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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: UN PERSONAGGIO IN PIÙ
Genere: Sentimentale, Avventura, Erotico, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, What if? (E se...)
Autore: maichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/02/2007 00:11:22 (ultimo inserimento: 02/07/08)

Una ragazza che viene dal nostro mondo, un esercito in concorrenza a Voldemort, un amore, un nuovo modo di cambiare il destino stravolgendo la storia
 
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CAPITOLO UNO
- Capitolo 1° -

^^

Dunque... io non mi drogo, sia chiaro e non mi è mai passato per la testa di farlo... però tratto e tratterò questo tema anche nei prossimi capitoli...prego le persone bigotte e ignoranti di non scassare perchè questa è una storia di pura fantasia...ok? barbarela, non è riferito a te!




Era un posto piccolo ed angusto. Una stanza veramente minuscola, dove quattro ragazzi stavano suonando del punk mentre altri sei “li stavano a sentire”. Il primo ragazzo, il quale suonava la batteria, era senza maglietta e portava dei capelli corti, verdi, tutti sparati all'insù con del gel. Il bassista aveva una cresta bionda, a petto nudo pure e lui ed una sigaretta in bocca; il primo chitarrista aveva capelli lunghi e neri, raccolti in una coda, lui portava la canottiera e dei pantaloni luridi. La seconda chitarra e voce era l'unica ragazza della band, capelli lunghi e neri, ricci, ma non troppo; labbra carnose, occhi grandi e come la pece, carnagione chiarissima, alta e con dei seni piuttosto abbondanti. Pantaloni vecchi e strappati, indossava una maglia che raffigurava il cantante dei Sex Pistols.
Gli altri sei erano piuttosto distratti: due stavano pomiciando sul divano posizionato nell'angolo della stanza, tre stavamo fumando delle sigarette mentre uno si era addormentato a terra con la schiena contro il muro. I quattro finirono di suonare e subito si asciugarono il sudore che li imperlava la fronte, e non solo quella. Nella stanza c'era caldo, ed una cappa di fumo sovrastava tutto. Un momento di silenzio e si sentì una moto arrivare e spegnersi nel cortile. Subito un ragazzo sui ventitré anni, con dei rasta biondi e lunghi , fece il suo ingresso, con un casco sotto braccio.
- buongiorno!- esclamò.
Subito Lucia, la ragazza cantante, posò la chitarra e gli saltò in braccio baciandolo.
- ciao Lucia- fece Andrea, sostenendola e ricambiandola piacevolmente.
- ehi- fece Marco, il ragazzo dai capelli verdi – un pò di decenza! se proprio andate in camera a farlo!- ironizzà sghignazzando.
- e dai- rimbeccò Lucia adesso abbracciata al ragazzo – potremmo fare una cosa in tre-e gli fece l'occhiolino per poi mettersi a ridere assieme al ragazzo.
- gente- fece Luca, il ragazzo dai capelli neri, lunghi e raccolti in una coda, mentre si metteva la chitarra a spalle – io me ne devo andare-
- ciao- salutarono in coro i nove.
- scusa, me ne vado un attimo al bagno, torno subito- disse Lucia staccandosi dal ragazzo.
Fece i tre scalini di casa sua e si diresse verso il bagno. Vi entrò e chiuse la porta a chiave ed aprì il rubinetto dell'acqua: voleva togliersi dagli occhi tutto quel trucco nero. Si legò i capelli in una coda ed iniziò a lavarsi il viso. Non appena alzò lo sguardo sullo specchio davanti a lei, i suoi occhi diventarono come due palline da tennis. C'era un enorme macchia verdone riflessa sul vetro. Lei si girò di scatto: c'era uno squarcio, letteralmente, nell'aria, ad un metro da terra. Sembrava come una porta per mettere in comunicazione due mondi paralleli.
- ma che cazzo...- fece Lucia aggrottando la fronte.
Lei fece per girarsi ed andarsene quando una voce la fermò:
- Lucia, aspetta-
Lei si rigirò e guardò da dove proveniva. Al di la del buco una persona aveva parlato. Si vedeva solamente dal petto all'insu, diciamo, quello squarcio che consentiva d'osservare. Era un vecchio, capelli e barba lunghi, argentati, che scendevano sino alla cintura. Occhiali a mezzaluna e due occhi azzurri e scintillanti, con un naso ricurvo, come se fosse stato rotto almeno due volte. Assomigliava immensamente a Silente, il preside della saga di Harry Potter.
- no, non ci assomiglio- fece quest'ultimo –sono lui, o meglio, sono io- disse.
La ragazza lo guardava sempre più male.
“cazzo” pensò “ devo aver aggiunto troppa maria alla canna che mi sono fatta prima...”
- no Lucia, sei perfettamente lucida- fece ancora il vecchio.
Lei sgranò , se possibile, di più gli occhi.
Prendere nota: diminuire drasticamente la dose d'erba...eppure non ne fumava tanta!
- Lucia, vorrei parlarti- spiegò l'uomo.
E si che l'LSD, la ragazza, l'aveva provata solo una volta e parecchio tempo fa...
Lei si girò di spalle massaggiandosi le tempie. C'era qualcosa che non andava, si, decisamente.
- Lucia-
Lei si mosse appena.
- Lucia- chiamò di nuovo.
- cs...cazzo c'è?- chiese alla fine voltandosi per fissare negli occhi il vecchio.
- ti ripeto che tu sei lucida e io sono quello che voi chiamate “Silente”- disse.
La ragazza era sconvolta. Che stava succedendo?!
- I-Io...- balbettò.
- ho capito- sospirò l'uomo -meglio parlarci facci a faccia- e così estrasse una bacchetta da dietro il mantello e la puntò verso di lei.
Lucia stava per mettersi a ridere, ma non riuscì a fare in tempo che cadde in un vortice di rumori, tutto il resto era buio. Di colpo con un tonfo, si ritrovò su di un pavimento. La prima cosa che fece fu mettersi seduta e massaggiarsi il sedere per la botta che aveva preso.

