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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: L`AMORE ESISTE?
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: tatsuya82 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/01/2003 16:21:57 (ultimo inserimento: 20/03/03)

è la prima fic che metto on-line e non so che dire....leggete e commentate
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Salve gente. Mi presento: io sono Tatsuya. Il nuovo, fantastico, geniale autore di fanfic.

Ehm...forse ho un po' esagerato e mi sono lasciato prendere dal momento. Cambiando discorso questa è la prima fic che decido di mettere on-line, ne sto scrivendo altre 6 o 7, ma non so bene che fine faranno. Intanto godetevi questo capolavoro.

Legenda: "" parlato

<> pensato

'' citazione da discorsi altrui

Specifico che i personaggi non sono miei ma di Inoue-sensei e al suo studio. Sono miei (e ribadisco miei) solo i personaggi non presenti nella storia originale, es: Mizuki, Aiko, Sara etc etc...

Bene detto questo vi lascio alla lettura, spero che vi piaccia (ne sono sicuro, ma devo ostentare un po' di modestia, si sa i geni devono essere modesti e non si devono montare la testa). Commentate; tutti i generi di commenti dal 'fa cag...' al dire 'stupenda' sono ben accetti (bisogna pur comprendere i comuni mortali che non comprendono la genialità).

Un’ultima cosa: perdonate eventuali errori grammaticali o di battitura, Ho la pessima abitudine di non rileggere mai i miei scritti da quando ero alle medie. Se li rileggessi cambierei tutto e dovrei rileggerli, li cambierei ancora durante la ririlettura e cosi non finirei mai, e anche se riuscissi a controllare l'irrefrenabile istinto di stravolgere tutto dovrei aspettare almeno una o due settimane prima di leggere qualcosa che io ho scritto altrimenti lo avrei ancora in testa quando lo rileggo e non noterei gran parte degli errori. Quindi vi chiedo ancora scusa per gli errori.

Buona lettura, ci sentiamo a fine cap.



L'amore esiste?

by Tatsuya



Prologo



Erano passati 3 anni dalla ormai leggendaria partita che aveva visto il grande Sannoh sconfitto da una squadra sconosciuta e in uno triste e piovosa giornata autunnale un ragazzo solitario pensava a come aveva trascorso quel periodo, degli eventi che l'avevano visto protagonista, nel bene e nel male.

Se ne stava seduto su una scogliera, 50 metri di dirupo lo separavano dal mare in tempesta, ma questo sembrava non toccarlo come la pioggia che copiosa cadeva su di lui. Era fradicio: i vestiti zuppi, i corti capelli ricadevano sotto il peso dell'acqua sul volto.

Si era ripreso velocemente e perfettamente da quello sfortunato incidente che l'aveva allontanato da basket per alcuni mesi. La seconda superiore era stato forse l'anno più tranquillo. Aveva ricominciato a giocare migliorando il suo inesperto stile con la stessa velocità con cui l'anno prima aveva imparato grossolanamente a giocare. Avevano vinto il campionato nazionale quell'anno battendo il Ryonan e il Mehyo Kogyo. La vittoria l'avevano dedicata ad Anzai ed ai loro vecchi compagni di squadra, Akagi e Kogure i quali avevano rinunciato alle vacanze estive per seguirli. Anche Hanamichi aveva cominciato ad attirare l'attenzione delle ragazze e una fitta schiera di ammiratrici avevano cominciato a venerarlo ed a seguirlo ovunque, ora capiva cosa provava Rukawa. Ma il suo cuore era ancora legato, nelle mani di una ragazza come tante altre, pura, innocente, con un aria da bambina, che non si era mai accorta di lui.

Poi dopo l'ennesimo rifiuto, stavolta molto duro e freddo, di Rukawa lei si era resa conto della sua esistenza come ragazzo e non più come amico.

