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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: IL SENTIMENTO SFIORATO
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: setsuka galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/01/2007 14:12:46

Edward non sa cosa sia l'amore, per lui è solo un sentimento che ha sfiorato. L'unica persona per la quale prova ei sentimenti è Al ma...
 
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ONE-SHOT
- Capitolo 1° -

- IL SENTIMENTO SFIORATO -
di Setsuka

Questa fanfiction è shonen ai e il pairing è a sorpresa, scopritelo leggendo.

Genere: Shonen ai
Raiting: PG
Declaimer: FMA è della sensei Arakawa e io uso solo i suoi personaggi per divertimento e non a scopo di
lucro.
Dediche: a Lake, a Rinoa, a Greta, alla mia Nee-chan, a Debby, ad Antony e a Go-chan con tanto affetto.
Note: la fiction è una revisione dell’ episodio 23, dopo la battaglia contro i fratelli Slicer e Barry lo
lo squartatore il quale fa venire il dubbio ad Al se lui, Alphonse Elric, sia esistito veramente e i ricordi
che ha sono dei falsi creati da Edward, e per questo Al non vuole vederlo e nemmeno parlargli.
Chi ricorda gli avvenimenti o comunque è arrivato fino a questo punto, saprà che Roy era bello che
lontano perché Hughes si era dimenticato di dirgli che Ed era all’ospedale. Nella mia fiction Roy
invece và a trovare Edward e…
Buona lettura.