Poi riaprì gli occhi ed alzò lo sguardo. Che posto decisamente strano, con quei quadri di vecchi che sonnecchiavano seduti su di una poltrona russando appena, o che la scrutavano torvi, muovendosi di tanto in tanto. Poi, non poco distante da lei, appollaiata su di una sedia, una bella fenice rossa.
- benvenuta- fece una voce dietro di lei.
Lucia si voltò di scatto ma rimanendo sempre seduta a terra.
- capisco il tuo stato d'animo attuale- disse Silente girando appena attorno alla sua scrivania -ma le cose non vanno molto bene. Siediti- la invitò indicando la poltrona davanti alla sua scrivania.
Lei non si mosse.
Facendo finta di niente, in tutta la sua fierezza e compostezza, il professor Silente, o Dumbledore, si sedette al suo tavolo.
- ora ti chiederai come mai sei qui, giusto?- fece sempre lui.
Lei non parlò, fino a che:
- ma che cazzo ho fumato?...- fu la prima frase di senso compiuto che seppe dire.
- temo- riprese -che tutto questo non abbia a che vedere con quello che hai fumato. Ora, per favore- invitò sempre educatamente e pacatamente -siediti- ed indicò la sedia dinnanzi a lui.
Lucia si alzò e tenendo sempre lo sguardo fisso sull'uomo, si andò a sedere con dei movimenti piuttosto rigidi.
- bene, ora ti chiederai perchè sei qui, giusto?- ripetè pazientemente.
Lei annuì.
- dunque...le cose stanno così: io voglio eliminare Lord Voldemort più velocemente del previsto, in modo che non vi saranno morti inutili e, per fare questo, ho chiamato te- disse.
Ok...ma che cavolo c'entrava lei?
- ora ti spiegherò che cosa c'entri- sembrò leggerle nella mente...sembrò...
- dunque...- ed appoggiò le spalle allo schienale della sedia ed unì i polpastrelli delle mani, con il suo tipico gesto -...la storia è piuttosto complessa, temo...tempo fa ero nella stanza delle necessita, credo tu sappia cos'è, no?- e lei annuì -bene- proseguì -Ero piuttosto nervoso e lanciai una magia per afferrare un oggetto, solo che qualcosa andò storto. Probabilmente è stata la stessa stanza, ma fatto sta che mi sono ritrovato in un altro mondo dove non esiste la magia. Gironzolai un po' e m'infilai in una libreria. Li vidi un libri che colpì non poco la mia attenzione “Harry Potter e la pietra filosofale”. Non riuscivo a crederci, presi subito il libro e mi diressi ad una commessa chiedendo cosa fosse; lei mirispose, ridendo: “ma come, lei non conosce il maghetto Harry Potter? La cui scrittrice è diventata ricca grazie alle sue storie?” Io le risposi che si, lo conoscevo, e me ne tornai allo scaffale piuttosto scombussolato. Solo allora vidi gli altri quattro libri e li comprai immediatamente. Riuscii a trovare il modo di tornare a casa e non appena vi rimisi piede lessi subito i libri. Capii: la nostra storia non è altro che un fantasy inventato da una donna.
- non mi sta prendendo in giro, vero?- interruppe la ragazza.
- temo di no- rispose serio -posso continuare? Ottimo. Però c'è un problema: l'ultimo libro, il quinto, è completamente bianco, se non fosse per alcune pagine all'inizio- aprì un cassetto, l'estrasse e le mise sotto il naso la copia di un “Harry Potter e l'ordine della fenice” -prova a dargli un'occhiata-
Lei lo prese e lo aprì, sfogliandolo. Aggrottò la fronte, confusa e, non che non lo fosse prima, disorientata.
- ma...guardi che è tutto scritto... è come dovrebbe essere...-obbiettò.
