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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: VENGA TU DAL CIELO O DALL'INFERNO, COSA IMPORTA?
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: zaitu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/02/2007 16:48:40

Processo a Draco Malfoy. L'accusa chiama a testimoniare: Hermione Granger. 2° classificata al contest indetto da clubconcorsi.
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Venga tu dal cielo o dall'Inferno, cosa importa?


"L'avevo vista già diverse volte questa sedia, su alcuni libri di storia della magia e persino in una foto incorniciata a casa di un amico di mio padre di cui sinceramente non ricordo il nome.
Ero soltanto un bambino a quell'epoca.
Eppure aveva già sortito un certo fascino su di me.
Un po' come un trono, con tutti che guardano soltanto te, ma con una funzione nettamente meno onorevole dello scranno di un re.
Avevo avuto quasi un presentimento.
Sapevo che un giorno ci sarei finito anche io su quella sedia, ma non avrei mai creduto così presto, e soprattutto non avrei mai immaginato che sarebbe stato a causa tua."


La grande sala circolare era scossa da un indistinto brulicare di voci che si accavallavano una sull'altra creando una baraonda assordante.
[Cicale scoppiate con il ventre esposto al vento di una sera d'estate]
I maghi pomposi e le streghe imbellettate lo osservavano dall'alto delle loro tribune, chi con sguardi freddi e glaciali chi con aria addirittura disgustata.
" Devo essere conciato piuttosto male, se la mia sola vista vi dà il voltastomaco"
Draco Malfoy però se ne infischiava altamente di quelle occhiate distorte e accusatrici.
O almeno voleva far finta di infischiarsene.
L'apparenza sopra ogni cosa.
Di fatto le catene che lo legavano alla sedia del condannato gli stringevano i polsi e quei pungoli di ferro arrugginito puntati contro non erano certo uno invito alla calma.
La gabbia poi, gli sembrava una pura esagerazione.
Pensavano forse che qualcuno sarebbe stato così abile, o pazzo, da provare a fuggire di fronte all'intera corte del Wizengamot?
Non che non ci avesse pensato anche lui alla fuga, questo era ovvio, ma certo non credeva di poter mettere in atto quello che era nato solo come un ridicolo e patetico pensiero il cui unico scopo era distogliere la mente da quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
" Senza contare che non ho alcuna intenzione di andarmene"
No, non si sarebbe perso quel processo per niente al mondo.
[Il mondo per niente. Il niente per il mondo]
Draco ghignò. Da solo, senza guardare nessuno in particolare.
Qualcuno lo guardò storto come se già lo considerasse pazzo.
" Datemi almeno il tempo di arrivare ad Azkaban"
Il giovane Malfoy si mosse sulla sedia per trovare una posizione più comoda.
Altri sguardi si puntarono su di lui, come se anche quel piccolo movimento fosse un ulteriore dimostrazione del fatto che era un lurido Mangiamorte e che come tale meritava una pena esemplare.
I membri del Wizengamot si stavano evidentemente innervosendo.
Alcune streghe avevano cominciato a sventolarsi con un ventaglio o un foglio di carta, visto il caldo asfissiante che gravava su quella stanza.
Stavano tutti aspettando.
" Io per primo"
Aspettavano il Ministro della magia, aspettavano i testimoni che avrebbero parlato in sua accusa.
Come se ce ne fosse stato veramente bisogno.
"Se volevano la prova che sono un Mangiamorte, bastava sollevarmi la manica sinistra"
Ma non sia mai che il Ministero non conceda un regolare processo anche ad un Mangiamorte.
[I buoni si comportano da buoni. Ma pensano da...]
Ovviamente della difesa non c'era traccia.
Neanche i suoi soldi avrebbero potuto pagare degli avvocati disposti a difenderlo.
" è soltanto colpa mia se sono qui. E le colpe si pagano"
Sagge parole, quelle del principe di Slytherin.
Solo che avrebbe dovuto prenderle in considerazione molto tempo prima.


