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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Kingdom Hearts
Titolo Fanfic: HEALING
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot, OOC, Shounen Ai
Autore: marluxia25 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/01/2007 21:30:56

One shot sulla coppia Axel-Roxas, alla quale non è stata data una degna fine... è la mia prima fanfic, spero l'apprezziate!
 
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HEALING
- Capitolo 1° -

World that never was...

Una violenta tempesta scuoteva il castello dei XIII fino alle sue recondite fondamenta.
Il vento gelido come la lama affilata di una falce penetrava dalle mura, ferendo e ghermendo l'edificio.
La pioggia s'infrangeva con violenza provocando un frastornante e cupo rumore di sottofondo, che assieme al vento intonava una lugubre nenia funebre. Il cupo cielo nero, illuminato di tanto in tanto dal bagliore di un lampo, riversava la forza degli elementi su quel mondo, come un rinnovato diluvio universale compito a sommergerne tutti gli abitanti.
Ma gli unici che vivevano in quel luogo desolato erano i Nobody, creature senza cuore ma dall'aspetto umano, componenti di un organizzazione realizzata ai fini di rendere completo ciascuno di loro.
Era proprio uno di questi Nobody che in quel momento camminava nei solitari corridoi del castello, le dita intrecciate dietro la nuca, i verdi occhi smeraldini fissi nel vuoto con un espressione assorta.
Un improvviso boato di tuono lo colse alla sprovvista, immerso nei suoi pensieri, spaventandolo. Istintivamente il ragazzo si poggiò una mano sul petto, all'altezza del cuore, come se potesse sentirlo battere ferocemente.Aspettò che il frastornante rumore cessasse e volse il suo malinconico sguardo a una finestra, osservando la pioggia con espressione vuota, non vedendola veramente.
Avrebbe voluto sentirlo battere, il suo cuore, perso chissà dove nei recessi dell'oscurità più densa. Lasciò che il suo braccio scivolasse docile lungo il fianco e sospirò. Secondo lui un cuore non era necessario per poter provare dei sentimenti... sorrise tra se e se pensando a Roxas. Lui lo avrebbe rimbeccato acidamente, decretando che i sentimenti che provavano erano solo ricordi del loro passato umano.
Ma era proprio così?
Poggiò una mano sul vetro, osservando il suo riflesso. Due gocce di pioggia caddero sul riflesso delle sue lacrime.
Se davvero, come diceva lui, i sentimenti che provavano erano solo reminescenze del passato, allora anche quello che lui provava era effimero, destinato a svanire? No. Non lo era... lui provava davvero quei sentimenti...
Riprese a camminare verso la zona delle camere da letto.
Demyx era corso da lui quella sera, ad avvisarlo che Roxas era appena tornato da una missione. Xemnas gliel'aveva affidata più di una settimana fa, e quei giorni senza di lui erano stati come l'inferno per Axel.
Come aveva udito l'informazione del numero IX si era precipitato giù dal tetto, il suo rifugio nei giorni di solitudine, e aveva iniziato a raggiungere il suo migliore amico.
"Migliore amico..." sbuffò Axel. Era ormai un anno che non guardava più Roxas come un amico.
Imboccò finalmente il corridoio dove iniziavano a scorgersi le prime camere e automaticamente svoltò a destra, abituato ormai a percorrere quel tragitto, così familiare, da non riflettere nemmeno sulla strada che prendeva.
Si fermò davanti alla penultima porta, sulla quale era intagliato finemente il numero XIII. Axel sfiorò le cifre con la mano guantata, con delicatezza, poi voltò il palmo della mano e bussò un paio di volte.
Ma dalla stanza non proveniva alcun rumore. Rimase lì davanti un minuto intero e proprio mentre stava per andarsene nella camera di Demyx a fargli una partaccia per il gran brutto scherzo idiota, la porta si aprì con uno scatto.
Roxas si affacciò, l'uniforme nera completamente fradicia, così come i biondi capelli scompigliati.
Nel vederlo Axel provò un gran senso di felicità, e giurò di aver sentito il suo cuore battere sul serio.
"Sei tu Axel..."sussurrò con voce roca il numero XIII.Aveva gli occhi vitrei e annebbiati.
"Meno male..." sorrise dolcemente.
Anche Axel gli sorrise, estandendo la sua felicità agli occhi smeraldini, freddi e indifferenti la maggior parte del tempo.
Prima che potesse dire o fare qualunque cosa Roxas gli crollò addosso, il respiro affannato, il corpo inerme e bollente, le ciglia unite a nascondere la profondità dei suoi occhi azzurro cielo.
Axel si tolse un guanto, l'espressione preoccupata, e con il dorso della mano toccò la sua fronte cocente.
"Roxas... ma tu hai la febbre..."

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Il nobody si svegliò dopo un lasso indeterminato di tempo, le ossa indolenzite, il volto pallido e accaldato. Aprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco quello che lo circondava. Qualcuno lo aveva portato a letto, il morbido tessuto bianco dei cuscini gli pungeva le guance e le coperte riscaldavano il suo corpo solcato da brividi di freddo.
Lentamente riuscì a distinguere la sua stanza e, soprattutto, colui che gli stava dinanzi con espressione preoccupata e dolce.
"Axel..." cominciò, mormorando.
Ma il nobody dai capelli rossi lo zittì con un gesto della mano, iniziando ad accarezzargli i ciuffetti biondi. "Non affaticarti, hai la febbre molto alta... riposati adesso"
Roxas lo guardò riconoscente e sorridendo dolcemente accennò un sì con il capo, prima di precipitare nuovamente nell'oblio.
Axel lo guardò con tenerezza, prima di alzarsi dalla sedia e uscire dalla camera.
"Torno subito.." sussurrò, consapevole che colui a cui era destinato il messaggio, non poteva comunque sentirlo.

