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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall
Titolo Fanfic: L'ULTIMA SAYAN
Genere: Sentimentale, Azione, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Autore: mangaka91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/01/2007 15:41:34

Un amore terrestre per il padre di Vegeta, una figlia illeggittima che lui ama con tutto il cuore... qual'è il destino dell'ultima sayan?
 
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L'INIZIO
- Capitolo 1° -

Eccomi con una nuova fic, stavolta su Dragonball.Vi lascio subito alla storia. solo una cosa: è dedicata a Chiara, che ha avuto lo spunto per la storia e che ha collaborato attivamente! Grazie Kia! e a tutti voi ecco qua.


La notte avvolgeva il pianeta Vegeta, portando il meritato riposo a guerrieri reduci da lunghe e faticose battaglie. Ma non tutti dormivano, quella notte. Nella reggia, un po' discosta dalle altre abitazioni, il re osservava sorridendo l'esile figura che stava alla finestra, illuminata dal chiarore lunare che accendeva i suoi riccioli ramati. Il re si alzò dal letto e si avvicinò alla donna, sfiorandole con una carezza il voto angosciato.
“Non so se sia stata una buona idea portarci qui...” mormorò lei “Io sono pronta a tutto, pur di stare con te, e questo lo sai.” affermò guardandolo dritto negli occhi, neri ed intensi come quelli di tutti i sayan. Subito dopo però il suo sguardo andò alla piccola che teneva in braccio, soffermandosi sui suoi grandi occhi verdi e sui riccioli scuri che le incorniciavano il viso. “È per lei che ho paura...” mormorò “È piccola, indifesa, e quando io non ci sarò più...”
“...non dire sciocchezze!” la interruppe risoluto il sayan “Tu rimarrai qui con me, e anche la nostra Kira, e crescerà, diventerà coraggiosa come il suo papà e bella come la sua mamma, e...”
“Non illudiamoci, Vegeta! Sai benissimo che questo sarà impossibile! Che per noi non ci sarà mai una vita tranquilla, su questo pianeta!” fece la donna esasperata “Tu sei un re, Vegeta, hai un popolo da governare e un erede, un figlio che porta il tuo stesso nome! Credi che tutti gli altri accetteranno me, una terrestre, come una di loro? Come una sayan?”
Come risposta alla sua domanda ci fu solo il silenzio, e la donna se l'aspettava: l'aveva sempre saputo, fin da quando si era innamorata del re dei sayan e aveva accettato di andare sul suo pianeta con la bambina nata dal loro amore.
No, non aveva rimpianti, pensò cominciando a cullare dolcemente la bimba addormentata. E nel silenzio della stanza la sua ninna-nanna risuonò triste e malinconica.

Il re sedeva sul suo trono, solenne e imponente come al solito, ma sul suo volto si vedevano i segni degli anni passati. E anche di un grande dolore. Meiko, la sua dolce Meiko, l'unica donna che avesse mai amato, se n'era andata, portata via da una malattia. Era morta sotto ai suoi occhi, la mano chiusa fra le sue, con il sorriso sulle labbra. “Sono stata bene con te... prenditi cura della nostra Kira...”. Le sue ultime parole. E lui le aveva mantenute: era passato un anno da allora, e Kira era stata la luce dei suoi occhi, l'unico suo pensiero insieme al figlio Vegeta, avuto dalla sua prima moglie sayan. Ma se Vegeta, come ogni figlio maschio ed erede, era per suo padre un vero orgoglio, Kira occupava un posto altrettanto importante nel suo cuore e nella sua mente. Dio, come gli ricordava Meiko...
Il filo dei suoi pensieri venne bruscamente interrotto da qualcuno che bussava alla porta. Entrò Tomith, uno dei suoi consiglieri.
“Maestà, so di avervelo ripetuto molte volte, ma non intendo desistere. Dovete liberarvi al più presto di quella bambina.”
Il re sospirò, abituato a quella richiesta. “Tomith, è mia figlia.” rispose risoluto.
“Si, ma... ho sentito dire in giro che per voi è più importante del vostro primogenito, il principe Vegeta. E non è il momento adatto per mostrare segni di debolezza, se mi posso permettere.”
“E cosa dovrei fare, secondo te?” gli chiese.
“Io propongo di eliminarla” ma non fece in tempo a finire che si trovò disteso a terra, colpito da un fortissimo pugno. “Mai!” fece fieramente il re, in piedi davanti a lui.
“Signore, c'è malcontento tra il popolo! Si vocifera che vi siate indebolito, che quella terrestre vi abbia stregato, e che non siate più in grado di governare i sayan!”
Tomith osservò soddisfatto la reazione del suo re a quell'ultima frase. Dopotutto era pur sempre un sayan, e l'essere considerato incapace di governare un regno lo aveva punto sul suo orgoglio.
“Chi osa dire questo?” proferì, indignato e furente per quell'ignobile affermazione.
“Lo dicono in tanti, maestà, e capeggiati da Sarth.”
Sart. Quel infimo guerriero di permetteva di spargere certe voci in giro? L'avrebbe pagata, si, l'avrebbe pagata cara.


Il re guardava, triste come mai si era sentito dal giorno in cui era morta la sua cara Meiko, la navicella sferica che partiva verso un ignoto pianeta. A bordo c'era la piccola Kira.
Ma oltre alla tristezza vi era anche una grande speranza: almeno sarebbe stata viva, e forse un giorno si sarebbero rincontrati. Si, sarebbe tornata sul suo pianeta, e tutti l'avrebbero accettatta come una sayan.
Non avrebbe mai pensato di vederla partire, fino a quando non scoprì che non era solo Sart a volerla eliminare. In pochi giorni infatti questo era riuscito a sobillare la popolazione, che era insorta, chiedendo a gran voce la morte della bambina. E c'era voluta tutta la sua abilità per permettergli di salvarla. Per convincere tutti che in lei c'era anche del sangue sayan, e che quindi doveva essere trattata come tutti i loro figli: ovvero doveva essere mandata su un pianeta ignoto, e se fosse riuscita a sopravvivere lì, dopo diciotto anni l'avrebbero ripresa e sarebbe tornata sul loro pianeta.
L'uomo sorrise, per la prima volta da quando aveva dato l'ultimo saluto alla piccola. Si, Kira era forte, ce l'avrebbe fatta. E avrebbe avuto di nuovo accanto la figlia a cui teneva così tanto.

Sei anni dopo.
“Ah ah ah! Non è un bello spettacolo?”
Il signore della galassia, Freezer, rise guardando il pianeta Vegeta che esplodeva. Finalmente si era liberato di quel popolo di sciocchi. Il pensiero che per anni questi lo avessero servito fedelmente aumentava solo il suo divertimento.
In quel momento sul pianeta Eldrick una bambina di sette anni dagli occhi verdi e lunghi riccioli neri fischiettava spensieratamente tornando casa.


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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
movinci - Voto: 17/07/08 14:01
brava continua
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