La pesante porta di legno scuro cigolò sui cardini quando Percy Weasley, il neosegretario del Ministro, la spinse per far entrare il suo diretto superiore.
Se l'era cavata bene Rufus Scrimgeour in quegli anni.
Era meschino e poco furbo, su questo non c'era dubbio, ma era riuscito a gestire la questione Voldemort- Mangiamorte con più facilità e dimestichezza di quanto nessuno si sarebbe aspettato.
Niente attacchi o omicidi eclatanti in più di due anni, o almeno nessuno che riguardasse le persone veramente importanti, come Scrimgoer stesso, ad esempio.
[Corrotto]
Era probabile ma non c'era alcuna prova che dimostrasse i suoi possibili legami con la parte oscura.
E nessuno lo avrebbe mai veramente sospettato visti gli stendardi dorati di cui si era circondato.
[Harry Potter, non eri tu l'uomo di Silente?]
Draco alzò il biondo sopracciglio alla vista degli Auror che lo seguivano, paradossalmente simili a dei Mangiamorte, bardati nei loro mantelli scuri.
Una sola A dorata a fare la differenza tra bene e male. Tra buoni e cattivi.
[C'è differenza?]
Harry Potter, Ronald Weasley, e un gruppetto di Auror che lui non conosceva, se non per fama, gli sfilarono davanti senza degnarlo di uno sguardo.
Gli Auror che lo avevano incastrato.
Poi , per ultima, Hermione Granger si chiuse la porta alle spalle.
L'auror, e la donna, che lo aveva incastrato, come una mosca nella tela del ragno.
Draco la stava aspettando. Aspettava solo lei, in realtà.
Il biondo le puntò gli occhi addosso sperando che almeno lei lo guardasse.
Sperando che almeno lei si vergognasse per quello che gli aveva fatto.
Ma niente.
" Codarda"
La ragazza raggiunse i suoi compagni su una delle tribune più alte non badando ai sorrisi trionfanti dei suoi migliori amici.
Hermione si sentiva uno schifo. Ma questo probabilmente era più che normale.
L'aveva guidata lei quella missione. Non Harry, ma lei.
E ancora, lei aveva puntato la bacchetta al collo di Draco Malfoy.
Era lei quella che alla cattura del celebre Mangiamorte aveva ricevuto i complimenti e gli elogi di tutti, dei suoi amici, dei giornali, del Ministro, quando invece non avrebbe voluto altro che mettersi a piangere come una bambina che ha appena rotto il suo giocattolo preferito.
[Giocattolo]
Ed era ancora lei quella che avrebbe dovuto testimoniare quel giorno. Contro di lui.
Lui, il brivido. Lui, il peccato. Lui, il diavolo.
Hermione si passò una mano sul viso come per scacciare l'ansia e così facendo si ritrovò a guardare nella direzione sbagliata.
Draco fissava solo lei. Spudoratamente, senza alcun ritegno.
" è ridotto uno straccio" osservò senza tanto stupore.
I vestiti costosi erano stracciati in più punti, e da un taglio sulla fronte, un taglio che lei gli aveva inflitto, gli era colato sul viso un rivolo di sangue che ora si era raggrumato, andando ad imbrattargli quel volto così sfacciatamente perfetto.
" Eppure riesce sempre a sembrare magnifico...potente"
Non era una sua impressione, quella.
Se ne erano accorti tutti, anche il Ministro.
Draco se ne stava dritto, con il mento alzato, gli occhi ammiccanti e l'ombra di un vago ghigno gli aleggiava sul volto.
Che quella fosse una maschera o meno, poco importava.
I suoi occhi, la sua postura, la linea delle sue labbra suggerivano sfida.
Sfida lanciata a lei, la grande Hermione Granger, e a tutti quelli che stavano lì dentro.
[Il Diavolo sapeva già di perdere sfidando Dio...]
Il Ministro si schiarì la voce con un colpo di tosse, riportando l'attenzione su di sé.
Attenzione che sicuramente non meritava.
-Cari colleghi siamo oggi qui riuniti per deliberare la condanna del qui presente Draco Lucius Malfoy.- Scrimgeour esitò un attimo mentre si allentava il nodo troppo stretto della cravatta a pois verdi -Ehm, dicevo, che oggi in merito alle accuse riscontrate ascolteremo le testimonianza della signorina Hermione Jane Granger, la quale ha brillantemente condotto gli Auror alla cattura del qui presunto Mangiamorte, Draco Lucius Malfoy-
