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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: QUESTIONI DI GATTE!!
Genere: Commedia, Comico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: gattamaggiorenne galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/01/2007 20:03:47

Milly, la mia gatta altezzosa, cerca di insegnare le buone maniere alla rozza Molly, chiamata anche piccolo budda....XD
 
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ONE SHOT
- Capitolo 1° -

QUESTA FANFIC è NATA DA UN FATTO CHE è SUCCESSO STAMATTINA, CON LE MIE ADORATE GATTE COME PROTAGONISTE, TANTO SCEME QUANTO DIVERSE, CHE RENDONO LA MIA VITA OGNI GIORNO PIU' COLORATA.
MILLY è UN INCROCIO FRA UN SIAMESE E UN EUROPEO, ELEGANTE E RAFFINATA, A PELO CORTO. HA IL PELO BIANCO CON VARIAZIONI COLOR CREMA MA SUL MUSO, LE ORECCHIE, LA CODA E LE ZAMPE IL PELO è GRIGIO.
MOLLY E' ALTRETTANTO CARINA, CICCIOTTELLA, DAL PELO LUNGO CHE VARIA DAL NERO AL GRIGIO, CON LA PANZA MARRONCINA E LA CODA VAPOROSA.
DEDICO QUESTA FIC A LORO DUE, AUGURANDOGLI UNA VITA LUNGA E PIENA DI SODDISFAZIONI.






QUESTIONI DI GATTE!



