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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Kingdom Hearts
Titolo Fanfic: UNA NUOVA SPERANZA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai, Shoujo Ai, Yaoi
Autore: gaki galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/02/2007 16:51:23

Ok, il titolo è orribile, odio scegliere i titoli.. E' il seguito di "Love" sempre di KH II
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Questo è il seguito della fic che ho postato in precedenza intitolata "Love". se volete leggerla dovete assolutamente prima leggervi quella perchè ci sono dei riferimenti che altrimenti vi risulterebbero incomprensibili e privi di senso.
Detto questo
Buona lettura

"testo" = pensato
<<testo>> = parlato

Capitolo 1
(P.O.V. Esterno)
Sora stava fissando senza vedere l’universo attraverso una finestra della Gummiship, la loro astronave. La stavano guidando gli altri, lui era troppo preso dai suoi pensieri per pensare a quelle cose. Stava sdraiato sul suo letto, fissando il soffitto stellare scorrere veloce. Dopo poco scesero a Crepuscopoli, dove c’erano tutti i suoi amici, ma la sua tristezza non scemò nemmeno di un millesimo. Stava pensando ancora a lui, alla sua vita, a Riku. Al ragazzo che lo aveva lasciato per cercare quegli stronzi che…
Sora scosse violentemente la testa. Non voleva pensarci, voleva solo sperare di trovare un’altra sua lettera al suo risveglio. Voleva rivedere ancora la sua calligrafia, voleva sapere ancora che Riku lo amava come un tempo. Voleva sapere se stava bene. Aveva solo quel metodo per sapere se lui era ancora vivo o meno. Non sentiva la sua presenza quando era nei paraggi e nemmeno quando, a suo avviso, Riku lo fissava per minuti interi, mentre lui dormiva. Ma andava bene così. Sora, in quei momenti era contento. Ma adesso era più di un mese che non riceveva sue notizie e iniziava a preoccuparsi.
Mille domande iniziavano ad affollare la sua mente quando all’improvviso la sua attenzione fu attratta da una piccola porta in metallo, logora e dipinta di un arancione acceso, ormai sbiadito da tempo. I suoi compagni lo stavano aspettando in fondo alla via, ma riuscì ad accampare una scusa e si dileguò dalla circolazione. Quando fu sicuro che loro due non lo avrebbero visto o seguito tornò di nuovo in quella via principale, dove nessuno sembrava accorgersi della presenza di quella porta. Emanava una forte presenza, come se una persona particolarmente potente potesse abitarvi dietro. Si avvicinò circospetto, guardandosi intorno, come se stesse compiendo chissà quale assurda azione. Bussò, ma dato che nessuno gli rispondeva, decise di abbassare la maniglia del portone e, spingendo con tutte le sue forze, riuscì ad aprirla. Appena dentro, la porta sbattè con violenza dietro le sue spalle. S ora si girò bruscamente indietro mentre i suoi sensi si acutizzavano. Si rese conto di quanto fosse stato stupido. Riku gli diceva sempre di pensare prima di fare le cose! Eppure era stato più forte di lui: quel poso aveva qualcosa di magico, che attirava i suoi piedi verso quel luogo misterioso. Una presenza lo spingeva lungo quel corridoio, quasi completamente buio. C’era solo una flebile luce, che illuminava una porta di legno, intarsiata con molti disegni astratti. Afferrò la maniglia, ma la porta si aprì da sola, senza che lui muovesse un muscolo. Sora inghiottì e iniziò a maledire la sua curiosità. Entrò nella stanza e anche questa porta si chiuse, sbattendo violentemente, dietro le sue spalle.
<<Ma insomma, chi è che fa tutto questo casino?>> una persona scese dalle scale che davano in quello che avrebbe dovuto essere il salotto.
