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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: KILLING LONLINESS
Genere: Sentimentale, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: bloodsab galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/02/2007 22:39:37 (ultimo inserimento: 19/02/07)


 
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INTRO
- Capitolo 1° -

Mi ricordo benissimo quel giorno, avevo circa 15 anni ed ero a scuola.
Come ogni giorno mi stavo annoiando a morte, e non vedevo l’ora che la campanella suonasse per andare con la mia migliore amica al centro commerciale, a prenderci dei vestiti per la festa di sabato sera. Sarebbe stata stupenda…e poi lì c’era Alberto….un ragazzo stupendo…con gli occhi più celesti del cielo d’estate.
Ad un tratto un forte e brusco battito mi riportò nel mondo reale.
Senza aspettare che chiedesse chi era, il bidello Mario entrò di corsa…e mi lanciò una breve occhiata e chiamò fuori la professoressa di Italiano.
Tutti cominciarono a domandarsi cosa fosse successo…
Poi la prof rientrò…e con uno sguardo rassegnato disse : “ Jen…potresti venire un attimo fuori?”
La sua voce tremava…e questo mi fece preoccupare.
Uscii dalla porta e la chiusi dietro di me.
“Cosa succede professoressa?” chiesi un po’ confusa.
Lei non mi rispose subito…fece un grande respiro…ed infine mi guardò negli occhi e mi disse:
“Vedi Jen…mi hanno appena chiamata dall’ospedale…tuo padre è stato ricoverato circa 2 ore fa per un brutto incidente automobilistico…”
La gola si chiuse come se una mano mi stesse sottraendo dalla mia vita…non riuscivo a respirare….riuscii appena a dire..
“Ma…ma sta bene…cioè..non è grave…vero?”
Non ci volle molto per intuire la risposta dagli occhi lucidi della prof.
“Mi dispiace…ma tuo padre non c’è l’ ha fatta…..mi è stato riferito che hanno fatto il possibile…o Jen…non sai quanto mi dispiace che tu abbia dovuto saperlo in questo modo…se c’è qualcosa che posso fare per te..non..non avere paura di chiedere…va bene..?”
Non riuscii a rispondere…non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine del volto di mio padre…
Tutto d’un tratto cominciai involontariamente a ricordarmi tutti i momenti più belli passati con lui…tutto in quella manciata di secondi….dove, l’enorme peso della sofferenza mi spinse violentemente a terra…dove rimasi per molto tempo a osservare quelle limpide lacrime che inondavano il pavimento.


Come al solito mi svegliai in ritardo…erano le 7.30 e alle 8 dovevo assolutamente trovarmi nel parcheggio davanti a casa mia, dove sicuramente Vans mi stava già aspettando.
Ancora assonnata mi diressi verso la finestra per aprirla e per constatare che, effettivamente, Vans mi stava già aspettando.
Vans era il mio migliore amico, un ragazzo di 21 anni forse troppo cresciuto per la sua età.
Era alto circa 1,85 per niente grasso, gli occhi grandi ed espressivi ospitavano un iride a dir poco stupendo, di un azzurro scuro come il mare di notte illuminato dalla luna, contornato di un blu che rendevano i suoi occhi ancor più spettacolari e capelli neri medio-lunghi venivano travolti dal vento in una danza divina.
Le labbra sottili e il naso dal taglio perfetto, formavano un volto che dava un senso di sicurezza e serenità, almeno così sembrava a me. Più di una volta Vans mi aveva detto che la gente sembrava quasi spaventata da lui…certo lo ammetto anch’io che Vans non è per niente un ragazzo modello…sarà per tutti quei piercing e per la matita nera che contorna i suoi occhi….ma questo a me non importava per niente…ci tenevo molto a lui…bello o brutto la gente lo reputasse.
Con un cenno gli dissi di aspettare ancora un po’ e mi diressi in bagno…
Mi lavai velocemente il viso e cominciai il mio rituale di trucco.
Adoravo vedere i miei occhi verdi venir risaltati dal tocco della matita nera, li facevano più cupi e severi…sembrava quasi che riuscissero ad intravedere i pensieri delle altre persone…
“Magari..” pensai sistemandomi i lunghi e lisci capelli neri in una coda.
Ritornai velocemente in camera..indossai un paio di jeans e la felpa nera e mi diressi verso la porta.
Mi fermai un attimo allo specchio…forse Vans aveva ragione, ultimamente stavo dimagrendo un po’ troppo…erano quasi due giorni che non mangiavo…ma sembrava che la fame non mi venisse mai, quindi mi limitavo a mangiare quel quanto che bastava per far si di non ritrovarmi in un obitorio ghiacciato.
Presi di corsa la mia tracolla le chiavi di casa e mi diressi verso la Mini di Vans.