Alla parola 'presunto' varie voci si sollevarono ironiche.
Draco sorrise vedendo il volto del Ministro imporporarsi leggermente.
" Lo sa anche lui che questa è una mezza farsa"
- Ora chiamo a testimoniare la signorina Hermione Granger- e poi rivolgendosi alla giovane Auror - la prego salga sul pulpito-
Il piccolo pulpito si ergeva proprio di fronte alla sedia del condannato, proprio di fronte a Draco.
[Guarda sempre il nemico negli occhi. Guardalo mentre spezzi il suo cuore]
Hermione si alzò a fatica sentendo a malapena la stretta di Ron su una spalla e l'incitazione che Harry le sussurrò all'orecchio.
Quando raggiunse il pulpito si aggrappò al parapetto di legno come se temesse di cadere.
O forse lo fece per impedirsi di gettarsi e andare da lui, tra le sue braccia, chissà.
- Prego- la incitò il Ministro notando il mutismo della ragazza.
Hermione si portò un ricciolo dietro l'orecchio con mano tremante e si umettò leggermente le labbra.
-Io...ecco...- la regina dei leoni abbassò gli occhi.
[Il cuore che sfugge, che tradisce, come lei aveva fatto con lui]
" Non questo vi prego, tutto ma non questo"
- Mi sembra di aver visto abbastanza- Hermione strinse ancora di più le mani sul parapetto tanto che riuscì quasi a percepire ogni singola venatura del legno sotto le dita.
Gli occhi basiti dei presenti ora si spostavano con una velocità disarmante da lei al giovane accusato che aveva appena parlato.
- Di che altre prove avete bisogno? Volete che vi ricordi le mie accuse? Allora vediamo...sì...tre anni fa, tentato omicidio del preside di Hogwarts, Albus Silente, poi concorso in omicidio di un'intera famiglia di babbani, quattro persone se non ricordo male, macchinazione e organizzazione dell'attentato a Diagon Alley e di quello, poi sventato, al centro di Lontra e omicidio del direttore del dipartimento del Controllo della Magia...è tutto credo- concluse Draco mutando l'espressione del viso in una maschera di vetro.
Poi, come ricordandosi di qualcosa di estrema importanza, tentò di sollevare il braccio sinistro per quel tanto che gli consentivano le catene.
Afferrò un lembo della camicia a brandelli tra i denti e tirò finche la stoffa strappata rivelò quello che nessuno lì dentro avrebbe voluto vedere.
- ...nonché appartenente alla setta, dichiarata illegale, dei Mangiamorte, al servizio di Lord Voldemort-
Terrore e sgomento.
[È arrivato l'Uomo Nero...]
La Umbridge si alzò in piedi cominciando ad urlare improperi contro il giovane, oltraggiata più dall'insolenza di Draco che dalle sue effettive colpe, mentre gli altri membri anziani discutevano animatamente tra di loro.
" Sono terrorizzati da un tatuaggio e da un nome, che stupidi."
Il rampollo dei Malfoy si guardò il marchio sul braccio.
Pulsava.
Poi sollevò gli occhi.
Ed in mezzo a quella confusione, un'oasi di pace.
[La pace che inganna, la pace che irretisce i sensi...eppure la pace che ti fa stare bene]
Hermione sembrava sul punto di accasciarsi a terra.
Per un attimo, Draco gioì a quella vista, ricordando che infondo sarebbe stata lei la fautrice della sua condanna, della sua morte, probabilmente.
Ma quei suoi occhi nocciola non cedevano. Come lei, d'altronde.
Guardavano lui ora, senza vergogna, senza timore.
" Grazie" sembrava volergli dire. " Grazie, perché altrimenti non ce l'avrei fatta".
Draco decise che in quel momento il suo rancore poteva aspettare.
[Ma anche lui avrebbe avuto il suo tempo]
Le sorrise di rimando. Non era abituato a sorridere senza ghignare, a sorridere solo per il gusto di farlo, ma quella volta gli riuscì abbastanza bene.
Avrebbe dovuto odiarla e, ancora meglio, avrebbe potuto vendicarsi. Ma non lo fece.
E solo lei , solo loro, sapevano perché.
Che gli altri pensassero pure tutto quello che volevano, non gli importava.


