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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: A PLEASANT OBSESSION
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Autore: sakyo galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/02/2007 14:35:13 (ultimo inserimento: 11/03/07)

Sakura e Seiji. Una relazione proibita. Bisognosi l'uno dell'altra. A Pleasant Obsession.
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Lei: Rossa, bella, affascinante venticinquenne che si appresta a iniziare la sua carriera da professoressa.
Lui: Alto, fisico scolpito, tremendamente sexy, un diciassettenne alle prese con i problemi della vita.
Sakura e Seiji. Una relazione proibita. Bisognosi l'uno dell'altra. A Pleasant Obsession.

Capitolo 1

Sei del mattino.

Una nuova giornata aveva inizio per Sakura Ikezawa. Una giornata particolarmente importante.

“Diamine… Non voglio alzarmi”

Con uno scatto secco della mano abbassò la radiosveglia che stava trasmettendo una ‘piacevolissima’ canzone rock già da qualche minuto e si rigirò nel letto, cercando una posizione adatta per rimettersi a dormire.
Stava quasi per ingoiare quel fantastico budino ai frutti di bosco che galleggiava nella sua mente, quando la sveglia suonò di nuovo. Il povero cantante rock sarebbe entrato sicuramente nella sua lista nera.
”HO DETTO CHE NON VOGLIO ALZARMI, HAI SENTITO, SIGNORA SVEGLIA?!?!” urlò mettendosi a sedere e, preso il povero oggetto tra le mani, lo fissò con astio.

Sbuffando cercò di calmarsi. Si grattò goffamente la testa e borbottò alla sveglia “Potevi almeno aspettare che finissi quel budino, accidenti a te…” poi la posò in modo brusco sul comodino e si diresse in bagno a passi pesanti. Lì si fermò davanti allo specchio. La sua immagine non era delle migliori: I lunghi capelli rosso fuoco erano tutti spettinati e le ricadevano disastrosamente sulle spalle esili. Gli occhi azzurri erano segnati da profonde occhiaie, la conferma che quella notte non aveva chiuso occhio. La carnagione pallida poi rendeva ancora più visibili quei solchi attorno agli occhi, costringendo così la ragazza ad usare una quantità mostruosa di fondotinta.

Tornò in camera per scegliere i vestiti da indossare.



***



Cinque di mattina.

Un ragazzo diciassettenne appoggiato al muro del suo balcone stava beatamente fumando una sigaretta, gambe e braccia incrociate. Il classico belloccio che si credeva una divinità greca. E in effetti era così. Capelli color miele leggermente scompigliati che gli davano un’aria da ribelle, occhi dello stesso colore, profondi, maliziosi. Alto, fisico scolpito. Tremendamente affascinante. Seiji Mudo.

“Seiji, cosa ci fai a quest’ ora all’aria aperta? Vuoi forse prenderti un malanno?” una donna anziana in vestaglia affacciata dal balcone di fronte al suo, lo guardava con aria di rimprovero. Questi sorrise “Mi piace l’aria fresca della prima mattina, signora… Ma potrei farle la stessa domanda”

“Oh, smettila di blaterare e torna a letto, oggi ricomincia la scuola, no?”

“Già”

“E spegni quella sigaretta! Vorresti morire prima di me, ragazzo?” disse in modo severo.

Seiji non rispose e si limitò a sorridere distrattamente inspirando un’ultima volta. Salutò poi educatamente la sua vicina e rientrò in casa.

Non era un tipo che dormiva molto, di solito gli bastavano solo cinque o sei ore di riposo per rimettersi in sesto. Spense la sigaretta in un posacenere e andò a fare colazione. Si preparò un caffèlatte e accese il televisore.

“… è previsto bel tempo nel sud del paese, vento debole proveniente dai monti del nord e un forte…”

Click.

“ Ed ora passiamo al segno del Toro…”

Seiji non poté trattenere una smorfia. Odiava l’oroscopo, lo considerava un’enorme stupidaggine.

“… Giornata fortunata quella di oggi! Ai i nostri amici che ancora non hanno trovato la propria anima gemella: datevi da fare! In questa mattinata potreste incontrare qualcuno che vi farà perdere la testa”

-Stronzate- bofonchiò finendo il suo caffèlatte.



