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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: UNA VITA CHE VUOLE VIVERE
Genere: Sentimentale, Romantico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...), Shounen Ai
Autore: ilakey galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/02/2007 18:52:18


 
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UNA VITA CHE VUOLE VIVERE
- Capitolo 1° -

*°*La vita che vuole vivere*°*
Rating: PG
Avvertenze: shounen ai
Noticina: Dosu e Zaku sono dolci insieme :°D Dosu è molto protettivo con Zaku perchè è super preoccupato XD. Vorrei far notare che Dosu si preoccupa per Zaku ma è dispostissimo a lasciar morire Kin.
E Zaku è adorabile. Ci voleva una oneshottina anche per lui ^^
PS: Dosu e Zaku sono miracolosamente vivi in questa fic XD *il potere della scrittura*.. volevo dar loro una fine alternativa. In realtà scrissi questa fic senza aver visto alcuni episodi che mi sono guardata in questo periodo e non sapevo che Dosu e Zaku morissero, vogliate perdonarmi per questa libertà ^^


C'erano dei fiori sul comodino, in un vaso di vetro blu. Erano una viola ed una margherita di campo, ed oscillavano leggermente nell'acqua ogni volta che la brezza entrava dalla finestra spalancata.
Zaku era rimasto ore a fissare i due fiori, intontito dal sordo dolore di cui sembravano essere fatte le sue braccia, fasciate ed appese al collo, e da un qualche tipo di medicina a cui non era abituato. E quel dolore andava anche bene, l'importante era non muoversi per evitare le fitte.
Il ragazzo strofinò la guancia sul cuscino freddo, provando un po' di sollievo contro quel gran caldo che sembrava avere solo lui, non che nella stanza ci fosse qualcuno con cui confrontarsi. Un'infermiera gli aveva messo un fazzoletto imbevuto di acqua, sulla fronte, ma aveva fatto in tempo ad asciugarsi e scivolare per terra.
Avrebbe voluto dormire, ma ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva il volto deluso, arrabbiato e terribile di Orochimaru chino su di lui, gli occhi dardeggianti e la lingua di serpente che lo chiamava fallito, inutile traditore.
Sapeva che non sarebbe stato più il benvenuto nel Villaggio del Suono, più per la sua inutilità che per altro.
La margherita perse un petalo.
Avrebbe voluto toglierla da lì, non voleva vederla mentre appassiva sotto i suoi occhi.
Avrebbe voluto dormire e dimenticare tutto, morire forse e pagare l'enorme debito che aveva nei confronti di Orochimaru.
Avrebbe voluto ammazzare quel bastardo d'Uchiha e quel maledetto ragazzo degli insetti, per averlo reso inerme, incapace di difendersi o anche solo di rendersi utile, su un letto dell'ospedale nemico di Konoha.
Nonostante il pessimo stato in cui era, Zaku sentì perfettamente i passi che si avvicinavano dal corridoio. Non potè fare a meno di sentirsi teso, nervoso. Cosa avrebbe potuto contro un possibile nemico o sicario?
Tentò di alzarsi in piedi, sgrovigliandosi dalle coperte. No, non voleva fuggire ma affrontare l'intruso con una dignità che forse non meritava di avere ma che non era ancora pronto a lasciare.
Sentì la porta scorrevole che si apriva.
"Zaku."
"Dosu."
Era il suo compagno di squadra. Zaku si lasciò sfuggire suo malgrado un sospiro i sollievo.
Era Dosu, era lui, il ninja più forte tra loro tre e forse un suo amico. Solamente la missione li univa? Forse sì, ma si appoggiavano l'uno all'altro per qualche motivo. Avevano quello che si potrebbe definire un buon rapporto, una comprensione che andava al di là di semplici parole. E poi Zaku si fidava di lui. Zaku che non si era mai fidato di nessuno, perchè nessuno aveva voluto la sua fiducia. Zaku che aveva imparato a soffocare quello che nella sua natura altro non era se non un movimento alla fiducia immediata. Zaku che adorava Orochimaru ma non si fidava di lui. Zaku si fidava di Dosu.