Istintivamente fece il gesto di puntare l’arma contro la persona appena apparsa, solo che in questo momento la spada non c’era. Sora non era riuscito ad evocarla a sé. La figura avanti a lui indossava un soprabito, come quelli dell’Organizzazione XIII, ma questo era completamente bianco. La ragazza davanti a lui aveva lunghi capelli color argento e due grandi occhi verde smeraldo.
Il detentore del Keyblade, non riuscì ad arrabattare nemmeno mezza parola, mentre la giovane donna era rimasta con la bocca aperta per lo shock.
<<Saeko>> chiamò una voce che conosceva <<Saeko, tutto ok? Chi è l’ospite?>> dietro la figura della ragazza, apparve Yen Sid. Questo alzò un sopracciglio, incuriosito dal nuovo arrivato, ma poi accennò un sorriso.
<<Lui è Sora, maestro>> mormorò la giovane ragazza non essendo a conoscenza del vecchio incontro fra i due “amici”.
<<Si, ho già avuto il piacere di fare la sua conoscenza, Saeko. Ma adesso non pensi che sia meglio andare di sopra? Il re e gli altri ci aspettano>>
<<Il re?>> esclamò Sora tutto d’un tratto <<Il re Topolino è veramente su che ci aspetta?>>
<<Certo>> rise Saeko <<E mi ha detto che ha molte informazioni da darci!>>
Sora non se lo fece ripetere due volte. Afferrò con decisione la mano della ragazza e la trascinò su per le scale.

Nella sala principale vi trovò Leon, il re, Merlino, Yen Sid e perfino i suoi compagni di viaggio. Non voleva nemmeno sapere che cosa diavolo ci facevano loro là, ma si limitò a lasciare la mano di Saeko.
<<Ben arrivato Sora>> lo salutò il re <<Puoi metterti seduto se vuoi>> commentò indicando una poltrona
<<Si, ma è vero che ha delle notizie da darci? A me e a Saeko?>>
<Si>> rise il re <<Ma ora potete mettervi seduti per favore?>> questa volta non ammetteva altre risposte o contrattazioni. I due gli obbedirono.
<<E ora?>>
Sora palpitava, era convinto che le informazioni che il re volesse dargli riguardavano Riku, il SUO Riku.
<<Non noti nulla di strano in Saeko che è diverso dalla Saeko che conoscevi?>> domandò seccato Yen Sid
<<Si… è vestita di bianco>> mormorò Sora senza prestarci troppa attenzione <<E il suo soprabito è come quello dell’Organizzazione XIII, solo che completamene bianco. E allora? Ha qualche significato particolare?>>
<<…Sora, sei un deficiente!>> esplose la giovane alzandosi di scatto in piedi e rifilandogli un poderoso pugno in testa <<Sei uno stupido, ignorante, scemo, stronzo che non sei altro>> urlò stringendo le mani a pugno, furiosa
<<Riku è tutto per me>> replicò il ragazzo <<Non voglio stare nemmeno un secondo senza pensare a lui>>
<<RIKU E’ PRIMA DI TUTTO MIO FRATELLO>> gli strillò furibonda <<HAI CAPITO STRAMALEDETTISIMO MOCCIOSO?>>
<<No, non ho capito proprio nulla!>>
<<Non capisco perché tu sia così egocentrico>> sibilò Saeko afferrandolo per il colletto dei vestiti che indossava. Leon, temendo che avrebbe potuto rifilargli un pugno, fece per fermarla, ma Yen Sid lo prese per un braccio, fermandolo.