***



Optò per una camicia bianca non troppo scollata, una gonna aderente nera che le arrivava poco sopra le ginocchia e un paio di stivali a punta dello stesso colore. Infine legò i capelli in una coda di cavallo, lasciando però fuoriuscire qualche ciocca che le carezzava dolcemente il viso. “Beh, può andare” disse indifferente guardandosi nello specchio della sua stanza e si finì di truccare.

Mentre si accingeva a preparare le ultime cose, qualcuno suonò alla porta.

“Sto arrivando, Ayumi!” gridò lei dal piano di sopra.

Quando andò ad aprire si ritrovò davanti un sorriso raggiante. Una ragazza minuta dai lunghi capelli corvini le si buttò addosso, urlando come una pazza “Waaaah Sakuraaaa! Sono troppo emozionata!”

“Si si ok, calmati però” disse Sakura, staccandosi dall’abbraccio.

Ancora sorridente, la ragazza di nome Ayumi chiuse la porta e si accomodò su una sedia in cucina, facendo segno alla rossa di raggiungerla.

“Comunque sarebbe casa mia…” ironizzò.

“Allora, dimmi come ti senti!” le chiese emozionata.

“Come vuoi che mi senta…” rispose Sakura versandole del caffé in una tazzina.

“Dai, non fare la menefreghista! Lo so che sei emozionata anche tu!”

La rossa non rispose, si limitò a sorseggiare il suo caffé arrossendo lievemente.

L’amica aveva ragione. Quello sarebbe stato il loro primo giorno di scuola. Ma non da studentesse…

“Una relazione d’amore tra uno studente e la sua professoressa… Ci pensi?” chiese Ayumi sognando ad occhi aperti.

“Non dirlo neanche per scherzo! Si rischierebbe la galera, sai!”

“Quanto sei fiscale! Dopotutto abbiamo solo 25 anni!” disse la moretta facendole la linguaccia.

“Che infantile…” Sakura sospirò, poi riprese “Cerca di non combinare guai, mi raccomando… Ti conosco troppo bene, io”

“Sì, sì, bla bla bla… Ah, quasi mi dimenticavo! C’è il secondo oroscopo della mattina adesso!” disse e, dopo aver finito con un sorso il caffé, corse ad accendere la tv.

“Ancora con questa storia? Non devi credere a quelle cose Ayumi, destino, fato e compagnia bella, sono tutte stupidaggini inventate dalla gente per…” ma non finì la frase perché l’altra ragazza la fulminò con lo sguardo.

“Vuoi forse dirmi che intendi andare a scuola e iniziare il tuo primo giorno di lavoro senza sentire cosa può accaderti?!?” la schernì.

“Fa come ti pare” concluse la rossa esasperata.

“Ed ora passiamo al segno del Toro: giornata fortunata quella di oggi! Ai i nostri amici che ancora non hanno trovato la propria anima gemella: datevi da fare! In questa mattinata potreste incontrare qualcuno che vi farà perdere la testa”

“Hai sentito? Beata te, Sakura!”

Quest’ultima non rispose, troppo impegnata a lavare le tazzine…



***



A furia di sfogliare giornali e riviste varie (dal genere ignoto) il tempo passò e, per la gioia di Seiji che stava iniziando a maledire la sua cattiva abitudine di svegliarsi troppo presto, arrivarono le sette.

Si infilò una felpa grigia sopra la canottiera nera e indossò un paio di jeans consumati, che su di lui facevano comunque un bell’ effetto. Prese lo zaino e uscì, dirigendosi verso un parco poco distante da casa sua.

Appena arrivato scorse una ragazza di spalle che, seduta su una panchina, era intenta a leggere un libro. Senza farsi sentire le arrivò dietro, si avvicinò al suo orecchio e con una voce sensuale le sussurrò “Mi aspettavi con trepidazione, mia piccola e dolce Meredith?”

La povera ragazza quasi ebbe un infarto. Si girò di scatto e si ritrovò il viso di Seiji a pochissimi centimetri dal suo.

“S…Sei scemo?! E poi chi sarebbe Meredith?” disse distogliendo lo sguardo, troppo imbarazzata alla vista dei suoi occhi così vicini.