- eh- sospirò il preside -come temevo, il mio tempo è ancora all'inizio del quinto anno, mentre il libro descrive tutta la storia futura....-
- ah....ma io ho letto anche il sesto...- commentò la ragazza riponendo sulla scrivania il libro, quasi delicatamente.
- si?- fece stupito, il professore.
Lei annuì – si chiama Harry Potter e...- ma non riuscì a finire la frase che venne interrotta:
- credo che sia meglio non parlarne...-
-perchè?- lei capiva sempre di meno.
- prova a dire una cosa che succede nel sesto libro, ma che sia insignificante. Prova- disse.
- io...ok...- ci pensò un attimo -Harry Potter diventerà il c...- ma anche questa volta non riuscì a finire la frase, ma non venne interrotta dal professore, ma bensì da qualcosa di estremamente diverso: Un dolore lancinante le esplose nello stomaco, come se una marea di crampi di una potenza inaudita di facessero sentire nel ventre. Lei crollò dalla sedia, contorta e piegata in due tentando di attutire il male. Urlò e si contorse dolorosamente. Poi, pian piano, scemò e poi sparì, lasciando solamente una strana sensazione di formicolio alla pancia.
Lei era ancora a terra, raggomitolata su se stessa, con gli occhi sgranati, due lacrime e la fronte madida di sudore. Alzò lo sguardo verso il preside che le stava dando una mano ad alzarsi.
- c-che è successo...?- chiese con la voce strozzata.
Silente sembrò quasi sbuffare divertito -sarebbe troppo semplice che tu mi dicessi come vanno le cose senza che tu abbia conseguenze. Immagina il male che fa quando dici una idiozia, prova a pensare se tu dicessi qualcosa di vitale importanza...probabilmente avresti dolori molto più forti per diverse settimane...- poi abbassò lo sguardo su di lei quasi gentilmente -non credo che riusciresti a sopportarlo-
Lei annuì rimettendosi seduta sulla sedia, massaggiandosi lo stomaco.
- e allora, che intende fare?- domando.
- per ora nulla in particolare, sveleremo poco alla volta, in modo che tu non abbia conseguenze fisiche troppo dolorose. - spiegò.
- ah...ok...adesso...adesso posso tornare a casa?- chiese.
- si, certo...ah, dimenticavo, prepara le valige che quest'anno frequenterai la scuola di magie Hogwarts-

PER GLI APPASSIONATI DI hARRY pOTTER: MI SCUSO SE CI SONO E CI SARANNO DEGLI ERRORI, MA....IO NON SONO QLL CHE SI DEFINISCE FAN! GRAZIE, CMQ, SE L'AVETE LETTA!



 
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VOTO: (2 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
sonsierey 28/07/08 19:44
Potresti dirmi cm ti chiami?
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nihal93 - Voto: 22/07/08 15:16
oddio..... io ho i lucciconi, te lo giuro.... T___________________T che tristezzaaaaa!!!!!!!!! nonostante il capitolo mi abbia fatto quasi morire (sev è morto ç_ç) ti faccio i miei complimenti per questa storia che a me è piaciuta dall'inizio alla fine!!!! ^^

un bacione!!!^^
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Rif.Capitolo: 47
inuchan - Voto:
16/06/08 22:21
Accidenti è davvero emozionante spero che l'aggiornerai in fretta sono curiosa di leggere l'ultimo capitolo.
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Rif.Capitolo: 47
nihal93
11/06/08 20:53
oddio! e adesso cosa succederà?! sono ansisissima di leggere il seguito, ma anche triste al pensiero che la ficcy sia finita!!! T_T
comunque sia complimentissimi!!!^^
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