ENVY A CENTRAL CITY
- Capitolo 1° -
Bussarono alla porta, e i due alchimisti di stato si voltarono verso di essa. Mustang posò sulla scrivania i documenti che stava esaminando con Acciaio, e fece segno a quest’ultimo di aspettare.
-Colonnello, c’è un ragazzo che vorrebbe parlare con lei. – l’uomo inarcò un sopracciglio.
-A che riguardo?- un attimo dopo sembrò ripensarci- anzi, lascialo entrare. Deve essere quell’alchimista che voleva provare l’esame di stato.
-Si- la porta si aprì senza un rumore, rivelando il ragazzo in questione e il militare che lo aveva accompagnato.
Doveva avere pressappoco l’età di Ed, e indossava un lungo cappotto nero, aperto in modo da far vedere i pantaloni del medesimo colore e la maglia bianca. Lunghi capelli verdi gli ricadevano in vari ciuffi intorno al viso, la frangia sorretta da una fascia scura. Aveva profondi occhi viola e sottili, che incrociarono quelli dorati e colmi di stupore del ragazzino che affiancava il Colonnello.
Edward si irrigidì all’istante. Mustang non capì la reazione del biondo, e lo guardò perplesso.
-Problemi, Acciaio?- ma quello lo ignorò del tutto, rivolgendosi al nuovo arrivato.
-Tu, bastardo! Che diavolo ci fai qui?
-Come?- lo guardò senza capire. L’alchimista d’Acciaio battè i palmi della mani e creò con l’alchimia una lancia dal pavimento.
-Ehy Ed, così mi rovini la stanza!!!
-Stia zitto, Colonnello! Quello è un Homunculus!
-Cosa?- Mustang e il ragazzo sulla porta spalancarono gli occhi dallo stupore. Il biondo gli si lanciò contro, afferrando l’arma.
-Aspe…!- tentò di colpirlo con un affondo della lancia, ma l’altro lo evitò facilmente, piegando le schiena all’indietro.
-Che ti prende piccoletto?
-Non dire piccolo!- Ed lo colpì alle caviglie, tentando di farlo cadere. Il ragazzo piegò le braccia sul pavimento e con uno scatto si rialzò in piedi, saltando nel corridoio.
Continuarono per qualche secondo, allontanandosi dalla sala del Colonnello, il quale fissava perplesso il punto dove era scomparsi i due.
-Ma che è un Homunculus?
-Che sei venuto a fare, maledetto?- il biondo indirizzò la lancia al viso dell’altro, che si scansò appena in tempo.
-La pianti di rompere, ragazzino? Non sono venuto fin qui per giocare con te!
-Rispondimi Envy!
-Co…come mi hai chiamato? – il ragazzino si portò una mano alla bocca, ora l’espressione del viso adirata. Colpì violentemente il muro alla sua destra.
La parete andò in frantumi in un attimo, bloccando la visuale al biondo. Quest’ultimo tossì ripetutamente, cercando con lo sguardo l’homunculus.
Vide un’ombra dietro di se. Si voltò di scatto, pronto a colpire. Ma vide soltanto il cappotto nero dell’altro.
Si sentì afferrare da dietro e sbattere contro il muro. In un attimo dei fili di metallo uscirono dalla parete e lo avvolsero, impedendogli di muoversi.
Si ritrovò a fissare gi occhi ametista del ragazzo. Quest’ultimo colpì con forza il muro, vicino al suo viso.
-Stammi bene a sentire, moccioso di merda. Quel bastardo di Envy l’ho ucciso con le mie mani, più di tre anni fa!- l’alchimista lo guardò incerto.
-A che gioco stai giocando, Envy?- l’altro ragazzo alzò gli occhi al cielo. Premette ancora di più il pugno sul muro, e piccoli pezzi di cemento caddero per terra.
-Ti ho detto che non sono Envy!!! – urlò quasi, esasperato.
Poi si allontanò con uno scatto, evitando una scintilla rossa alla sua sinistra. Il Colonnello Roy Mustang avanzò a passi lenti, sistemandosi un guanto bianco.
-Avete finito? – sembrò rivolgersi al biondo- Dannazione Acciaio! Mi avete distrutto tutto il piano!
-Ma…è colpa sua!!!
-Che moccioso…-borbottò l’altro ragazzo, che si chinò a raccogliere la propria giacca. Un attimo dopo il biondo potè muoversi nuovamente. Mustang fece segno ai due di seguirlo.
-Vediamo di capirci qualcosa…
L’ho scritto di getto, quindi probabilmente avrà delle ripetizioni e degli errori grammaticali…-__-’’’
Fatemi sapere come vi sembra.
Naturalmente, come tutte le mie fanfic, non so che piega potrà prendere. Non yaoi, in ogni caso. Non questa. XD
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