________________________________________________________________________________________

One shot



Calore. Ecco la prima cosa che riesco a percepire al mio risveglio. Apro lentamente gli occhi. Focalizzo: sono in una camera d’ospedale non c’è dubbio, e il calore sulla mia pelle è dato dai raggi del sole che attraversano la finestra.
I ricordi si riappropriano della mia mente, la serenità di pochi secondi prima svanisce; ricordo di aver vissuto l’inferno. Stavo per uccidere delle vite umane, stavo per diventare un assassino e anche se è l’unica cosa che non vorrei mai fare, l’avrei fatta. Si, l’avrei fatta per lui. Per lui, per mio fratello Al sarei stato capace di vendere la mia anima, perché lui è tutto per me. Lui è tutto quello che ho al mondo, l’unica persona per cui io provi dei sentimenti così intensi da poter fare gesti estremi, folli. Eppure io ho chiesto scusa ad Al dicendo che non ce la facevo ad uccidere e mi sono bloccato.
Al mi odierà ora lo so… me lo merito. Ecco perché non è quì con me.
Ad ogni mio risveglio lui c’è sempre stato, la prima cosa che vedo ad ogni mio risveglio è lui; parte perché veglia da vicino i miei sogni, parte perché non appena mi sveglio il mio pensiero corre verso lui e il mio sguardo, tutti i miei sensi vanno alla sua ricerca. Lo cerco perché spesso ho paura che sia un illusione, faccio incubi dove sogno di svegliarmi e lui non c’è semplicemente perché in quella realtà io non ho rilegato, quel maledettissimo giorno, la sua anima a quell’armatura.
Ho paura.
Tantissima paura.
Paura di perdere la parte più importante di me che non è altro che lui, paura di perdere il mio più grande oggetto d’ affetto, paura che il legame creato da noi formato da un sentimento autentico dalle mille sfaccettature possa essere distrutto, ho paura che ora mi odi. Me lo merito, ma allo stesso tempo, se sapessi pregare, pregherei a un Dio nel quale non credo solo per chiedergli che Al non mi odi.
Lui è tutto quello che ho, la mia motivazione, il mio unico sostegno, la mia forza, lui è quel qualcosa che alimenta la mia vita… se non la mia stessa vita. Senza di lui io oggi non esisterei, si perché lui è l’unica cosa che mi tiene attaccato alla vita, se lui non ci fosse io lo avrei raggiunto assieme alla mamma… anzi no, la mamma è un angelo del paradiso, ammesso che ciò esista, e stessa cosa lo è Al, si ho usato il termine è perché è così, lui mi protegge e custodisce la mia vita e la sua anima costituita solo da purezza riesce ad illuminare ogni cosa che ha intorno, riesce perfino un poco ad illuminare quelle fitte tenebre che avvolgono la mia anima. Si, non ho dubbi, da quando sei nato tu sei stato il mio angelo, altro che io il fratello maggiore … che vergogna… a me è destinato solo che l’inferno. Sono un peccatore e soprattutto perché il mio compito di fratello maggiore di proteggerti è stata compromesso proprio da me: a causa mia hai perso il corpo e ho determinato la rovina della tua vita. Questa colpa mi tormenta ogni istante della mia esistenza, vorrei parlarti per sapere cosa provi nella tua condizione, ma ogni volta mi interrompo perché da perfetto egoista non voglio soffrire nel saperlo.
Ricordo che quando avevi solo un anno e la mamma mi disse che da quel momento essendo io il fratello maggiore dovevo proteggerti perché era un mio dovere. Quelle parole entrarono nel profondo della mia anima e da quel giorno ti sono sempre stato vicino e ho sempre cercato di proteggerti ma dal giorno che abbiamo cercato di fare quella trasmutazione umana, dal quel maledettissimo giorno, non ho fatto altro che mettere in pericolo la tua vita.
Mi dispiace Al… mi dispiace tantissimo… io non volevo distruggerti la vita, io volevo solo la mamma. Volevo che tornasse ancora a sorriderci, a fare i suoi dolci deliziosi, a leggerci le favole della buonanotte, a farci i complimenti quando trasmutavamo qualcosa, volevo tornasse ad insegnarci quello che sapeva, volevo tornasse a coccolarci ancora… volevo che ritornasse tutto di lei, volevo lei.
Quanto mi mancano quei giorni insieme, quando ancora c’era la mamma, in quei giorni dove avevamo iniziato a conoscere e a usare l’alchimia solo per donare dei sorrisi; quei giorni dove giocavamo insieme a Winry, dove andavamo a pescare, dove leggevamo libri dalle storie fantastiche… mi manca la nostra infanzia. Ma per colpa di quell’uomo, nostro padre che io odio; tutto lentamente è andato a rotoli e così anche le nostre vite.
Mi chiedo dove sei Al, devo ripararti al più presto, però è strano che tu non abbia chiesto di rimanere quì accanto a me, ciò vuol dire che mi odi Al? Ne hai tutte le ragioni per odiarmi, anche perché se non fosse stato per l’intervento di Scar chissà cosa ti sarebbe successo, chissà se quella dannata Homunculus avrebbe distrutto il tuo sigillo? Anche se quell’uomo ha cercato di uccidermi io ora provo una profonda gratitudine per lui, salvando te ha salvato la mia vita; però se ora tu mi odi che senso ha vivere… ah, giusto, devo ridarti ancora il tuo corpo. Quello è l’obbiettivo della mia vita, vedrai ci riuscirò Al, non so come ma ci riuscirò te lo giuro, al costo di rinunciare io alla mia anima e rilegare la tua sul mio corpo, potrei per te arrivare anche a questo; pur di darti un corpo farei questo.
Homunculus... loro hanno un corpo ma non hanno un’anima mentre tu hai l’anima ma non il corpo. Quanto è bastardo il destino, se riuscissi però anch’io a crearne uno e poi metterci la tua anima... allora tu... dovrei trovare chi li ha creati, ma non mi hanno voluto proferire parola, come potrei farmi dire chi è il loro creatore? Se io sapessi chi è e dove si trova allora sarebbe fatta. Mi sento più vicino ora alla nostra meta però ci sono molti punti oscuri e soprattutto ho paura che quegli esseri non ci diranno mai nulla... dubbi, paure, insicurezze, verità nascoste... non ci capisco più niente. Ho bisogno di certezze, di non essere solo, il mondo mi sembra tutto contro di noi, sembra volerci uccidere, ma io devo farcela, devo essere forte per te nii-chan. Devo essere forte, ma come faccio se la mia forza che nasce dalla tua presenza è assente? Come faccio se tu mi odi?
Ti prego fratellino, dimmi che non mi odi, dimmi che è per altri motivi per cui tu non sei quì... e se ti fosse successo qualcosa quando io ho perso il controllo? No. No, non può essere...
Ti prego fratellino vieni da me, dimmi che stai bene e che mi vuoi ancora bene, io ho bisogno di te, ho un disperato bisogno di te… Al torna da me perché io... io Al ti...

