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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: TACITO SEGRETO
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: angelmorgana galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/02/2007 14:42:36

E' la prima volta che la osservo mentre dorme. Ora so che non smetterei mai di farlo...C'è una scena d'amore.Regolatevi...Baci Morgana :)
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Buongiorno a tutti!!
Eccomi tornata con una nuova fic , dopo un po’ di tempo di assenza…a dire la verità è una storia che ho scritto diverso tempo fa , riesumata da un cassetto polveroso. Così ho pensato di pubblicarla.
Ovviamente lascio a voi il giudizio…vero che me lo lasciate un commentino???
Anche le critiche sono ben accette!
Ora , come di consueto , non mi resta che augurarvi : BUONA LETTURA!!!
Baci a tutti
Morgana :)



L’ora è decisamente tarda. La notte è scura e la luna rifulge splendente , incastonata come un meraviglioso diamante tra le maglie blu cupo del cielo.
Eppure non riesco ad addormentarmi. Non voglio addormentarmi.
Perché è piacevolmente dolce e sconosciuta la sensazione di averla accanto a me , nel mio letto. Sdraiata a pancia sotto , il capo adagiato sul morbido cuscino , una mano intrecciata con la mia , riposa tranquilla cullata dalle braccia di Morfeo.
È la prima volta che la osservo mentre dorme. Ora so che non smetterei mai di farlo.
Lascio vagare lo sguardo sul suo volto , dipinto di una strana sfumatura angelica , tipica del languore del sonno , che la fa apparire come una dolce bambina.
Allungo una mano per scostarle una ciocca di capelli caduta ribelle davanti al viso , lasciando che le mie dita scorrano in una carezza tenera e sensuale lungo la sua schiena nuda , lasciata scoperta dalle lenzuola , sfiorando la sua pelle vellutata e calda.
Mi avvicino , percorrendo con le labbra il sentiero che poco prima ha tracciato la mia mano , baciandole lievemente le spalle , scendendo lungo la spina dorsale , per poi risalire e fermarmi sulla curva morbida del collo. Avverto il suo profumo inebriarmi come sempre i sensi. È arcano e indimenticabile , sa di vento e primavera.
La sento muoversi leggermente , mentre scorgo i suoi occhi schiudersi piano piano , rivelando quelle iridi screziate di ambra e sole al tramonto. Mi dispiace di aver disturbato il suo quieto riposare , ma la sua pelle è una droga della quale sono completamente assuefatto…ora che ne conosco il sapore , non riesco più a farne a meno.
<<Scusa , non volevo svegliarti…>> le sussurro ad un orecchio , posandole un delicato bacio sulla fronte.
<<Non importa…>> la voce ancora corrotta dal sonno. Mi sorride…quel sorriso incantevole che raggiunge anche il suo sguardo , illuminandolo di una languida tenerezza. Si avvicina , sfiorandomi appena le labbra , timida e insicura.
Le mie mani accarezzano il suo corpo e , quando giungo ai fianchi , la sento ridere sommessamente. Soffre incredibilmente il solletico. Inizio così a torturarla , sentendo la sua risata cristallina scorrere fra le mura di questa stanza , mentre cerca di divincolarsi dalla mia presa. Con un solo movimento la porto sopra di me , cogliendola di sorpresa. Ora i nostri volti sono a pochi centimetri uno dall’altro.
<<Come stai?>> le chiedo , mentre i nostri nasi si sfiorano giocosi.
<<E come dovrei stare se non meravigliosamente bene?>> sorride contro le mie labbra <<Perché me lo chiedi?>>
<<Perché era la tua prima volta…e io…io non vorrei averti fatto troppo male>>
<<Adoro questo tuo lato premuroso>> mi posa un piccolo bacio sulla punta del naso <<E’ stato tutto perfetto>>
Trascorrono istanti in cui il silenzio dilaga , danzando con l’aria e le ombre della notte. Attimi in cui mi perdo nei suoi occhi , così incredibilmente profondi , che mi conoscono e comprendono meglio di quanto possa farlo io stesso.
C’è sempre stata una luce nel suo sguardo , per me. Qualcosa che non avevo compreso , e che ora è cristallino come le acque di una fonte.
Amore.
Semplice ed infinito.
