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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: I DISEGNI DEL COLTELLO
Genere: Drammatico, Autobiografico, Introspettivo, Poesia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: ikumiko galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/01/2007 20:52:14

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- Capitolo 1° -

"Allontanati da me! Non ti voglio!"
"...Mamma?"
"Vattene!"
"..."

Camera mia non era molto grande...Una camera delle grandezze normali per meglio dire. Con un armadio che copriva tutta la parete bianca e a tratti colorata dalle mie impronte digitali fatte con la pittura, ed il letto attaccato, ricordo che la trapunta che si stendeva sul letto era azzurra e verde...Okay per l'azzurro, ma il verde...E' un colore che non sopportavo...Comunque sia davanti c'èra la scrivania su cui si riversavano quantità industriali di penne, matite, pennarelli e fogli con disegni sempre più macabri che andavano da angeli linciati a demoni insanguinati che a mio parere rispecchiavano la mia realtà...
Non che io vivessi in un mondo parallelo dove queste cose si susseguivano di giorno in giorno, ma vedevo così il mondo...Dove sia i giusti che gli ingiusti venivano uccisi e martorizzati a piacimento altrui, ed io con quei disegni mi sentivo importante, potente, perchè potevo decidere della morte dei personaggi della mia fantasia di bambina di nove anni come e quando volevo.
La porta della mia camera era chiusa, mia madre mi aveva chiusa dentro...Non con la chiave, ma comunque uscire sarebbe stato andare incontro alla morte...Mi avrebbero distrutta le sue parole...
Mi misi sul letto raggomitolata in me stessa, senza piangere, volevo solo avere un pò più di calore perchè stavo congelando...Cominciai a pensare a tutto quello che mi stava accadendo...Mi incolpai di aver rotto quello stupido bicchiere che era la causa della reazione impulsiva di mia madre.
Pochi giorni prima mi aveva preso un bambolotto da quaranta mila lire ed io lo avevo guardato ammirata fin dai primi attimi in cui lo avevo preso in mano. Ora si trovava accanto a me sul letto e sembrava stupirsi anche lui di non vedermi in lacrime...L'espressione del bambolotto era di sorpresa, e io senza farci caso dissi: "non voglio piangere oggi, tutto qui...E' inutile che mi guardi così"...Voltai lo sguardo verso i miei disegni e provai la voglia di disegnare ancora, e ancora, e ancora...Volevo sentirmi potente, dovevo sentirmi potente.
Presi una matita a caso che si trovava li sopra, ed un fogli bianco...Mi dissi che il bianco è uguale a innocenza, e quel foglio sarebbe stato innocente ancora per poco. Tracciai una figura umana. Era una ragazza chinata al suolo gocciolante di sangue e lacrime, con il corpo martoriato da ogni genere di violenza, dalle freccie, alle lancie, alle frustate. Disegnai due grandi ali sulla sua schiena.
Il disegno, come tutti gli altri, non era il massimo...Dopo tutto non si può pretendere molto da una bambina, ma comunque le basi si notavano da subito, e se ora dovessi ridisegnarlo di sicuro verrebbe molto bene secondo me...Ero leggera con la matita nel tracciare le linee del suo corpo, mi divertivo nel vedere la punta della mia matita scorrere sul foglio con tale indifferenza, ma alla fine cominciai a calcare tanto da creare solchi.
Presi il colore pastello rosso e comiciai a imprimere nel suo corpo ferite su ferite.
Sentii mia madre arrivare a passo spedito verso la mia camera, volevo nascondere i disegni...Lei non sopportava questo...Sperava di vedermi disegnare fiori, sempre e solo fiori e cuoricini...Cercai di metterli tutti in velocità dentro una cartellina, ma fu inutile perchè spalanco la porta sbattendola al muro e cominciò a urlare contro di me imprecazioni e scongiuri che io me ne andassi...Poi vide i miei disegni.
"Cosa sono quelli?"
"Disegni"
"Voglio vederli"
"..."
"Ancora...Ancora sangue e morti eh? Bene!"

Uscii dalla mia camera nuovamente, ma questa volta lasciando la porta dove si trovava, andò in cucina e prese un coltello...Non capivo che volesse fare, e sopratutto perchè si avvicinasse a me con quell'oggetto...Si posizionò davanti a me e mi tese il coltello con mano ferma...Lo presi senza saperne il motivo e rivolsi lo sguardo stranito verso di lei, che al contrario si mostrava fiera di se stessa e shifata da me.
"Perchè questo coltello?"
"Vuoi morire?! Perfetto! Fammi un favore allora e procedi!"

La guardai prima ancora più stranita, se possibile, poi con aria malinconica e sofferente...Ora avevo capito cosa voleva e perchè mi aveva dato quel coltello in mano...
Si susseguirono nella mia memoria ogni genere di immagini, dalle più crude alle più dolci...Ben poche...E la confusione cominciò ad essere la sovrana della mia mente. Detestavo ciò...Poi fra quelle immagini scorsi i miei disegni, e ricordai con essi anche cosa provavo a disegnarli. Disprezzai mia madre, la disprezzai con tutto il mio cuore, ma non ero certa di disprezzarla per quello che mi aveva dato in mano, o per le parole che aveva pronunciato. Guardai il coltello e passai con un dito sulla sua lama tagliente procurandomi involontariamente un minuscolo taglio, quasi invisibile, ma dal quale si formò una goccia di sangue.
Mi lasciai ricadere sul letto sempre sotto lo sguardo di mia madre, e per un'istante interminabile mi immaginai un disegno dove la protagonista morta ero io...Era bello...Molto bello...Ma poi pensai che se io ero la protagonista del disegno doveva per forza di cose esserci qualcuno a disegnarmi...Qualcuno potente a cui io stessa davo potenza ed importanza. Mia madre.
La riguardai e sul mio volto vi trovò solo odio. Mi fissò da prima spiazzata poi impaurita...Ero spaventata, arrabbiata, schifata, con odio dentro, un coltello in mano e un precedente di tentato omicidio...Ora non gli darei torto se avesse paura...
Ma non era lei che volevo amazzare...Non ne avevo il coraggio, ma non tanto per il coraggio di vedere una persona uccisa da me, ma per il coraggio di disegnarla nella mia mente come protagonista.
Mi rigirai verso il bambolotto nuovo e mi ci scagliai contro accoltellandolo circa cinque volte tutte sul petto.
Mia madre mi guardò impaurita, posò i disegni sulla scrivania e cercò di tornare in cucina quando le dissi in un sussurro: "la prossima volta non ti conviene darmi coltelli in mano...Oppure, regalami altri bambolotti, perchè ricorda che la fortuna non capita mai due volte alla stessa persona".
Si allontanò a stenti e senza voltarsi per guardarmi.
Io invece mi accasciai sul pavimento e mi misi a piangere e a tremare...
 
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