Come al solito, alle sette in casa Fusi si udì il metallico rumore della sveglia trillare in camera di Sarah.
Il rumore destò Milly, la gattina siamese dal bel pelo bianco e gli occhi di ghiaccio che, dopo aver aperto un occhio, si alzò educatamente e iniziò a leccarsi il manto.
La gattina gettò una occhiata sdegnata a Molly, purtroppo sua coinquilina, spaparanzata nella cesta accanto a lei e ancora profondamente addormentata.
La gatta, dal pelo fulvo che variava dal marroncino al nero, occupava praticamente tutta la cesta con i suoi “chili di troppo”, e Milly era costretta a sonnecchiare in un angolino tutta stretta per causa sua.
La gatta, che di felino aveva solo l’aspetto, soleva dormire a pancia in su come una umana e, a parere di Milly, era uno spettacolo indecente. Aveva pure la bava alla bocca!!!
Milly sbuffò e roteò gli occhi, vedendo che Molly continuava ancora ostinatamente a dormire. Iniziò a puntellarla con la zampina, seccata.
“hey? Hey! Specie di massa informe che occupa tutta la cesta? Ci si deve svegliare. Capisci? Sve-gli-are! Che modi sono questi? Quando si alza la padrona ci alziamo anche noi!”
La gatta si svegliò con un sussulto, e fissò con sguardo inebetito Milly, che faceva una specie di smorfia sotto i baffi.
“eh buongiorno!” si esasperò Milly, scendendo dalla cesta. “muoviti, inizia a lavarti. Ci si deve lavare almeno venti volte al giorno per essere belle pulite. Comprendi?”
Ma mentre si girava verso la cicciotella micia, notò con rabbia che non l’aveva nemmeno ascoltata, anzi, giocava con la pallina.
“MA NON MI CAGHI NEMMENO!!! FILA SUBITO A LAVARTI! COSA FAI CON QUELLA PALLINA?! NOI GATTI NON SIAMO CLOWN!!!”
L’arrivo di Sarah placò gli animi. Milly saltò agilmente sul divano e assunse una espressione di regale dignità.
Al contrario Molly, troppo cicciotella per saltare altrettanto agilmente, seguì la bianca felina ma ruzzolò per il pavimento.
Molly fece una faccia assolutamente disgustata, ma Sarah invece scoppiò a ridere. Prese in braccio la nera gatta, che al contatto con l’umana iniziò a fare le fusa, e la posò dolcemente sul divano prima di andare in bagno a prepararsi.
Milly gettò una occhiata obliqua su Molly.
“hey…hey tu…sottospecie di… cosa…psst!”
Molly iniziò a leccarsi in quel punto, non cagandola nemmeno. Ma non per cattiveria, solo che rispondeva ad un solo nome, un nomignolo che Sarah e i suoi parenti le avevano affibbiato con affetto.
A Molly quelle combinazioni di sillabe erano piaciute e da allora solo quel nome attirava la sua attenzione.
Però Milly, che sapeva il significato del nome, non ci pensava nemmeno ad usarlo: era una parola volgare e oscena!
“stammi a sentire ammasso di pelo: io con quel nome non ti chiamo, ok? Tu ti chiami Molly. Sei ufficialmente Molly. E non mi sporcherò la bocca solo perché tu sei troppo stupida da non riconoscere il tuo vero nome!” sentenziò Milly, ma ovviamente Molly con innocente ingenuità non capì quello che la gatta diceva. Milly roteò gli occhi. Lei era una gattina nobile, altezzosa, elegante e ben educata. Cosa ci faceva con quella deficiente d’una gatta scema?! Perché i suoi padroni l’avevano comprata?! Si stava così bene senza di lei!!
“Molly? Molly! Uffa e va bene….che sia l’ultimo giorno che ti chiamo cosi!” Sospirò “Puttanella?”
Al nome la miciotta si girò di scatto, miagolando felice. Milly fece una smorfia pensando a quanto può essere stupida una creatura vivente.
“stammi a sentire. Forse tu non lo sai….anzi, SICURAMENTE non lo sai. Ma sei un Gatto. È ovvio che i tuoi genitori siano stati addottivi…è evidente che sei stata adottata da Maiali…o peggio da Cani, e che questi non ti abbiano istruito adeguatamente. Però sei un GATTO. Lo so, è triste, mi dispiace, è una tragedia ma sei un stramaledettissimo GATTO! È ora che ti comporti come tale.”
Molly la fissò interrogativa, innocente e felice.
“non capisci? Eh va bene. Facciamo un esempio mentre Sarah si veste…vieni.”
Condusse la coinquilina fuori sul balcone, davanti alla loro vaschetta dei bisogni.
“vedi questa? E’ una vaschetta. Per farmi capire meglio uso la tua lingua oscena: un cesso. Non una vasca da bagno! Quando gratti la terra alzi uno tzunami di sabbia!”
Entrò nella vaschetta e grattò la sabbia in maniera elegante e senza sporcare.
“vedi? Così si fa. Vedi per caso me sporcare come fai tu? Guarda! Fuori dalla vaschetta non c’è neanche un chicco di sabbia.” Fece Milly, orgogliosa.
Poi la condusse in cucina, dove c’erano le loro ciotole.
“altro esempio.” Insegnò Milly. “ quando si mangia ci sono tre fasi, prima di ingoiare il boccone. Fase numero uno: si annusa la carne con aria elegantemente distaccata e snob.”
Abbassò il capo e annusò il cibo con aria di sufficienza, come se mangiando facesse un favore alla padrona e nient’altro.
“fase numero due: si da una leccatina con la stessa espressione. Anche se hai una fame da morire non devi darlo a vedere e non devi mostrarti debole. Fase numero tre: si ingoia una piccola parte del boccone e lo si finisce lentamente, quasi con noia. Un vero gatto fa così quando mangia…non come fai tu, che ti ingozzi come un porco!!”
Salirono sul muretto dell’arco che i padroni umani avevano fatto. Un grosso arco che permetteva di vedere la sala stando in cucina.
Sarah, attenendo che suo padre, Ivan il “capobranco” si vestisse per portarla a scuola, entrò in cucina, gettando un sorrisone ad entrambe le gatte.
Milly rimase impassibile, mentre Molly era già pronta per la sua dose di coccole. Ma mentre stava per saltare giù e andare a fare la ruffiana, Milly la fermò.
“ferma li, dove credi di andare eh?” la sgridò severa, “un gatto deve rimanere INDIFFERENTE! Una gattina bene educata non sviene appena un umano gli fa due moine!”
Molly si rimise al suo posto, abbassando le orecchie in una espressione delusa.
Però Sarah complicò le cose facendo la vocina dolce dolce.
“amooore!!! Vieni dalla mammaa! Chi è la mia puttanella preferita? Eh? Eh?”
“si può essere così deficenti?” proruppe Milly, scuotendo la testa. Molly invece fremette e la sua coda si mosse a scatti.
“hey! Che fai?” fece allarmata Milly, osservando la voglia coccolosa di Molly nei suoi occhi ambrati. “non muovere un muscolo!”
Molly la osservò, poi tornò a guardare Sarah.
“Amoooriiinoooo!” cantilenò stridula la ragazza dai capelli biondi. “vieni dalla mamma amooore! La mia puttanella puttanooona!”
Molly s’irrigidì nel tentativo disperato di non saltare giù e farsi accarezzare.
“dì ma sei scema? Quella ti insulta e tu vuoi le coccole?” esasperò Milly, minacciosa. “non osare muoverti! Ricorda chi sei!!! Devi essere DI-STA-CCA-TA!!”
“CHI VUOLE LA PAPPONA ONA ONAAA?” cantilenò Sarah e Molly non resistette più. Sotto le urla di Milly, saltò giù dal cornicione miagolando e facendo le fusa a più non posso. Milly invece entrava nel panico.
“CHE FAI DEFICIENTE?! NO MOLLY!! RESISTI!! RIUCORDAI CHI SEI!!! SEI UN GATTO!!! MOOOOLLYYYY!! SI UNA FIGLIA DI….DI CAGNA!!!”
Ma orma Molly era perduta e si faceva coccolare dalla padroncina. Milly fissò la scena indecente con una smorfia.
“che razza d’idiota…”



FINE

UN BACIO AL MIO ANGELO BIANCO E ALLA MIA PUTTANELLA PREFERITA.
 
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