Il Ministro batté violentemente il martello sulla tavola di legno di fronte a lui, in un vano tentativo di riportare la calma dopo l'attacco d'insolenza di Draco.
Quando i membri sembrarono essersi calmati, Scrimgoer si schiarì la voce per l'ennesima volta e per l'ennesima volta la sua sgradevole voce invase la stanza.
-Signor Malfoy non le permetto tali sceneggiate in quest'aula- lo ammonì severo.
Il biondo si limitò ad alzare le spalle.
- Devo dedurre che non ci sia altro da aggiungere- Proclamò il Ministro dopo qualche secondo di silenzio in cui aveva atteso invano una replica di Draco.
- Questa giuria la dichiara colpevole di ogni reato da lei gentilmente elencato, e la condanna a ricevere il Bacio dei Dissennatori a data da destinarsi. Il processo è concluso-
Il martello batté per l'ultima volta sulla tavola.
[Tum. La morte ha il passo pesante]
Draco serrò gli occhi limpidi.
Hermione si portò le mani alla bocca soffocando un gemito strozzato.
-Il consiglio è sciolto, portatelo ad Azkaban-


La cella era piccola e soffocante.
Il caldo stagnava lì sotto come se quelle prigioni fossero l'anticamera dell'inferno.
Infondo, come dicevano alcuni, erano diavoli quelli che vi dimoravano provvisoriamente nell'attesa di scendere negli inferi.
[Si, l'inferno, il posto che meritavano. Il solo posto che li avrebbe mai accolti.
Casa.]
Draco si era tolto i resti di quella che era stata una costosa camicia di seta nera ed ora giaceva scomposto su qualcosa di molto simile ad una branda.
Aveva le braccia piegate sul viso e i capelli appiccicati sulla fronte.
Quando sentì che la porta della cella veniva aperta non si degnò neanche di guardare.
-Lo sanno che sei qui?- chiese solamente con il tono più normale che riuscì a simulare.
- Si- rispose in un sussurro Hermione.
-Cosa vuoi?- Le chiese Draco portandosi a sedere ma continuando a fissare le pietre consunte del pavimento.
- Parlare- rispose Hermione titubante.
[Non s'era mai visto un angelo che scendeva all'inferno...]
-Non voglio parlare- le rispose il biondo con voce roca e graffiante.
Poi Draco mosse pigramente una mano, un sorriso sul viso, l'albeggiare di una vendetta promiscua, il presentimento della cattura senza permesso di qualcosa che infondo già gli apparteneva.
A bassa voce disse qualche parola incomprensibile, la mano levata verso la figura di Hermione, decisamente troppo vicina in quel momento.
Hermione lo vide alzarsi in piedi a fatica ma quando riuscì a scorgergli gli occhi cerulei vi vide la rabbia, la violenza che imploravano di venire liberate.
- Perché lo hai fatto? Perché mi hai impedito di testimoniare e ti sei accusato da solo? Perché non ti sei vendicato? Avresti potuto sputtanarmi davanti a tutti...-
Draco si avvicinava sempre di più.
La ragazza continuava a parlare agitata gesticolando con le mani.
[Parla in fretta. Non pensare se quel che dici può far male]
Prima ancora che Hermione potesse accorgersene, Draco l'aveva sbattuta con forza contro il muro e con una mano l'aveva costretta a sollevare il viso.
- Parli un po' troppo Mezzosangue...- le sibilò a pochi centimetri dalle labbra.
- Draco...- esalò lei poggiandogli le mani sul petto, in un debole quanto inefficace tentativo di allontanarlo.
- Sta zitta-
La baciò con violenza.
Nessuno l'aveva mai baciata così, lui non l'aveva mai baciata così.
Aveva le labbra gelide come quelle di un cadavere e le mani che l'avevano afferrata per la vita erano dure e possessive.