<<Dio quanto sei bella>> penso di non aver mai visto una creatura così elegante , delicata , eterea. La reincarnazione di una dea , scesa tra i comuni mortali , nata per completare il mio spirito inquieto.
Abbassa lo sguardo imbarazzata. Sono sicuro che è arrossita.
Quando rialza il viso , mi guarda con una tale intensità da fare quasi male. Le carezzo una guancia , delineando il profilo della sua bocca vellutata. Mi sporgo leggermente , catturandole le labbra. Sono morbide , dal vago sapore di ciliegie mature. Dopo qualche istante sento le sue schiudersi , facendo incontrare le nostre lingue , che danzano delicate e desiderose. È un bacio carico di devozione , rispetto , teso ad assaporare la fusione delle nostre essenze.
Poggia la testa sulla mia spalla , restando adagiata su di me. Mi piace sentirla così vicina , rilassata al contatto col mio corpo , godendo del suo calore.
Qualcosa che , fino a qualche ora fa , credevo impossibile.

Faceva tremendamente freddo.
L’inverno , rigido e austero , aveva ormai preso posto sul suo trono di cristallo ghiacciato , coprendo con il suo manto queste lande incontaminate.
Osservavo distrattamente i candidi fiocchi di neve , che cadevano come stralci di nuvole piovuti dal cielo , danzare giocosi con l’aria. Tutto riluceva di una strana luminescenza adamantina , mentre il silenzio avvolgeva questo mondo , rendendolo ovattato e imperturbabile.
Avevo tremato , avvertendo le dita gelide della Regina dei Venti insinuarsi tra le pieghe del mio mantello , accarezzandomi maliziose la pelle nuda sotto il maglione. Avevo chiuso gli occhi , poggiandomi esausto contro una delle innumerevoli colonne de cortile.
Improvvisamente due mani erano corse leste a coprirmi gli occhi.
<<Beccato signor Potter…mai lasciare le spalle scoperte>> era poco più di un sussurro , ma stranamente sensuale e vellutato.
Mi ero allontanato di scatto , portando d’istinto le mani alla bacchetta. Ma non appena avevo scorto la fonte di quelle parole , aveva sgranato gli occhi , lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi.
<<Hermione>> la mia voce era così bassa che facevo fatica io stesso a riconoscerla.
Mi aveva sorriso , per poi avvicinarsi e abbracciarmi , stringendomi a sé con una strana urgenza. Dopo qualche attimo di smarrimento , avevo avvolto il suo corpo tra le mie braccia , sorridendo a mia volta. Le avevo carezzato i capelli con gesti gentili , godendo a pieno del suo calore , della pace che il mio animo perpetrava solo quando lei era con me.
Facendo violenza su me stesso , l’avevo scostata leggermente , potendola finalmente guardare negli occhi.
E , per l’ennesima volta , quelle iridi di oro fuso e ambra , ancestrali e velate di inquieto mistero , avevano compiuto il loro incantesimo. Avevo lasciato che quel placido cielo al tramonto penetrasse le barriere che non permettevo a nessuno di valicare , mostrandomi fragile e insicuro , lasciando che le carezze dei suoi sguardi lenissero il dolore di continue ferite.
<<Cosa ci fai qui? Non dovresti essere in viaggio con i tuoi genitori per le vacanze di Natale?>> le avevo chiesto , sorpreso e curioso.
<<Non sei contento?>> si era allontanata di qualche passo , portandosi sotto il cielo plumbeo , sfiorata dalla neve in ogni angolo del suo essere.
<<Certo ma…>> non ero nemmeno riuscito a terminare la frase che una palla di neve mi aveva colpito , cogliendomi impreparato. Una risata argentina era giunta melodiosa alle mie orecchie , mentre alzavo lo sguardo su di lei.
Ed era lì , bella e delicata , circondata da un alone di incantevole candore , rivolgendomi quel sorriso dolce che era un mio privilegio. Soltanto mio.
<<Se è la guerra che vuoi…>> le avevo restituito il favore , scatenando la nostra personale lotta , fatta di neve e risate fanciullesche.
Avevo iniziato a rincorrerla , lei scappava , correndo con passo leggero su quella coltre bianca , svanendo ogni tanto alla mia vista , quasi fosse un bellissimo spirito d’inverno che si ricongiungeva al cielo suo padrone.