<<Riku, Riku, Riku! Non sai dire altro. Ti hanno mai detto che non sei un martire? Lui non manca solo a te stupida testa di rapa! Hai idea di come sia stata dopo che l’Isola del Destino è stata inghiottita dal nulla? Hai la minima idea di quanto abbia sofferto perché non trovavo più te, Riku o gli altri? Dimmi, hai idea di quanto mi sia impegnata per trovarvi?>> esasperata Saeko spinse violentemente Sora al muro <<Riku manca molto anche a me>>
Sora si rialzò da terra, un po’ rincoglionito dalla botta, ma deciso a non lasciargli l’ultima parola
<<Io non sono egocentrico. Sto solo cercando tutte le informazioni possibili!>>
<<Se tu cercassi di staccare la spina dall’interruttore che lampeggia solo su Riku, forse ti renderesti conto che io ho dei poteri che possono aiutarci a trovarlo>>
Il ragazzo serrò le mani a pugno
<<Che vuoi dire?>> ringhiò Sora. Saeko socchiuse gli occhi e prese un profondo respiro, cercando di calmarsi. Erano mesi che voleva dire quelle cose a Sora e adesso che ci era riuscita si sentiva molto più leggera di prima. Si sedette composta sulla poltrona e riluttante Sora fece altrettanto.
<<Tornando all’inizio: ti sei chiesto perché sono vestita così?>>
<<No>> fu la schietta risposta di Sora
<<Bè, poco male>> replicò Saeko calma <<Tanto te lo avrei detto ugualmente>> completò con tono di superiorità <<Dopo che L’Isola del Destino è andata a farsi benedire, il mio maestro ha scoperto che io possedevo delle capacità magiche>>
<<Ti ha trovato lui per caso?>>
<<Questi non sono affari che possano riguardarti. Fatti bastare quello che ti sto dicendo>> Saeko fissò l’amico nel profondo degli occhi <<Sta di fatto che io sono diventata l’allieva migliore del corso del maestro>>
Yen Sid sospirò, ma non disse nulla. Dopotutto era la pura verità.
<<Sempre modesta, vero?>> brontolò Sora <<Sei rimasta la solita altezzosa a cui piaceva primeggiare in tutto quello che faceva>>
<<Bè, questi sono i lati del carattere che non si possono cambiare>>
<<Quindi tu puoi usare la magia>> Sora non ne poteva più di temporeggiare e di litigare con la sorella gemella del suo amante. Era meglio andare direttamente al punto e di stringere i tempi.
<<Una parte della magia>> lo corresse lei <<La magia della luce, la magia bianca. L’Organizzazione XIII sfrutta l’oscurità e ognuno di loro aveva una peculiarità che lo contraddistingueva dagli altri. Ma questo ovviamente tu lo sai già>>
<<Si questo lo so>> confermò Sora <<Ma puoi usare anche quella oscura?>>
<<Diciamo che ancora non posso>> tentennò lei, titubante e indecisa <<Ma sto studiando per cercare di sfruttarla. Credimi, non è la cosa più facile>>
<<Come mai?>> curiosò il più piccolo. Yen Sid decise di mettere fine a quel discorso
<<Ora basta. E’ meglio andare avanti>>
Sora decise che era meglio non inimicarsi il vecchio mago: non aveva l’aria propriamente amichevole.
<<Ok… ora possiamo andare avanti>> concesse Sora in un borbottio. Fissò il re <<Aveva detto di avere delle informazioni per noi>>
<<Si hai ragione>> concordò il topo <<Ho incontrato Riku di recente>>
Memore della sfuriata di Saeko, Sora cercò di contenersi dalla gioia. In realtà era al 7° cielo e se ne avesse modo sarebbe arrivato ancora più in alto
<<Che dice di nuovo quello scemo?>> domandò tesa Saeko. Il re sorrise
<<Mi ha detto di riferirvi che ora non dovete cercarlo, né fare tutte le altre cose che vi possano venire in mente>> Saeko rimase a bocca aperta <<Sono le precise parole di Riku Saeko, mi dispiace>> si giustificò il re
<<Si, e poi?>> chiese titubante Sora <<Vi ha detto solo questo?>>
<<No, tranquillo>> rise il re <<Mi ha chiesto di consegnarvi queste cose>> rispose consegnandogli ad entrambi un piccolo plico di lettere poi si volse verso Yen Sid, mentre i due prendevano i loro “regali”.