Draco forzò con la lingua sulle labbra di Hermione, ma la ragazza oppose resistenza a quel bacio che non aveva nulla di passionale o di piacevole.
[Dolore passione, sangue amore]
Voleva ferirla, come lei aveva fatto con lui.
Ed Hermione dovette ammettere che ci stava riuscendo benissimo.
Al che Draco si staccò da lei, ma solo per concederle la breve visuale dei suoi occhi che le urlavano vendetta.
L'afferrò per i polsi trascinandola verso la branda.
- Draco, lasciami!- non era quello che voleva. Non era così che doveva andare.
Draco però la spinse sotto di sé, tornando a baciarla con una rabbia che, infondo, sapeva d'amore.
Ma lei non lo percepì.
Senti le labbra di Draco che le percorrevano le labbra, il collo, le mani che le sollevarono la maglietta e gli occhi che le perforavano l'anima.
Vendetta, rancore, rimorso, ma non amore.
Quello Hermione non lo sentì.
Una mano scese a sollevarle la gonna sopra i fianchi mentre l'altra le sfilava la maglia e la gettava via con irruenza.
Forse lo voleva anche lei, ma non così, non in quel modo.
Draco aveva il viso affondato tra i suoi riccioli di miele e rabbrividiva ogni volta che la sentiva gemere ad ogni suo tocco, anche al meno audace.
Non lo voleva. Riusciva a sentirlo, riusciva a percepire l'umiliazione in quel corpo di donna di cui stava per abusare, poteva scorgere la furia negli occhi di lei nel sentirsi toccare in quel modo.
E se fosse stata un'altra avrebbe sicuramente continuato, senza alcuna vergogna, senza scrupoli.
[Il veleno del serpente non si ferma di fronte a nulla]
Draco invece si fermò in tempo.
Tutto ad un tratto si lasciò cadere sopra di lei, senza curarsi più di tanto di gravarla con il suo peso.
Le passò un braccio dietro le spalle e con la mano libera le spinse il capo contro la sua spalla.
La sentì rilassarsi sotto di lui e poi, con sua somma sorpresa, le piccole mani di lei gli cinsero la vita in un abbraccio disperato.
Hermione era bollente.
[Caldo come l'amore, caldo come il rancore]
Draco percepì quell'immenso calore che sprigionava dalla pelle di Hermione come una punizione per il gelo del suo cuore, per il gelo del suo corpo.
Era quasi doloroso.
Non si accorse neanche che Hermione stava piangendo.
Solo quando gli spasmi del pianto la fecero rabbrividire, Draco capì.
-Mi dispiace- era stato poco più di un sussurro ma Hermione lo aveva percepito benissimo.
" Non chiedermi scusa per delle colpe che sono solo mie"
Hermione lo strinse ancora di più a se tanto che riuscì quasi a percepire il pulsare di quel cuore maledetto contro il suo seno.
Lei, infondo, era sciolta da ogni vincolo, eppure non lo lasciò andare neanche per un istante
-Draco...- la bella Auror aveva la voce rotta dal pianto.
Il biondo affondò il viso nell'incavo del collo di Hermione.
Era teso allo spasmo a causa della tensione che era ancora ben presente e che stava cercando in ogni modo di spingere dove non potesse fare altri danni.
[Giù, sempre più giù]
-Shhh...- le bisbigliò incalzandola al silenzio.
" Non parlare piccola, non farmi pensare che stavo per farti del male, non farmi pensare che non posso più essere salvato..."
Draco restò un po' così, in quell'abbraccio dal sapore di sale, sopra quel corpo dal sapore di lei.
- Ti amo mezzosangue-
[Non s'era mai visto un diavolo che ama una creatura di Dio]
Sbagliato. Terribilmente sbagliato.
Hermione lo lasciò andare di colpo e lo spinse bruscamente di lato.
-Non dire cazzate, Draco-


