MA DOVE SONO?! - Capitolo 1° -
Tokio, 1996. “Allora vado a scuola…” Dalla porta del vecchio tempio scintoista uscì un ragazzo. Sedici anni, capelli scuri e sguardo ribelle. Il suo nome era Inu-yasha. Come al solito non era di buon umore, e si stava avviando svogliatamente verso la scuola quando la voce della madre lo trattenne sulla porta . “Aspetta tesoro!” Inu-yasha sbuffò a quell’appellativo “Tuo fratello mi ha detto di darti questo!” La donna si affacciò alla porta con aria piuttosto affaccendata e gli consegnò un foglietto. Inu-yasha, dopo averlo aperto in fretta e furia, sibilò a denti stretti: “Maledetto…” e stracciò il biglietto in mille pezzi, sotto gli occhi stupiti e perplessi della madre. Il ragazzo, furioso, cominciò a scendere la lunga scalinata del tempio, mentre la donna, dopo aver rimesso insieme i vari pezzi, guardava incuriosita il fantomatico biglietto. C’era una caricatura di Inu-yasha, con le orecchie da cane e un osso in bocca, e sotto scritto “Bau bau”. La donna scosse la testa sconsolata e si ficcò distrattamente il biglietto in tasca, decisa a fare una bella ramanzina al figlio maggiore Sesshomaru. Ma mentre tornava in casa a svolgere le sue faccende (pulire un tempio non è certo cosa da poco), pensò che però dopotutto le orecchie da cane ad Inu-yasha stavano piuttosto bene.
“Odio Sesshomaru!! Lo odio!!!” L’urlo liberatorio del ragazzo risuonò per tutto l’hokora, il piccolo tempio scintoista che circondava un antico pozzo considerato sacro. Appena sua madre era tornata in casa, Inu-yasha si era rifugiato lì dentro, dove sapeva per certo che nessuno l’avrebbe disturbato o lo sarebbe venuto a cercare. Non aveva voglia di andare a scuola. Lì di sicuro avrebbe incontrato suo fratello ed il gruppo dei suoi amici, che l’avrebbero deriso e chiamato “cagnolino” davanti a tutti. Come odiava quel soprannome, faceva pensare a qualcosa di ridicolo, scodinzolante, sottomesso. E poi gli ricordava momenti brutti… molto brutti. Tutte le prepotenze, le prese in giro, le umiliazioni subite dal fratello, che si considerava superiore a lui. La differenza fra me e te è come quella tra un cane di razza e un bastardino… Si sedette desolato sul bordo del pozzo, appoggiando le mani sulla tavola di legno che lo chiudeva. Sospirò, gettando la testa all’indietro e un raggio di sole, filtrando attraverso le vecchie travi sconnesse del tetto, lo investì in pieno volto. Chiuse gli occhi, abbagliato, ed immaginò di poter partire, andare in un posto migliore, dove Sesshomaru e i suoi stupidi amici non lo avrebbero più trattato come uno straccio, un “cagnolino”, un posto dove anzi i fratelli maggiori non esistessero affatto… qualunque posto che non fosse un inferno come quello…. In quel preciso istante, con un sonoro scricchiolio, le vecchie travi della tavola che chiudeva il pozzo si spezzarono ed Inu-yasha perdendo l’equilibrio cadde all’indietro nel pozzo.
“…Inu-yasha?” La testa di una donna fece capolino dalla porta dell’hokora “Tesoro, sei qui?” Meiko, la madre, entrò nel tempietto, dove regnava un silenzio di tomba. “Ehi, Inu, rispondimi! Dai, esci fuori…” Forse se l’era solo immaginata… eppure le sembrava proprio di aver sentito la voce del figlio provenire da lì! Ma a quanto pare si doveva essere sbagliata. Stava per uscire quando le venne un sospetto. E se si fosse nascosto? Dopotutto non era andato a scuola, magari temeva – e a ragione – una sua sfuriata. Proprio in quel momento la donna, voltandosi per controllare gli eventuali nascondigli, vide che la tavola del pozzo era stata rimossa. “Ah-ah! Sei furbo, figliolo, ma la tua mamma lo è di più…” pensò con un sorriso. Lentamente si avvicinò al pozzo e si sporse all’improvviso, gridando: “Trovato!” Il pozzo, completamente vuoto, rimandò indietro la sua voce, mentre la donna, sentendosi leggermente ridicola, usciva fuori dall’hokora, ringraziando che non ci fosse stato nessuno a vederla.
