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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: BUON COMPLEANNO, PROFESSOR SNAPE
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC, AU
Autore: calcifer85 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/01/2007 13:38:01

Nove gennaio. Il compleanno di Severus... è ambientata prima di HP
 
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- Capitolo 1° -

Questa fanfic è ambientata nell'85 (Harry entra ad Hogwarts il primo settembre 1991) e Snape ha 25 anni... è insegnante da cinque anni. Il processo ai mangiamorte c'è già stato.
Per chi volesse saperne di più su Severus... http://www.forla.net/severus/piton.htm
Ovviamente si tratta di una AU.
La fic è nata quando ho scoperto che oggi, nove gennaio, è il compleanno di Snape... ma, coincidenza delle coincidenze, è anche il mio, di compleanno! E così, una ficcina sul nostro adorato (sicuramente mio adorato!) dedicata interamente alla sottoscritta!


Era il nono giorno del mese più freddo dell'anno, gennaio, e Daphne se ne stava tutta imbacuccata in Sala Grande, una tazza di cappuccino davanti. Odiava gennaio, e odiava quel giorno. Il suo compleanno... nessuno dei suoi compagni di casa sapeva che quello era il giorno della sua nascita e, quando avevano tentato di scoprirlo, si erano dovuti arrendere davanti al muro di ghiaccio alzato dalla ragazza. Alzò lo sguardo verso il tavolo dei professori... Silente la stava guardando. Che voleva quel vecchiaccio? Via, sciò! Il vecchio preside sembrò leggerle la mente, perché sorrise. Poi, senza preavviso, si alzò e le si avvicinò. Era presto, quindi la sua tavolata era ancora desolatamente vuota. Era una strana Tassorosso, più portata per la solitudine e lo studio di quanto non fossero tutti i tassorosso messi insieme. Era o non era figlia di due Serpeverde? Era stato uno shock per loro che fosse finita in Tassorosso, la casa dei perdenti. Ma meglio Tassorosso che Grifondoro, aveva ammesso suo padre. Certo, dopo la caduta di Voldemort, avere una figlia in Tassorosso era stato di vitale importanza per la sua famiglia, che aveva potuto farla franca.
"Buon compleanno, Daphne. Gradiresti farmi visita per un the, questo pomeriggio? La parola d'ordine è 'cioccorane'," e, sorridendo, si allontanò. Perché non ordinava, invece di chiedere con quella voce allegra? Tanto, l'effetto era lo stesso. Si accorse che un altro paio d'occhi la stavano fissando. Sbuffò... quella era la sua giornata nera!
Incapace di reggere ancora a quello sguardo indagatore, uscì dalla sala.

