LAMPI DI LUCE - Capitolo 1° -
1 capitolo: Lampi di luce
Regione del fuoco, Konoha...
Il terzo Hokage ringraziò il giovane chiunin Iruka per avergli riportato il Rotolo Proibito. Iruka semplicemente rispose “fa parte dei miei compiti di ninja Hokage-sama!” Il suo superiore disse gentilmente “ragazzo puoi tornare a casa per riposarti, per oggi è tutto finito”. Il ragazzo non si fece ripetere l’ordine e se ne andò, tornò a casa per potersi riposare. L'anziano ninja tornato nelle camere del palazzo, prese a dedicarsi alle sue faccende, ma prima ripose il manufatto sottratto al suo posto, in mezzo ad altre antiche pergamene. Tutti i manufatti riportavano nozioni su tecniche ninjitsu, jinjitsu e taijitsu. Tutti ad eccezione di uno che narrava una strana e breve favoletta. L’Hokage ad alta voce lesse “Enma ordina di sciogliere i sigilli...La porta si apre...Arrivano tre Hitogata! Arrivano gli Yasha!” Sarutobi non ne capiva il motivo, ma rileggendola in quel momento, ebbe l'impressione che stesse per succedere qualcosa. La pergamena cominciò a brillare e l'hokage avvertì forti energie maligne circondarlo, tutto però cessò di colpo. Tornò tutto normale. “Ma cosè successo!!!” Si chiese allarmato. La pergamena si sgretolò davanti ai suoi occhi increduli... I guai erano appena cominciati.
Da tutt'altra parte, a Bovisio M. davanti alla piazza del comune...
Una ragazza solitaria dall'aria scontrosa aspettava l'arrivo di due sue amiche:Laila e Giada. Pensava ai fatti suoi, quando si senti chiamare e voltandosi la vide. “Ciao Gabry” Era arrivata la Giada. “Ciao Giada” “E da tanto che non ci si vede” “Già dall’uscita da scuola” Amavano scherzare, poi Giada chiese quando arrivava la Laila, e Gabry fece semplicemente spallucce, non lo sapeva proprio. Le due ragazze si appoggiarono al muretto del municipio, parlando del più e del meno in tutta tranquillità. Poi... Giada guardò dall’altro alto della strada ed esclamò “Ma quella è lei!” “Siamo quaaa!” Gridò Gabriella. La rossa ragazza accellerò il passo e a meno di venti centimetri dalle amiche le abbracciò con foga. “Ciaooo Amori!” “Ciao” Dissero le altre insieme. “Cominciamo ad andare?” propose Laila. “Certo, destinazione Tana!” E cosi le tre si incamminarono verso la fumetteria.
Quando finalmente arrivarono ed entrarono Gabry disse “Il posto è piccolo ma accogliente” Laila rispose semplicemente “Vero… eccoli là, devo prendere Nana” Giada esclamò “Io guardo e basta!” Gabriella invece si diresse verso il suo amore attuale, cioè Naruto. Ma lanciò una specie di grido soffocato quando vide i numeri sparpagliati. “Ma che cavolo… un po’ di ordine no?” “Vabbè dai” Ribattè Laila leggermente stranita. “Quanta confusione per dei fumetti” Aggiunse Giada, a lei quelle robe, piacevano, am comprarle no, melgio farsele prestare! “Giada, guarda là, c’è un artbook di Inuyasha, pensa forse ci saranno immagini di Miroku” Le disse Gabriella, sapeva che il suo punto debole era Miroku. “Diamogli un occhiata” Disse semplicemente l’amica invaghita del bonzo. “Ma perché non esisti Miroku!” “Sarebbe meglio esistesse Fuuma o Sakurazukamori!” “Si Gabry, mettiamo in scena tutto X e l’apocalisse già che ci siamo!” Gabry semplicemente esclamò “Magari… Piuttosto guarda qua Laila” Laila fissò la copertina di Naruto numero 13. “Mamminaaaaa! Il mio tesoruccio schizzofrenico,omicida,coccoloso e puccioso Gaara!” Si era persa col rossino… Dopo una quandicina di minuti passati nel negozio decisero finalmente di uscire, e scielserò di andare al parco, dove la Laila si trastrullò sull'altalena x mezz'ora prima di raggiungere le compagne sedute sotto un'albero di tasso. Riserò, scherzarono, imprecarono contro vecchi maniaci e lesserò i loro fumetti. “Sakurazukamori sei bellisismo” Diceva di tanto in tanto Gabriella. “Aaah Sango, ti ammazzerei…!” Laila e Giada la guardarono sornione, sapevano che Giada odiava Sango, e andava pazza per Miroku… “Ma perché non esiste?” Si chiese Giada. Laila stava per rispondergli ma qualcosa dietro le ragazze iniziò a brillare, lampi accecanti le paralizzano e l'oscurità le avvolse. Sembra di scivolare, cullate dolcemente per chissà quanto tempo. La sensazione era cosi dolce da farle addormentare senza timori. Inconsciamente seppero che non c’erano pericoli, come farsi male o morire, sembra di rinascere
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