//
- Capitolo 1° -
NEL MIO CUORE...
Cari Draco e Narcissa,
sto per andare al ministero per portare a termine la missione affidatami dall’oscuro signore.
Ma più i minuti passano più un angoscia tremenda sta nascendo in me.
Non posso più tirarmi indietro poiché sarebbe la mia fine…ma soprattutto la vostra e questo non lo posso permettere.
Voi due ne dovete rimanere fuori…
Io sono ormai in un tunnel senza via d’uscita…perso in un turbinio di eventi dal quale non mi posso più salvare,non mi resta che andare fino in fondo e sperare che quando sarà tutto finito potrò forse rivedervi.
Ho paura…come non ne ho avuta mai in vita mia…
La paura di un padre di perdere per sempre il figlio che ama sapendo che non ha mai fatto nulla per farglielo capire.
La paura di un marito di lasciare per sempre sua moglie, la sua metà…quando molti anni prima aveva giurato davanti all’altare che mai e poi mai l’avrebbe lasciata sola…
La paura di un uomo di abbandonare la sua famiglia, la sua vera famiglia…l’unica per la quale ha davvero senso vivere e morire.
Porterò sempre con me il rimpianto di essere stato un pessimo padre e un marito inesistente…
Vi ho fatto vivere nello sfarzo, nel lusso…pensando di rendervi davvero felici.
Che stupido che sono stato…
Ho capito troppo tardi che invece sono le piccole cose, i gesti quotidiani come un abbraccio un bacio o una parola d’amore quelli che contano davvero, che riempiono le nostre vite e le rendono così uniche…così speciali…
Non posso tornare indietro, non posso recuperare tutto il tempo che abbiamo perso ma vi chiedo scusa…
Non so se tornerò…ed è per questo che scrivo questa lettera perché entrambi sappiate che sia che io finisca ad Azkaban…o che muoia…ovunque andrò vi porterò con me…nel mio cuore.
Draco,
mi dispiace di non esserti mai stato vicino, mi dispiace di non essere stato presente nei momenti più belli della tua vita…quelli che un padre non perderebbe per nulla al mondo.
Di non aver sentito la tua prima parola, di non averti visto muovere i tuoi primi passi…o di averti portato al parco e godere dei sorrisi che solo un bambino…che solo un figlio sa regalare…
Narcissa,
ti ho lasciata sola per troppo tempo…
Tante volte ti ho sentita piangere in silenzio e non ho mai fatto nulla per alleviare il tuo dolore…
“prometto di amarti e rispettarti…” l’avevo giurato solennemente…ma ho fallito, ti ho amato, ti amo ma non ti ho mai dato il rispetto che una moglie merita dal marito…
Ma ti amo…ti prego ricorda queste due parole…ti amo…
Ora devo andare…è giunto il momento.
Vado incontro al mio destino…qualunque esso sia…
Vi voglio bene…
Il vostro,
Lucius
Draco era seduto in riva al lago appoggiato ad un albero…leggeva e rileggeva la lettera di suo padre e la rabbia cresceva in lui.
La rabbia di un ragazzo al quale era stato negato suo padre…per colpa di una stupida guerra…per colpa di stupidi ideali…per colpa di qualcosa in cui lui iniziava a non credere più…
Alzò la testa al cielo, cercando una risposta…
Chiuse gli occhi, cercando di cacciar via le lacrime che lentamente stavano iniziando a bagnare i suoi bellissimi occhi grigi…
Si strinse la lettera al petto…
“anche io ti voglio bene…papà” sussurrò teneramente…
E le lacrime iniziarono a fluire…un lungo e doloroso pianto liberatorio…
Nessun principe di Serpeverde…nessun ragazzo presuntuoso, nessun purosangue…solo un ragazzo qualunque che vuole l’abbraccio e l’amore incondizionato di un padre…
In un enorme maniero un’altra persona aveva letto la stessa lettera…
Una bellissima donna, i lunghi capelli biondi raccolti con ordine con un elegante fermaglio, il viso perfetto che sembrava di porcellana…e lo sguardo perso oltre alla finestra, come senza vita…
Le mani le tremavano, la lettera giaceva per terra e con la mano destra cingeva l’anulare della mano sinistra, stringendo con la forza che le rimaneva, la fede nuziale.
Un semplice gesto per far capire al marito che lei ci sarebbe sempre stata…che anche lei lo amava…
Nessuna lacrima rigava il suo volto…aveva pianto troppo ormai, ma in quel suo viso così perfetto si leggeva l’angoscia, la paura e l’amara consapevolezza che quella mattina aveva abbracciato e baciato suo marito per l’ultima volta…
Sentiva le forze abbandonarla lentamente…
Andò lentamente verso il letto…e vi si lasciò cadere a peso morto.
Si girò verso il lato dove era solito dormire Lucius, prese il cuscino del marito…se lo portò al volto…
ne inspirò il dolce profumo, lo strinse forte a sé…e pianse…pianse…pianse…
THE END
|
|