Che meraviglia! Pozioni era andata un disastro... per gli altri Tassorosso poteva essere normale, ma non per lei. Il professore l'aveva fissata per tutto il tempo, e lei non era riuscita a concentrarsi. Il risultato fu l'esplosione del calderone (sarebbe passata alla storia, mai c'era stata esplosione di calderone più potente di quella, nemmeno quelle di Paciock sarebbero riuscite a superarla!) e una bella punizione per quella sera con il suddetto professore. Daphne dirignò i denti, quando Snape ebbe il coraggio di toglierle cinquanta punti... come se fosse stata colpa sua! Era lui che continuava a fissarla! Che bel compleanno stava passando, e non aveva ancora avuto quello che si preannunciava come un interrogatorio da parte di Silente.
Che bella cosa, i compleanni, eh? Il morale di Daphne peggiorò notevolmente quando, a pranzo, il bellissimo gufo reale di suo padre planò per la Sala Grande, un grosso pacco legato alle zampe. Quante volte gli aveva detto di mandarle la posta di mattina presto, quando ancora tutti dormivano? Ma no! Lui doveva fare sempre di testa sua! Liberò Flight che, grato, le pizzicò affettuosamente un dito.
"Aspetta in guferia... ti porterò lì la risposta." E il gufo spiccò il volo. Era insolito che suo padre le mandasse lettere, figuriamoci dei regali!
Incuriosita, aprì la lettera, che lesse avidamente. La sorpresa si trasformò presto in rabbia. Una rabbia gelida, cieca, si impossessò di lei.
"Come si permette!" sbottò. Tutti i suoi compagni la fissarono; era strano vedere Daphne perdere il controllo.
"Che succede?" chiese Erika, una sua compagna di stanza.
"Dannato bastardo!" era completamente basita. "Piuttosto la morte! E' preferibile, si... Lo ucciderò lentamente... certo, finirei ad Azkaban, ma ne varrebbe la pena. Che gran figlio di..." si bloccò in tempo. Era sconvolta, non impazzita!
Aprì il pacco, immaginando il contenuto. Non si meravigliò quando tirò fuori un abito da sposa, ovviamente di ottima fattura. Scosse la testa, scoppiando a ridere. Che idiota! Pensava sul serio che si sarebbe messo una schifezza del genere? Tutto pizzi e chifon.... orribile!
"Almeno avesse buon gusto, quell'idiota!"
"Che succede, Daphne?"
"Quell'imbecille di mio padre pensa che io mi sposerò con il mio ancora più imbecile cugino... basta che ne è convinto lui, e siamo tutti più contenti!"
"Sposarti? Quando??!" le domandò Marc.
"Ovviamente mai. Solo sotto imperius sposerei quell'idiota spocchioso!"
"Tuo padre... insomma, non si arrabbierà?" il solo pensiero di suo padre arrabbiato fece rabbrividire tutta la tavolata. La sua reputazione era ovvia.
"Oh, farà il diavolo a quattro, ma non m'importa! Finché sono qui ad Hogwarts, può urlare quanto vuole... appena uscita da Hogwarts beh, mi inventerò qualcosa!"
"Trovati un fidanzato e sposati...." consigliò Alice.
"La fai facile! E dove lo trovo un ragazzo?"
"Guardati intorno, non hai che l'imbarazzo della scelta! Sei una bella ragazza, Daphne, è ora che ne approfitti!"
"Mah... passare vent'anni ad Azkaban per omicidio plurimo non mi sembra poi così male... Beh, ora vado a rispondere a mio padre," disse con un sospiro e, tra gli sguardi di tutti i presenti uscì dalla Sala.

Dopo aver spedito una lettera a suo padre, si diresse verso l'ufficio del preside, in volto una maschera imperscrutabile.
Dopo essersi accomodata su un'orrida poltrona a fiori, l'uomo le versò una tazza di earl grey tea, il suo preferito, e fece apparire una piccola torta al cioccolato farcita con sciroppo di ciliegia e panna montata. Come facesse a sapere i suoi gusti, un mistero.
"Buon compleanno, Daphne," le augurò, e mai augurio le parse più rassicurante di quello.
Chiacchierarono a lungo del più e del meno, ma Daphne sapeva bene che il preside stava solo cercando un modo di introdurre l'argomento clou.
"Allora, tuo padre vuole che ti sposi..."
"Già. Ma gli ho già fatto sapere che se lo può scordare. Sono troppo giovane per sposarmi. E poi, Bart è un idiota, e io non lo amo!"
"Cosa pensi di fare per evitare i matrimonio?"
"Non lo so... Alice mi ha consigliato di trovarmi un fidanzato, ma fidanzarmi senza amore per sfuggire ad un matrimonio senza amore... beh, non è esattamente il massimo!"
"L'amore è una forza misteriosa... basta guardarsi intorno per capire che tutto è comandato dall'amore. Ma tu lo sai bene, no?" le chiese ammiccando. Quell'uomo era una volpe!
"Oggi è anche il suo compleanno, non è vero?"
"Ama molto la torta al caffé... forse, potresti portargliene una fetta e festeggiare insieme, non pensi?"
"E' un'ottima idea, vado subito dagli elfi domestici. Grazie." detto questo si alzò e, in uno slancio di buon umore, abbracciò il vecchio preside.
"Grazie a te, Daphne, grazie a te," sussurrò Silente allo studio ormai vuoto.