<<Mi ha anche pregato di chiederti se Saeko poteva interrompere momentaneamente il suo apprendistato. Si sentirebbe meglio se lei potesse seguire Sora>>
<<Non sono un più un bambino piccolo!>> s’infuriò Sora scattando su in piedi <<So badare benissimo a me stesso da solo>>
Saeko piantò un pugno sul tavolo lì vicino a loro e il detentore del Keyblade sussultò, poi socchiuse gli occhi prendendo un profondo respiro. Saeko accennò un sorriso amaro
<<Certo Sora. Lo vedo>> lo prese in giro
<<Io posso stare benissimo senza balia, Saeko. Perché credete tutti e due del contrario?>>
<<Forse perchè ti vogliamo bene?>> mormora la ragazza e Sora si morse un labbro
<<Lo so… ma credimi non ce ne bisogno>>
Il re ridacchiò
<<Riku sapeva che avresti negato l’aiuto di Saeko. Per questo mi ha detto di dirti queste esatte parole: “Sora, sai benissimo perché mi trovo in questa situazione. Non rendere le cose più complicate”>> il re lo fissò <<Non ho idea di che cosa significhi, ma credo che lui lo sapesse. E te?>>
Sora aveva sbarrato gli occhi e serrato i pugni. Saeko gli circondò le spalle con un braccio
<<Non credo che tu sia nella posizione adatta per replicare. Giusto?>> gli chiese.
L’interpellato non rispose, ma si limitò a chinare la testa.
<<Già, hai ragione Saeko>> il ragazzo fissò Yen Sid <<Lei che ne pensa?>> anche Saeko lo fissò, seriamente.
Il mago rimase in silenzio per parecchi secondi, senza muovere nemmeno un muscolo e rimanendo con lo sguardo incollato sulla sua allieva.
<<Credo che tu possa interrompere i tuoi studi>> concesse cauto Yen Sid <<Ma ad un solo patto: partirete fra 7 giorni esatti>>
<<Fra 7 giorni?>> ripetè Sora <<Come mai così tardi?>> chiese
<<Saeko deve finire quel che ha iniziato>> disse solo, andandosene. Saeko si morse un dito. La ragazza sapeva che, nonostante le fosse realmente la migliore fra gli allievi di Yen Sid, gli mancava ancora molto per padroneggiare appieno la magia oscura. Effettivamente i recenti risultati erano stati decisamente deludenti.
“Accidenti” pensò Saeko “Accidenti, accidenti, accidenti. Mio fratello non fa altro che guai, sa mettere solo bocca in cose che non gl’interessano! Se pensa che io abbia iniziato i miei studi magici solo per divertimento…” nella rabbia serrò una mano a pugno “… Io lo ammazzo…”
Senza dire altro diede bruscamente le spalle a tutti quanti e lasciò la stanza. Saeko salì velocemente le scale che portavano al terzo piano, entrò nella sua stanza e si chiuse la porta dietro di sè, con la chiave. Si tolse con un gesto secco il soprabito bianco e lo gettò sul letto e si affacciò alla finestra della sua camera. Fissò il tramonto di Crepuscopoli. Non era molto lontano dalla torre dove abitava con il suo maestro, ma gli piaceva ogni tanto cambiare aria. Erano molti mesi che non lasciava quell’isoletta sperduta nello spazio. Certo, non era proprio quella l’occasione che preferiva, ma meglio non discutere con quel testardo del fratello. Si buttò sul letto e aprì il plico di lettere. La prima risaliva a quattro mesi prima. Esattamente quando aveva lasciato la sua ultima lettera al fratello. Da allora non aveva saputo più niente.