La porta della stanza si apre. Il mio sguardo va subito lì urlo il nome della persona che sto cercando.

<AL!!!>

<Spiacente Fullmetal, non sono tuo fratello>

<C-colonnello?>

Non credo ai miei occhi, il colonnello Mustang è venuto a trovarmi. No, c’è sicuramente dell’altro.

<Hughes mi ha detto cos’è successo al laboratorio N. 5 e ho preso il primo treno per Central appena mi ha chiamato>

<Immagino che voglia sapere cos’ho scoperto>

Figuriamoci se non è venuto per questo.

<Credo che hai fatto delle scoperte davvero sensazionali, se no non ti troveresti quì... comunque sono venuto perché...>

<Si, si dopo le scriverò un rapporto ben dettagliato su quanto è successo, comunque tornerò a lavoro appena la ferita sarà guarita e l’auto-mail riparato; devo chiamare Winry l’avrei già fatto, ma si da il caso che io mi sia svegliato ora da quando sono stato portato fuori dal laboratorio>

<Mi credi così disumano? Io non sono venuto per simili motivi, io... volevo vedere come stavi>

<Mph... mph... bella questa colonnello, davvero divertente>

<Non sto scherzando Fullmetal, sono venuto davvero quì per vedere come stavi>

<E per quale motivo?>

<Eh?>

<Cosa ti spinge a preoccuparla per la mia salute?>

Vedo nei suoi occhi meraviglia.

<Che razza di domande stupide Fullmetal... è da quattro anni che ci conosciamo e ci vediamo dalla mattina alla sera è ovvio che sia nato qualcosa. Ma a quanto pare per te non è così, no?>

Si siede sulla sedia posizionata a fianco del mio letto.
Sinceramente non ho mai pensato agl’altri, non ho mai pensato a cosa sono per me il colonnello, il tenente colonnello, il primo tenente, il secondo tenente e il maggiore; non ho mai pensato a cosa fossero per me loro.
Per me l’unica cosa importante è Al.

<Mio fratello Al, come sta? Dov’è adesso?>

La sua espressione si fa triste. Cosa significa? Al! Cos’è successo realmente ad Al? Il mio fratellino, no, non può stare male, dimmi colonnello che sta bene, dimmelo! Lui non può essere... non al mio Al, non a lui! Perché io...

<Al è fuori sta bene anche se ha alcune parti lese, ma dovresti saperlo, no?>

<E’ la verità colonnello? Davvero Al sta bene?>

Mi guarda leggermente stupito.

<Certo, ti ho detto che è fuori se vuoi posso portarlo quì>

-Uff-

Sospiro, sta dicendo la verità. Come vorrei lo portasse, come vorrei riabbracciarlo e chiedergli scusa e poter sfogare tutto ciò che mi tormenta. Non lo farò però; Al non vuole vedermi. Ne sono certo.

<Aveva un’espressione triste quando me l’ha detto colonnello perciò mi ha fatto preoccupare>

<Ah...>

<Per quale motivo quell’espressione?>

Mi fissa negl’occhi.
Non avevo mai fatto caso a quanto fosse intenso il suo sguardo. distolgo i miei occhi e lui comincia di nuovo a parlare.

<Sai... aspettavo mi dicessi un’altra cosa e non che mi chiedessi di tuo fratello>

<Eh?>

Cosa vuole dire? Cosa si aspettava gli dicessi?

<Per te è come se al mondo non esistesse null’altro che tu e Alphonse, come se tutto ruotasse intorno a lui. Tra voi due c’è come una sfera di sentimenti al quale nessuno permettete di avvicinare, è come se voi viveste in un mondo solo vostro... prima o poi però le vostre strade si separeranno e se continuate così sarà molto doloroso separarvi se non moderate il vostro legame>

Ma che diavolo blatera il colonnello? Cosa vuole insinuare? E’ vero per quanto sia difficile l’idea della separazione, un giorno che io mi auguro più lontano possibile, io e Al ci troveremo a percorrere strade diverse... si, ma perché dovremmo moderare il nostro legame? Il nostro legame, già... quell’ossessione torna di nuovo a tormentarmi... è troppo doloroso... io non posso credere che Al non mi voglia più bene, non vorrei crederci...