“Buongiorno, Ai” rispose lui, serio, come se nulla fosse. “Cosa leggi?” chiese poi, togliendole di mano il libro e sedendosi accanto a lei sulla panchina.

“Stavo dando un’occhiata ai nuovi libri di testo…” disse lei impacciata, fissandosi le scarpe. “Comunque, non ci vediamo da un po’…”

Lui spostò la sua attenzione dal libro alla ragazza e si preoccupò di osservarla accuratamente.

Era cambiata durante le vacanze, questo era evidente.

I capelli castano chiaro che prima erano cortissimi ora le arrivavano quasi alle spalle, un po’ scalati verso la fine e con dei riflessi biondi. Gli occhi, la parte del corpo che la caratterizzava perché soliti cambiare di colore in base al tempo, quel giorno erano di un verde intenso e luminoso.

Anche il corpo era cambiato, si ‘avvicinava’ quasi a quello di una donna. Il ragazzo si soffermò con interesse sulle gambe.

“Da quando ti conosco non ti ho mai vista con una gonna, se non con quella della divisa scolastica” che era esageratamente lunga, pensò amaramente tra sé e sé.

“B-beh, avevo voglia di cambiare…” rispose la ragazza timidamente.

“Sei cambiata” affermò lui, senza staccarle gli occhi dalle gambe. “Quella minigonna è proprio corta”

“A-altrimenti non si chiamerebbe min…” ma non riuscì a finire la frase, talmente imbarazzata era in quel momento, con gli occhi di lui addosso. “Insomma, muoviamoci!” riuscì a dire infine, tirando il ragazzo per una manica e iniziando a camminare a passi pesanti e in modo molto impacciato.

“Che buffa. Sei sempre la solita Ai” confermò il moro con un sorriso e, camminando al suo fianco, imboccarono la strada che portava al loro liceo.



***

“Guarda, Sakura! Il cielo è di un azzurro intenso e persino gli uccellini sembrano cantare per noi!”

“Ma che diamine hai stamattina? Certo, so che non sei normale, ma non credevo fino a questo punto…”

Ayumi saltellava beatamente -stile Heidi- su per una stradina che portava direttamente al cancello dell’istituto scolastico. Accanto a lei, Sakura aveva un’espressione scocciata.

“Speriamo di non avere problemi con i nostri alunni” la moretta si fermò di colpo, scoraggiata.

“Basta non farsi vedere deboli”

“La fai facile tu, col carattere che ti ritrovi nessuno oserà fiatare!...” disse, invidiosa dell’amica.

“Se succede qualcosa dimmelo, mi raccomando”

“Sì, e cosa farai?”

“Sicuramente qualcosa di non bello”

Ayumi rise e prese per mano la sua amica “Ci aspetta un anno emozionante, all’insegna dello studio e ovviamente del divertimento!” esclamò gioiosa.

“Non riesco proprio a capire come tu sia riuscita a diventare professoressa...” chiese dubbiosa la rossa e, alzando lo sguardo, si accorse che erano arrivate davanti all’istituto. Nel guardarlo, Sakura si perse tra i suoi pensieri, provando strane emozioni che non riusciva a identificare.

Fare la professoressa.

In realtà non aveva mai pensato bene a cosa comportasse questo lavoro, o semplicemente come sarebbe stato insegnare.

Spostò lo sguardo verso la sua amica che quasi tremava per l’emozione.

Sarebbe stata una bella esperienza? Se la sarebbero cavata?

Non volendo risultare troppo paranoica a se stessa, scacciò quei pensieri dalla testa e cominciò a marciare a testa alta verso il cancello principale, seguita dalla moretta.
Prima di entrare però, lanciò uno sguardo alla sua destra e scorse un piccolo parco poco lontano dalla scuola. I suoi occhi si soffermarono su una vasca di sabbia al centro del parco, vicino agli altri giochi per bambini.

Il suo cuore sussultò.

Una strana malinconia si impossessò di lei, ma… Ma non capiva.

-Perché quella stupida vasca di sabbia mi fa sentire così?- pensò.

Ayumi la guardò interrogativa “Sakura?”

“Uhm… Sì” lasciò da parte anche quella sensazione e, sorridendo alla ragazza, entrò insieme a lei a scuola.


 
Continua nel capitolo:


 
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