Si, Hanamichi Sakuragi aveva realizzato il suo sogno, si era messo insieme ad Haruko. Purtroppo la cosa era durata poco. Presto si accorse che non l'amava, la sua era solo riconoscenza, gratitudine verso una persona che gli aveva regalato un vero sogno, molto più grande e importante di tutti quelli che aveva avuto fino ad allora. Basket era il nome di quel sogno, diventare il numero uno del Giappone, poi del mondo. Sfondare, diventare un giocatore professionista. Appena se ne accorse andò a parlare con Akagi, l'unico che riconosceva come suo capitano, Miyagi era più un amico. Gli aveva detto tutto, dicendogli "Ora puoi picchiarmi, ti avevo promesso che non l'avrei fatta soffrire e invece...". Il gorilla si era avventato furioso su di lui che incassava senza reagire, senza provare a difendersi. Poi con calma, con più tatto possibile aveva confessato tutto alla ragazza. All'inizio era rimasta delusa, ma si riprese in fretta, come se per lei Hanamichi fosse un rimpiazzo, che da quando era diventato il centro di molte attenzioni si era trasformato in un ottimo partito da sfoggiare con le amiche. Haruko aveva subito messo in giro la voce che era stata lei a mollarlo, ma non gli importava. Non aveva più rispetto per quella ragazza; gratitudine certo, quella non sarebbe potuta scomparire. Nel terzo anno era diventato amico di Kaede anche perché la ragione del suo odio non esisteva più. Kaede si era rivelato un tipo ostico a stringere legami, ma poi si era sbottonato. Si parlavano, di tutto: basket, scuola, progetti per il futuro, ragazze; strano ma vero interessavano anche ad iceman, solo che non aveva trovato quella giusta, che non fosse un’oca, che lo accetasse come Kaede Rukawa e basta, non per il grande giocatore di basket o per il possessore di qualche milione di yen.

Quell'anno non erano arrivate matricole particolarmente dotate come l'anno prima. I due spilungoni erano gli unici ad essere su un altro livello. Rukawa era il capitano ufficialmente, ma dato la quasi totale mancanza della parola in pubblico anche il rossino era come se fosse capitano. Riuscirono a qualificarsi per i nazionali insieme al Kainan, ma anche li Kyota era rimasto solo. Entrambe le squadre furono eliminate, una agli ottavi, l'altra ai quarti dando conferma che una squadra non poteva essere uno o due giocatori soltanto per quanto bravi potessero essere. I tre, infatti, nonostante l'eliminazione erano entrati nei best five, secondo Rukawa, terzo Sakuragi, quinto Kyota, provando ancora gli anno di grazia passati dalla prefettura di Kanagawa da quando tre anni prima erano entrati nel campionato liceale.

Sia Rukawa e Sakuragi furono molto pressati dalle diverse università del paese che li volevano nelle rispettive squadre. Avevano offerto loro cospicue borse di studio che avrebbero coperto le tasse universitarie. Purtroppo Hanamichi lavorava per vivere, anche se la scuola lo proibiva, era solo al mondo ed in qualche modo doveva mangiare. Sapeva che l'università e il basket non gli avrebbero lasciato il tempo di lavorare, ma sapeva anche che senza il suo ingresso in una squadra universitaria non avrebbe mai sfondato nei grandi club. Due erano le possibili scelte: lavorare ed abbandonare i campi da gioco, come aveva fatto Uozumi qualche anno prima, o giocare in campionato d’infimo livello in qualche paese straniero, dove però si sarebbe sicuramente annoiato e non sarebbe mai uscito.

Rukawa lo aiutò a prendere la decisione

"Svuota casa tua e metti tutti gli oggetti a cui tieni nella mia soffitta, poi la affitti, cosi avrai i soldi per i libri, per mangiare, per divertirti e se sei accorto anche per il futuro"

"Si bravo ed io dove vado a vivere?"

"Vieni a casa mia. Tanto i miei non ci sono mai e le poche volte che sarebbero in casa non si accorgerebbero nemmeno di te"

"Ma..."

"Niente ma, siamo amici. Tu mi hai fatto stare bene, mi hai fatto provare il piacere dell'amicizia, in qualche modo devo pur sdebitarmi.”.

"E' troppo"

"Lo sai i soldi per me non sono un problema e non mi sono mai interessati, ma se possono servirmi ad aiutare il mio migliore amico, non sarebbe bello vivere sotto lo stesso tetto? Sai che casino faremo? Ci divertiremo un mondo!"

"..."

"Se ti fa sentire meglio me li renderai con i tuoi primi stipendi da giocatore professionista"

Non aveva mai pensato di avere un amico simile. Accettò e prima del termine del terzo anno di liceo abitavano già sotto lo stesso tetto.

S’iscrissero alla più vicina università, non avevano voglia di fare troppa strada per studiare anche perché il loro vero interesse era giocare. Si accorsero solo in seguito che si erano iscritti alla facoltà d’Ingegneria Informatica, certo avrebbero avuto molti sbocchi nel mondo del lavoro nel caso avessero fallito con il basket, ma quella era una facoltà molto dura. Ora mai avevano cominciato tanto valeva finire.

In squadra avevano ritrovato Akagi che come sempre li aveva accolti a pugni in testa, arma che usava anche per sedare i loro continui, ma ora amichevoli battibecchi. Il gorilla non era capitano, un ragazzo di circa 1,80 che giocava come seconda guardia era in quel ruolo, ma le due matricole davano retta solo ad Akagi, mettendolo non poco in imbarazzo. Nel giro di un mese si erano conquistati i ruoli di titolari attirandosi le ostilità di alcuni loro senpai. Il loro play maker era Miyagi e Ayako aveva ricoperto il ruolo di manager.