Il ragazzo era rimasto inerme sul giaciglio mentre Hermione , balzata in piedi, si infilava la maglia che Draco le aveva violentemente tolto poco prima.
-Tu ami soltanto Voldemort. E per questo sei solo, hai soltanto te stesso! E guardati, non riesci a volerti neanche un po' di bene...- un'espressione disgustata seguì le parole di Hermione.
[Parole di sangue, aghi velenosi]
Voleva colpirlo, voleva dilaniarlo.
Invece Draco rise.
E fu gelo.
Si girò su un fianco reggendosi mollemente la testa con una mano.
-Oh Hermione, credici pure che io non ti amo. Credici, se può farti stare meglio-
La ragazza si bloccò mentre tentava di allacciarsi il mantello.
- Non prendiamoci in giro, Draco. Il fatto che da qualche mese andiamo a letto insieme e che poi sia anche stato il miglior sesso della mia vita, non significa che ci siamo scambiati amore eterno o che io pretenda qualcosa da te. Non so che farmene del tuo amore-
-Ah certo- Draco si alzò rimanendo comunque a debita distanza da lei.
-Molto meglio pensare che ti odio, vero?Così almeno non avrai sensi di colpa, visto che sei stata tu a portarmi qui!-
Aveva alzato la voce, anche se l'ultima cosa che voleva era mostrarle quanto quelle parole facessero male, quanto tutta quella situazione facesse male.
[Guarda le tue ali, Angelo. Sono sporche di sangue]
Hermione strinse i pugni.
-Cosa avrei dovuto fare? Andare contro tutto ciò in cui credo e continuare all'infinito con questo giochino, rischiando di venire scoperta? Mi dispiace, ma del buon sesso non vale tanto-
[Mezze verità. Tesoro di ogni Slytherin che si rispetti. In generale, di ogni ipocrita che si rispetti]
-Buon sesso? Se per te è stato solo questo, devo dire che quando stavamo insieme sei riuscita a fingere molto bene. Almeno sono stato bravo ad insegnarti qualcosa!- ironizzò Draco con una punta di malcelato astio.
Lo sapeva che le parole di Hermione non erano vere, ne era certo.
Hermione infatti esitò per un attimo.
Solo il tempo di un battito di cuore.
Ma questo fu fatale per la sua bella e perfetta esibizione.
Draco lo notò e non perse tempo con i giri di parole.
- Smettila con questa sceneggiata, Hermione. Vattene, lasciami in pace-
Hermione abbassò gli occhi.
- Sai quale è la cosa che mi incoraggia?- continuò però il biondo come se stesse parlando più con se stesso che con lei.
- il fatto che dopo il Bacio non ricorderò più nulla, neanche te. E non sentirò più niente, neanche il dolore, né la rabbia-
Hermione cominciò a piangere silenziosamente mentre si stropicciava nervosamente un lembo del mantello.
[Lacrime di coccodrillo! Non si piange sul latte versato...]
- Io...non volevo...- farfugliò la ragazza.
- Non sei proprio una fonte di coerenza, Mezzosangue. Un momento dici di infischiartene di me, un altro dici che ti dispiace...di che, poi? Stai delirando?-
"Può darsi"
- Non lo so...cazzo è tutta colpa mia...io...ti ho fatto catturare, sono stata una codarda, io...-
Draco l'afferrò per le spalle tentando di interrompere il flusso di quelle parole sconnesse.
- Smettila di piangere! Guardami- si era piegato su di lei e aveva portato i suoi occhi all'altezza del viso di Hermione.
La giovane Auror sollevò il viso rigato di lacrime.
-Mentivi prima? Quando parlavi di solo sesso, mentivi?- Draco aveva bisogno di saperlo.
Doveva sapere di non aver creduto soltanto in un illusione, voleva la conferma di non essere stato solo " del buon sesso".
Hermione gli cinse il collo con le braccia lasciandosi andare contro il suo petto.
Come risposta, poteva bastare.
[Ma non sarebbe bastata]
Draco la strinse a sé, con dolcezza stavolta, visto che ormai ogni forzatura era più che superflua.
- Piangi pure, adesso-