Salii in macchina e con un sonoro schiocco diedi un bacio sulla guancia del mio amico, che in cambio mi regalò un dolce sorriso.
“Mancano precisamente 25 minuti prima che “El CiCo” apra…che ne dici di un cappuccino prima?” mi disse accendendo lo stereo.
“La sai come la penso sui cappuccini mattutini!!”
“Lo prendo per un si!” mi rispose ridendo.
E così ci avviamo al nostro bar preferito avvolti dalle dolci note di Nemo dei Nightwish.

Davanti ad una tazza fumante di cappuccino mi misi a pensare che scusa avrei inventato per aver saltato, per l’ennesima volta, la scuola. Oramai accadeva di continuo, mi era completamente passata la voglia di andare a scuola, la sola idea di rimanere 8 ore sedute ad ascoltare cose che nella vita non mi sarebbero servite un granché, mi faceva venire la nausea….e quindi preferivo passare le mie giornate a gironzolare senza meta per la città….
“A cosa stai pensando?” mi chiese Vans estirpandomi dai miei pensieri.
“Nulla…non sto pensando a nulla!” risposi distrattamente bevendo un sorso di cappuccino
“Non mentirmi Jen…” disse fissandomi.
Ormai dovevo saperlo che era impossibile riuscire a mentire a quei occhi così limpidi, e poi Vans mi conosceva troppo bene, mentirgli sarebbe stato fiato sprecato…riusciva ad intuire quando lo facevo…
“Stavo pensando che quest’anno ho l’esame di maturità…e se vado avanti in questo modo…mi sa che non lo passerò mai…” dissi con un filo di tristezza
“Pensavo che in fondo non ti importasse nulla” disse Vans continuando a bere
“Lo pensavo anch’io…ma poi…cioè…non vorrei mai passare la mia vita a pulire piatti nella cucina di un vecchio ristorante…non so se capisci…”
“Certo che ti capisco…ma quante volte ti ho ripetuto di darti una mossa nello studio” mi disse con aria di rimprovero
“ Scusami??? Se non sbaglio sei tu quello che mi ha chiesto se potevo accompagnarti al El CiCo…credo che tu abbia tutte le capacità per riuscirci da solo…no???” risposi un po’ scocciata
“ Certo che ci riesco…ma è un male se voglio passare un po’ di tempo con la mia più cara amica??”
….Odiavo quando diceva queste cose…e lui lo sapeva benissimo…Appena metteva in ballo il fatto che ero la sua migliore amica mi sentivo in colpa di non accontentarlo nelle sue subdole richieste….dopo tutto quello che aveva fatto per me…
Mi avvicinai lentamente alle sue labbra per dargli un bacio stampo…
“Lo sai che ti odio vero?” gli dissi sorridendo
“Mai quanto io odio te!” rispose ridacchiando dopo avermi risposto all’amichevole bacio.