Quando riaprì gli occhi, Inu-yasha era circondato dall’oscurità. Si massaggiò il capo dolente, sentendo sotto le sue dita un grosso bernoccolo. Accidenti, aveva dato proprio una bella botta! Si ricordò improvvisamente quello che era successo: il biglietto di Sesshomaru, l’aver marinato la scuola, e poi un rumore di legno che si rompeva… Doveva essere caduto nel pozzo… accidenti, di certo aveva fatto un bel rumore, sicuramente la madre si era accorta che non era andato a scuola e lo stava aspettando minacciosa là fuori. Cavolo, era nei guai! Beh, comunque non gli restava altro da fare che risalire e sopportare una bella sgridata. Cominciò faticosamente la risalita, agevolata da alcuni rami di edera che però non ricordava di aver mai notato. Non ci fece troppo caso, il pensiero della sfuriata che lo aspettava lo occupava in pieno. Ma quando finalmente scavalcò il muretto di legno del pozzo si rese conto che c’era qualcosa che non andava. Innanzitutto… dov’era l’hokora?! E casa sua? Non riusciva a vedere neanche una cosa che gli fosse lontanamente familiare. Beh, una cosa era chiara, quella non era Tokio. E quando vide uno strano essere, con cinque occhi, un corpo da serpente e dei denti spaventosamente affilati, capì che decisamente quella non era Tokio. “Oh-mio-Dio… AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!” urlò mentre il mostro si dirigeva minaccioso verso di lui. Il ragazzo terrorizzato cominciò ad indietreggiare finché non inciampò in un sasso e cadde a terra. Inu-yasha chiuse gli occhi, pensando che ormai quella era la fine: sarebbe morto, in quel mondo sconosciuto, senza nessuno accanto, e tutto questo a soli sedici anni!! Un attimo dopo riaprì gli occhi e vide che era coperto di sangue. Strano, perché non sentiva dolore.. forse era già morto! “Ehi, tu, non è posto per ragazzini qua!” Davanti a lui c’era una ragazza, i capelli neri, lo sguardo minaccioso, e un vestito molto strano, che gli puntava contro uno dei suoi artigli sporchi di sangue. Dietro di lei poteva scorgere il mostro, o meglio quello che ne rimaneva, visto che era stato fatto a pezzi. Quindi il sangue doveva essere il suo, per fortuna. “M-ma tu…” balbettò il ragazzo scioccato “…chi- chi diavolo sei?!?” La ragazza lo guardo con un sorrisetto. “Sono un mezzo spettro… e il mio nome è Kagome.”
Allora? vi è piaciuta? se riceverò commenti positivi, agiornrò con il secondo chappy!!quindi sapete cosa fare, alla prox Mangaka91
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Un bacione
Marta
miroku90
kagomina - Voto:
stupenda soprattutto la parte tra kagome e inuyaha!!!!!!!
binnie - Voto:
*_*
avvisami assolutamente anche per il prossimo!!!!! Un bacio e ancora complimenti
miroku90
mangaka91
per MIroku90: sappi che il tuo giudizio è molto importante per me, anche perché sei il lettore più fedele, mi hai saputo incitare quando volevo semi-abbandonare la fic... grazie!
per Gabriella: sono contentissima che anche tu segua la mia fic, che la continuo è sicuro, e cercherò di fare del mio meglio per non andare troppo a rilento con gli aggiornamenti!
--gabriella-- - Voto:
--gabriella--
miroku90 - Voto:
mangaka91
Un bacio!^^
rosychan91 - Voto:
Questa ff è bellissima!!!
L'idea d capovolgere i ruoli è davvero geniale! XD
L'ho iniziata a leggere da poco, quindi sto ancora al terzo cap (cm si capisce k sto su manga.it da poco XDXD)Xò mi piace davvero trp!
Sei bravissima complimenti!^^
Un bacionee!!!
...continua nelle pagine numero:
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