torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: UNA NOTTE SERENA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: kibachan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/02/2007 23:32:06

un momento di pura tranquillità per i tre fratelli di suna! avverto che NON è una gaara/temari quindi evitate i commenti in proposito! ^^
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

Nota: se possibile leggetela con la canzone “here without you” dei three doors down. È stata la mia fonte di ispirazione ^^


UNA NOTTE SERENA

Erano le 11 passate. Temari si stava preparando per andare a dormire infilandosi la canottiera e i minuscoli pantaloncini che le permettevano di sopravvivere alle notti infuocate di Suna.
La stanza era completamente avvolta dall’oscurità, se non per il leggero bagliore della falce di luna che si stagliava nel cielo limpido incastonato di stelle.
Era sul punto di stendersi quando sentì bussare alla porta. Incuriosita andò ad aprire.
“Gaara!” esclamò quasi urlando dalla sorpresa. Il ragazzo con i capelli rossi la squadrò un istante da qualche centimetro più in alto, e Temari arrossi leggermente ricordandosi del suo abbigliamento non esattamente presentabile.
Nonostante Gaara fosse il suo fratellino, per diverso tempo erano stati poco più che estranei.
Poi la sua attenzione venne rapita dai suoi occhi. Aveva l’aria più malinconica del solito. Il suo sguardo quasi sempre congelato in un espressione di austerità, ora le sembrava…… addolorato.
“cosa fai qui a quest’ora Gaara?” gli chiese più tranquillamente. “tu… di solito… di notte…” tentennò facendo girare lo sguardo per la stanza in difficoltà.
Per tutta risposta lui la sorpassò e si lasciò cadere pesantemente sul letto di lei chiudendo gli occhi.
Ok, a questo punto Temari era decisamente preoccupata, e anche un po’ irritata dal suo mutismo. “insomma… si può sapere che cavolo ti prende!?” chiese questa volta con più vigore puntandosi i pugni sui fianchi.
Il ragazzo le rivolse una veloce occhiata e, forse per il fatto che i suoi bei occhi verdi erano cerchiati in quel modo dalla stanchezza, la fecero sussultare un attimo dalla paura.
Gaara ripose di nuovo la testa sul cuscino, e Temari si pentì di aver avuto paura… aveva promesso a se stessa che avrebbe fatto di tutto per smettere di avere paura di suo fratello.
“Oggi mentre ero in giro per il villaggio… ho incrociato una persona” disse lui di colpo destando l’immeditata attenzione della ragazza. Era anche stupita che le venisse a raccontare la sua giornata.
“era un ragazzino” continuò Gaara. “lui… mi ha detto che anche se sono diventato il Kazekage…. Non mi apprezzerà mai” lo sguardo di Temari si intristì immediatamente e si avvicinò di un paio di passi al letto “ha detto che…. Quattro anni fa ho ucciso i suoi genitori…. Che non mi perdonerà mai…. E che mi odia.” La stanza venne immersa in un silenzio stritolante dopo quelle parole. Gli occhi verdi del ragazzo era puntati dritti sul soffitto. Nascondevano un desiderio antico… un desiderio troppe volte soffocato… di mettersi a piangere.
Temari si sedette piano sul letto accanto al suo fianco. Lo guardò dolcemente e fisso. Fino a costringerlo a guardarla.
“Gaara… ci saranno ancora per molto tempo persone che ti odieranno…. Devi cercare…. Di accettarlo..” chissà perché quelle parole le erano sembrate molto più confortanti quando le aveva pensate. Ora che le aveva dette pareva quasi che avesse voluto muovergli un’altra critica.
“sai… ho provato per tutto il giorno a ricordarmi il viso dei genitori di quel bambino” riprese il rosso tornando a guardare il soffitto “ma non ci sono riuscito… neanche un dettaglio” “sono passati 4 anni” tentò la ragazza, che non sapeva proprio come potesse consolarlo di una cosa del genere “non è una giustificazione” ribatté lui immediatamente zittendola.
“per ogni persona che ho ucciso… non ho solo quella colpa….. devo portare addosso anche il dolore delle persone a loro care che restano” “Gaara, quelle persone venivano di volta in volta da te per ucciderti!” ribatté Temari “tu dovevi” “io forse dovevo morire” la interruppe lui di nuovo. “perché non riesco neanche a ricordare i visi di tutte quelle persone”
sollevò piano una braccio e si portò la mano a nascondere li occhi “mi dispiace”
sussurrò appena.
A Temari quelle parvero in assoluto le scuse più sincere che avesse mai sentito.
Sorrise impercettibilmente alla figura del suo fratellino che si copriva gli occhi, e che quindi non poteva vederla.
Mosse lentamente una mano, e fece una cosa che non aveva mai fatto. Si avvicinò a Gaara.. e lo sfiorò… per fargli una carezza.
Lui tolse immediatamente la mano dagli occhi e la guardò mentre lei non accennava a smettere di accarezzargli i capelli.
Gaara non ricordava di essere mai stato tanto vicino a Temari più di ora. Nonostante spesso fossero entrati in contatto fisico, per caso o per dovere, gli sembrava la prima volta che veniva davvero… toccato… da lei.
“Temari” la chiamò lui dopo qualche istante “hai mai desiderato che io morissi?” le chiese. La ragazza bionda si fermò all’istante e ritrasse la mano.
Si morse un attimo il labbro continuando a guardarlo. “la verità, Temari” la pregò lui.
Lei abbassò gli occhi a fissarsi le gambe accavallate, alla ricerca di un po’ di coraggio.. “c’è stata…. Una volta” sussurrò senza guardarlo dopo qualche istante di silenzio. Le sue stesse parole le facevano già sufficientemente male, senza che ci fosse il bisogno che incrociasse i suoi occhi. “la prima volta che.. ho visto Shukaku” esalò rabbrividendo dentro al solo pensiero di quel essere mostruoso.
“solo una volta?” chiese Gaara sorpreso. Temari a questa domanda alzò il viso di scatto. Era talmente abituato a sentirsi augurare la morte… che riteneva POCO il fatto che sua sorella una volta lo avesse pensato? “mi dispiace Gaara perdonami” gli disse avvertendo il bisogno di lasciare ai suoi occhi la possibilità di sfogarsi. Il ragazzo si alzò a sedere. “come è possibile…. Solo una volta” ripeté incredulo.
Temari lo guardò un istante, poi posò delicatamente la mano sulla sua poggiata vicino alla sua coscia. “Gaara..” cominciò con dolcezza “tu hai ucciso… nostro padre… e tanta altra gente.. ma… nelle nostre vene scorre lo stesso sangue… sei mio fratello, e io… ti assicuro che in passato ho provato con tutte le mie forze ad odiarti… ma non ci sono riuscita. E ho continuato… lo stesso… e nonostante tutto… a preoccuparmi per te.. sei il mio fratellino” aggiunse facendo per la prima volta davanti a lui un piccolo sorriso.
Sorriso che si allargò un po’ quando vide l’espressione stupefatta di Gaara. Così… era così carino… e sembrava per la prima volta il ragazzino di quindici anni che era.
Dopo qualche istante Temari si alzò in piedi e lo guardò mentre si appoggiava con la schiena al muro. Il suo sguardo sembrava un po’ più tranquillo adesso.
“è molto tardi sai?” gli disse non capendo perché parlava a bassa voce se erano entrambe svegli.
“solo per stanotte” esalò il ragazzo… solo per stanotte posso rimanere qui con te?” gli chiese innocentemente lui sollevando di nuovo gli occhi verdi su di lei. Temari arrossì un po’ a una proposta del genere “ma… insomma… Gaara… di notte” “stai tranquilla” intervenne lui “ non mi addormenterò… io non dormo mai. Non aver paura” le disse. Tutti sapevano cosa sarebbe successo se solo si fosse addormentato.
Ma Temari scosse la testa sorridendo “come potrei avere paura di qualcosa… se so che il mio fratellino veglierà tutta la notte?”
E per un attimo, la ragazza poté giurare di aver visto qualcosa di molto simile a un sorriso… increspare le labbra di Gaara, nella penombra della stanza.
In silenzio salì sul letto, e ancora un po’ insicura per quella che si era rivelata una notte davvero fuori dall’ordinario, si stese accanto a lui.
Poggiò la testa sulla sua spalla, mentre lui rimaneva seduto e con gesti molto incerti le avvolgeva le braccia intorno al corpo.
Con una mano le accarezzò i capelli biondi.
Quelle stesse mani create per uccidere, la stavano sfiorando con delicatezza.
Temari ancora non riusciva a credere a quello che era successo quella sera, ne tanto meno alla posizione in cui si trovava. Era stata la prima volta che lei e suo fratello avevano davvero parlato….
Gaara sentiva il suo cuore, quel cuore che non aveva smesso di sanguinare da quando era nato… fare un po’ meno male… quella notte….