Ciao Saeko. Ho preso l’ultima lettera che mi hai lasciato e mi fa piacere sapere che il tuo maestro ti consideri così tanto. Dopotutto sei sempre stata la prima, no? Però disapprovo il fatto che tu abbia iniziato a padroneggiare l’oscurità. Anzi, non mi piace proprio per niente. Ti consiglio di smetterla, potresti non riuscire più a tornare indietro…

Saeko rimase impassibile di fronte alle solite prediche del fratello. Non finì di leggere la lettera e continuò così fino all’ultima, dove Riku la supplicava (eh già, con lei il fratellino si doveva abbassare a supplicare) di smettere i suoi studi. Dopo l’ultimo incidente, dove Saeko era rimasta in ospedale per due settimane, minacciava di arrivare di persona e di costringerla con la forza. Difatti per Saeko era piuttosto complicato immergersi nell’oscurità a tal punto da poterla comandare. Ma il maestro aveva fiducia in lei e lei si era buttata anima e corpo in quei nuovi studi e aveva tutto all’intenzione di uscirne vincitrice, come suo solito. Che Riku arrivasse e sbraitasse come suo solito. Lei avrebbe fatto come voleva e come aveva sempre fatto. A distogliere la sua mente dai suoi pensieri omicidi verso il fratello gemello, fu un bussare alla porta della sua stanza. Era passata più di un ora dall’incontro con il re e probabilmente era il suo maestro che la chiamava per iniziare a portare a termine i suoi studi. Si alzò di malavoglia, ma quando aprì la porta, si trovò davanti Sora
<<Disturbo?>> chiese il ragazzo adocchiando le lettere di Riku sopra il letto
<<No, stavo mettendo via le lettere. Tanto ho capito il succo del discorso che quello scemo vuole farmi>> il ragazzo la guardò
<<Cioè?>> chiese sedendosi su una sedia <<Che ti dice?>>
<<E’ contrario ai miei studi sull’oscurità>> Saeko rise <<Teme che io possa perdermi nei meandri del buio>>
<<E’ solo preoccupato per te…>> brontolò Sora <<Lo vuoi biasimare? Sei sua sorella>>
<<No… ma anche io sono preoccupata per lui>> la ragazza fissò Sora <<Hai letto le sue lettere?>>
<<Quasi tutte>>
<<Hai pianto>>
<<No>> fu a secca risposta che Saeko ricevette <<Ora mi puoi dire perché devi partire fra una settimana? Cosa devi fare con Yen Sid?>>
<<Devo terminare in modo soddisfacente i miei studi. Devo imparare a controllare tutto il male che l’oscurità possiede e sfruttarla a mio vantaggio>>
<<Altrimenti potresti…?>> Sora lasciò la frase a metà, senza completarla. Se anche Saeko se ne fosse andata, lui a quel punto sarebbe rimasto veramente da solo, senza più nessuno che conosceva. Saeko annuì lentamente, fissando nel vuoto. Poi Sora riprese a parlare:
<<E’ molto rischioso. L’oscurità è infida e meschina, ti circonda e ne sei succube sena nemmeno che te ne rendi conto. Dovresti lasciare perdere>>
Saeko scoppiò a ridere, afferrando il pacchetto di sigarette che aveva sulla scrivania, accanto alla lampada.
<<Riku non è l’unico che ha bisogno dell’oscurità per portare a termine i suoi desideri>> si portò una sigaretta alla bocca e l’accese, scivolando nel silenzio.
Sora odiava quando Saeko fumava, ma lo faceva anche prima che il nulla s’inghiottisse L’isola del Destino. Riku era contrario a queste sue abitudini, ma nonostante non fosse particolarmente brillante a scuola, il “perfettino” della famiglia era sempre stato Riku. L’unica consolazione dei genitori che riguardava Saeko, era la sua perfetta pagella che ogni anno portava a casa. Per il resto, gli passavano tutto: sigarette, rave sulla spiaggia, vacanze da fin da quando era piccola e perfino la stupida banda che saltuariamente frequentava.
Nonostante Riku e Saeko fossero fratelli gemelli, erano completamente diversi, sotto moltissimi punti di vista. Sora accennò un sorriso. Era paradossalmente divertente e se erano a casa, sarebbe scoppiato a ridere. Ora si chiedeva se invece non c’era che da piangere:
A scuola per esempio Riku si era segnato al club di karatè, mentre Saeko si era iscritta al club della cerimonia del thè. Cosa di per sé positiva, in quanto gli fece modificare almeno un po’ il suo carattere. Era diventata meno aggressiva, ma manteneva saldo il suo atteggiamento anti-conformista.