Mistui, Sendoh, Maki e Hasegawa facevano parte della squadra di un'altra università, insieme a loro c'erano Hikoichi e Koshino. Fukuda, Fujima, Hanagata, Jin e Kyota erano entrati in diverse università di Tokio. Tra ex compagni di squadra erano spesso in contatto, telefonico o verbale quando giocavano contro. Gli ex Shohoku e Ryonan uscivano insieme a far danni qualche volta.

Il campionato universitario si era rivelato più difficile del previsto e per giocatori come Hanamichi 5 anni d’esperienza in più qualcosa contavano. Ottennero tutti discreti risultati, ma nessuno oltrepassò gli ottavi e i cuori s’infiammarono, la sfida che li attendeva spronava tutti.

In quei sei mesi del primo anno Rukawa aveva conosciuto l'amore. L'aveva notata subito in mezzo alla moltitudine di studenti che affollavano l'aula, si arrivava a più di 200 tutti insieme ad ascoltare un solo professore.

Era un tipo particolare, alta, capelli biondo scuro quasi castani, occhi verdi, fisicamente bella, anzi di più, nonché membro della squadra di atletica. Non era giapponese, non del tutto almeno. La sua euforia era contagiante, andava d’accordo con Hanamichi, i loro caratteri erano simili, sempre allegri, sempre felici. Facevano sorridere chi stava loro accanto. Differenze: lei era meno megalomane e molto brava nello studio.

Non ci misero molto a mettersi insieme; lei era un tipo diretto, conciso. Si era dichiarata dopo solo un mese e mezzo. Hanamichi non aveva mai visto l'amico cosi felice. La stessa sera Kaede era un fiume di parole, aveva raccontato tutto al rossino, la dichiarazione, l'imbarazzo, la gioia del primo bacio. Il ragazzo ascoltava contento per l'altro, stupito da quel cambiamento che durò solo una sera. Dopo, infatti, era tornato il solito ghiacciolo, a differenza del giorno prima, quando camminando da solo per la strada esprimeva la sua gioia a chiunque incrociasse con le espressioni del volto, ora esprimeva i suoi stati d'animo solo con lui e con lei, Aiko Sunami, la ragazza che gli aveva rubato il cuore.

Ma distanza di mesi da quel felice evento gli stessi pensieri di quella sera affollavano la mente di Hanamichi.

<L'amore esiste?>

Lui che aveva perso le persone amate, il padre e la madre, si era convinto che il suo non era amore, affetto, bisogno di protezione, gratitudine per averla ricevuta. Sentimenti tipici di un figlio che vengono erroneamente chiamati amore.

Le sue 50 cotte...false, montate inconsciamente per non essere troppo diverso dagli altri. Haruko… aveva già stabilito quale era il sentimento nei suoi confronti. Proprio lei l'aveva portato a dirsi L'AMORE NON ESISTE

Dopo che si erano separati e con questa convinzione in testa il rosso si era ripassato la maggior parte delle sue tifose, in tutti i sensi, dai baci al sesso. Sì l'amore non esisteva, era la pura attrazione fisica che li spingeva ad andare a letto insieme, ma per lui dopo una notte tutto finiva.

Il cambiamento del migliore amico aveva insinuato un dubbio nella sua testa, ma in quei mesi aveva più volte riflettuto come stava facendo quella notte. Le molte volte che come quella sera si era ritrovato costretto a passare parte della notte fuori casa perché Kaede e Aiko volevano un po’ d’intimità gli avevano dato il tempo di pensare.

Finalmente era giunto ad una conclusione, ripensare a quegli anni e non solo agli ultimi avvenimenti lo aveva fatto chiudere quella pesante parentesi che si era creata nella sua testa.

Tanto valeva continuare a divertirsi come aveva fatto fino ad allora, senza mai promettere nulla per evitare inutili sofferenze, per non far soffrire troppo le persone, non era nel suo carattere. Poteva continuare senza ripensamenti, senza troppi sensi di colpa, il primo bacio, la prima volta, cose inutili, erano tali e quali ai successivi, non avevano significato particolare e lui già da tempo, a differenza di altri, se ne era già scordato. Quando? Con chi? Chi se ne frega, non vale la pena di ricordare perché L'AMORE NON ESISTE.



Continua.....



T - Allora che ne dite? Si avete ragione è solo l'inizio, ma vi è piaciuto almeno un pochino, vi sconfinfera l'idea?

Aspetto i vostri commenti, arrisentirci al prossimo capitolo.



 
Continua nel capitolo:


 
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