<Al... Al penso che ora mi odi...>

<Cosa?!>

Non so perché l’ho detto, perché l’ho detto proprio a Mustang, ma avevo bisogno di dire ciò che mi tormentava e forse ho bisogno di parole di conforto.

<Ha capito bene colonnello, per non uccidere delle vite umane stavo per far uccidere mio fratello... sono proprio un vigliacco un pessimo fratello... anzi non sono neanche degno di essere chiamato così. Io con il mio egoismo potevo uccidere Al... però per fortuna a salvarlo c’è stato Scar. Se non fosse stato per lui sono sicuro che Al sarebbe morto, tutto per colpa mia. Farebbe bene ad odiarmi, me lo merito eppure sono talmente egoista da desiderare ardentemente che mi voglia ancora bene>

Stavo per scoppiare in lacrime, ma davanti al colonnello non potevo.

<Lui non ti odia. Sicuramente a capito che non ce la facevi ad uccidere e poi siete entrambi salvi perciò non...>

<NO! Non puoi dire che ora siamo salvi, perché comunque lui ha sicuramente meditato sul mio gesto, ed era un gesto che non dovevo assolutamente fare, era mio dovere proteggere mio fratello; se io l’avessi fatto oltre che a salvare mio fratello gli avrei potuto ridare il suo corpo>

<Il suo corpo? Cosa significa? Non vorrai dire che...>

<Se avrei ucciso quegli uomini, quei criminali non avrei fatto altro che la cosa giusta, avrei potuto ridare una vita ad Al e avrei tolto di mezzo solo che della feccia>

<NO! Non è vero, lo sai benissimo anche te, credimi hai fatto solo che la cosa giusta. ora è l’irrazionalità, il tuo affetto per Al e il tuo senso di colpa a parlare. Tu non sei un assassino Edward, e quelle erano delle vite umane comunque preziose; la vita di un essere umano non si può valutare. Tuo fratello l’ha capito, cosa credi? Edward tu hai fatto la cosa giusta convinciti, se avresti sacrificato quelle vite, allora si in quel caso tuo fratello ti avrebbe odiato>

Il colonnello si era avvicinato a me e mi stava fissando con una certa rabbia nei miei occhi.
Forse è vero quello che dice ma per me è troppo difficile da accettare perché sento di aver fatto quel torto ad Al; ma forse mi avrebbe comunque odiato se io avessi tolto la vita a quegli esseri umani... esseri umani, già erano comunque uomini, anche se avevano molti peccati sulle loro spalle, non sta certo a me giudicarli, perché non volevo uccidere i fratelli Slicer se no?
E poi io sono un peccatore come loro e ancora meno ho il diritto di giudicarli, come ha detto il colonnello non è da me fare affermazioni del genere.

<... già non è da me colonnello giudicare le persone e a pensare che la loro vita valga meno di un’altra... però colonnello mi chiedo perché allora Al non si trova quì con me? Perché non ha chiesto di starmi a fianco come ha sempre fatto?>

<Ho saputo da Hughes appena arrivato, che Alphonse ha vegliato per molte ore su di te, solo poco fa ti ha lasciato; non so però il motivo per cui se ne è andato>

<Oh Al...>

Una lacrima sta per uscirmi; strofino il braccio contro gli occhi: non devo. Allora forse ancora Al mi vuole bene; il mio nii-chan...

<Tu... non gli vuoi solo bene vero?>

Non capisco la domanda del colonnello postami con uno sguardo timoroso e rivolto verso il basso.