Se per esempio Riku decideva che per andare a scuola voleva fare la strada principale, ridendo Saeko lo sfidava in una corsa, ma prendeva un’altra strada. Riku ci stava volentieri e assecondava ogni capriccio della sorella. Entrambi volevano disperatamente vivere una vita indipendente. Non che non si volessero bene. Anzi, non si conoscevano dei fratelli che si volevano più bene di loro. Riku viziava Saeko come se fosse stata la sua ragazza e Saeko si preoccupava sempre per lui: gli faceva il pranzo che preferiva, gli puliva la camera e quando poteva comprava sempre il suo fumetto preferito, allegandoci, a volte, qualche regalo per la sua moto.
Sora sorrise tristemente, fissando a sua volta fuori dalla finestra. Proprio loro che voleva essere diversi l’uno dall’altro, si ritrovavano entrambi a sacrificarsi e ad immergersi completamente nell’oscurità per qualcosa a cui tenevano moltissimo.
Una brezza di vento caldo li scosse entrambi, mentre la tende color celeste pastello sfiorava la mano di Saeko. Bruscamente poi lei chiuse la finestra. Sora non gli chiese nulla. Sapeva che aveva “percepito” qualcosa, qualcosa che probabilmente era negativo. Se si trattava di Riku, Sora preferiva tapparsi orecchie e occhi. Però, nonostante tutto, si avvicinò a Saeko
<<Tutto ok?>> gli domandò piano
<<Certamente>> la ragazza gli sforzò un sorriso <<Ormai si è fatto buio, ti conviene andare a dormire>>
<<Ma, Saeko, io…>>
<<Su, non fare il bambino!>> m’interruppe lei ridacchiando <<Io domani mi devo svegliare presto! A domani Sora, buona notte>> e senza dire altro lo chiuse fuori dalla sua stanza
Saeko si appoggiò alla porta, sospirando. Poi tornò seduto sul letto, prendendo l’ultima lettera, lasciata a metà dall’arrivo di Sora.

“… tornerò presto. Sono quasi vicino al compimento della mia missione. Forse so chi sono quei bastardi che hanno violentato Sora. Ti pregherei non dirgli nulla di quello che ci diciamo e che ti dirò in seguito. Tutto quello scritto in queste lettere, dovrà restare segreto e celato nella tua mente. Intesi Saeko? So che mi posso fidare di te, tu non mi tradiresti mai. Sono talmente vicino alla meta, che ogni volta che giro l’angolo per acciuffarla, questa si trova 10 metri lontano da me. E’ frustrante sapere che ogni giorno ho a che fare con gli stronzi che mi hanno privato di Sora e non poter fare nulla. Io rimango Ansem e dell’esistenza di Riku loro non sanno niente. Sono all’oscuro di tutto quanto e uccidere anche solo mezza persona, mi porterebbe automaticamente allo scoperto. Così come il vero Ansem il Saggio si è lasciato travolgere dall’ira, io mi sono lasciato travolgere dalla vendetta e dall’angoscia. Non vedo l’ora di rivedere te e Sora, voi siete la mia unica fonte di salvezza, l’ancora che mi permette di non cedere completamente all’oscurità. Sostienimi Saeko. Ho un estremo bisogno di te e di sapere che mi vuoi bene come prima.
Ti voglio bene,
Riku


Saeko si asciugò gli occhi pieni di lacrime. Doveva imparare a controllare l’oscurità anche per lui, per Riku. Non gl’importava di quale sarebbe stato il prezzo da pagare per quella scelta. Avrebbe preso l’assassino di suo figlio, anche a costo della morte.

Allora che cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Vi prego scrivetemi! Sappiate che sto scrivendo già il secondo capitolo...
Grazie a tutti quanti
Gaki
 
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