Ero riuscito a raggiungerla , afferrandola per la vita e trascinandola verso di me. Eravamo caduti , il fiato corto e gli arti stanchi per la lunga corsa. Avevo smesso di ridere solo quando avevo acquisito la consapevolezza di essere adagiato su di lei , le nostre gambe intrecciate e le mie mani e fermarle i polsi accanto alla testa. I nostri respiri si erano fusi , erano diventati un’unica essenza condensandosi allo sfiorarsi con il gelido vento del nord.
Avevo lasciato vagare lo sguardo su quel viso dalla particolare bellezza. La pelle diafana e liscia come porcellana , le gote leggermente arrossate per il freddo , le labbra dischiuse in un gesto inconsapevolmente sensuale. Una splendida fata diventata mortale per farmi saggiare quell’angolo di paradiso che a me sarebbe sempre stato precluso.
Perché lei era la mia migliore amica.
E non mi era concesso amare la mia migliore amica.
Mi ero rialzato con movimenti bruschi , infastidito da quella nitida realtà che non mi concedeva il tempo di lasciare che il cuore vaneggiasse per qualche istante rubato , alla disperata ricerca di quella fantomatica metà per essere completo.
<<Perché sei tornata qui?>> avevo chiesto , mentre la aiutavo a sollevarsi da terra.
Per la prima volta da quando la conosco , non aveva risposto. Sembrava non trovare parole per spiegare qualcosa di dannatamente semplice da intuire.
Non sono stupido o ingenuo , avevo capito che era tornata per me , per non lasciarmi solo , per assolvere in maniera come sempre perfetta il suo ruolo di “braccio destro” del Bambino Sopravvissuto.
Ma in quel momento la sua vicinanza era difficile da sostenere. Non volevo che riuscisse a leggere nei miei occhi ciò che faticavo a nascondere a me stesso.
<<Harry , cosa succede?>> la sua voce aveva assunto una sfumatura preoccupata , mentre muoveva un passo incerto verso di me, lo sguardo turbato per la mia reazione.
<<Niente , solo non era necessario che tornassi indietro per me>> ero rimasto ad osservarla ancora qualche istante , prima di voltarle le spalle e dirigermi verso il castello.
La sua mano aveva afferrato con decisone il mio braccio , facendomi girare verso di lei. Aveva cercato di incatenare di nuovo le mie iridi di smeraldo , ormai sfuggevoli e distanti , velate da quella solita cortina di diffidenza verso il mondo. Che con lei non era mai servita.
Lei , l’unica in grado di leggere parole nascoste dietro un semplice respiro , lacrime mai versate e soffocate da uno stringersi di mani , rabbia dispersa al vento in un muto grido di rassegnazione.
<<Vuoi dirmi cosa diavolo ti prende?>>
<<Non sono tenuto a darti spiegazioni sui miei cambiamenti di umore>> avevo risposto , forse con più freddezza di quanto avrei voluto <<E ora , se non ti dispiace…>> con uno strattone ero riuscito a svincolarmi dalla sua presa. Avevo mosso solo pochi passi , che lei era di nuovo di fronte a me.
Non è mai stata un tipo che si arrende facilmente.
<<No , non te ne vai finché non mi dici cosa ti passa per la testa!>> aveva affermato risoluta.
<<Visto che sai sempre tutto , non ti è balenato per la mente che volessi stare solo?>> veleno mortale che nemmeno pensavo di possedere <<Magari lontano da persone che pretendono costantemente delle risposte da me>>.
Il suo schiaffo mi aveva colpito con la forza della delusione e della tristezza , lasciando un segno caldo e bruciante sul mio viso.
Avevo alzato lo sguardo su di lei , incontrando i suoi occhi ora diventati lucidi , rendendo liquido l’oro di cui sono custodi.
<<Vuoi davvero sapere la verità?>> la voce un sibilo scostante , simile al fischio del vento che passa tra le crepe di un vecchio muro <<La vuoi sapere?>> il tono si era alzato involontario <<La solitudine è l’unico rimedio che conosco per riuscire a controllare la voglia che ho di fare l’amore con te>> avevo sentito le dita stringersi convulsamente , parole rese instabili dal peso di un segreto troppo grande per essere stato rivelato.