Dopo una decina di minuti Temari stava dormendo profondamente. Gaara invece, come ogni notte era sveglio, sveglissimo.
A un tratto una figura si affacciò alla porta. Un ragazzo parecchio alto e robusto con una zazzera spettinata di capelli castani. “Temari si può sapere che succede qui? Con chi chiacchieri?” bofonchiò stropicciandosi gli occhi assonnato.
Si bloccò di colpo nel vedere la scena che gli si parava davanti.
Lo shock lo svegliò del tutto.
Quella non era certo una scena che si vede tutti i giorni.
Gaara lo guardò fisso leggermente in imbarazzo.
Avrebbe voluto che se ne andasse sulle prime. Se con sua sorella prima di quella sera non aveva mai comunicato, con suo fratello maggiore proprio non era mai andato d’accordo.
Per diversi istanti si fissarono.
Poi Kankuro si passò stanco una mano sulla faccia e sui capelli.
“ho l’impressione di essermi perso qualcosa sai Gaara?”
ancora silenzio.
Poi il ragazzo moro si mosse e, con grande sorpresa del più giovane si stese anche lui sul letto di Temari accanto alla ragazza sull’altro lato.
Con scarsa grazia si accomodò incrociando le braccia dietro la testa e si voltò verso i due.
Gaara lo guardò sorpreso ancora di più dalla piega che le cose avevano preso.
“se poi non è di troppo disturbo per lei Kazekage, domani mi piacerebbe sapere che cosa è successo qui.. stasera” disse Kankuro a bassa voce ma con un ghigno stampato in faccia.
Il rosso si limitò ad annuire.
Poi Kankuro allungò distrattamente un braccio, fece una piccola carezza a Temari che dormiva profondamente, e poi, dopo un attimo di esitazione, si sporse un po’ per scompigliare i capelli del fratellino.
Poi riportò le braccia a fargli da cuscino e chiuse di nuovo gli occhi.
Gaara lo guardò con espressione stranita da quel grossolano gesto d’affetto altamente inaspettato. Neanche un minuto dopo Kankuro cominciò a russare e lui storse il naso.
Forse dopo quello che era successo.. poteva provare a considerarsi un po’ meno mostro di prima.. e provare a perdonarsi un po’..
Quella, per Gaara, fu la notte di veglia più serena della sua vita.
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: