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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: COSA VUOI DAVVERO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sley galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/01/2003 22:24:10 (ultimo inserimento: 24/05/03)

il protagonista maschile di questa mia ff è un personaggio che nel fumetto, secondo me, non ha avuto molto spazio come meritava.
 
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- Capitolo 1° -

Come tutte le mattine si presentò in classe molto puntuale, salutò le sue compagne di classe e si sedette al suo banco, non passarono neanche pochi minuti che arrivo Mito a chiederle se gli poteva passare i compiti. Lei accettò senza fare troppe storie, ormai era diventata una situazione d’ordinaria amministrazione.
Si però che palle, lei si sbatteva tutte le sere fino a tardi, per fare quei cavolo di compiti e poi arrivava lui e come se nulla fosse le chiedeva di copiarli.
Ma era il suo carattere che le impediva di protestare o brontolare… o forse no, erano solo le stupide buone maniere che le erano state inculcate fin da piccola.
Le lezioni passarono in fretta, come sempre, noiose e poco interessanti. Per fortuna che c’era Sakuragi che le rendeva interessanti con i suoi interventi da comico.
Ecco, avrebbe voluto essere come lui. A lui non interessava nulla, non gli interessava se i professori s’incavolavano con lui, o se tutti provavano un po’ di timore ogni volta che lo vedevano. Continuava a vivere la sua vita, non badandosi del parere degli altri.
Lei ci sarebbe riuscita?

Lo stesso giorno, appena usciva da scuola, andò a trovare suo nonno. Quanto gli voleva bene, lui le stava sempre vicino, c’era sempre nei momenti in cui aveva bisogno. Lui le voleva bene perché lei era la sua nipotina, perché era semplicemente Mikage… la sua Mika.
Che bello che era il vialetto dei ciliegi, la metteva sempre di buono umore. Peccato, che a causa delle piogge gli alberi erano quasi del tutto privi di fiori.
Arrivata davanti a casa di suo nonno fu sorpresa della presenza di suo zio Toshio. Appena lo vide lo salutò con un grande sorriso, lui di rimando non disse nulla, rimase in silenzio, scuro in volto.
“Zio come stai? Tutto bene?” lui non rispose, ma l’abbraccio calorosamente. Il suo comportamento la stava rendendo nervosa, perché si comportava così? Non capiva.
Ancora stretta nell’abbraccio del suo zio più giovane, vide uscire dalla casa il dottore Utake seguito da sua zia Rika e suo zio Rin.
Paura. Fu quello che provò. Si liberò dalla morsa di quell’abbraccio e corse in casa. Toshio la inseguì correndole dietro. Entrò quasi senza fiato.
“Nonno! Sono Mika sono venuta a trovarti!” aprì il fusuma* e si catapultò nella stanza. Sul vecchio tatami** c’era suo nonno che dormiva. Gli si avvicinò lentamente e gli si inginocchiò accanto. Aveva il viso tutto tirato in un’espressione di sofferenza, lo accarezzo. Era rigido.
“Vieni via!” suo zio le si era avvicinato di corsa e l’aveva fatta alzare di peso. “Tuo nonno è…” soffoco le parole tra le lacrime.
“No! Lasciami!” si divincolò di nuovo dalla stretta dello zio. “Nonno apri gli occhi. Sono io! Devi prendere la tua medicina! Svegliati!”
“Mika..” sussurrò lo zio.
“Zio non può essere morto!” urlò rivolgendosi al giovane che la stava fissando, di fianco a lei.
Spaesata e terrorizzata iniziò a guardarsi intorno. Che silenzio che c’era. Sulla porta, dalla quale era entrata, erano rimasti a fissarla gli altri tre adulti. Di fianco al corpo del nonno un bicchiere, che conteneva solo poche gocce d’acqua, e una pallina bianca , forse di carta, incastrata tra il legno del tatami. La luce penetrava dalle fessure dello shoji*** e rendeva ogni cosa surreale.
Lentamente stava ripercorrendo la strada che aveva fatto poche ore prima. Quello che sentiva però, era totalmente diverso dalle sensazioni che aveva provato poco prima mentre si recava da suo nonno. Suo nonno. Ormai non c’era più, neanche lui.
I due giorni successivi non si presentò scuola. I professori, non ricevendo informazioni, la chiamarono e le dissero di presentarsi a scuola. Le sue assenze avrebbero potuto influire sulla media scolastica.

“Cavoli che palle Hanamichi. Possibile che finisci tutte le sere così tardi.”
“Dai non rompere Yohei!”
“Vabhe! Lasciamo perdere. Aspetta che prendo da bere a questo distributore!”
“A sì grazie una anche per me!”
“Tu guarda mi tocca aspettarlo fino a tardi e poi gli devo anche offrire da bere!” bofonchiò Yohei. “Cosa vuoi?” non ottenne risposta. “Ehi genio! Che vuoi da bere?” gli chiese di nuovo, sta volta guardandolo. Hanamichi era rimasto a fissare il vuoto più totale davanti a lui. A quella scena gli passò una mano davanti agli occhi per farlo riprendere dallo stato di catalessi in cui era caduto. Hanamichi continuando a fissare il vuoto, alzò semplicemente il dito.
Yohei guardò nella direzione in cui il dito stava puntando.
Una fila di persone, forse una processione, tutte indossavano abiti scuri. Un funerale. Ora capiva perché Sakuragi era rimasto con quell’espressione, priva di ogni significato, disegnata sul volto. Il dolore per la perdita del padre era ancora fresco.
“Hanamichi!” disse in tono preoccupato Yohei, ma fu interrotto dal dito dell’amico, che indicò con più impeto le persone che camminavano davanti a loro.
“Guarda!” disse rimanendo impassibile. “Quella non è Mika?”
Yohei guardò con più attenzione la fila di persone. Già c’era anche lei. Indossava un vestito nero che metteva in risalto la sua piccola e aggraziata figura. Era scura in volto. Camminava lentamente, volgendo lo sguardo verso il terreno.
Seguirono la processione, in silenzio, con lo sguardo. Non parlarono. Aspettarono che si furono allontanati.
Ora era tutto chiaro, l’assenza di Mika aveva sicuramente a che fare con quel funerale. Chissà chi era il defunto.
Si salutarono ed entrambi si diressero verso le rispettive case.




fine primo capitolo


E' UN PO' CORTO, SPERO DI STUZZICARE LA VOSTRA CURIOSITA'.
SPERO CHE LA STORIA CHE HO PENSATO VI PIACCIA. FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE.

^__________^
 
Continua nel capitolo:


 
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