<Prego?>

<Tu non vuoi semplicemente bene a tuo fratello, provi qualcosa di più per lui, vero?>

Spiazzato, meravigliato, confuso, stordito, ecco come mi sento. Questa domanda non me la sarei proprio aspettata. Cosa vuole dire il colonnello? Vuole dire che io provo qualcosa di più del forte sentimento fraterno che mi unisce ad Al? Sinceramente non riesco a capirlo.
Al è tutto ciò che ho al mondo, ciò che ho sempre avuto, la brutta esperienza che abbiamo vissuto ha fatto in modo di solidificare sempre più i nostri sentimenti rendendoli indistruttibili. Lui l’ho avuto per ogni giorno della mia vita perciò per me sarebbe quasi impossibile separarmi da lui; per me, come già detto è tutto; tutto perché non ho niente al mondo oltre lui. Ovvio che io possa provare sentimenti profondi solo per lui, ovvio che ruoti tutto intorno a lui per me, in particolare per il rimorso che brucia in me in maniera talmente intensa da essere inspiegabile.
Ho solo lui che mi è sempre stato vicino giorno e notte, solo lui che mi può capire perché abbiamo provato dolori simili, perché abbiamo vissuto le medesime esperienze, perché ogni decisione presa l’abbiamo fatta insieme, perché abbiamo passioni in comune, perché è l’unica persona che mi conosce veramente, perché siamo cresciuti insieme perché... è mio fratello.
Per via di tutto questo per noi esiste un mondo solo per noi e un legame così forte.

<Giusto... io non sono la persona con cui vuoi parlarne e non sono affari miei, capito>

Il colonnello si alza, e si dirige verso la porta, sibila qualcosa del quale io riesco a capire solo poche parole.

<........... non c’è posto per nessun’altro>

<Colonnello dove va? Colonnello... colonnello...>

Ma cosa gli sarà preso? Perché è andato via così? Per una volta che non abbiamo litigato.
Voglio raggiungerlo e capire bene cos’ha. Mi alzo dal letto per prendere i vestiti poggiati su una sedia, la ferita all’addome mi fa ancora male e vestirsi con un braccio non è per niente semplice, visto che l’auto-mail è fuori uso.
Appena finito di vestire dopo più di dieci minuti sento bussare alla porta, invito ad entrare, è il tenente Ross.

<Signor Elric! Ma cosa ci fa in piedi,cosa pensa di fare nelle sue condizioni, si rimetta subito al letto!!!>

Mi rimprovera come se fosse la mamma... mamma... era lei che avevo chiamato così, si proprio il tenente Ross; mi aveva abbracciato mentre ero completamente fuori controllo, mi ha stretto forte a se pronunciando parole rassicuranti e ho avuto la sensazione che fosse stata la mia mamma e l’ho chiamata così poi nel suo rassicurante abbraccio ho perso i sensi.
Certo che vergogna: comportarsi come un mammone a quindici anni!

<Tenente Ross per favore mi dia del tu>

Le sorrido e la vedo arrossire.

<Si, si, tutto quello che vuole ma si rimetta subito a letto!>

<Non si preoccupi non voglio mica fuggire, ho bisogno di un po’ di riposo; ma allo stesso tempo voglio sgranchirmi un po’ le gambe, ce la faccio, per favore si fidi>

Le prendo le mani tra le mie.

<Lo dico per il suo... tuo bene Edward>

<Io sto bene, davvero le ferite non mi fanno così male, ho solo bisogno di passeggiare un po’...>

<-Uff- e va bene, ma solo per poco>

Mi guardo i capelli, non posso andare in giro con i capelli così disordinati e nemmeno posso farmi la mia treccia visto che ho solo un braccio. Mi siedo sul letto.

<Tenente Ross...>

<Edward chiamami semplicemente Maria, per favore>

<Maria allora... posso chiederti se mi puoi fare la treccia? Io vedi con un solo braccio non...>

<Ok, nessun problema>

Che bella sensazione le sue mani sulla mia chioma. E’ un gesto intimo che solo ad Al ho sempre fatto fare, eppure a lei posso farlo fare visto che ha qualcosa che mi ricorda tanto la mamma.

<Tuo fratello ti ha vegliato fino a poco fa, era di fuori, poi il sottotenente Brosh l’ha portato via in una camera quì vicino per non essere infastidito dalla gente che passava>

<Grazie Maria e ringrazia anche il sottotenente Brosh, avete fatto molto per noi>

La treccia era terminata, mi voltai per guardarla in volto.

<E’ stato bellissimo poter aver la sensazione di poter riabbracciare la mamma dopo tutti questi anni>

Ci avevo messo coraggio per riuscire a dirlo. Maria intanto era arrossita, ma solo per un attimo. Ecco che abbraccia ora forte me e ad arrossire sono io.