<<Perché sei tornata qui?>> la stessa semplice domanda , a cui sapevo non avrei ricevuto risposta. Non potevo avvicinarmi a lei , dovevo lasciarla andare prima che io varcassi quella soglia proibita , ma altrettanto dolce , dal quale difficilmente sarei potuto tornare indietro.
Le ore erano trascorse pigre , il meriggio era scivolato con falsa disinvoltura verso la sera , mentre il buio calava ancora una volta sul mondo , dando vita a strani connubi di luce fosca e iridescente riflessa dalla neve e ombre scure e insidiose custodite dalla notte. Sentivo il vento riempire ogni antro di queste terre con il suo canto , forte e impetuoso , che si infrangeva sui vetri delle finestre , intonando sinistre melodie. Aveva smesso di nevicare , ma il vento era così forte che nemmeno gli spiriti più incauti avrebbero trovato il coraggio di inoltrarsi nel mondo esterno.
Avevo percorso con passo lento e cadenzato i corridoi fiocamente illuminati dalle lanterne , deserti e quasi lugubri nella loro austerità. Superata l’ultima rampa di scale e oltrepassato il quadro grazie alla parola d’ordine , mi ero ritrovato finalmente nella Sala Comune.
Era stranamente silenziosa , l’aria satura del calore proveniente dal camino , in cui ardevano vivide fiamme che tingevano le pareti di un lussureggiante cremisi impreziosito d’oro.
Mi ero diretto verso il mio dormitorio , stanco e infreddolito dalle lunghe ore che avevo trascorso all’aria aperta , tra le spire severe dell’inverno.
Appena entrato , ero rimasto qualche istante immobile sulla soglia della stanza , le dita ancora posate sulla maniglia d’ottone. L’avevo trovata lì , in piedi accanto alla finestra , la schiena poggiata contro la solida pietra del muro. Attimi di denso silenzio si erano susseguiti incessanti , forse inadeguati a sostituire parole che avrebbero dovuto essere rivelate , lasciate scorrere e capite. Ma nessuno de due sembrava averne la forza.
<<Sono stanco , vorrei dormire>>
<<Perché ti prendi gioco di me?>> aveva domandato con voce fievole , un timido respiro di un fiore appena sbocciato.
<<Non mi sono mai preso gioco di te>>
<<E allora…perché?>> si era avvicinata lentamente , i passi silenziosi come quelli di un felino <<Perché hai detto quelle cose?>> aveva chiesto , quasi infastidita.
<<Perché tu mi hai costretto dannazione!>> avevo sospirato , sentendo la rabbia fluire dal mio corpo , lasciandomi stranamente calmo e distante <<E’ un segreto che ho custodito gelosamente fino ad oggi…e non lo avresti mai scoperto , se non mi avessi obbligato a rispondere alla tua domanda>>
Avevo alzato il volto verso di lei.
Occhi si erano persi in altri occhi.
Miele e ambrosia avevano incontrato giada e smeraldo , in un connubio pressoché perfetto.
E aveva capito. Era riuscita a leggere nella profondità del mio sguardo parole che avrei voluto dirle da tempo , ma nascoste per rispetto a quel legame di profonda amicizia che esisteva tra noi.
Aveva compreso che ciò che provavo per lei non era un capriccio , un gioco di conquista. Ma qualcosa di estremamente puro , sincero , esclusivamente suo. Covato dal primo giorno in cui ci eravamo incontrati. Avevo riservato il mio cuore solo a lei.
Qualcosa era caduto , si era spezzato , infranto dal clamore del vento che imperversa furioso. L’avevo vista sussultare , portandosi le mani alle orecchie. Non sapevo se fosse un gesto dovuto allo spavento o alla paura di aver ascoltato verità scomode.
Mi ero avvicinato , allungando una mano per carezzarle i capelli. Non si era scostata , ma aveva poggiato il viso contro il mio petto , abbandonandosi completamente contro di me. L’avevo abbracciata. Un abbraccio che sapeva di dipendenza , di fiducia , calore , comprensione. Avevo cercato di starle lontano per tutto il giorno , eppure solo in quel momento , sentendola tra le mie braccia , avevo avvertito il mio animo acquietarsi.
<<Anche io voglio fare l’amore con te>> un sussurro , e il suo caldo respiro che si infrangeva contro il mio collo.