"Torna a letto." Gli ordinò l'arrivato, con l'unico occhio libero dalle bende che lo guardava severamente.
"Sì, hai ragione."
Zaku tentò a fatica di risalire sul letto e Dosu gli passò un braccio attorno ai fianchi, per aiutarlo.
"E tu, cosa ci fai qui?"
L'altro non rispose e il ninja ferito sapeva che sarebbe stato inutile ripetere la domanda, solo spreco di fiato e lui non aveva proprio fiato da sprecare. Dosu era fatto così, se avesse voluto rispondere avrebbe risposto a suo tempo.
Quando Zaku si fu risistemato, il compagno lo coprì con la coperta e trascinò una delle quattro sedie della stanza accanto al letto, sedendosi.
Era sempre stato un tipo silenzioso, anche da bambino, era nella sua natura ed Orochimaru gli aveva insegnato i pregi della diffidenza e della prepotenza, ottenere ciò che voleva quando voleva, senza dover chiedere il permesso. Per questo era un individualista e non avrebbe potuto essere meno interessato alla sorte di Kin.
Con lei la cosa era perfettamente riuscita ma non con Zaku.
Zaku, nonostante sapesse quando tacere, era un chiaccherone. Uno di quelli veri, che parlano di tutto e non si stancano ne ti stancano. E Dosu non si era mai stancato di ascoltarlo ed il chiaccherone non si era mai irritato per il silenzio dell'altro.
Zaku era uno sbruffone, un gran testardo. Era.. ora era inutile ai piani di Orochimaru.
Come avrebbe potuto...
Dosu alzò lo sguardo sull'infermo e l'altro si voltò verso di lui, avendo sentito il suo movimento. E guardando le braccia completamente bendate di Zaku, Dosu si ricordò che non gli aveva mai chiesto di togliersi le bende che gli coprivano il volto segnato dalle cicatrici. Perchè Zaku capiva quando lui sorrideva anche attraverso di esse.
"Che cosa c'è?"
Il ninja seduto si sporse verso di lui e gli mise una mano sulla testa, tra i capelli. In un certo senso gli sembrava un'ingiustizia che Zaku non potesse usare le braccia. Non era giusto. Zaku aveva bisogno di contatto, di contatto fisico con le persone, forse per l'assenza che ne aveva avuto da piccolo.
Come avrebbe potuto.. non a lui.
"Mi manda Orochimaru."
L'altro spalancò gli occhi mentre la comprensione si faceva strada tra di essi. Sì, aveva fatto bene a temere l'arrivo di un sicario.
"A cosa gli servo?" Domandò, sapendo che Orochimaru non l'avrebbe fatto uccidere se non per un buon motivo.
"Un sacrificio, ha detto." Rispose Dosu, continuando a tenere la mano sulla testa dell'altro.
Zaku rimase qualche secondo a fissarlo. "Lo farai tu?"
"No, ti devo portare da lui."
"E' giusto così. Devo tutto ad Orochimaru, in questo modo avrò adempiuto al mio scopo."
La margherita perse un altro petalo e Dosu pensò che fosse davvero crudele lasciare negli ospedali dei fiori che poi sarebbero morti davanti agli occhi dei malati.
Da qualche angolo remoto della sua mente, sentì il ricordo di sua madre, prima di morire assassinata da loro padre, lo stesso che aveva segnato il volto di Dosu. Sua madre stava preparando un cestino per lui, da portare chissà dove, non lo ricordava. -Dosu Dosu, promettimi che penserai a te stesso.-
Il piccolo bambino la aveva guardata confuso da quel momento di debolezza della madre.
-Promettimi che non finirai come me.-
Ed al tempo non aveva capito, non aveva capito quanto sua madre si fosse sacrificata per adempiere allo scopo della sua famiglia, del suo clan. Quando avesse trascurato e gettato tutto ciò che aveva per fare ciò che le veniva richiesto, da persone che la consideravano uno strumento.
-Vivi anche un po' per te stesso.- Aveva aggiunto poi, passandogli il cestino con il pranzo.
"Dosu?" Lo aveva chiamato Zaku, innervosito dal silenzio innaturale del suo sicario.
"Perchè vivi?"
Zaku lo aveva osservato come se fosse impazzito del tutto, ma vedendo che l'altro era perfettamente serio, si adattò a cercare una risposta: "Perchè sono stato messo al mondo."