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Quando finalmente Roxas si risvegliò del tutto le sue condizioni non erano migliorate molto. La sua mente era più lucida in compenso, e stavolta non ci mise molto a mettere a fuoco la stanza.
Su una sedia, al suo capezzale, stava Axel, lo sguardo stanco e amorevole rivolto verso di lui. Sul comò era poggiata una tazza, l'aroma che emanava sapeva di fiori, ma nonostante il buon profumo, Roxas venne colto dalla nausea e dovette tapparsi il naso con il lenzuolo.
"L'ha fatta Marluxia vero?" gli domandò, indicando l'infuso.
"Sì" gli rispose Axel. Nonostante gli innumerevoli diverbi, Marluxia era uno dei pochi dei quali si fidava veramente."un rimedio molto più efficace delle medicine. Dopo che l'avrai preso la febbre dovrebbe abbassarsi in fretta"
"Preferisco tenermela" ribattè acido il numero XIII, storcendo il naso.
L'altro lo guardò in tralice "Roxas, non fare il bambino capriccioso!"
"Non sto facendo il bambino capriccioso!"
Axel inarcò un sopracciglio "Ah no?"
"No!! è che quella... cosa.... mi da la nausea!"
Il nobody dai capelli rossi sospirò, esasperato dalla testardaggine dell'altro.
Roxas si tirò su le coperte fino al mento "Non puoi costringermi, lo sai!"
Axel allora lo guardò, il sopracciglio ancora inarcato. Si chinò dolcemente su di lui, avvicinandosi al suo collo.
"Scommettiamo di sì?" gli sussurrò all'orecchio, con fare seducente. Roxas rabbrividì, sentendo il suo alito caldo sul collo.
"Dopo che l'avrai presa starai meglio... o preferisci stare confinato in questo letto per giorni interi?"
"Bè... se ci sei tu qui con me..." Rispose, poco lucido a causa dell'amico, e rosso in viso.
Axel si allontanò con un ghigno sghembo dipinto sul volto "Ah, ma io non verrei a trovarti sai?"
Roxas guardò prima il nobody e poi la tazza, sulla quale si soffermò con sguardo truce. Sapeva che non parlava sul serio, che anche se non l'avesse presa sarebbe andato a trovarlo tutti i giorni, ma non volle sfidare la sorte. Chinò il capo e sospirò, in segno di resa. Prese in mano l'infuso, tenendolo un po'per scaldarsi le mani gelide, finchè non lo bevve tutto d'un fiato, rischiando di ustionarsi la lingua, sotto lo sguardo compiaciuto di Axel.
Quest'ultimo lo osservò poggiare la tazza vuota sul comodino con uno strano scintillio negli occhi verdi.
Roxas si voltò verso di lui, notando quello strano sguardo.
Axel si chinò nuovamente su di lui.
"Ma che bravo il mio bambino..." sussurrò dolcemente, prima di poggiare le sue labbra fredde su quelle bollenti del biondo. Quest'ultimo le dischiuse con un gemito, stringendo l'altro a se, e lasciando che il bacio, da casto, venisse infuso della passione e dell'amore che provavano l'uno per l'altro, e che non avevano mai apertamente espresso fino a quel momento.
Axel posò una mano sulla guancia di Roxas, godendo appieno di quel momento, che da tanto bramava. Lasciarono che quel contatto fra di loro divampasse come il fuoco di un incendio, ustionante e eccitante.
Roxas allontanò leggermente le sue labbra da quelle dell'altro e lo fissò, sorridendo.
"Era proprio questa la medicina che desideravo..."
Axel lo osservò con dolcezza, e riprese da dove era stato interrotto.



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THE END!
Allora? Come vi è sembrato? Sono sempre stata incapace di dare un giudizio a me stessa....
è la mia prima fanfiction, non siate troppo crudeli >x< (Non siamo noi crudeli, sei tu incapace!!)
Sigh ç_ç
Era da tanto che volevo scrivere una fic su questa coppia, divisa dalla morte.
Quanto ho pianto, nei sotterranei dell villa al dialogo:
"We meet again, in the next life..."
"Yeah. I'll be waiting!"
"Silly! Just because you have a next life!"
ç___ç e la commovente morte di Axel, quando confessa a Sora che Roxas era l'unico che gli facesse battere il cuore!!
*sniff*
Trovo che non abbiano dato a questa coppia il giusto merito... meno male che esitono i fanwriter *soffia il naso commossa*
Bè, commentate, sia in modo negativo che positivo, se ho fatto errori o se non vi è piaciuta devo saperlo >x<
E... sempre viva l'akuroku ù_ù


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
kappamak - Voto: 19/01/10 17:02
CHE DOOOOLCEEEEEE!!!! Oddio, sono un'inguaribile romanticona^^" E' troppo bellinaaaa!!!
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