<Sei un ragazzino che ha tanto bisogno d’amore Edward, fingi sempre di essere grande e sicuro di te, fingi di non aver bisogno di nessuno all’infuori di tuo fratello, ma non è vero anche se tu forse non l’hai capito, tu hai bisogno d’amore che provenga da qualche altra persona che non sia tuo fratello>

Scioglie l’abbraccio e mi guarda intensamente negli occhi e poi sorride, rispondo anch’io col sorriso.

<Grazie Maria. Senti non è che sai per caso dove si è cacciato il colonnello Mustang?>

<L’ho visto andare verso i giardini>

<Ti ringrazio ancora, dì a mio fratello che lo vado a trovare tra poco>

Esco dalla stanza e lentamente vado in direzione dei grandi giardini che si trovano nel complesso ospedaliero. Dopo lunghi minuti di ricerca ecco che lo trovo seduto su una panchina a contemplare un albero.

<Colonnello!>

<Fullmetal? Come mai sei qua? Nelle tue condizioni...>

<Non si preoccupi sto bene>

Mi siedo anch’io sulla panchina.

<Volevo sapere perché se n’era andato così e cos’ ha detto prima di uscire dalla mia stanza>

<Nulla d’importante>

<Forse per me no, ma vista la sua espressione amareggiata si direbbe che per lei era importante>

<E’ alquanto strano che tu ti interessi a qualcuno che non sia Alphonse>

Lo sta dicendo con sprezzo e senza degnarmi di uno sguardo. Odio quando la gente mi parla e non mi guarda. Mi alzo poggiandomi alla corteccia dell’albero davanti a lui.

<Dato che ti reggi in piedi e tuo fratello è al centro di ogni tua attenzione perché non vai da lui, dato che al momento lui non si può muovere>

<Ecco perché è odioso colonnello, quel tono che va tra lo sfottente e lo sprezzante... quel sorrisino derisorio... mi viene solo che da prenderti a pugni>

<Guarda che io me ne ero andato per toglierti il disturbo, sei tu che sei venuto a cercarmi, te ne puoi anche andare>

<Maledetto... io... io sono venuto perché lei mi stava dicendo qualcosa che mi riguardava e qualunque cosa mi riguardi è mio diritto saperla!>

Gli dico quasi urlando.
Silenzio.
Si alza e viene davanti a me, la sua mano si poggia al mio lato destro sulla corteccia del grande albero.

<Per te non c’è posto per nessun’altro>

Dilato gl’occhi. Cosa sta dicendo? A la testa bassa e poi le sue iridi corvine incontrano le mie. Il suo sguardo è talmente intenso, lui è talmente vicino... non posso fare a meno che arrossire.

<E’ quello che ho detto e tu non hai sentito: “per te non c’è posto per nessun’altro”>

<C-cosa significa?>

<Era una mia riflessione ad alta voce, hai detto comunque che per te non era importante, no? La tua era solo curiosità, perciò non sono obbligato a darti ulteriori spiegazioni. Non è una cosa che riguarda Alphonse, quindi per te non deve avere nessuna importanza immagino>

Il tono della sua voce era tra il malinconico e il maligno.
“Per te non c’è posto per nessun’altro”
Perché Mustang aveva detto questo? E’ strano, si, suona strano che lui...

<Io non capisco.. perché si comporta così colonnello?>

<Non chiedermi di più, già tutto questo è umiliante per me... oltre che doloroso>

<Perché mi dice tutto questo colonnello e poi mi dice che non vuole dirmi altro?! PERCHE’ ME LO VUOLE SPIEGARE, PERCHE’ ?>

<Una parte di me vorrebbe parlarti, ma un’altra mi dice di evitare questo dolore inutile>

Abbasso la testa ancora più confuso di prima.

<... ci provi...>

Non so perché l’ho detto. Alzo lo sguardo e trovo il colonnello davanti a me... vicinissimo a me.

<Vorrei oltrepassare quelle sfera, vorrei entrare nel tuo mondo, vorrei che per te non esistesse solo lui, vorrei che potessi renderti conto che al mondo ci sono altre persone... che ti vogliono bene... che... ti amano>

Queste parole arrivano al mio cuore dolorosamente come arriva una freccia al suo obbiettivo.
Il dolore arriva solo per poco lasciando poi una sensazione piacevole nel mio animo ancora fortemente scosso per quella dichiarazione così strana, così illuminante così...