Così Draco ed Hermione piansero insieme.
Lui senza lacrime perché delle lacrime i suoi occhi riuscivano ad avere solo il colore, perché le lacrime erano l'unico lusso che non si era mai concesso.
Lei invece apertamente, come aveva sempre fatto, perché i buoni possono piangere senza che gli altri lo considerino un segno di debolezza.
- Non...non era premeditato...cioè, non sapevo che tra quei Mangiamorte ci fossi anche te...quando ti ho visto ho preferito essere io a fronteggiarti, piuttosto che...-
-Non fa niente, mezzosangue, va bene così- le bisbigliò all'orecchio.
Non andava bene per niente in realtà.
Il Bacio dei Dissennatori significava l'oblio.
E lui non era sicuro di voler smettere di vivere in un modo così assurdo; quella vita, per quanto contraddittoria, per quanto incasinata, gli piaceva.
E magari gli sarebbe anche piaciuto viverla con lei.
Tuttavia rinfacciarglielo in quel momento sarebbe servito solo a rubare del tempo a quello che avevano a disposizione.
Che era poco. Pochissimo.
Qualche secondo dopo infatti, una guardia bussò alla porta della cella.
- Signorina Granger, il tempo che le hanno concesso è scaduto, devo pregarla di uscire-
Nessuna risposta.
Draco aveva soffocato la replica di Hermione con un bacio caldo, avvolgente.
[La piuma di un angelo che accarezza la neve.
La lacrima di un bambino che scende sulle gote arrossate dal freddo]
Hermione gli strinse il volto tra le mani carezzandolo dolcemente, mentre rispondeva al bacio.
Era il loro modo di dirsi addio, il loro modo per chiedersi scusa.
Scusa per non aver avuto abbastanza coraggio l'uno per l'altra, per non aver saputo resistere alla voglia di baciarsi ancora.
L'ultimo bacio prima di ricevere quello dei Dissennatori.
" Spero solo che il loro bacio faccia meno male di questo"
Hermione sentì che stava per piangere di nuovo.
Nessuno era mai riuscito a farla piangere così tanto, ma Draco si era dimostrato il migliore anche in quello.
Hermione si staccò da lui e si precipitò verso la porta senza girarsi indietro a guardarlo.
Nessun ripensamento, nessun rimorso.
La guardia aprì la porta per lasciarla uscire poi la richiuse provocando un rumore assordante che rimbombò li sotto per diversi secondi.
Ma Draco non sentì niente.
I suoi occhi continuavano a proiettargli nella testa il bacio di poco prima.
Si accasciò sul letto senza avvertire il cigolio della vecchia rete arrugginita o la scomodità del consunto pagliericcio sotto di lui.
[Morire è non sentire]
Sì, ma lui non stava per morire.
Questo privilegio purtroppo non gli era stato concesso.
L'oblio, ecco cosa lo aspettava.
Il lento vagare in un mare d'inchiostro, sordo, muto, cieco. Senza ricordi.
Gli sarebbe mancata, la sua piccola Mezzosangue.
Il suo corpo caldo che sembrava essere stato creato intenzionalmente per coincidere e fondersi con il suo, l'ansia e l'euforia di ogni loro incontro, la voglia censurata di mollare tutto per lei.
La cioccolata con la panna bevuta dalla stessa tazza e quel completino di pizzo nero che le stava d'incanto.
E poi l'amore.
L'amore che forse non c'era stato, che forse avevano entrambi immaginato per sentirsi meglio, meno in colpa.
Ma era stato bello quel minuscolo sogno di un sogno.
Tanto bello da poter impazzire, da poter accettare il Bacio dei Dissennatori senza lottare.
Arrendersi
Era quello che stava facendo.
Draco Malfoy si arrendeva e dava l'opportunità ad Hermione Granger di vivere senza di lui.
Senza macchie, senza timori, senza colpe, bella e perfetta come solo lei sapeva essere.
La stava rendendo libera.
Di una libertà che forse lei non voleva ma che un giorno sarebbe riuscita ad apprezzare.
Le sarebbe stata grata per questo.
O almeno così Draco sperava.


