vuoi spiegare perché hai aspettato tanto per dirmi tutto ciò, brutto cretino???-
Te lo urlo contro, gettandomi su di te e tempestando il tuo torace di pugni, mentre ormai piango come una fontana.
-Sei un cretino! STUPIDO, IDIOTA E DIO SOLO SA COS’ALTRO! Ma lo sai da quanto tempo ti muoio dietro? Hai anche solo una minima idea??? Ti rendi conto? Vorrei dirti che ti odio, lo sai? E invece ti amo! Ti amo, brutto deficiente che non sei altro! A costo di ripetertelo fino alla nausea, TI AMOOOO! E non me ne frega più nulla di quello che è successo, non me ne importa un accidente!!! Ti amo e basta, ti adoro, per te farei pazzie…-
Non ce la faccio a continuare, i singhiozzi me lo impediscono, o forse è tutta colpa di una bocca malandrina che cerca la mia e la trova, per un bacio da togliere il fiato, mentre le tua braccia mi cingono la vita. Non riesco a crederci, è il mio primo bacio, ed è…stupendo, non ci sono altre parole per definirlo. Purtroppo però questo bellissimo istante deve finire, e quando ci separiamo mi sussurri qualcosa all’orecchio.
-Ti amo, baka! Mi dispiace di averti fatto soffrire…-
-Non ha più importanza, Kei.-
-Allora…ehm…andiamo dentro?-
Sorridendo felice annuisco, ti prendo per mano e insieme ci dirigiamo verso l’hotel.
Quando arriviamo in camera mi viene quasi da piangere: non voglio addormentarmi perché ho paura, al mio risveglio, di scoprire che tutto questo è stato solo un meraviglioso sogno. Ma non ho tempo di aprire i rubinetti, in quanto mi trascini sul letto e cominci a sbottonarmi la maglia baciandomi dolcemente. Nonostante questo, l’improvvisa paura che possa essere tutto come le altre volte mi blocca, e ti scosto da me.
-Qualcosa non va, piccolo Rei?-
-Io non…non voglio che sia solo sesso…-
-Non temere…questa sera sarà speciale, sarà la nostra prima vera notte insieme…voglio che sia tutto perfetto, cucciolo mio!-
Mi rilasso subito a questa rassicurazione, e ti invito a riprendere il lavoro che avevi iniziato…ed è assolutamente stupendo sentire le tue mani accarezzarmi, e vedere con quanta dolcezza mi guardi. È incredibile, riesco a sentire ogni tua cellula vibrare, il tuo amore nei miei confronti si trasmette, arriva fino a me, mi riscalda e mi dà quella sensazione di casa che ho cercato tanto a lungo…perché sei tu la persona giusta per me.

P.O.V: KEI
Mi sveglio di soprassalto…ho qualcosa piantato nello stomaco…Rei! Te ne stai disteso a pancia in giù, e mi scruti attento, con i gomiti ben piazzati proprio sul mio stomaco, ignaro del fatto che mi stai letteralmente maciullando le interiora. Però non mi arrabbio, non ci riesco, perché il tuo sguardo è talmente puro e innocente che ogni mio proposito di vendetta muore all’istante.
Mi sorridi felice, la tristezza che ti opprimeva fino a ieri sera è solo un brutto ricordo, e lo è anche per me. Non mi capacito di ciò che è avvenuto ieri sera. Abbiamo fatto l’amore, finalmente, non più sesso, no…è stato diverso, perché l’abbiamo fatto con la certezza di amarci, di voler rimanere insieme per tutto il tempo che ci verrà concesso, di essere in qualche modo maturati.
Ci siamo indissolubilmente legati, abbiamo condiviso tutto, ed ora possiamo veramente dire di appartenerci reciprocamente. E giuro, non avrei mai pensato che appartenere a qualcuno potesse essere così meravigliosamente appagante e rassicurante.
-Buongiorno, piccolo mio. Come stai?- mi chiedi sorridente.
-Andrebbe meglio se togliessi i tuoi gomiti dal mio stomaco!- rispondo acido.
-Sei di cattivo umore? Posso fare qualcosa per te?-
Ecco, vedi: quando ti comporti così mi fai venire una irrefrenabile voglia di saltarti addosso!
-Darmi il bacio del buongiorno sarebbe un buon inizio.-
-Allora provvedo subito, amore!-
E ti pareva! Cinesino, è solo una mia impressione o sei proprio maniaco? No, perché mentre mi baci cominci a strusciarti sensualmente contro il mio corpo, facendomi letteralmente ammattire. Insomma, toccare la tua pelle liscia, sentire il tuo corpo caldo sul mio, lasciarmi accarezzare in quel tuo modo così particolare, dolce eppure passionale…credi che potrò resistere ancora tanto senza reagire?
-Kei…-
Oddio! E adesso cos’è questo tono da gattino?
-Sì?-
-Coccole!-
-Sei proprio un bambino, Rei! Ma sei adorabile!-
-E tu sei dolcissimo!-
Arrossisco, non so nemmeno perché, e ti invito a rannicchiarti tra le mie braccia, cosa che fai immediatamente, stringendoti a me.
-Lo sai, Kei? Ti amo! Tantissimo!-
-E pensare che io avevo paura di dichiararmi, perché pensavo che mi avresti allontanato e disprezzato…sono stato talmente idiota! Ma adesso è tutto finito!-
Sorridi ancora, e fai un piccolo sbadiglio, al che afferro il lenzuolo e lo sistemo meglio sopra i nostri corpi, prima di addormentarmi con te, cullato dal tuo respiro.




Finita…che ne dite ragazzi?
Kei: Beh, facciamo progressi…non hai scritto la lemon ma ci sei andata vicina!
Rei: Io sono contento così, mi basta avere il mio Kei-chan!
Ragazzi, non per dire, ma avete delle facce…ehi, no! Che fate? Rei, rimettiti subito la maglia! E tu, Kei, riallacciati i pantaloni! Ah, insomma, ricomponetevi! Non è ancora diventata una NC-17, questa fic! Ma perché non mi ascoltate?
Beh, meglio che vi saluto ragazzi, anche da parte dei due puccini, perché credo che saranno impegnati per mooooooooolto tempo! Commentate!
 
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