Stupore.

Le labbra del colonnello sono sulle mie.
Sento che delicatamente le sta assaporando, con gusto... ho una fitta gelida allo stomaco, il mio cuore sembra scoppiare, le mie gambe si indeboliscono, la mia testa è vuota e i miei occhi sono dilatati per la più totale meraviglia. Non posso crederci ancora: il colonnello mi sta baciando.
Una folata leggera di vento ci oltrepassa mentre io ho lo sguardo perso in quel paesaggio ma allo stesso tempo non riesco ad identificare nulla di ciò che mi circonda; il mio sguardo si è completamente perso dalla realtà, i miei sensi percepiscono solo lui, si focalizzano completamente in quell’universo di sensazioni che fino ad ora per me era ignoto.

Al è lontano miglia e miglia dalla mia mente... solo il colonnello ha ogni mia attenzione.

Chiudo gl’occhi ormai completamente trasportato, schiudo le labbra e gli lasciò esplorare la mia cavità. Dopo poco inizio a provare un piacere indescrivibilmente bellissimo e emetto dei gemiti soffocati. Mi chiedo perché lo stò lasciando fare, dovrei allontanarlo ma non ne ho la minima voglia perché mi sento bene... come mai stato prima d’ora.

Che questo sia quel sentimento chiamato amore?

Vorrei che potessi renderti conto che al mondo ci sono altre persone...che ti vogliono bene... che... ti amano.

Si. Lo è.
Lui mi ama.

Non so se per me sia amore, non so se è giusto che io lo faccia; rispondo al suo bacio.
Tutti i miei sensi cadono lentamente nell’oblio del piacere.
Per la prima volto provo interesse per qualcun altro che non sia Al. Vorrei conoscere il colonnello, sento questo desiderio che viola in bisogno.
Per la prima volta sento delle invisibili catene che si spezzano... da Al, nel nostro mondo una crepa.
L’ossigeno, troppo necessario, ci fa separare. Apro gli occhi e incontro le sue iridi di tenebra non poi così oscure, in loro c’è una piccola luce.
Gli sorrido.

<I miei complimenti per esser riuscito ad infrangere la barriera del mondo mio e di Al. Benvenuto>

Mi sorride.

Che cos’è l’amore? Quello vero che generalmente unisce uomo e donna, cos’è?
Io fino ad oggi l’ho sempre sfiorato con Al, ma lui è mio fratello. Ora con questo bacio l’ho sfiorato di nuovo questo sentimento, ma con un’altra persona... con il colonnello che da ora sento far parte del mio mondo. Non posso dire che io lo ami ma chissà... forse con il colonnello riuscirò a toccare quel sentimento chiamato amore, sono curioso di saperlo; ma per ora, per me, l’amore rimane un sentimento semplicemente sfiorato.



-Owari-

P.S. che ve ne pare?So che non è nulla di eclatante o particolarmente coinvolgente, ma avevo voglia di scrivere su cosa prova per me Edward per Alphonse e cosa può essere il vero amore, spero di aver reso l’idea; ma attenzione, io in questa fiction non parlo d’amore, ma di un sentimento sulla soglia dell’amore. Come è perfettamente da me alla fine si è rivelata più una RoyXEd. Il fatto è che io non ce li vedo i due fratellini insieme, capite? Quando leggo una EdXAl mi ritrovo la notte a fare strani sogni (Dico sul serio!) però devo dire che i triangoli sentimentali AlXEdXRoy mi intrigano un sacco, insomma basta che alla fine vinca Roy, ovvio! Ne ho letta una di questo genere che si intitola “The Basical Alchemy”, BELLISSIMA! Leggetela! Peccato però che sia incompleta, incito l’autrice a continuarla e a fargli un bel finale RoyXEd, visto che è ancora tutto molto vago. W ROYXED FOREVER!!!

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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
inuyasha94 - Voto: 04/05/08 16:26
Tel'ho già commentata privatamente e sai come io ami questa FF! Very very compliments!!!
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