Appena ebbe finito di cenare si precipitò in camera sua. Si lavò velocemente i denti e schizzò fuori dalla comune tassorosso, investendo Brian.
"Ehi!" le gridò dietro il ragazzo, ma lei era già andata.
Arrivò nei sotterranei con il fiatone, ma questo non le impedì di bussare con sicurezza alla porta dell'ufficio del professore di pozioni.
"Entra," le ordinò la voce fredda e ironica di Snape.
"Buona sera, professore," lo salutò, il respiro ancora irregolare.
"Signorina Wilson, si accomodi." Obbedì, guardandolo fisso. Strano a dirsi, fu lui a distogliere lo sguardo.
"Cosa devo fare, signore?"
"Dovrai pulire quei calderoni. Io devo finire un lavoro... sono nel mio laboratorio, oltre quella porta (e le indicò una porta a cui non aveva mai fatto caso). Avvertimi non appena avrai finito." Detto questo la lasciò sola.
Daphne eseguì la sua punizione in poco più di un'ora. Si asciugò il sudore dalla fronte, era una faticaccia dover scrostare i calderoni! Ma era soddisfatta, aveva impiegato pochissimo.
Sorridendo, aprì la porta del laboratorio. Si soffermò a guardare il suo professore intento nel difficile compito di distillare una pozione sicuramente complicatissima... era quasi affascinante, così concentrato.
Si perse a fissarlo, tanto da non accorgersi che l'uomo aveva finito il suo lavoro e che ora la stava guardando a sua volta. Severus si avvicinò, per poi toccarle una spalla.
Daphne saltò e, istintivamente, puntò la bacchetta al cuore di Severus. Accorgendosi della figuraccia appena fatta, arrossì e ritirò la usa arma.
"S-scusi... deformazione professionale, credo!" disse, ridacchiando istericamente.
"Nessun problema. Ha finito?"
"S-si..." l'imbarazzo che ancora le colorava il viso.
"Sta bene?" le prese il mento tra le mani, alzandole il viso. Lei sfuggì il suo sguardo, il rossore che si faceva più evidente e un piacevole torpore nella zona imprigionata tra le dita del professore.
"Che succede?" chiese Severus, lasciandole il mento per percorrere con l'indice la guancia della ragazza, fino ad arrivare alle labbra.
"Professore... io..." Severus si riscosse dalla trance in cui era caduto, e alzò lo sguardo a guardare gli occhi della Tassorosso, la mano che ricadeva sul fianco, quasi senza vita.
"Si, Wilson?"
"Devo fare altro?" Severus la guardò inclinando il volto, quasi ci stesse pensando.
"No, credo di no."
"Beh, allora io..."
"Credo che sia una buona idea," e la oltrepassò, aprendo la porta dell'ufficio.
"Buonanotte, Signorina Wilson."
Daphne gli si avvicinò ma, arrivata alla cattedra, si fermò.
"Professore, io volevo..." Chiudendo la porta alle sue spalle, l'uomo le andò incontro.
"Buon compleanno, professor Snape," sussurrò, facendo apparire la torta al caffé. Daphne poté gustarsi la sorpresa che colorò il volto e gli occhi del capo Serpeverde; sorrise, tagliando una grossa fetta e porgendola all'uomo.
"Grazie... buon compleanno anche a lei."
"Come...?"
"Potrei farle la stessa domanda, non crede?" Mangiarono tranquillamente il loro dolce di compleanno, sorridendo quietamente per qualcosa che non avrebbero mai ammesso.
"Credo che sia ora che lei vada," la torta era ormai finita, e non c'era motivo per restare. Daphne si accostò all'uomo, baciandogli lievemente le labbra.
"Se dovessi sposarmi, vorrei che fosse lei," sussurrò. Senza aspettare la risposta, la Tassorosso uscì dalla stanza, senza guardarsi indietro. Se lo avesse fatto, avrebbe notato il bellissimo e inconsueto sorriso sulle labbra di Severus.
 
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