- Capitolo 1° -
Non Turks chi siamo veramente? Le guardie della Scinra. E mi direte “che figata”.
La mia famiglia era fiera per questo. La prima donna nei Turks. Insomma, le mie sorelle fanno le cameriere.
Ed io? Io, bionda, alta, con gli occhi chiari? Io sono qui con una pistola in mano. E, quando sono arrivata, mi sono sentita una cretina.
Ma quando sto per mollare, e non accade poi così di rado... Allora alzo gli occhi e ci siete voi.
Siete matti. Eppure ci siete sempre.
E quindi questa lettera la dedico a voi.
A Reno, con il codino rosso e quell’espressione sbarazzina, che quando sono giù mi scompiglia i capelli e sembra dirmi “su, Elena, non è necessario farne sempre una tragedia!!”
A Tseng che non dice nulla ma mi guarda con quei suoi occhi di quarzo blu.
A Rude che mi fa sentire importante anche se sono l’ultima arrivata.
L’ultima arrivata nei Turks è una ragazza. Una ragazza con i capelli chiusi in un caschetto biondo e gli occhi che cercano sempre di reggere quegli degli altri. Un donna che non è altro che una ragazzina, ecco cosa sono.
Ma sto crescendo, con voi, perché ogni giorno rischio la vita e, la sera, ci troviamo a Junon a bere un drink e a fare battute sulle ragazze delle Avalanche.
No, non mi sento più cretina.
E la prossima volta che il nostro capo ci guarderà negli occhi mentre parliamo del prossimo piano, io terrò alti i miei.
Ehi, ragazzi. Vi voglio bene.
Elena.
|
|