Le avevo sollevato il viso , passandole due dita sotto il mento. Aveva intuito la mia domanda attraverso le mie iridi screziate di giada. Il suo sorriso era stata una risposta più che chiara. Avevo indugiato qualche istante , trovando infine il coraggio di accostare le mie labbra alle sue.
Finché la passione e il desiderio non avevano preso il sopravvento.


<<Uno zellino per i tuoi pensieri>> la sua voce calda come il canto degli Elfi mi riporta alla realtà , mentre percepisco il movimento della sua mano , che scende lungo il braccio , per intrecciarsi con la mia.
<<Pensavo a noi…e a quello che è successo poco fa>> le poso un delicato bacio fra i capelli <<Non mi sembra ancora vero>>
<<Ed esiste un modo che possa convincerti che è tutto reale?>> mi sorride maliziosa , le sue labbra che marchiano a fuoco la mia pelle. Le sue iridi auree bruciano per il desiderio , rilucendo come tizzoni ardenti.
Con un rapido movimento ribalto le posizioni , trovandomi così adagiato su di lei.
<<Direi di si…>> sussurro ad un soffio dalla sua bocca , prima di chinarmi e baciarla. Sento un calore intenso scorrermi nelle vene come lava , mentre scendo ancora una volta ad assaporare il suo corpo. Dio , ho una fame incredibile di lei.
Permetto alle mie mani di vagare sensuali lungo il morbido profilo del seno , sfiorandole il ventre , i fianchi , le gambe snelle e ben modellate. Ogni gesto è intriso di estrema dolcezza e passione…non voglio costringerla. So che prima ha sofferto , ho sentito il suo gemito di dolore soffocato contro la mia spalla. Lascio a lei la scelta.
Avverto le sue dita accarezzarmi timide la schiena , maliziose ali di fata che lambiscono ogni angolo nascosto della mia anima. Il suo respiro si infrange sulla mia pelle , le sue labbra indugiano vogliose sul mio collo.
Sospiri si inseguono nell’aria , invogliati dalla notte , loro regno prediletto. È ancora buio e la luna ci benedice con la sua luce opalescente , tremendamente maliziosa.
Le mie dita scorrono avide sul suo corpo , come mani di un abile pittore colto dall’ispirazione artistica davanti alla sua musa perfetta. Con una leggera pressione riesco a farle piegare il ginocchio , portandomelo al fianco , mentre le mie labbra lambiscono le sue spalle per poi cercarle le labbra. Ne sentivo la mancanza…le nostre lingue si incontrano , sospinte del reciproco desiderio.
Ora sono completamente sdraiato su di lei , le sue gambe a cingermi la vita. I nostri sguardi si incrociano per l’ennesima volta in questa notte. C’è ancora un flebile velo di timore nei suoi occhi , ma presto scompare , soffocato dalla lucentezza di quei cristalli di ambra.
Entro in lei piano , con delicatezza , avvertendo il suo corpo irrigidirsi , mentre trattiene il fiato.
<<Ehi , tranquilla…non voglio farti male>> le bacio la fronte , sentendola abbandonarsi completamente a me.
E la nostra danza ha inizio , intrisa di sacralità , memore di un antico rito quasi divino. I movimenti sono lenti , decisi , seguendo le note di arcane melodie provenienti da isole disperse nella nebbia del Tempo. E quando entrambi giungiamo al piacere supremo , crollo su di lei , il respiro ansante e le membra piacevolmente stanche.
Cerco di scostarmi , ma le sue gambe mi trattengono sopra di lei.
<<Peso troppo…>> sussurro mentre le sfioro le labbra , sorridendole.
<<No…resta qui>> abbandono la testa sul suo grembo , mentre un senso di beatitudine dilaga nella mia anima. Sento le mani tenere ed affusolate della mia piccola Dea carezzarmi i capelli , mentre io sfioro il suo fianco nudo.
Gli occhi cercano di chiudersi , ammaliati dal canto di Morfeo , e un languido torpore mi avvolge lasciandomi cullare dal calore dei nostri corpi così vicini.
Accolgo il sonno senza timore. Perché so che il mio dolce angelo sarà ancora con me , domani.
Per sempre.

FINE

 
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