Dopo aver pagato ci dirigemmo verso il negozio alternative El CiCo, il negozio preferito da Vans, lui acquistava i vestiti solo all’interno di quel negozio…o lì o nudo.
Era testardo in una maniera incredibile, ma alla fine piaceva anche a me quel negozio.. e poi mi servivano assolutamente delle nuove felpe…quindi decisi di unire l’utile al dilettevole ed immergermi nella miriade di vestiti con Vans.
Entrando nel negozio subito un profumo di legno invase le mie narici, c’erano locandine pubblicitarie da tutte le parti…Broke, Converse, Etnies, Bastard inside…e così via.
Nel negozio si stava diffondendo la canzone Blood Red Sandman e questo rendeva il luogo più accogliente. Era da tantissimo tempo che non entravo in quel negozio..e quindi tentati di avvistare qualcuno che mi potesse aiutare, visto che ormai Vans si era tuffato alla sua sfrenata ricerca, lasciando imbambolata all’entrata.
Con qualche timido passo cominciai a gironzolare di qua e di là…
“Posso aiutarti…?” chiese una voce particolarmente giovanile alle mie spalle
Mi girai di scatto…e mi ritrovai di fronte ad una figura femminile assai minuta.
Avrà avuto circa 19 anni, abbastanza magra, i capelli neri leggermente mossi erano tenuti da un fermacapelli a forma di teschio, gli occhi neri leggermente truccati parevano tranquilli e sereni, aveva due piercing al livello del labbro inferiore uno a destra e l’altro a sinistra, un altro al naso, ed uno perfino sulla lingua…
“Si grazie…cercavo delle felpe…un po’ particolari…” dissi con evidente imbarazzo
“Certo…vieni pure!” disse con la stessa sicurezza che esprimevano i suoi occhi.
Indossava dei pantaloni neri abbastanza stretti e una maglietta a maniche corte con inciso il logo dell’Etnies.
Mi mostro alcune felpe…ma non so perché non riuscivo a concentrarmi su quello che mi faceva vedere…c’era qualcosa di lei che mi stava profondamente attraendo…forse il suo modo di fare…forse il suo aspetto…non lo so.., fatto sta che, come al solito, Vans interruppe la ragazza urlandomi
“Guarda che figata di cinture Jen…”
Con un sincero scusa lascia la ragazza per avviarmi verso Vans.
“Ho interrotto qualcosa?” mi disse evidentemente divertito
“Certo che no…ma a cosa vai a pensare…lo sai come la penso io…” risposi arrossendo
“Si…da scema…non li capisco mica i tuoi ragionamenti sai…cioè finché sono gay…a te non da fastidio…ma quando sono le ragazze invece….cioè…non ha molto senso sinceramente…!” disse un po’ confuso
Mi limitai ad abbassare lo sguardo, sinceramente non sapevo cosa rispondere…era perfettamente vero…non amavo le relazioni intime tra due donne…ma quella ragazza…quei occhi…avevano acceso in me una cosa indescrivibile.
“Non mi interessa…chiuso il discorso” dissi a Vans prendendo in mano la cintura che aveva preso.
“Le persone cambiano…e tu lo sai meglio di me…” disse fissandomi.
Era vero…lo avevo provato da poco…dopo 3 anni dalla morte di mio padre ero totalmente cambiata.
Da ragazza perfettina, attenta ad ogni minimo particolare, mi ero trasformata in quella che un tempo avrei chiamato “rifiuto umano”, avevo cambiato lo stile, era decisamente più dark…e anche il genere della musica…ma questo grazie a Vans…era stato lui a farmi entrare nel mondo del Rock/Metal….ed era tutto un’altra cosa…decisamente.

Ci avviamo verso la cassa, dove Vans pagò le sue spese…
“Non hai preso niente….” Mi disse una voce famigliare da dietro il bancone “…non ti piaceva nulla?” disse la ragazza dagli occhi neri.
“No, no…solo che…non ero proprio così…decisa” che gran cazzata mi dissi….
Vidi un velo di tristezza nei suoi occhi….
“Bhè…la prossima settimana arriveranno dei nuovi capi…se fai un salto sono sicura che troverai sicuramente qualcosa…”disse con un sorriso.
“Certo…” risposi
E con lo sguardo basso, dopo averla salutata, mi avviai verso l’uscita.

“Cavoli…deve averti fatto proprio un grande effetto per lasciarti senza parole..” mi disse preoccupato Vans salendo in macchina
“E’ solo che….cioè…non so Vans…e così strano…non mi era mai successo..” risposi debolmente
“Non pensarci dai….ti riaccompagno a casa” mi disse abbracciandomi forte.
Per tutto il viaggio non riuscii che a pensare a lei….mentre mi dondolavo tra le note di Join Me e osservavo senza attenzione il paesaggio che scorreva velocemente davanti ai miei occhi.

 
Continua nel capitolo:


 
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