"Mia madre," iniziò Dosu, notando la sorpresa nell'altro; non parlava mai dei suoi genitori "mi ha fatto promettere che avrei vissuto anche per me stesso."
"E non è quello che stai facendo?"
"Tu lo stai facendo?" Ribattè il ninja dal volto bendato.
"Io vivo per uno scopo." Tentò l'altro.
Dosu aveva scosso la testa, mentre la sua mano passava dai capelli al cullare la guancia di Zaku: "Tu muori per uno scopo che non ha nulla a che fare con te."
"Devo ripagare Orochimaru, gli devo molto."
"No, devi molto a te stesso. Tu sei arrivato qui, lui ti ha solo usato, forse ti ha offerto un'occasione ma hai già ripagato il tuo debito. Non credi di avere un debito anche con te stesso?"
Zaku ridacchiò leggermente, sussultando per l'improvviso dolore che lo colpe alle spalle: "Non ti ho mai sentito parlare così tanto."
"Hai un debito verso di me?" Continuò Dosu, imperterrito.
"Dimmi dove vuoi arrivare. Che cosa vuoi fare? Devo morire."
L'altro rimase in silenzio, a fissarlo, aspettando ancora la risposta alla sua precedente domanda.
"Sì, ho un debito verso di te. Te lo dissi, ricordi?"
E Dosu ricordava bene che Zaku gli aveva ripetuto più volte come fosse in debito verso di lui. Come se non ci fosse stato lui a dargli supporto non avrebbe potuto andare avanti.
"Quindi mi devi ripagare. Devo sapere che ripagherai il tuo debito permettendomi di dare una direzione alla mia vita."
"Sei ubriaco?" Si insospettì Zaku, improvvisamente.
"Zaku, tu meglio di tutti sai che è doloroso vivere. Mi dissi anche che la mia presenza rendeva la tua vita meno dolorosa."
"Sì, è così."
"Non pensi che possa valere anche il contrario? Che poter rendere la tua vita meno dolorosa rendesse meno sofferente la mia?"
Zaku sbuffò, tentando di scostarsi dalla mano che sembrava costringerlo a guardare il compagno negli occhi. Non voleva sentire quella che sembrava essere una possibilità, non voleva sperare di avere ancora una possibilità e di vedersi poi cadere tutto sotto i piedi.
"Non mi porterai da Orochimaru?"
"No."
"Sono inutile."
"Non per me."
Dosu ritrasse la mano e si alzò in piedi incitando l'altro ad imitarlo.
"Sono stanco." Mormorò quello, sollevandosi a sedere ed appoggiando i piedi a terra.
"Cammineremo più piano."
"Ci prenderanno."
"In quel caso non avremo rimpianti."
Zaku scosse la testa divertito e si alzò, appoggiandosi delicatamente al compagno di squadra e forse.. di vita futura?
"E dove andremo?"
"Sei stanco ma il fiato per parlare ce l'hai, eh?" Lo canzonò Dosu, passandogli un braccio attorno ai fianchi ed uscendo con lui dall'asettica stanza dell'ospedale.



Noiose riflessioni sul titolo: Il titolo è 'La vita che vuole vivere' per due ragioni. Primo, perchè la vita vuole vivere, tutti vogliono vivere e in questo caso specifico Dosu e Zaku vogliono vivere (e nell'anime non ci riescono XD) e vogliono vivere per se stessi quindi fuggono da Orochimaru. Se invece si intende la vita come qualcosa di più generico (come la vita, la natura) vediamo che lei vuole solo la continuazione delle varie specie e della vita generica, quindi non le può importare di meno se Dosu e Zaku sono felici o se vivono. I due in questo caso vengono liberati dalla responsabilità che hanno nel mondo e possono vivere per loro stessi.
Ma siccome la vita è dolore, soffrirebbero se vivessero davvero per loro stessi, quindi siccome amano Schopenauer e Leopardi XDD si può dire che trovano l'unica consolazione nella compassione, nel capire di essere sulla stessa barca e nella solidarietà. E se vi piace slashare e volete vedere questa fic in chiave shounen ai (come la vedo io) allora anche nella via dell'amore XQ__ e speriamo vivano sempre sereni e tranquilli.

 
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