Si era addormentato.
Non appena la guardia di turno gli aveva comunicato che avrebbe ricevuto il Bacio il giorno dopo al tramonto, Draco Malfoy era piombato in un sonno nero e pesante.
Niente sogni, niente incubi.
Solo voci.
Sussurri d'amore, gemiti di estasi, sospiri di pianto.
Lui, lei, loro.
Draco si era svegliato giusto un attimo prima di cominciare ad impazzire.
Per quello che poteva saperne potevano essere passate ore da quando si era addormentato e ciò voleva dire che non aveva la minima idea di quanto tempo gli rimanesse da vivere. Da aspettare.
Draco si alzò in piedi stirando i muscoli indolenziti.
Era sudato e i capelli gli si erano incollati alla fronte ammassandosi in tante ciocche ribelli.
Se gli avessero chiesto quale fosse il suo ultimo desiderio avrebbe sicuramente preteso un bagno rilassante con annessa una bella sigaretta...e un goccio di wishsky incendiario strainvecchiato, che non ci stava mai male.
Un rumore improvviso alla porta però lo costrinse a distogliere i pensieri da quelle piccole comodità di cui sentiva tanto la mancanza.
Si girò lentamente.
Non c'era nessuno.
" Sarà un topo...che schifo"
Ma i topi di norma non fanno tanto rumore.
Tuttavia, per il momento, Draco decise che quella del topo poteva essere una teoria accettabile.
Pensare a cose stupide lo rendeva stranamente sereno in quella circostanza.
Ma quando l'idea che potesse trattarsi di qualcosa di diverso da un topo gli passò per il retrobottega del cervello, il bel Malfoy scorse chiaramente la prova del suo errore.
Una grossa busta gialla sbucava dalla massiccia porta di legno della sua cella.
E accantonando l'idea che un topo gli avesse scritto e portato una lettera di commiato, Draco si avvicinò con cautela.
Meglio non rischiare, anche se poi non aveva più così tanto da perdere.
L'afferrò.
Le lunghe dita diafane non poterono fare a meno di stringere la busta alla ricerca del possibile contenuto.
Ed infatti c'era qualcosa dentro. Qualcosa che era difficile non riconoscere.
Draco ignorò, per quanto possibile, quel misto di presentimento e di vana speranza che aveva cominciato a galoppargli nel petto.
Lesse con una strana trepidazione il foglietto azzurro che gli cadde tra le mani non appena strappò un lato della busta.

"Venga tu dal cielo o dall'Inferno, cosa importa?
Niente. Almeno non a me.
Io però non posso salvarti. Ma tu puoi farlo da solo.

Ti amo"

Nell'atto di balzare violentemente in piedi incespicando, la busta gli cadde dalle mani e così facendo rigettò fuori il suo prezioso contenuto.
Una bacchetta.

"P.S.: prima o poi me la restituirai...la tua Mezzosangue."




FINE

Sono stracontenta di essere arrivata seconda al concorso su manga.it ed onorata che fanwriter del calibro di Kysa, Sawadee , Minami77, Bloodymary e Mirana abbiano premiato la mia one-shot, ma adesso voglio sapere che ne pensate voi.
Vi dico che ho già iniziato a scrivere un seguito che avrà toni molto più leggeri del mio solito, ma visto che sono vile e ricattatrice, se questa one-shot non otterrà abbastanza consensi non lo continuerò e non lo pubblicherò...perciò, no commenti no fanfiction!
A presto! ZAITU (^_^)
 
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